cimg0104La parrocchia di S. Antonio, il primo cinquantennio - La chiesa di S. Antonio, costruita in un centro popoloso, fu una vera benedizione per questo popolo, che vicino alla chiesa del suo Dio esplica la sua vitalità e vicino agli altari vede crescere i suoi figli istruiti, assistiti, benedetti dal Ministro di Dio. Ci sentiamo autorizzati a qualificare incalcolabili i vantaggi morali provenuti al popolo del Rione S. Antonio dalla nuova chiesa e dal ministero dei Padri Cappuccini. Ma ancora una parte importante della popolazione di questa Parrocchia, e precisamente quella costituita dagli abitanti ad est del torrente Ghiara dislocati nel quartiere dei villini, in via del Fascismo e sul colle del Paradiso, nonché nella borgatella campestre di Casa Zalaffi, rimaneva senza chiesa propria.

Né era ragionevole sperare od esigere che detta popolazione si recasse alla chiesa parrocchiale di S. Antonio, che, se non per la eccessiva lontananza, per l'ubicazione viene a trovarsi fuori mano. Situazione incresciosa che purtroppo non mancava di lagrimevoli conseguenze per quella povera popolazione, la cui vita cristiana, non alimentata dall'istruzione. religiosa e dalla pratica dei Sacramenti, languiva in una lenta crisi morale che lasciava prevedere più funeste conseguenze per la pubblica e privata moralità. Altri meno zelanti o meno provvisti di energie volitive, avrebbero potuto accontentarsi di un mesto sospiro accorato abbandonando il tutto nella mano di Dio. Ma un parroco come Padre Cirillo, che alla fiducia in Dio unisce la sua instancabile operosità, non può considerare un problema di tale importanza senza decidersi a risolverlo in forma concreta e radicale in favore del bene spirituale del suo popolo e a gloria di Dio. Egli sa bene che una chiesa in mezzo a un popolo è un centro di vita cristiana, un richiamo alla vita onesta, un faro di luce consolatrice delle anime afflitte e illuminatrice per le menti ottenebrate, un coefficiente principalissimo di civiltà. Dunque è ad una chiesa che bisogna pensare, ad una bella chiesa, che sorga anche nel centro di questa parte della nostra parrocchia! Egli fissa il programma del proprio lavoro ed insiste per la copertura del torrente Ghiara che dal viale Romagnosi si spinge all'entrata del tempio in progetto.  P. Cirillo accarezza addirittura l'idea di un tempio grandioso. Ma il tempio grandioso, come le cose belle e grandi, per essere realizzato ha bisogno del tempo. Le mura di molte superbe cattedrali trecentesche, che cantano nei secoli la fede dei Padri suscitatrice di geni, nel loro lento salire videro passare due generazioni. Ma frattanto urgeva provvedere al bene di tante anime. Ed ecco l'idea, presto tradotta in realtà, di una chiesina provvisoria. L'idea è accolta dal buon popolo di quei rioni addirittura con entusiasmo. Anche il vescovo di Fidenza è oltre modo lieto della notizia come appare dalla seguente lettera inviata a Padre Cirillo.
Borgo S. Donnino 24 Febbraio 1927.
Molto Rev. Padre Cirillo, Ella sa bene quanto e da quanto tempo, mi stia a cuore quella parte della sua popolazione, che abita oltre il torrente Ghiara in Salsomaggiore, tanto lontana dalla chiesa parrocchiale. Quindi comprende di quanta consolazione mi torni il vedere ora, mercè lo zelo di V. P. sorgere in quella zona così importante una chiesa, che, se non sarà l'ideale, darà almeno agio a quei buoni parrocchiani di soddisfare ai loro doveri religiosi.  Plaudo adunque di tutto cuore a V. P. che con tanto coraggio ha affrontato la nobile e santa impresa. Non potrà sicuramente mancarle l'aiuto di Dio e di tutti i buoni in cui non ha confidato invano, perché tutti plaudono e benedicono all'opera sua.  Io le accludo qui L. 3.000: sono ben poca cosa in sì grande bisogno; ma le mie condizioni non mi consentono di più.  Intanto invoco su di lei e per quanti le verranno in soccorso, o si renderanno benemeriti della nuova chiesa la benedizione e la ricompensa del Signore.
GIUSEPPE, Vescovo
Anche il Commissario Prefettizio di allora, Saporiti, alla domanda presentata da Padre Cirillo per la costruzione della nuova chiesa provvisoria il 26 Ottobre 1926, rispondeva, in data  2 Novembre dello stesso anno, concedendo il nulla osta e augurando il rapido sorgere della chiesa in progetto.
Bastarono pochi mesi di lavoro perché l'attuale chiesina del Sacro Cuore, detta in principio di S. Francesco, fosse ultimata. Venne inaugurata sul finire di maggio del 1927 in occasione delle feste del VII Centenario di S. Francesco con una grandiosa processione che, partendo dalla parrocchiale di S. Antonio, portò colà la statua di S. Francesco. 

Da Brevi cenni storici attorno alla Parrocchia - La zona di Salsomaggiore  compresa tra il torrente ghiara, il quartiere dei villini, colle paradiso, via del fascismo e casa Zalaffi, nel 19 era senza chiesa. Padre Cirillo fissa un programma per il proprio lavoro, insiste per la copertura del torrente Ghiara che dal viale Romagnosi si spinge all’entrata della chiesa. Padre Cirillo accarezza l’idea di un tempio grandioso, ma nel frattempo venne tradotta in realtà la costruzione di una chiesina provvisoria. Lo stesso vescovo di Fidenza era entusiasta dell’idea come apparve da una lettera inviata a Padre Cirillo.Il 26 ottobre 1926 fu presentata domanda al Commissario Prefettizio Saporiti, che rispondeva in data 2 novembre concedendo il nulla osta. Pochi mesi dopo la chiesetta fu costruita. In principio fu chiamata di S. Francesco, poi prese il nome di Sacro Cuore. Venne inaugurata alla fine di maggio del 1927 in occasione delle feste del VII centenario di S. Francesco con una grandiosa processione che partì con la statua di S. Francesco dalla parrocchia di S. Antonio. Nell’anno 1938 i Frati affrontarono l’impresa della costruzione del nuovo tempio al Sacro Cuore nel Quartiere dei Villini a sud del Viale Regina Elena. Padre Lecchini lanciava alla popolazione un’appello per la costruzione del tempio. Si stava fissando la data per la posa della prima pietra nell’ottobre del 1939, quando gli scompigli politici del settembre fecero rimandare l’avvenimento. Le condizioni si aggravarono nei mesi successivi e i lavori non poterono cominciare.

 

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