Marchese Guido Dalla Rosa (Parma, … - Salsomaggiore, 1882) – ImprenditoreDalla Rosa Guido (Parma, 5 giugno 1821 -  Salsomaggiore, 17 dicembre 1882) – Marchese-Imprenditore -
Nato in Parma, nel 1821, il Marchese Guido Dalla Rosa compì i primi studi nell’Accademia Militare di Torino; poi per la passione per lo studio delle scienze naturali e matematiche, si laureava a 24 anni nelle due scienze, e a 25 anni otteneva dal governo di Maria Luigia la nomina a professore di introduzione al calcolo sublime nell’università di Parma. Scoppiata la rivoluzione del 20 Marzo 1848, la città si ribellò contro il governo del Duca Carlo II, che non voleva concedere la costituzione. La resistenza del popolo consigliò il Duca a lasciare la città, e il Governo Provvisorio incaricava il Marchese Dalla Rosa, assai ben visto dal popolo, di accompagnare il Duca fino a Bologna. Tornato da Bologna fu nominato colonnello della Guardia Nazionale. Fatta la pace tra il Piemonte e l’Austria, con l’armistizio di Salasco, Parma venne rioccupata dagli Austriaci, e frequenti erano in città le liti fra cittadini e soldati. Dopo la sconfitta di Novara, Parma viene affidata a Carlo III e poiché i liberali erano ricercati, il Marchese Dalla Rosa fu costretto con altri a salvarsi con la fuga. Ucciso il Duca, in seguito alla congiura del 26 Marzo 1854; la vedova reggente Luisa Maria, assunse il potere per il figlio minorenne Roberto I, riordinò l’Università, che Carlo III aveva soppressa, e il Marchese Dalla Rosa ebbe l’incarico dell’insegnamento della meccanica e della geometria descrittiva. Nel 1856 dopo un viaggio in Alsazia e Lorena per visitare le saline di Dieuse, Viic e Moyenic, e ne era tornato con la persuasione che anche nel sottosuolo di Salsomaggiore doveva esistere un banco di salgemma. E poiché il Governo Ducale voleva chiudere le saline, perchè passive, egli invece persuase il Ministro della Fiinanze del Ducato di Parma d’allora, Antonio Lombardini a rinunciare alla chiusura e ad introdurvi invece miglioramenti tecnici e industriali. Il Lombardini lo nominò allora membro di una commissione incaricata di introdurre miglioramenti nelle saline e nel 1857 arrivò a Salsomaggiore. La Commissione riuscì infatti a sostituire la calce all’albume d’uovo, per là depurazione delle acque, e fece continuare la perforazione del Pozzo detto del Balatrone, ciò che contribuì a far sgorgare l’acqua più satura e copiosa. Nel 1860 il Marchese chiedeva al Dittatore Carlo Luigi Farini, succeduto al Governo ducale, in affitto le Saline, e con decreto del 10 marzo 1860 ottenne la concessione per 15 anni. Il Marchese Dalla Rosa proseguì allora le ricerche; intraprese una nuova trivellazione dell’antico Pozzo Scotti. Un incidente arrestò il lavoro, che però fu ripreso e proseguito ininterrottamente per 8 anni: quel pozzo fu poi detto artesiano, e riuscì a dare 320 ettolitri d'acqua salso-iodica a 16 gradi e 24 metri cubi di gas al giorno. Ma costò anche la spesa di 70.000 lire. Egli proseguì i lavori perforando altri due pozzi in vicinanza del torrente Ghiara spinti alla profondità di 200 metri. Durante i 15 anni di concessione dal 1860 al 1874, egli ampliò lo Stabilimento Vecchio, e scoprì anche delle sorgenti ferrugginose che riunì costruendo una grotta nella quale confluivano. Nel 1871 passò a insegnare alla R. Università di Roma e vi rimase fino al 1874, dopo di che chiese ed ottenne il collocamento a riposo. Il Marchese Dalla Rosa si occupava anche, con speciale fervore di studi geologici. Nel 1874 il contratto di concessione gli fu rinnovato per altri 50 anni: ed egli si era assunto anche l’obbligo di ampliare di nuovo lo Stabilimento. Ma preferì pensare alla costruzione di un nuovo e più moderno Stabilimento, lo stabilimento Nuovo, intitolato più tardi al suo nome, che fu terminato nel 1883, ma di cui egli non vide l'inaugurazione, poiché la morte lo spense nel dicembre del 1882. Il Marchese Dalla Rosa fu anche nel 1863 e nel 1874 Sindaco di Salsomaggiore. A lui si deve anche un primo sviluppo edilizio di Salsomaggiore, tra cui la strada panoramica che da Salso portava a Tabiano, il Viale Romagnosi, l'ampiamento del Municipio a cui fu aggiunto il secondo piano, la copertura di torrenti, l'allacciamento del telegrafo e nel 1877 utilizzò il gas metano estratto dai pozzi per il riscaldamento e l'illuminazione che fu presto sostituita dalla corrente elettrica.  Fu il primo a promuovere la ricerca del petrolio nel sottosuolo Salsese. Fu consigliere comunale e provinciale e Sindaco di Parma; per due elezioni, deputato al Parlamento, eletto nel 1864 per il collegio dì Langhirano, e nel 1870 per il secondo collegio di Parma. Uomo di severi studi e di coltura ebbe anche attitudini artistiche. Tra le varie opere lascia: Una gita nell’isola di Pantelleria nel 1870 in cui narra una visita fatta a quell’isola per cercarvi tracce di antichi abitatori dell’epoca dell’età della piietra; monografie scientifiche, come : Del Salgemma e dell’esistenza di esso nel sottosuolo di Salso; Il petrolio in Italia e specialmente nel sottosuolo di Salso; una Memoria sui Pozzi artesiani; di carattere letterario lascia: Alcune pagine di storia parmense (che vanno dal 1847 al 1859). Delle sue qualità artistiche fanno fede diverse commedie raccolte (in due volumi sotto il titolo di: «Teatro drammatico per fanciulli e filodrammatici », che contengono tra le migliori : L’orfana di Milano, in 4 atti; Giovanni l’operaio, Patria e famiglia e Un episodio dell’inondazione; la farsa Lo zio Bernardo e una commedia in versi martelliani: I precetti della nonna. A completare gli studi di Salso lasciò anche il volume: Salsomaggiore i suoi bagni e una Monografia sulle acque di Salso.  Mori il 17 dicembre 1882, colpito da un attacco apoplettico, un anno prima dell'inaugurazione delle Terme, che avvenne nel 1883; alla sua morte gli eredi si associarono a Giacomo Corazza e costituirono la Società Dalla Rosa - Corazza e C. 
Tratto da
Da Guida Balneare di Salsomaggiore e Tabiano 1927

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