Monsignor Ottorino Davighi (Salsomaggiore, 1920 – Parma 1999)Ottorino Davighi (Salsomaggiore Terme, 1920 – Parma, 1999) - Il prete di origini salsesi che si dice sia stato ispirazione per il personaggio letterario di don Camillo. Nato a Salsomaggiore nel 1920, completò la propria formazione ecclesiastica presso il seminario maggiore di Parma e fu ordinato Sacerdote nel Duomo di Fidenza il  20 marzo 1943. 

Nel secondo dopoguerra la diocesi di Parma lo inviò a condurre la parrocchia di Polesine Parmense. Fu proprio in quel periodo che Giovannino Guareschi, simpatizzante della corrente di destra della DC, cattolico e monarchico, iniziò a frequentare il giovane Don Rino che raggiungeva in bicicletta ogni quindici giorni dalla vicina Roncole Verdi per discutere di politica. In quegli anni il comune di Polesine era guidato dal sindaco comunista Enzo Carini. Le epiche battaglie politiche tra il sindaco e il parroco del paese potrebbero aver suggerito a Giovannino Guareschi l'idea dei racconti di Don Camillo e Peppone. Il primo racconto che li vide protagonisti uscì nel 1945, sul periodico di destra il "Candido",  diretto dallo stesso Guareschi. Il Polesine del dopoguerra era l’esatta rappresentazione del mondo piccolo di Guareschi: due squadre di calcio – quella parrocchiale e quella del partito – e due cinema – quello parrocchiale e quello della casa del popolo (si racconta che un giorno il primo proiettò il film “Lo spretato” e il secondo “Bernadette”). Don Davighi potrebbe quindi essere stato l’ispiratore per Don Camillo se non fosse che Guareschi conobbe don Ottorino solo nel 1952. Essendo quindi più che verosimile che abbia preso spunto da lui per alcune delle sue storie, è improbabile invece che abbia tratto dal battagliero, ma minuto curato di origini salsesi, quelle che sono le principali caratteristiche di Don Camillo, gigantesco prete con la voce tonante e le mani grandi come badili. In realtà Guareschi ha conosciuto in gioventù un sacerdote che potrebbe ricordare, anche nel fisico, don Camillo: si tratta di don Lamberto Torricelli, un enorme parroco di Marore, la frazione di Parma dove posero la loro residenza i genitori di Guareschi attorno ai primi anni ’20. Don Davighi si fermò a Polesine per 15 anni. Nel 1960 fu trasferito alla diocesi di Fidenza, dove venne nominato arciprete della Cattedrale. Nella sua nuova destinazione, monsignor Davighi si fece promotore della costruzione del campo sportivo “Stirone” per i giovani e fondò la Corale del Duomo. In età avanzata fu ospitato dalla casa di riposo per sacerdoti “Villa San Bernardo” di Parma dove è deceduto nel 1999.

 

Voce Amica, Marzo 1943, bollettino della parrocchia di S. Antonio in Salsomaggiore


Siamo lieti di informare tutta la nostra amata Parrocchia che il giorno 20 marzo il nostro parrocchiano D. Ottorino Davighi verrà ordinato Sacerdote nel Duomo di Fidenza. Egli sarà tra noi per la celebrazione della sua prima messa il giorno 28 dello stesso corrente mese.


Molto Rev. Padre
Finalmente posso darvi una notizia che ha allietato il mio cuore di povero seminarista e certamente pure rallegrerà il vostro cuore di Padre. Probabilissimamente verrò ordinato Sacerdote il giorno 20 Marzo. E’ giusto che il Padre Parroco che mi ha seguito con trepidazione mi ha compatito nei miei innumerevoli difetti, mi ha amato e assistito sia prima e più che mai altro partecipe di questa mia gioia. Il Signore è vicino e mi attende sull’altare del mio primo sacrificio. Però riconosco la mia indegnità e quindi faccio appello alla vostra bontà onde abbiate a pregare e fare pregare per me. Mi sento onorato e proverò tanta consolazione se accondiscenderete ad essermi Padrino nella S. Ordinazione. La prima S. Messa verrei a celebrarla in S. Antonio il 28 dello stesso mese. Ho saputo con commozione che alcuni parrocchiani avendo conosciuto indirettamente un mio desiderio hanno posto nelle mani di mia mamma alcuni oggetti preziosi onde siano fusi per il calice della mia prima Messa. Questi generosi oltre la mamma ed il babbo che si spogliano di quei pochi oggetti preziosi che ebbero nel giorno delle nozze sono: (segue un elenco). Presento al vostro gusto artistico il disegno di questo calice simbolico con la speranza che Vi torni gradito. Desidererei che gli offerenti lo vedessero esposto in qualche luogo in chiesa (se niente avete in contrario). Nella vostra bontà abbiate a scusare questa mia libera dovuta al desiderio di avere ogni giorno sull’altare un caro ricordo di quanti mi vogliono bene. Sul piede del calice figurerà la scritta: “Octorino primum litanti, pater, mater, consanguinei et Sancti Antonii parocciae fideles ex animo” Bacio la saacra mano sacerdotale, rinnovo gli atti del mio figliale ossequio, certo che nelle preghiere non dimenticherete

il Vostro Don Ottorino Davighi.

 

Voce Amica, Aprile 1943, bollettino della parrocchia di S. Antonio in Salsomaggiore


Il giorno 28 marzo rimarrà indimenticabile nel cuore della turba devota che ebbe la fortuna di assistere alla tanto suggestiva ed emozionante quanto solenne cerimonia alla prima S. Messa celebrata dal nostro Parrocchiano D. Ottorino Davighi. Alle ore undici un lungo corteo moveva da casa Davighi verso la Chiesa Parrocchiale che presentava un colpo d’occhio come nelle grandi solennità. Alla porta della chiesa il primo saluto rivolto al novello Sacerdote da una bimba che gli faceva omaggio di un mazzo di garofani bianchi accompagnato da bellissime parole augurali. Il novello Sacerdote iniziava quindi tra la commozione di un numerosissimo popolo che stipava il sacro tempio la sua prima Messa. Al Vangelo il P. Parroco diceva parole di circostanza illustrando la grandezza divina del sacerdozio cattolico. Al termine del santo Sacrificio il celebrante benediceva le cartoline portanti l’immagine della Madonna Ausiliatrice che egli con delicato pensiero ha voluto inviare a tutti i soldati della Parrocchia. Aveva quindi luogo il bacio delle mani del novello Sacerdote. In serata dopo il canto dei Vespri, giungeva in mezzo a noi L’Eccellenza Mons. Arcivescovo, il quale volle con la sua presenza esprimere ancora il suo dilettissimo figlio la stima e l’affetto paterno. Le parole commosse e commoventi che il Venerato Presule ha pronunciato in quella sera sono di quelle che non si dimenticano mai. Parlava quindi il novello Sacerdote per ringraziare la Parrocchia di quanto aveva fatto per lui. Le sue parole dette con tana grazia strapparono lacrime di commozione. Il novello Sacerdote impartiva quindi la Santa Benedizione. Alle ore 21 nel teatrino S. Antonio si svolgeva in omaggio del novello Levita un riuscitissimo trattenimento musico letterario durato oltre due ore. La parte musicale tanto nella messa solenne come nelle funzioni serali, fu sostenuta in maniera superiore ad ogni encomio dal Collegio dei PP. Barnabiti ai quali rivolgiamo vivissimi ringraziamenti anche dalle colonne di questo giornale. Ringraziamo dal profondo del cuore Iddio per averci dato grazia di vivere una giornata tanto radiosa che oltre ad essere stata una dimostrazione di affettuosa ammirazione per parte della Parrocchia verso il nostro caro Don Rino, è stata pure un eloquentissima affermazione di Fede nella Eucarestia e nel sacerdozio cattolico. Affermazione che non deve per nulla essere svalutata.

 

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Salsomaggiore Terme, 28-03-1943 - Don Ottorino Davighi dalla sua abitazione si avvia alla chiesa di S. Antonio per la celebrazione della sua prima messa accompagnato dal parroco Padre Roberto Lecchini.

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Don Ottorino Davighi in processione verso la chiesa di S. Antonio da Padova in Salsomaggiore Terme dove celebrerà la sua prima messa

Il DOCU-FILM di Germano Boschesi che ripercorre la vita e l'opera di Don Ottorino Davighi (Don Rino) negli oltre trent'anni di Apostolato come Parroco della Cattedrale di Fidenza dal 1960 al 1992. Il titolo, "Il sorriso dei ragazzi come fiori del mio giardino...",  riprende le parole e l’indole Salesiana del Sacerdote, ancora molto presente nella memoria di tantissimi fidentini: in Lui infatti si identificheranno generazioni di ragazzi e bambini di quel tempo irripetibile ed indimenticabile.

Don Ottorino Davighi - Video

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