Pozzo della RuotaIl Pozzo della Ruota, o Pozzo Grande, era situato in prossimità di Largo Cavallotti, difronte al Berzieri. Fu scavato nel 1275. Era profondo 60 metri ed aveva un di diametro m. 1,80. Il pozzo era chiamato della Ruota perchè l'acqua si estraeva mediante un ampia ruota di legno fatta girare da due cavalli. Nel 1626 i cavalli furono sostituiti da cinque ergastolani, collocati due internamente ad essa e tre sopra. Nel 1811 gli ergastolani vennero sostituiti, per decreto Napoleonico, da operai stipendiati. Questo marchingegno fu distrutto solamente nel 1852. Il Pozzo, invece, funzionò fino al 1897, anno in cui fu chiuso definitivamente. La ruota, girando, faceva scendere nel pozzo un secchio legato ad una fune; dalla parte opposta, la stessa fune lo faceva risalire riempito di acqua. Altri uomini lo prendevano e versavano l'acqua in appositi recipienti, le “padelle”. In seguito col fuoco e col sole l'acqua veniva fatta evaporare, lasciando sul fondo il sale, che veniva raccolto su grandi tavolacci inclinati per farlo asciugare meglio.

Descrizione di Salso e del pozzo della ruota fatta dal poeta salsese Gaetano Parolini

Et ora chiaro antiveder mia sorte
Dal loco in dove apersi al giorno i rai,
Loco funesto, dove infra ritorte
Per via di fame, di stenti, di guai
A lenti sorsi bevon lenta morte
Que’ miser, che, sebben peccàro assai,
Pur le lor pene sono si spietate
Che, se non venia, almen mertan pietate.
Là veramente, come in sede propia
La ria fortuna alberga, e stassi quale
Pingonla i vati: in man la cornucopia
E col piè sulla ruota ampia, fatale,
Versando su que’ grami in larga copia
Pane e tormenti con misura eguale,
Talché d’un pianto istesso bagna il volto
Colui che è in cima, e quel che al fondo è volto.
Alpestri monti con deserte spalle
Crescono orrore all’orrido soggiorno
Giù sepolto in profonda, tetra valle.
Ove tardo col sol penetra il giorno,
Più assai che altrove per un denso calle
Di fumo e di fetor che esala intorno,
Dove non s’ ode mai canto d’augelli,
Ma sol strido di gufi e pipistrelli.

Novelle e versi di autori incerti piacentini. Milano 1817, Giacomo Pirola.

Tratto da
Guida storica medica e pittorica di Salsomaggiore e Tabiano Giovanni Valentini 1861

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