Albergo Grand Hotel des Thermes

Il 23 Ottobre 1898 la Società Anonima Terme Magnaghi metteva la prima pietra di questo grandioso albergo, costruito su una superficie di 6000 metri quadrati, verrà inaugurato nel 1901. L'architetto era Luigi Broggi autore del palazzo della Borsa che si stava costruendo a Milano. L'esercizio verrà affidato ai Sig. Ritz e Pfyffer d'Altisophén che lo gestirono dal 1901 al 1910 quando ne diventarono proprietari. L'albergo era caratterizzato da una facciata principale parallela a viale Romagnosi, alle cui estremità presentava due corpi laterali, fra questi era racchiuso un parterre di 1500 m.q. con viali che conducevano alla porta principale dell'albergo.


Tre fabbricati esterni venivano utilizzati: uno per la table d'hote lungo 25 e largo 14 metri capace d'ospitare trecento persone, uno per le cucine lungo 20 e largo 8 metri posta al piano terra, allo stesso livello delle sale da pranzo, per una miglior resa nel servizio e uno per il macchinario lungo 23 e largo 8 metri. L'albergo era quattro piani oltre il pianterreno ed era caratterizzato da un grandioso atrio, ampie gallerie, sale di musica, lettura, conversazione, gioco, bar, fumatori. I piani superiori erano destinati alle camere da letto che potevano essere raggiunte con un ascensore Stiegler, le trecento stanze erano riscaldate durante la stagione invernale. L'illuminazione era elettrica e un ventilatore con speciale condotto fino al tetto raffreddava le stanze durante la stagione estiva, novità introdotta per la prima volta in Italia dall'Architetto Broggi.
In ogni piano esisteva un reparto di camerini da bagno e cure costruite secondo le tecniche praticate negli Stabilimenti Termali. L'acqua Salsojodica era portata nelle vasche, con un apposito macchinario dai pozzi che fornivano le Terme Magnaghi, non mancavano i medici per le indicazioni terapeutiche.
In ogni piano vi era una sala di ritrovo, alcuni appartamenti per grandi famiglie. Al primo piano l'appartamento centrale venne chiamato Reale perchè ospitò un gran numero di teste coronate, nel 1904 S.M. la Regina Margherita, in seguito S. M. il Re Costantino di Grecia, S.A.R. il Duca D’Abruzzo, l’Infante di Spagna e Principi in genere, la zarina Aleksandra Fedorovna Romanova, Franca Florio. Erano previste nel sottotetto anche le camere per il personale stimato in cento persone. Nei sotterranei vi era la lavanderia a vapore, la stireria gli apparecchi di disinfestazione per la biancheria da camera e personale, i magazzini per le scorte, tutto il macchinario dei diversi impianti che funzionano nell'albergo, e un garage per le automobili. Nella parte posteriore dell'albergo un ampio terrazzo dal quale si scendeva in un grandioso parco, dove si potevano praticare giochi di law-tennis, di croquet, etc.. Gottardo Valentini decorò l’interno e l’esterno, Alessandro Mazzucotelli fu chiamato per realizzare le inferiate della pensilina, della ringhiera e i ferri per i balconi. Nella pensilina si ripetono i motivi dipinti nei fregi dell’edificio.
Dalla Gazzetta di Parma del 26 settembre 1917 "La scoperta d'una , bisca L'altra sera il Comandante ln Squadra Mobile, delegato Allegrini col tenente delle guardie di città Pisana, e vari agenti, fecero una visita di sorpresa nella sala dell'annesso albergo Grand Hotel des Thermes a Salsomaggiore. Attorno a un tavolo, l'impenitente Punzo Salratore fu Pasquale — detto Citariello da Salerno, d'anni 43, abitante a Pama in piazza Battisti 22, teneva banco un giuoco denominato e la (torretta). Tutto attorno erano ricche dame assi scollate ingemmate, in splendide tolette e molti uomini dell'arte, della finanza, dellapolitica. Per non destare sosretto il delegato Allegrni dovette anticipare la sua Visita e irruppe nella sala mentre il giuoco appena incominiava, tanto che sul banco ve sequestrato soltanto, o poco più, d'un centinaio di lire. Venne però sequestrato tutto l'apparecchio che il Punzo usava per il gioco che risultò essere unicamente d'azzardo. Il delegato prese i nomi di tutti i presenti nella sala, che, assieme. al Punzo, al conduttore. del Grand Hotel des Themes Merli Tomaso, da Temi, d'anni 57, denunciò all'autorità Giudiziaria. Il Preletto poi, con suo decreto di legge ha espulso da Stsomaggiore il Punzo Salvatore. Date le persone presenti e l'alto ambiente nel quale il delegato Allegrini fece la sua visita di sorpresa, si ebbe che ieri, l'ampio cortile del nostro Palazzo della Prefettura fu visto sempre ingombro d'automobili dii tutte le città, che, provenendo da Salsomalggiore, recavano deputati, senatori, personaggi influenti che verivano dal Prefetto e dal Questore a tentare il salvataggio dei giuocatori. Ma tanto il Prefetto come il Questore, con encomiabile rigiderza mantennero tutta intera la denuncia già fatta all'autorità giudiz;ara, poichè intendendo che la legge sia da tutti osservata e specialmente in questi eccezionali momenti"
Da Salsomaggiore del 17 maggio 1924 "All’ Hotel des Thermes. — L’Hotel des Term.es si presenta quest’anno' come vestito a nuovo. Con opportuno provvedimento municipale è stato liberato da alcune baracche che ne deturpavano l’estetica e ora si presenta alla vista in tutta la sua maestosa magnificenza. Degna di rilievo una cancellata che separa il suo dai pubblici giardini, aggiungendo decoro all’ambiente simpatico ed austero ad un tempo. Il Comm. Ferrario, il quale nulla tralascia per rendere più gradito il soggiorno ai suoi ospiti, ha rifatto completamente lo stabilimento bagni dell’albergo, dotandolo di camerini, vasche ed impianti che corrispondono ai più moderni trovati della scienza terapeutica."
Alla fine della prima guerra mondiale l’albergo fu ceduto alla Società Anonima Grandi Alberghi di Salsomaggiore S.A.G.A.S. che possedeva già il Milano e il Centrale Bagni. Il consigliere d’amministrazione della Società era Riccardo Ferrario che assunse la direzione del Grand Hotel.  Il Comm. Riccardo Ferrario per rilanciare l’albergo perfezionò i servizi e chiamò tra il 1924 e il 1927 intorno a se l’Architetto Ugo Giusti, il pittore Galileo Chini e il Comm. Ing. Arturo Fonio autori della costruzione del Berzieri.  Furono costruiti il Salone Moresco, la Taverna Rossa e il loggiato nel retro sul parco. Dalla Hall d'entrata dell'albergo si accede ad un grandioso salone di stile Moresco tutto oro e stucchi, sotto la luce diffusa di centinaia di lampade, decorato ed ammobiliato con inimitabile arte. Il Chini dipinse nei quadri e negli archi delle pareti delle cupole visioni fantasiose di paesaggi superbi. Decorò con azzurre vastità di cieli e con composizioni allegoriche il soffitto della sala da pranzo cancellando i dipintidi di Gottardo Valentini di cui rimangono solo i fregi pittorici esterni. Nella parte inferiore della sala vi sono delle cariatidi realizzate da Salvatore Aloisi. Sono scomparse le appliques realizzate dal Mazzuccottelli. Intervennero durante i lavori le fornaci di Borgo S. Lorenzo per i vetri della cupola di cui Antonio Veronesi aveva realizzato l'armatura, il mobiliere Franco Spicciani di Lucca per gli arredi e i lampadari, Salvatore Aloisi per gli stucchi e le sculture. Tutti i mobili vennero studiati per fondersi con l'ambiente dal banco del bar, dalla hall d’entrata con impianti telefonici, telegrafo e bureau al salone Moresco, tutto oro e stucchi con temi pittorici che richiamavano uccelli, pesci, alberi esotici, visioni fantastiche di paesaggi superbi, il tutto illuminato da una luce diffusa da centinaia di lampade attenuate e nascoste dalle sagome e dai rosoni. Ma il Chini superò se stesso nella Taverna rossa alla quale si discende dal Salone Moresco. Qui ci sono motivi decorativi su sfondi di color rosso vermiglio e di oro da sbalordire, ideò i tavoli e le sedie, trattati a lacca rossa, che arredavano la Taverna. Il pittore lascia una dedica all'amministratore della società "Questa risata di colore dedico a Riccardo Ferrario". Nel 1926 vi fu l’inaugurazione. Nel salone fu rappresentata la Turandot, affidata a Galileo Chini e Luigi Caramba per l’allestimento scenico e a Giuseppe Adami per le azioni coreografiche interpretate dal corpo di ballo della Scala, sotto la direzione musicale del maestro Nino Benvenuti e con Pina Bellotti come prima ballerina. Una folla indescrivibile affollava il salone, Arturo Toscanini fu tra gli spettatori. Un grandioso pranzo fu servito nella taverna Rossa e l'architetto Ugo Giusti fu festeggiato da tutti quelli che avevano partecipato alla realizzazione di questa stupenda opera. 
Questi artisti in breve riuscirono a creare nell’albergo una visione fantastica e meravigliosa che richiamava l'Alhambra il palazzo dei Mori di Granada. Cosicchè, quando nelle memorabili serate in cui si rappresentavano grandiosi spettacoli: Turandot, la danza attraverso i tempi, le smanie della villeggiatura, la lampada di Aladino, fantastiche visioni rievocate dall'arte di Giuseppe Adamie di Caramba e interpretate dal corpo di ballo della Scala, una folla indescrivibile di bellezze femminili, in toilettes meravigliose, affollava questo stupendo salone, pareva proprio vivere nel mondo dei sogni. Il Loggiato fu invece completato nel 1927. Dopo la seconda guerra mondiale la proprietà passo al Conte Giovanni Leoni che incaricò di progettare nel 1950 una piscina, disegnata da Vittoriano Viganò. Nel 1965 dopo una grave crisi economica del Conte, l’albergo fu acquistato nel 1966 dal Comune e depredato di tutti gli arredi, fu adibito in seguito a Palazzo dei Congressi. L'albergo caduto in rovina venne nel 1988 restaurato e fu costruito in vicino al palazzo l'ampio Auditorium Europa, destinata a convegni e spettacoli su progetto degli architetti Mambriani e Di Giovanni. Negli stessi anni nell'edificio si svolsero le serate finali di Miss Italia del 1983, del 1987 (finale bis), del 1989 e del 1990, oltre ad alcune edizioni di Miss Italia nel Mondo. Nel 1995 fu ristrutturata una parte del seminterrato, ove fu aperta al pubblico la nuova biblioteca comunale "Gian Domenico Romagnosi"; al primo piano furono realizzate, ricavandole dalle vecchie stanze dell'albergo, le sale Toscanini, Verdi, Caruso e Tamagno ed al secondo le sale Barberini, Callas e Tebaldi; il terzo livello fu invece destinato ad ospitare il museo paleontologico "Il mare antico" poi spostato a San Nicomede, mentre al quarto fu collocato l'Ufficio tecnico comunale, i cui archivi trovarono spazio nel sottotetto. Infine l'ala est fu adibita a sede dell'istituto superiore "Giuseppe Magnaghi" dal 2020 in parte trasferito nel Polo Corte Civica Tommasini. Tra il 2006 e il 2011 furono effettuati nuovi interventi di restauro, che interessarono il piazzale esterno, i decori della facciata principale e soprattutto dell'atrio, dello scalone e delle sale interne. Molti locali sono stati adibiti a uffici. L'ascensore in stile Liberty con specchi e velluti venne restaurato. La Regina Margherita di Savoia soggiornò a Salsomaggiore. Una targa in marmo rosso di Verona che si trova nell'atrio dell'albergo ne ricorda la presenza: "Dal 1913 al 1926 Margherita di Savoia Prima Regina d'Italia Fu ospite augusta di questo albergo".
Il salone moresco fu utilizzato nel 1987 come set per alcune scene dell'ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci.

Tratto da
Il Parmense e le sue Stazioni Balneari Salsomaggiore Tabiano Sant'Andrea 1899 Battei
Guida di Salsomaggiore Tabiano e dintorni Mattioli 1905
Dalla Gazzetta di Parma del 26 settembre 1917 "Fonte archiviogazzettadiparma.medialibrary.it / Biblioteca Civica del Comune di Parma in collaborazione con Editrice Gazzetta di Parma"
Da Salsomaggiore del 17 maggio 1924 

Guida di Salsomaggiore e Tabiano 1927
Wikipedia

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