Pozzi Tabiano - Sorgente dell'acqua solforosa

L' industria Mineraria IMSA negli anni 1957-1958 presso il Torrente Parola, vicino alle Terme di Tabiano, perforò un pozzo profondo 180 metri, alla ricerca di acqua solfurea. L'esito della perforazione fu positivo. La IMSA fece eseguire studi geologici e sondaggi elettrici, poi praticò tre sondaggi che risultarono però tuttine gativi. Il primo profondo 130 metri vicino al Castello di Tabiano presso il Rio Gisolo. Il secondo profondo 136 metri, sul Monte Manulo presso la chiesa. Il terzo profondo 152 metri, vicino alla frazione Gabiano di Pieve di Cusignano sulla destra del Torrente Parola.


Le proprietà terapeutiche delle acque solfuree di Tabiano sono note  sin dal XVII secolo, queste acque venivano usate per curare il bestiame. Nel 1800 alcuni cavalleggeri francesi furono guariti con l'acqua solforosa da alcuni problemi cutanei. C’è chi attribuisce la precedenza dell’uso dell'acqua sulfurea ad un accattone del luogo affetto da « erpete luridissima ». L'acqua nei primi anni del 1800, l’acqua si raccoglieva in una vasca naturale, ma visto la crescente affluenza dei curandi non fu più sufficente. Nel 1820 una modesta abitazione fu attrezzata con quattro tinozze di legno ed i bagnanti prendevano alloggio nell’abitazione del prevosto.
Nel 1838 la granduchessa di Parma, Maria Luigia  acquistò le fonti con il relativo terreno, e con decreto in data 5 aprile dello stesso anno ne fece dono all’ospedale di Borgo S. Donnino (oggi Fidenza). A spese della granduchessa fu costruita la strada che collegava San Donnino a Tabiano.
Nel 1841 fu la volta dll'albergo Grande che prese poi il nome di albergo Verdi e di uno stabilimento termale con 12 cabine con vasce di marmo. Nel 1865 lo stabilimento fu comprato dai fratelli Pandos, nel 1885 passò ai Corazza, nel 1914 alla Società Terme ed Alberghi di Tabiano, nel 1917 al Comune di Milano che le diede in gestione al Pio Istituto Santa Corona, e nel 1934 vennero acquistate dal Comune di Salsomaggiore. 
Dal 1842 al 1884 lo stabilimento fu diretto da Lorenzo Berzieri.
Nel campo della concessione mineraria esistono tre sorgenti di acque sulfuree. La prima, denominata «Pergoli» situata  dietro lo stabilimento bagni è la più antica, la seconda, denominata« Le Passelle », è una modestissima sorgente da tempo raccolta una galleria di pochi metri, mai utilizzata a causa della sua modesta portata. La terza è costituita da un gruppo di piccole sorgenti sul pendio detto« Pozzinello » presso Casa Belvedere che sgorgano sul fianco ovest dell'altura ove trovasi la chiesa di Tabiano presso il castello omonimo, anch’essenon utilizzate. Nel 1899 le acque della sorgente Pergoli erano state analizzate dal prof. Dioscoride Vitali dell'università di Bologna. Onde garantire la continuità della produzione, alla distanza di m. 30 dal pozzo Arvè, ne venne perforato un secondo per tenerlo come riserva. Nel 1955, dopo uno studio geologico del prof. S. Venzo dell’università di Parma, con l’ausilio dei dati ricavati da trivellazioni eseguite dall’AGIP negli anni 1932-1937 nel campo Rovacchia e in particolarmente del pozzo n. 22,  nello stesso punto in località Arvè venne perforato un pozzo che fornisce attualmente la maggiore quantità di acqua minerale solfurea. Le due acque, quella della sorgente Pergoli e quella del pozzo Arvè, hanno pressoché identiche caratteristiche chimiche. Nel 1963 venne perforato un terzo pozzo in località Violi (dalla quale il pozzo ha preso il nome), situato a m. 350 a nord dei pozzi Arvè. Questo nuovo pozzo è tenuto come riserva. Con la maggiore disponibilità di acqua si provvide anche ad edificare un nuovo moderno stabilimento termale dedicato a Emilio Respighi, su progetto e per la direzione ing. Giuseppe Azzali. Le acque minerali di Tabiano che sono fra le più solfuree d’Italia

Tratto da:
L'attività estrattiva e le risorse minerarie della regione Emilia Romagna  - Attilio Scicli
Le acque sulfuree di Tabiano (Comune di Salsomaggiore ) - G. MORUZZI
Le Terme di Tabiano. Salsomaggiore, 1962

 

 

 

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