Negozio RicottiIl negozio di Gerolamo Ricotti si trovava sotto i portici del Comune, aveva grande assortimento di liquori, olio d’oliva, caffè, turaccioli di Spagna, marsala o vermouth di Torino, cioccolata. L'amaro SALSESE era la  specialità delia Liquoreria Gerolamo Ricotti era considerata l'indispensabile BIBITA che tutti i bagnanti dovevano bere durante la cura balneare. Si usava tanto sola quanto col SELTZ, si vendeva in boccette eleganti a L. 1,50 cad. c'erano bibite al ghiaccio col Seltz e con l'acqua potabile dell’ acquedotto Corazza. Dalla Gazzetta di Parma del 17 marzo 1903 un articolo molto provocatorio "Storia della Drogheria Ricotti — Favoritismo fra parenti a danno della collettività — Per finire. Salsomaggiore 16 marzo 1903 Per uno scrupolo giornalistico, per poter giudicare, proprio coi documenti alla mano, la condotta dell’ assessore Ricotti nei suoi rapporti coll’affitto dei locali municipali, ad uso Drogheria, ho voluto risalire alle fonti, e mi sono recato in Municipio a studiare la pratica, che il segretario ha messo gentilmente a mia disposizione. Narro semplicemente e noto. Fino al 31 dicembre 1894 la Drogheria Ricotti aveva la sua sede nel locale a sinistra dell entrata in Municipio, dove ora trovasi l’ufficio postale. In quell’ epoca scadeva il contratto di affitto, intestato al signor Feliciano Riccotti, padre dell’attuale assessore sig. Gerolamo Ricotti, il quale fin d’allora, e bene notarlo, era consigliere: Non si poteva evitare l'asta, sebbene sia stato fatto ogni possibile per continuare la locazione in corso a 300 lire l’anno. L'asta diede un risultato assai favorevole al Comune, ed il locale fu aggiudicato al signor Tommaso. Belleri per Lire 505. E' stato evidentemente un buon affare per il Municipio. Si è pensato allora, per favorire Ricotti, di trovargli un altro posto, anche migliore, e per lo stesso prezzo, Il locale a destra dell’entrata del Municipio era allora ocecupato da una scuola. Che fa la. Giunta? Delibera in fretta ed in furia di portare la scuola al piano superiore, per lasciare il locale a disposizione della drogheria. La pubblica istruzione deve lasciar libero il passo al commercio privato, il maestro al droghiere! E così il sig. Feliciano Ricotti, padre dell'assessore attuale, consigliere comunale fin da quei tempi, non ha avuto che il disturbo di un breve San Michele, per occupare un locale, senza confronti, migliore. Ma la Giuata aveva provveduto provvisoriamente alle urgenze del momento, bisognava però assicurare e legalizzare la conquista. Risulta infattì dagli atti, che ci fu un regolare procedimento di asta, sul prezzo di Lire: 300, e che l'affitto fu aggiudicato al Ricotti, senza concorrenti al prezzo di Lire 310 per dieci anni. E' stato redatto un regolarissimo contratto in data 8 luglio 1895; ed è curioso osservare, per persuadersi della cura grande con cui si vollero osservate le apparenze, che mentre risulta ufficialmente che durante tutto il 1895 il Ricotti occupava il locale, messo all'asta, il contratto d’affitto regolarissimo non aveva il suo principio che col 1 gennaio 1896. Dicono i malevoli che dall’asta nessuno seppe nulla, ma può benissimo sostenere il signor Ricotti che questa è una malignità, perchè i documenti dicono che l'asta ci fu, senza concorrenti, e che tutto è proceduta a norma di legge. Ciò è pacifico, direbbe un legale. Ma è però molto curioso osservare che pochi mesi prima il locale dell’antica Drogheria Ricotti, molto peggiore dal lato salubrità ed esposizione di quello della nuova Drogheria, era andato all’asta per 505 lire, al qual prezzo lo prese il Belleri, e solo un anno e mezzo dopo, cioò nel dicembre del 1897, lo stesso locale fu aggiudicato all’asta al sig. Molteni per 475 lire. Ed è anche molto strano, e sospetto il fatto, che il Belleri ed il Molteni, da me interrogati, mi assicurano che essi non hanno mai saputo che il locale dell'ex-scuola, e nuova Drogheria Ricolti, sia andato all'asta. Ma i taglierini saranno stati questa volta così bene conditi con salsa segreta, di speciale privativa del Sindace Zancarini che la digestione è riuscita perfetta. Noi ammettiamo però, e bene ripeterlo, che l'asta ci fu, che le regole sono state pro forma osservate scrupolosamente, per cui dal lato legale non può sorgere alcuna osservazione. Dice però il contratto, stipulato 18 luglio 1895, che la decennale locazione era rescindibile di 5 in 5 anni, a piacere delle parti, con preavviso di sei mesi. Poteva quindi essere  troncata per il 31. dicembre 1900, quando era affittuario, non più il sig. Feliciano padre, ma il sig. Gerolamo figlio, il quale per di più era ‘anche assessore comunale. Era in qualunque  modo un dovere per il Municipio, per il Sindaco Zancarini, in ispecie che aveva esso fatto il contratto, che aveva esso convertito la scuola in drogheria, non tener conto almeno in quel momento dei vincoli di parentado, e denunciare il contratto. Era facile prevedere che due anni fa sarebbe stato possibile affittare. quel locale  per il doppio e per il triplo di quello che pagava, e paga tutt’ora il Ricoiti. Vi fu dimenticanza da parte del Sindaco Zancarini nel lasciar passare il termine del preavviso. Sia pure, ma una tale dimenticanza. non, è ammissibile da parte dell’ assessore sig. Gerolamo Rieotti. Lasciamo andare le incompatiità morali. ma vi sono certi doveri che si impongono in modo assoluto agli amministratori della cosa pubblica, specialmente quando si atteggiano a puritani, ad umanatari, apostoli dell’ altruismo, e del nuovo vangelo socialista, che dovrebbe essere lo morale idealizzata, il disinteresse e la filantropia fatta persona. Ma c'è di più. Proprio quando la drogheria Ricotti si presentava come il locale più adatto, più salubre, più soleggiato, più decoroso per ufficio postale —,.e scadeva il quinquennio ‘— proprio allora si è saerifcato il Molteni, che almeno pagava 475 lire, sì è speso un patirimonio per ridurre questo locale ad uffizio postale, coll'ingresso indecente di un vicolo buio, condannando i poveri impiegati postali e telegrafici a vivere in una cantina. E tutto ciò per conservare la drogheria all'assassore Ricotti, alle condizioni di favore che tutti sanno. L’assessore Ricotti può anche dire, a sua scusa, che l’ interesse privato fa perdere la testa alla gente, ma non parli di malignità altrui, non si difenda, e sopratutto ci lasci dubitare anche della sua buona fede, e della sincerità del suo entusiasmo, quando ci espone con tanto fervore le sue idee di avvenire sociale. Dopo ciò, non ci crediamo più, neppure a lui! Ma il Sindaco Zancarini, sindaco da dieci anni, è moralmente assai più colpevole, e se ci fosse una legge che ammettesse la. responsabilità degli amministratori, dovrebbe anche rispondere finanziariamente dei danni considerevolissimi da lui recati al Comune. Non dico altro, non mi lascio trasportare dal mio solito lirismo, perché sono troppo disgustato. Ed ora bando alla musoneria, e finiamola con un poco di allegria che faccia buon sangue. L'on Berenini: non ve l'avevo io detto che l’ing. Ferretti, era un falco griffagno, piombato a Salsomaggiore a spennacchiare queste povere colombe ! Uno del popolo: è vero, sembrano dei passerobti spaventati... dalle paure delle interviste. Il colmo del socialismo: farsi far la barba da... Andrea Costa... a Salsomaggiore. Ruy Blas"

Tratto da
Il Parmense e le sue Stazioni Balneari Salsomaggiore Tabiano Sant'Andrea 1899 Battei
Gazzetta di Parma 17 marzo 1903 "Fonte archiviogazzettadiparma.medialibrary.it / Biblioteca Civica del Comune di Parma in collaborazione con Editrice Gazzetta di Parma"

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