Baistrocchi Ettore - (Mulazzo, 7 luglio 1855 - Salsomaggiore, 8 aprile 1930)Baistrocchi Ettore - (Mulazzo, 7 luglio 1855 - Salsomaggiore, 8 aprile 1930) - Il suo nome è legato alla storia di Salsomaggiore e allo sviluppo della stazione termale in un senso filantropico, avendo dedicato la parte migliore della sua combattiva attività, insofferente di limitazioni o di tornaconti, a risolvere nella città un problema altamente umanitario di reintegrazione fisiologica e di profilassi sociale.

Stabilimento Baistrocchi - SalsomaggioreFiglio di un magistrato, compì a Parma gli studi, laureandosi nel 1878 in medicina. Dette subito prova, quale assistente all'Università di Parma del professor Inzani e insegnante di anatomia patologica, del suo ingegno e della sua forza d'intuizione a comprendere e risolvere problemi di alto interesse scientifico, svolgendo indagini nuove su cervelli patologici, illustrando un nuovo ganglio linfatico del cuore e dando il proprio contributo agli studi di batteriologia negli Annali di studi medici, pubblicati a Parma.
Nel 1882 fondò la Società d'Igiene e due anni dopo, imperversando a Parma il colera, assunse la direzione del Lazzaretto, prodigandosi assiduamente e con spirito di abnegazione nell'assistenza ai colpiti. Gli venne assegnato il titolo di Benemerito della Salute Pubblica. Nel 1887 si recò a Buenos Ayres, vi fondò il primo Museo di anatomia patologica, iniziandovi un corso di lezioni sulle autopsie, e cooperò alla creazione del grande Ospedale Italiano. Nel 1894 tornò in patria a riprendere nell'ateneo parmense il corso libero di anatomia patologica e l'anno seguente, succedendo a Edoardo Porro, della cui opera fu degno continuatore. Fu assunto nel 1895 alla direzione dello Stabilimento vecchio di Salsomaggiore, cui dette un indirizzo sanitario assai moderno e avanzato. Iniziò infatti da allora un'intensa attività nell'ordinamento degli stabilimenti balneari, nei quali andò formandosi nel corso degli anni una così ricca esperienza da imporsi come uno dei più distinti idrologi delle acque termali, che egli trattò in profondi studi esposti a congressi nazionali e internazionali di medicina e di idrologia. Frutto concreto di tali studi fu la Guida medica, elogiata tra gli altri da Murri, Pescarolo, Grocco e Majocchi, edita nel 1900 e compilata non già sulla falsariga di altre guide ma elaborata sopra una consistente serie di fatti clinici diligentemente osservati e di cure ponderatamente eseguite. Organo di tali indagini fu un bollettino stampato in quattro lingue, nel quale erano riferiti ed esaminati casi diversi guariti e non guariti con i vari trattamenti. Nelle terme salsesi egli fu l'innovatore dei metodi di cura e dei servizi igienici, dando notevole incremento alle inalazioni e alle irrigazioni preparate con soluzioni di acqua madre. Non meno solerte fu la sua opera come igienista idrologo nella difesa degli stabilimenti dalla minaccia di leggi e riforme che ne avrebbero minato l'importanza. Soprattutto merita lode la sua recisa opposizione all'esportazione delle acque salsoiodiche, facendo rilevare i danni derivanti dal trasporto e dagli usi non sempre adeguati che di queste si sarebbero potuti fare. Svolse grande attività in seno all'Associazione Italiana di Idrologia, presieduta susseguentemente da G. S. Vinaj, da Grocco e da Baccelli. A tutelare l'igiene della città e la salute dei bagnanti, si adoperò in tutti i modi, con spirito filantropico, per dimostrare alle locali autorità la necessità di costruire un padiglione per i contagiosi e per le varie disinfezioni, allo scopo di allontanare le malattie epidemiche. Così come si batté al Congresso medico di Napoli, nel 1900, per l'istituzione dei Sanatori antitubercolari provinciali.
La sua attività e solerzia si esplicarono largamente anche nel campo della pubblica beneficenza. Rese possibile l'uso delle acque salsoiodiche ai poveri e meno abbienti, fondando il Sanatorium, poi a lui intitolato, che diresse per venticinque anni. La creazione di questo istituto, inaugurato il 13 giugno 1897, gli costò lotte e fatica, ma infine egli lo realizzò: fu il primo istituto italiano del genere per i poveri, pietra militare nel campo della previdenza sociale e inizio di una nuova era nel settore dell'assistenza medica. Il Sanatorium divenne anche il primo centro studi di ricerche cliniche e di laboratorio. Nel 1907 il Baistrocchi fondò l'Asilo infantile Principe Umberto e Maria di Savoia, di cui fu per molti anni presidente.
Quando l'Italia entrò nella guerra 1915-1918, fu il Baistrocchi a tenere un corso per infermiere, esigendo che estendessero la loro assistenza anche alle famiglie. Fu inoltre presidente della Croce Rossa Italiana, e nel dopoguerra promosse la costituzione di un comitato locale, assumendone la presidenza, per la cura dei bambini scrofolosi del Trentino. Quando si vollero onorare i caduti salsesi, egli presiedette il Comitato per la erezione del monumento ai Caduti, affidandone l'esecuzione ad Alberto Bazzoni. Del contributo dato dal Baistrocchi all'idrologia, fa fede la serie di articoli da lui pubblicati: rubriche batteriologiche, altre di carattere fisico-chimico, elettroscopiche, contenenti considerazioni sulla teoria degli elettroni e ioni. Più numerose sono le pubblicazioni sopra argomenti clinico-terapeutici: tra le principali, La disinfezione negli Stabilimenti balneari (1895), Della necessità di una legge che regoli l'autopsia medico-legale (1899), Guida medica dei bagni e delle inalazioni di Salsomaggiore (1900). Lasciata nel 1923 la direzione del Sanatorium dopo 25 anni, continuò a prestare la sua opera di medico, rifiutando ogni onorario. Morì al'età di 74 anni l'8 aprile 1930 nella sua casa di Salsomaggiore. Accanto vi erano la moglie Dirce e le figlie Ines, Giuseppina, Bice. Il suo corpo giace vicino a quello del figlio Mario, morto a Caporetto nel 1917.

Baistrocchi morte

10 aprile 1930 - La Gazzetta di Parma annuncia la scomparsa di Ettore Baistrocchi, fondatore del Sanatorium di Salsomaggiore che poi fu intitolato a suo nome.

 

FONTI E BIBL.:
B. Molossi, Dizionario Biografico, 1957,14; D. Soresina, Enciclopedia diocesana fidentina, 1961, 41-44; Gazzetta di Parma 12 maggio 1980, 3.
Acqua Salus Silvia Cabassi

Comments powered by CComment

pie di pagina

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.