MunicipioSulla vetta della collina che domina Salsomaggiore in tempi antichi c'era un castello, le cui fondamenta risalivano ad epoca Romana. Da allora questa collina prese il nome di Castellaccio. Il posto era ritenuto sicuro, visto che a Salso c'erano le saline da difendere e molti signorotti volevano impossessarsene. Nel 1007 vicino al castello fu eretto un monastero dedicato a S.Antonio dai Padri Benedettini. Nel 1141 Salsomaggiore dipendeva da Piacenza, fatto confermato nel 1198 da un contratto stipulato tra i Consoli di Piacenza e gli esponenti di Salso. Per questa protezione, gli abitanti di Salsomaggiore e Salsominore si impegnarono a versare ogni anno durante la festa di S. Martino, dieci soldi di moneta piacentina. Un atto del 1204 da diritto a Piacenza di fare del sale. L'insegna di Salso, una salamandra tra le fiamme fu concessa da Federico II nel 1226. Nel 1373 le soldatesche, di Bernabò Visconti distrussero il Castello ed il Convento eretti sul monte Castellaccio, di queste costruzioni non rimane più nessuna traccia. Il Municipio venne costruito nel 1355, una lapide che si trovava sopra il portone "Dominantibus Galeotto et Bernabote fratribus de Vicecomitibus Magnis Dominis Mediolani" ricordava l'avvenimento. Aveva nella facciata un ampio porticato a volte e un’alta torre quadrata, sulla cima una grossa campana, un orologio, ed una meridiana, sotto la quale stava scritto Segna l'ore col sol, ma il tempo vola e lo stame vital falce recide.
Nel 1767 il Ducale Commissario di Salso Dott. Francesco Bertioli fece abbassare e restaurare la torre che nel tempo era diventata pericolante. Una targa per ricordare l'avvenimento era ancora visibile nel 1899 "la Munificenza del Duca Ferdinando I aere suo instauravit, auxit, illustravit hanc olim indecoram Pretoriam sedem". Il Consiglio municipale era composto di cento notabili, che venivano rinnovati ogni tre anni. Tra questi si sceglieva l'anzianato di reggimento ordinario composto da 12 persone, che rimaneva in carica un anno. Nel 1767 per Sovrana Disposizione fu ridotto a soli 8, 6 del paese, e 2 stranieri. Ad ognuno di questi era assegnato un ufficio, il Priore, il Ragionato, il Tesoriere, il Preside di scuola, il Calmierante, L'esattore delle fascine e distributore del sale, il Deputato sopra i luoghi pii, il Deputato alle strade ecc. Quando si doveva convocare il consiglio, i membri erano avvisati dal Cancelliere della Comunità per iscritto, poi chiamati a suon di tromba. «post pulsationem campane existenti in magna turre dieti Palatii magnifiqcae Comunitatis et etiam tubarum» Al consiglio assisteva sempre il Commissario del luogo, incaricato di mantener l'ordine e l'osservanza delie leggi. Con l'arrivo dei Francesi questa regola venne modificata e rimase in vigore fino al 1859, quando entrò in vigore la legge Sarda sui Comuni. Il consiglio municipale di Salso era composto di un Podestà, da quattro Sindaci e da trenta anziani, i quali si riunivano una volta l’anno per discutere gl interessi del Comune; straordinariamente poi ad ogni richiesta del Governo. Il 28 Luglio 1859 il Consiglio degli Anziani all'unanimità chiede « che il Comune di Salso venga unito per sempre ai Regi Stati Sardi » e contemporaneamente
vota di aiutare con lire mille « i militi feriti durante questa guerra »,  siccome il Comune non ha denaro dà le cartelle 14327 e 14328 del prestito del 1859. Il 29 novembre dello stesso anno all'Anzianato subentra il Consiglio Comunale, ch’era stato eletto il 9 settembre, e, dopo aver prestato giuramento di fedeltà a Vittorio Emanuele II stando in ginocchio e tenendo la mano destra « sui Santi Vangeli», delibera di concorrere con duecento lire all’acquisto di un milione di fucili per Garibaldi.
Il 24 febbraio 1860, il Consiglio all’unanimità « supplica e prega S. E. il Governatore delle Regie Provincie dell’Emilia (Carlo Farini) perchè voglia degnarsi di avanzare fervida istanza a S. M. il Re Vittorio Emanuele II perchè affretti il compimento dei voti comuni ardenti irrevocabili dell’immediata definitiva annessione di queste Provincie al suo Regno Costituzionale ». Il 23 marzo la Giunta Municipale fa un’offerta in denaro « a sostegno della Politica Nazionale ». Il 24 maggio delibera, sempre all’unanimità,
di dare trecento lire per « porgere pronti soccorsi alla Sicilia che a prezzo di sangue va scuotendo il giogo della tirannide » : Garibaldi era sbarcato a Marsala il giorno 11. Il 19 novembre prende una deliberazione di massima di aderire all’erezione d’un monumento nazionale a Cavour in Milano « che valga ad attestare l’affetto e l’ammirazione di tutti gli Italiani per tutto quanto egli operò a prò della Patria ». Il Comune venuto a conoscenza che era sta promessa l'acqua Salsojodica per uno stabilimento che doveva essere costruito a Parma
il 24 maggio 1860 incaricava la Giunta Municipale « di stendere ed indirizzare al Governo la preghiera perchè le acque madri salino-jodate non servissero ad uso di altri stabilimenti balneari e siano rispettati i diritti di una terra che abbisogna per penuria di mezzi di allargare la propria industria ed il suo limitato commercio»,
Il 30 novembre 1861 si parla di una strada che deve portare a Tabiano, che era servita da una mulattiera. La strada doveva collegare i due stabilimenti, venne realizzata nel 1866, ne era Sindaco Dalla Rosa. Il primo tratto di strada iniziava con il viale Romagnosi che fu successivamente completato con i marciapiedi, a spese della società delle terme Magnaghi, con il dono Berardinelli dello scalone e con un ponte che sopra al torrente Gerra, l’allargamento della via per la Brugnola, che su proposta del Dalla Rosa fu chiamata via Romagnosi. Non c’era ancora telegrafo e fu durante l’amministrazione Dalla Rosa che venne presentato un progetto pel « temporaneo stabilimento di un ufficio telegrafico a Salsomaggiore pel comodo che sarà per arrecare sia agli abitanti di Salso sia pei forestieri che vi accorrono in maggior numero ». L’ufficio venne dopo e fu collocato nell’anticamera del Municipio. In questi tre anni fu fatta alla Casa Comunale l’aggiunta del secondo piano; portata a buon punto la strada per Pellegrino Parmense che fu finita nel 1866; rinnovato tutto il lastricato delle vie del capoluogo e fatta una rudimentale fognatura. Una disposizione edilizia del 23 luglio 1873, sindaco nuovamente Dalla Rosa che era anche deputato al Parlamento, era fatto obbligo ai proprietari di ripulire e restaurare le facciate delle case del capoluogo, e di dipingere tutte le imposte prospicienti alle pubbliche vie o comunque visibili dall’esterno. Nella stessa seduta del 23 luglio, c'è una interpellanza sugli stabilimenti di Salso e di Tabiano, a conclusione della quale, con voto unanime viene dato incarico alla Giunta di « rappresentare al Ministero delle Finanze che nel capitolato d’appalto (stava per scadere la concessione Dalla Rosa) siano inserite proibizioni per cui non era possibile esportare le acque salse e che le tariffe fossero moderate da poter agevolare ogni classe di ammalati. Ed eccoci al 18 marzo 1875. Dalla Rosa non è più sindaco e il dott. Valentini è ritornato a far parte del Consiglio Comunale. Tra i due, per diversità di vedute, i dissidi si sono acuiti e Valentini nella adunanza di quel giorno presenta una magistrale relazione, nella quale, richiamandosi alle origini, egli ricorda i privilegi accordati sulle saline alla Comunità salsese, ad incominciare da Carlomagno nell’801, per finire a Filippo II di Spagna. Questo per prospettare al Consiglio l’opportunità di incaricare la Giunta a concorrere al nuovo appalto, che essendo andato deserto due volte metteva in forse l’esercizio dei bagni. Questa relazione dovrà in appresso fornire lo spunto a Rebucci per prospettare la necessità del ritorno delle terme allo Stato e, nel 1913, servire da argomento ai relatori dei due rami del Parlamento, on. Berenini e senatore Mariotti.
Nel gennaio del 1876 il Consiglio Comunale, in seguito ad una domanda presentata da sessantasei cittadini, con voto unanime concedeva al dott. Valentini la pensione annua di 1000 lire, « pei buoni servigi (quale medico condotto) e come iniziatore dello stabilimento balneare contribuendo a dargli sviluppo e bella rinomanza coll’opera e cogli scritti ». 
Nel 1878, per « concorrere a perpetuare la memoria » del Re Galantuomo : « conservare in perpetuo negli uffici e nelle scuole il ritratto del Re compianto; concorrere con la somma di lire cento all’erezione a Roma del Monumento Nazionale; destinare la somma di L. 200 per provvista di pane da distribuirsi ai poveri del Comune nel giorno 9 febbraio p. v. in cui saranno celebrate in Roma le onoranze funebri». Il 10 settembre 1883 si decide di continuare l'allargamento della Via Romagnosi, sistemare la strada per Tabiano, completare il secondo piano del Palazzo Comunale, sistemare i marciapiedi della Piazza Vittorio Emanuele II, impiantare una pubblica fontana d'acqua potabile, l'aggiunta di cinque fanali il cui numero diventava così di venti. Un consigliere propone invece che ai venti ne siano aggiunti altri otto, da collocarsi sul Viale Romagnosi e da accendersi solamente in giugno, luglio ed agosto e il Consiglio approva senza discussione. Il 31 gennaio 1889, il Sindaco esponeva che essendo « cessato il contratto d'appalto sarebbe stato conveniente di sostituire all’olio di schisto (petrolio) che serve attualmente per la detta illuminazione e che lascia molto a desiderare, il gaz che si ricava dai pozzi d acqua salata.... ». E il Consiglio, considerando che i 30 fanali esistenti non erano « sufficienti ad illuminare convenientemente la Borgata » all'unanimità deliberava di aumentare il numero a 40 e di autorizzare la Giunta alla stipulazione del contratto relativo. 
Nel 1898 il consiglio Comunale decise di far illuminare alcuni posti di Salsomaggiore dalla Società Anonima Parmense di Elettricità.  Nel 1899 i fanali venivano portati a 52 applicando a tutti « i veri becchi Auer » che davano luce più forte e più bianca e due anni più tardi a 70. E’ pure di questo periodo l'acquedotto Corazza, ora passato in proprietà del Comune, che, per quanto di piccola portata, allora rappresentava un grande progresso. Non essendo più sufficienti le entrate ordinarie del Comune per eseguire i lavori necessari per portare Salsomaggiore ad un livello di decoro dignitoso, Rebucci ebbe l'idea di introdurre una tassa di soggiorno. Il segretario Comunale agitò la questione sulla stampa, valendosi in primo luogo del giornale Salsomaggiore che fu ed è una delle sue tribune preferite. Interessò ministri, senatori, deputati e alla fine la legge fu approvata, e altri importanti lavori furono eseguiti. Salsomaggiore fu elevata a rango di città con decreto reale del 17 ottobre 1929-VI, per interessamento del gestore delle Regie Terme, S. E. Canuto Rizzatti, allora commissario straordinario del Comune.

La Nuova guida Salsomaggiore Mava 1937 descriveva con queste parole una lapide ora tolta  "c'era sulla facciata del Municipio guardandolo a destra una lapide che ricordava l'iniquo assedio delle 52 Nazioni associate della congrga ginevrina",

Dal giornale Salsomaggiore "L'innondazione del Citronia dal ponte della Madonna nei pressi dell'albergo San Carlo lanciò una gran quantità d'acqua nelle due strade di accesso al paese. Tutta la vasta plaga fra le vie Copelli e Loschi fu in un attimo allagata mentre onde enormi, seguendo il letto del torrente fino all'imboccatura della copertura, battevano il muro a difesa dei terreni parrocchiali che si inabissarono, sorpassavano le coperture, strappavano le balaustre in cemento econfluendo con le acque dilaganti in via Copelli e Loschi trasformarono la piazza Cavallotti in un fiume limaccioso. Crolla la casa di Pietro Valentini costruita sul muro del torrente. Dall'altra parte il torrente Gerra asporta la passerella che collega il Magnaghi al Milano allagando i locali terminali, guardaroba, lavanderia, sala macchine. Gli chalets furono in serio pericolo e riportarono danni per circa duecento mila lire. Vengono a stento salvati i componenti della famiglia Barabino da un operaio, Paolo Spigaroli, che con una fune attraversò più volte la corrente aiutato dai pompieri civici che la popolazione definì subito baldi e prodi"
Tratto da
Il Parmense e le sue Stazioni Balneari Salsomaggiore Tabiano Sant'Andrea 1899 Battei
Guida storica medica e pittorica di Salsomaggiore e Tabiano Giovanni Valentini 1861
Salsomaggiore 1° centenario delle cure 1839-1939
Nuova guida Salsomaggiore Mava 1937
Quattro passi fra i ricordi Corrado Lamur

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