Alberto Bazzoni donò al Comune di Salsomaggiore un progetto di una fontana monumentale che si doveva costruire in viale Romagnosi. Tre gruppi scultorei rappresentavano le sorgenti delle acque salutari, dal mare emergeva Venere, Susanna respingeva lo sguardo dei vecchi e Diana trasformava in cervo Atteone colpevole di averla vista nuda durante un bagno. Il 9 agosto 1952 Bazzoni scriveva: “Gli studi e i progetti ai quali lavoro da più di un anno sono terminati. Gli studi plastici sono stati esposti sul Viale Romagnosi. Il modello. a un quinto del vero, esposto l’anno scorso, servì, oltre allo studio delle proporzioni, a fare un preventivo esatto di spesa. Vagliando ogni voce e cercando di economizzare su tutto, si è riusciti a restare nella cifra di dieci milioni, e se l’opera verrà eseguita con una certa sollecitudine la somma non verrà superata. Mi auguro che l'Amministrazione Comunale prenda al riguardo una sollecita e favorevole decisione allo scopo di iniziare presto il lavoro che si presenta lungo e faticoso. Un'opera d’arte  diceva che simbolizzi ed esalti le virtù prodigiose delle nostre acque. La fontana, inattiva, cioè senza l’acqua e la luce, costituirà un’opera d’arte per il concetto svolto. l'atteggiamento decorativo delle figure e le loro espressioni variate. Ma quello che formerà la nota caratteristica e spettacolare saranno le cascate e gli zampilli d’acqua illuminati dal neon a colori: rosso, azzurro e verde, i quali, fusi col bianco daranno a intermittenza le tinte più impensate e fantastiche che la mente possa immaginare, creando così una delizia visiva ed uno spettacolo vario e divertente, trasformando quella zona, ora quasi trascurata, in un luogo incantevole...”.
Nessuna spesa aggiuntiva era prevista per il Comune, ma restavano delle perplessità perchè i lavori che il Comune doveva fare erano tanti. “I componenti l’Amministrazione Comunale in linea di massima non sono contrari alla realizzazione di un’opera d’arte che diventerà patrimonio di tutti e di decoro delle città: ma è forse per quest'ultima ragione che qualcuno la considera inutile e pensa di risolvere problemi di carattere utilitario e pratico tanto a Salso come nelle frazioni è giusto che si pensi a certe annose questioni, ma per risolverle occorrono somme ingenti le quali potranno essere raccolte solo dalla città di Salso, se sarà attraente e confortevole per gli ospiti”. Il bozzetto non fu mai realizzato. Alberto Bazzoni con una vena di tristezza cita questa frase "Nemo propheta in patria" al suo amico Carlo Demetrio Faroldi. Alberto Bazzoni morì a Milano il 23 settembre 1973. Aveva 84 anni. E° sepolto a Milano, nel Cimitero Monumentale, accanto alla moglie Bianca e al figlio Bruno.

Tratto da: Aqua Salus di Silvia Cabassi

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