1 gennaio 1950 – Voce di S. Antonio - Dopo i fatti di Modena (1) - Condanniamo la violenza e l'egoismo - E’ illecita la violenza elevata a sistema e a strumento di rivendicazioni sociali, poiché la violenza porta al disprezzo degli altrui diritti e della stessa santità delle leggi, generando e coltivando l’odio di classe e la conseguente sadica voluttà della morte, del proprio fratello. Ma è altrettanto illecito l’egoismo umano ed anticristiano, che si chiude nel guscio di un benessere troppo spesso non chiaramente giustificato — nelle sue origini e nel suo godimento — dinanzi a Dio e alla coscienza degli onesti, e sprangando porte e finestre di una assai bene accogliente e confortevole casa, ignora la povertà mortificata di un padre di famiglia e il lamento lacerante dei piccoli innocenti, provati prima del tempo dalle asprezze della vita.
E’ gravemente illecito uccidere il proprio fratello benestante per strappargli le sue ricchezze, ma è altrettanto illecito abbandonare nella lotta contro la miseria e la fame il proprio fratello, privo di mezzi di fortuna, aggrappato alla fragile promessa di un lavoro, oggi divenuto troppo instabile e precario, e la cui ricerca riporta il prestatore di mano ogni ventiquattr’ore, nella incertezza del domani, ad un logorante tormento. E’ gravemente antisociale, antiumano, anticristiano seminare odio e terrore, e profanare i sacri diritti del lavoro, coinvolgendoli — con arte più o meno accorta — in violente lotte di parte ed interessi politici. Ma è altrettanto gravemente antisociale, antiumano, anticristiano ignorare e respingere il richiamo alla carità alla giustizia sociale, che sale dalla coscienza degli onesti e — rifacendosi al Vangelo di carità e giustizia predicato da Cristo — conclama l’urgenza di una cristiana operante solidarietà sociale. Le classi sociali non sono dei compartimenti stagni: le classi sociali sono dei potenti generatori di energie, che necessitano di una reciproca compensazione ed utilizzazione: l’isolamento le rende egualmente e reciprocamente pericolose. Diffidiamo, perciò, e condanniamo i demagoghi e morfinomani, che blaterano di rivincita del lavoro sulla tomba del capitale, o meglio, di vittoria di classe lavoratrice sui cadaveri della classe capitalista.
Ma insieme diffidiamo e condanniamo tutti gli egoisti non meno ciechi e morfinomani, che non vogliono vedere la bruciante realtà e pensano di evitare il crollo di un sistema economico — ignorando la crisi economico-spirituale che travaglia il mondo intero — nella vana illusione di registrare presto il logoramento e la dispersione di potenti energie, che tendono, invece, a convogliarsi, anche da parti opposte, verso una nuova organizzazione della vita sociale. Respingiamo in nome di Cristo e alla luce del suo santo Vangelo, le opposte insane dottrine. La società è una grande famiglia e tutti abbiamo il dovere e il diritto di collaborare, di lavorare per il suo benessere, per il benessere generale. Tutti, poveri e ricchi, in questa grande famiglia — di cui Dio è il supremo reggitore abbiamo dei sacri diritti. E tutti, ricchi e poveri, per il benessere di questa stessa grande famiglia, in cui capacità ed efficienze personali si devono integrare nell’amore, abbiamo dei grandi e sacri doveri. E oggi il dovere urgente di tutti è quello di collaborare per la ricostruzione della fiducia reciproca tra capitale e lavoro, fra poveri e ricchi, fra datori di lavoro e prestatori d’opera, fra le diverse categorie sociali, variamente, ma necessariamente impegnate tutte allo studio e alla organizzazione di un complesso sistema di rapporti che costituirà la nuova civiltà, la civiltà del lavoro, sulla base dei divini principi di vita contenuti nel Vangelo di Cristo.
P. Roberto
Dopo i fatti di Modena (2) - Condanniamo la violenza e l'egoismo
Dopo i fatti di Modena (3) - Condanniamo la violenza e l'egoismo
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