Gli stabilimenti a Salsomaggiore erano tre, due di proprietà della famiglia Ferrari, uno dopo il mulino di Campore, uno in zona Pescatori, il terzo di proprietà RDB dopo la ferrovia. Agli uomini toccavano i lavori più pesanti, la lavorazione dell'argilla, il lavoro presso i forni, la lavorazione dei vari laterizi. Alle donne aspettava il compito di prelevare i mattoni e trasportarli con dei carretti nei piazzali, dove venivano allineati per l'ascigatura. Una volta asciutti venivano spostatii e caricati sui camion manualmente.
Il lavoro iniziava con il suono di una sirena alle ore 8, la pausa pranzo era alle 12, per riprendere alle 14 fino alle 18. Quando fu costruito il tratto di circonvalazione a Campore le fornaci si allargarono, fu costruito un tunnel che passava sotto la nuova strada, che permetteva ai carrelli di portare i mattoni in appositi spazi o nei capannoni dall'altra parte della strada. Con il progresso furono costruiti degli essicatoi, sparirono quindi dai piazzali i mattoni, i carretti furono sostituiti da piccoli trattori che trainavano fino a sei vagoni.
Comparvero i primi carri ponte che consentivano di caricare i camion in tempi molto più rapidi. Questo progresso inevitabilmente portò a dei licenziamenti in particolare le donne.
Fu costruita una ciminiera e nuovi forni che non potevano essere mai spenti, si lavorava quindi anche di notte. Durante la guerra ci furono dei bombardamenti che colpirono la zona di Campore, quattordici persone persero la vita. Per invocare la protezione divina fu eretta una maestà dedicata alla Madonna, che divenne in seguito meta nella processione di Maggio. Iniziò poi un costante declino dell'attività produttiva. 

Da un articolo di giornale - "Il dramma delle Fornaci S.A.L.S.1982 Dramma per i lavoratori Abbiamo seguito in questi mesi con trepidazione le alterne vicende delle Fornaci S.A.L.S. sperando, come tutti, che l’attività potesse continuare. La realtà di tanti lavoratori che dopo anni di attività rimangono disoccupati, ci rattrista profondamente. Non siamo certamente in grado di formulare proposte e tanto meno di offrire soluzioni, come sarebbe nostro vivo desiderio. Tutto quello che potremo fare e lo faremo seriamente tutti: parroco, collaboratori, consiglio parrocchiale, sarà quello di aiutare i lavoratori licenziati a trovare una occupazione decorosa che consenta a loro ed alle loro famiglie di guardare serenamente al futuro. Dramma per i datori di lavoro Mentre seguiamo con viva partecipazione la sorte dei lavoratori, non possiamo non ignorare il dramma dei datori di lavoro. Prima la morte improvvisa per infarto del Geom. Carlo che dedicava tutto il suo tempo, il suo cuore, la sua intelligenza per una sempre migliore conduzione della fabbrica.
Il fratello ing. Pino, nonostante i suoi gravi impegni, era fermamente deciso per coerenza con i suoi principi religiosi e sociali a fare l’impossibile per conservare il posto ai lavoratori. Improvvisamente è stato colpito a sua volta da infarto e costretto al riposo assoluto. I responsabili della S.A.L.S. a questo punto, nella impossibilità di protrarre l’attività hanno cercato in tutti i modi di vendere la fabbrica disposti anche a svenderla pur di conservare il posto di lavoro agli operai. Il momento tutt’altro che favorevole ha reso impossibile una soluzione di questo tipo, e la fornace rimane tuttora inattiva. Mentre auspichiamo una soluzione ottimale ai gravissimi problemi della S.A.L.S. rinnoviamo la nostra piena partecipazione al dramma di tutti i Dipendenti e il nostro proposito di aiutarli con tutti i mezzi a nostra disposizione. Siarrio fiduciosi che la collaborazione di tutte le forze sociali ed umanitarie di Salso riporterà presto la serenità nelle loro case.
"


I forni furono spenti e negli anni 1990 fu abbattuta la ciminiera. Con la nuova urbanizzazione la maestà fu abbattuta,al posto della fornace furono costruiti centri commerciali, abitazioni, palazzetto dello sport.
Tratto da: Campore di Harry barbieri


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