Casa Termale del BambinoLe Regie Terme affidarono la costruzione della Casa Termale del Bambino, all’architetto milanese Mario Baciocchi che aveva al suo attivo a Salsomaggiore, la progettazione del Poggio Diana, in collaborazione con l’architetto Renzo Beretta, e del Teatro Nuovo. Il progetto prevedeva il recupero di una vecchia pensione Casa Fino, dal nome del proprietario il geometra Leonardo Fino, posta in via dei Colli, ora viale Porro. Il progetto comprendeva la modifica strutturale della parte vecchia e l’ampliamento da costruire ex novo, sul prolungamento dell’edificio.

I lavori iniziarono nel 1941, l’inaugurazione avvenne il 23 maggio 1942, alla presenza del Ministro delle Finanze Thaon de Revel. La cerimonia si era svolta in modo semplice, improntata com’era alla severità e al rigore che si addicevano a quel tempo di guerra. Fu l’Arciprete monsignor Artemio Prati, parroco della Chiesa di San Vitale (lo stesso che tanta parte ebbe nel felice esito della liberazione di Salso) a impartire la benedizione di rito e a pronunciare elevate parole di saluto per il Ministro unitamente al plauso per l’utilità ed i vantaggi che la nuova costruzione avrebbe arrecato ai bambini e, di riflesso, alla città di Salsomaggiore. Dal 1944 al 1947 la Casa del Bambino rimase chiusa a causa dell’occupazione straniera. Dopo un breve periodo in cui ospitò gli sfollati giunti a Salso per sfuggire ai bombardamenti, la Casa fu occupata da reparti dell’esercito tedesco e in seguito, alla fine della seconda guerra mondiale, dalle truppe dell’esercito alleato. Nel 1948, ultimati i necessari lavori di restauro, l’attività della casa riprese a pieno ritmo, tanto da indurre la gestione a prevedere la costruzione, nel 1953, di un secondo fabbricato a ovest di quello esistente e adesso collegato. Il progetto recava la firma dell’ingegner Napoleone Petrolini, dirigente dell’Ufficio Tecnico ed era relativo a una “Casa pensione per Bambini con i loro genitori, annessa alla preesistente e comunicante connessa, con corridoio a gradinate a doppio piano”. Questa nuova opera fu inaugurata 11 luglio 1954 alla presenza del Prof. Luigi Zoia, Antonio Gasbarrini, Luigi Pietrantoni, Pietro Malcovati, Alessandro Laurinsich. Il nuovo complesso subì nel tempo nuove modifiche, fino a diventare un vero e proprio albergo, la Villa Termale che presentava al Piano Terra: reparto cure e cucina, Primo Piano: refettorio, sala TV, sala ritrovo, Piani Superiori camere da 10-12 letti, infermeria con 5 letti.
La Casa ospitava i bambini senza genitori, che arrivavano in autobus a volte accompagnati da un'assistente sociale. I bambini venivano sottoposti ad un ciclo di cure di 14 giorni con bagni d'acqua salsojodica e a cure inalatorie, sia presso la casa che al Berzieri. Ogni turno comprendeva 150 bambini che venivano divisi in squadre da 15 bambini. Ogni squadra era sorvegliata da due assistenti durante il giorno e una sola durante la notte. Una giornata tipo era ore 7 sveglia, 7,30 colazione, inizio cure 8, 12:30 Pranzo, giochi in giardino e riposo fino alle 15:30. Merenda e giochi pomeridiani fino all'ora di cena, ore 20:30 a letto.
Il personale era composto da una Direttrice, una Vice Direttrice, una Infermiera, un Medico Pediatra, 3 Bagnine, 20-22 Vigilatrici, una vigilatrice notturna, una cuoca, un aiuto cuoca, un inserviente.
Nel 1966 vi fu costruita una grande piscina, che si rivelò una modalità di cura meglio accettata dai bambini rispetto al bagno individuale; nel 1969 e negli anni seguenti furono realizzati lavori di ammodernamento e di ristrutturazione nel quadro di un piano di investimenti, elaborato nel 1985. Tutte queste iniziative non riuscirono a scongiurare la negatività di una preoccupante flessione delle presenze registrata fino ad allora, determinata dal progressivo cambiamento del costume di vita, dalle nuove problematiche dei rapporti familiari e dal sempre più accentuato individualismo. Diversi furono i tentativi di un recupero e di una progettazione funzionale: fino al piano di cosiddetto rilancio 1997. In esso veniva formalmente stabilito il cambiamento d’uso della Casa del Bambino e della Villa Termale, non più utilizzate rispettivamente dal 1977 e dal 1992

La Casa termale del Bambino - Un investimento per il futuro durato soltanto 35 anni - Le Terme di Salsomaggiore e Tabiano hanno posto in vendita il compendio immobiliare, attualmente in disuso, situato in Viale Porro ai nr 18 e 20 comprendente la Casa del Bambino, l’adiacente Villa Termale e le relative aree di pertinenza. La comunicazione di vendita, pubblicata all’Albo Pretorio del Comune di Salsomaggiore era relativa alla variante al Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) approvata dal Consiglio Comunale il 3/8/2010. La variante consentiva la demolizione della Casa del Bambino e dell’adiacente Villa Termale con la conseguente realizzazione di nuove costruzioni ad opera di privati. Alla scadenza fissata risultava che alcune offerte erano state presentate nei termini e dovevano pertanto essere valutate nella loro entità e nel loro sviluppo. Si chiude così, con quell’annuncio di vendita esposto all’Albo Pretorio il percorso, ora affidato alla memoria, tracciato intorno alla Casa Termale del Bambino. L’edificio che, per 35 anni, è stato il simbolo di una sempre più intensa attenzione alla prevenzione e alla cura della salute dei bambini: un vero e proprio albergo seppure a formato ridotto, creato espressamente per accogliere i piccoli ospiti dai 5 ai 12 anni bisognosi di cure, disponendo di un’adeguata e continua assistenza medica. La Casa era infatti diretta dal Primario della Clinica Pediatrica dell’Università di Parma e un medico pediatra vi risiedeva in permanenza. Il settore alberghiero era integrato da un completo impianto di cure salsojodiche, comprensivo di bagni,inalazioni, polverizzazioni e cure fisiche. Dell’efficacia delle acque salsobromojodiche nelle affezioni delle vie respiratorie dell’età infantile, il prof. Cesare Cattaneo era stato il primo e convinto assertore: già primario della Clinica Pediatrica Universitaria milanese, a Salsomaggiore Direttore Sanitario dello stabilimento termale egli, anticipando la nascita della Casa del Bambino, aveva intuito l’esigenza di creare a Salso un luogo di cure per i bambini ed aveva trovato gli spazi per ospitarli, l’Istituto Medico (ora Villa Igea) dove alloggiavano, mentre al reparto Riva dello Stabilimento Magnaghi effettuavano le cure.

 

Casa termale del Bambino - Salso offriva molto anche per i bambini di altre città che avevano bisogno delle cure delle nostre acque per poter vivere e respirare meglio. Funzionava, infatti, nel nostro paese una struttura termale apposta per i più piccoli; la "Casa" era stata costruita sul viale dei Colli [precedente nome di viale Porro]; il progetto fu curato dall'Arch. Mario Baciocchi e consisteva nel trasformare ed adattare una parte della vecchia pensione "Fini" (1941 - inizio lavori). Fu inaugurata nel 1942, ma durante la guerrra e anche dopo (1944-1947) la Casa rimase chiusa a causa delle occupazioni straniere.
Il 1° Giugno 1948, ultimati i necessari lavori di restauro, venne riaperta e funzionò sempre a turni completi. L'edificio venne ampliato nel 1953-1954, mediante la costruzione di un secondo fabbricato ad ovest di quello esistente, creando così una delle più moderne (per quei tempi) cliniche termali, unica nel suo genere in Italia. Il nuovo complesso con il nome "CASA TERMALE DEL BAMBINO" in viale Porro n. 18 era così strutturato:
- Piano terra: reparto cure e cucine;
- Primo piano: refettorio, sala T.V., sala ritrovo;
- Piani superiori: camerate a 10-12 letti e un'infermeria con 5 letti.
Il massimo utilizzo della struttura si è avuto negli anni 1960-1970; iniziava a funzionare in giugno per poi chiudere alla fine di settembre, poichè le scuole iniziavano il 1° di ottobre.
La Casa ospitava bambini di ambo i sessi provenienti da tutta Italia, in prevalenza dalle città più inquinate come Genova, Milano, Bari, Roma. Nella Casa erano ospitati i bambini, senza i genitori; di solito arrivavano in pullman, a volte accompagnati da un'assistente sociale e la vacanza cura era a carico di Enti Pubblici o Privati.
I bambini che arrivavano necessitavano di cure per malattie respiratorie di varia gravità ed anche per infiammazioni alle articolazioni e ai muscoli. Venivano sottoposti a cure termali con i bagni di acqua salsoiodica nelle vasche (poi sostituite da una piccola piscina coperta) e a cure inalatorie, sia presso la casa che allo stabilimento Berzieri.
Ogni turno comprendeva circa 150 bambini, che venivano divisi in squadre di circa 15 bambini ognuna e aveva la durata di 14 giorni (di cui 12 di cura). Ciascuna squadra poteva contare sull'assistenza di due vigilatrici che si alternavano durante il giomo, mentre per la notte c'era una sola assistente e sempre la stessa.
All'inizio dell'attività le squadre erano distinte per numero, successivamente invece ad ogni squadra fu assegnato il nome di un animale.
Una giornata tipo della vacanza era organizzata così: sveglia ore 7, colazione ore 7,30, inizio cure ore 8. Prima del pranzo, che era fissato per le ore 12,30, i bambini potevano giocare un po' nel giardino; dopo il pranzo riposavano nelle camerate fino alle ore 15,30, dove potevano dormire, leggere oppure scrivere ai genitori e agli amici rimasti a casa. Seguiva poi il momento della merenda e, in attesa della cena, durante il pomeriggio le vigilatrici organizzavano per i piccoli ospiti giochi e passeggiate (non meno di tre squadre per volta, perchè fosse possibile controllare la fila in testa, in centro e in coda); dopo cena alle ore 20,30 si concludeva la giornata e i bambini si preparavano per andare a letto: la preparazione di molti bambini era piuttosto lenta, per ritardare il più possibile questo momento in cui era più viva la nostalgia di casa e dei propri cari.
Il personale che lavorava nella casa era tutto di Salsomaggiore e consisteva in:
- 1 Direttrice (occupò questo incarico la Sig.ra Itala Michelazzi);
- 1 Vice - Direttrice (lo fu la Sig.ra Franca Frigeri);
- 1 Infermiera;
- 1 Medico Pediatra dell'Università di Parma che risiedeva in permanenza nella casa;
- 3 Bagnine distaccate dalle Terme;
- 20-22 Vigilatrici (scelte tra ragazze salsesi: Katia Vincenzi, Gemma Mantovani, Franca Varesi, Antonella Corradi, Giovanna Pinardi, Enrica Allegri, Giuseppina Restori, Cristina Contini, Laura Virgenti, Cristina Pagani, Cristina Troglia, Vanna Orsi, Katia Panzini, Daria Maschi e tante altre), che si alternavano con un orario 7-15/15-23;
- 1 Vigilatrice notturna (più anziana delle vigilatrici del giorno con orario lungo dalle 23 alle 7, lo fu anche la Sig.ra Antonella Lugagni);
- in cucina operava una cuoca, un aiuto - cuoca, un inserviente (negli ultimi anni occupò l'incarico il Sig. Roberto Sghia)
Quando i bambini arrivavano alla Casa, non sempre erano felicissimi di essere lontano dalla loro famiglia, spesso piangevano durante i primi giorni; i più malati, poi, ricercavano la mamma e le sue coccole, qualcuno addirittura chiedeva aiuto ai passanti, affacciandosi alle ringhiere dei cancelli perchè telefonassero ai genitori per venirlo a riprendere. Le visite dei genitori erano permesse solo la domenica pomeriggio. Dopo il primo impatto, però, la compagnia degli altri bambini, l'allegria e le proposte delle vigilatrici riuscivano a creare un'atmosfera serena e gioiosa e nascevano anche grandi amicizie che sono durate negli anni.
Nei primi anni di funzionamento, ogni bambino portava come "bagaglio" solo la biancheria personale, poichè nella Casa veniva dato a ciascuno un grembiulino uguale per tutti; negli anni '60, invece, ogni bambino indossava i propri indumenti e all'arrivo, dopo la visita medica, versava un contributo di L. 300, che veniva raccolto in una cassetta comune per le spese di indumenti (calze, slip...) per i bambini più bisognosi di quel turno. All'arrivo, inoltre, i bambini dovevano consegnare il denaro personale alla propria vigilatrice, che ne teneva nota e lo utilizzava per lui durante la vacanza per le piccole spese (francobolli, cartoline e prodotti di bellezza salsesi acquistati da Marzolini per regalarli alle mamme).
Non mancava mai durante la vacanza-cura qualche episodio, lieto o meno lieto, da ricordare: una volta alla partenza di un turno i bambini, contati e ricontati, salirono sul pullman pronti per partire, ma... partito il pullman, le assistenti "scovarono" un piccolo ospite che, non volendo lasciare la Casa dove si era tanto divertito, era riuscito a sfuggire al controllo e a nascondersi nella camerata. Così fu avvisata la famiglia che all'arrivo del pullman non l'avrebbero trovato e i genitori furono costretti a venirlo a riprendere.
In un'altra occasione, invece, una bambina di Genova-Bolzaneto, che si chiama Paola Fernacca, giocando su una giostrina, si era ferita a una mano, staccandosi completamente un dito. Prontamente soccorsa dalla vigilatrice, che aveva anche raccolto il dito, era stata operata all'ospedale di Fidenza, dove il dito è stato riattaccato.
Durante il soggiorno i bambini imparavano canzoni, filastrocche e giochi, proposti dai nuovi amici e dalle vigilatrici. I bambini di Roma, infatti insegnarono a tutti questa canzone:
Canzone Italcable -
"Pataflai ciumba! Pataflai ciumba! Pataflai flai flai flai ciumba ciumba ciumba ghirighiri gamba, ghirighiri gamba, nè sciangò nè sciangò ghirighiri gamba, nè sciangò e ghette ghette ghette samurai nè ah! ia ah! ah ia ah! Noi siam dell'Italcable che possiamo fa...! Noi siam dell'Italcable che possiamo fa...!
Le vigilatrici invece proposero come canto di saluto questa canzone:
DO = DOMANI VADO A CASA
RE = RESPIRARE L'ARIA PURA
MI = MI DISPIACE SIGNORINA
FA = FA CALDO QUESTA SERA
SOL = SOLTANTO QUESTA SERA
LA = LA LASCIO SIGNORINA
SI = SI PARTE DOMATTINA
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Le nostre fonti:
- Sig.ra Antonella Corradi
- Maestro Orlando Pizzati
La memoria i luoghi una città - Alunni e insegnanti del Circolo Didattico di Salsomaggiore Terme, anno scolastico 1995/96 - Tipolitografia salsese. (con alcune aggiunte che ho inserito adesso)

- Anno I - N. 1 - Luglio-Agosto 2011  - Amici di Salsomaggiore - Ricerca Storica di SIlvia Cabassi
- Salsomaggiore Terme e Tabiano 1952  - Giovanni Snelli


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