gasometri 2In lungo parco Mazzini, nelle vicinanze delle Terme Zoja, sono visibili due imponenti strutture metalliche. Si tratta dei vecchi gasometri, enormi contenitori a pressione costante che un tempo contenevano gas metano. Questi  impianti sono una testimonianza storica delle grandi quantità di petrolio e di gas presenti un tempo nel sottosuolo di Salsomaggiore.

Pompati dal sottosuolo, servivano per estrarre l’acqua salsobromoiodica, utilizzata per le cure termali. Nel 1869 Salsomaggiore fu anche la prima città a illuminare le vie cittadine con il gas metano, sostituito dopo poco tempo dall'energia elettrica. Negli anni Trenta del Novecento Salsomaggiore raggiunse il periodo di massima estrazione e commercializzazione di gas metano e petrolio. In quegli anni un gasdotto, della SNAM, Società Nazionale Metanodotti, collegava Salsomaggiore a Milano. Nel 1933 si utilizzò il gas su due motori d’automobile montati su carrelli, e adoperati nei pozzi per l'immissione e l’estrazione dei tubi. E’ delle Regie Terme il primo autocarro e la prima automobile che nel 1935 incominciò a funzionare col gas compresso in bombole. La modifica del motore fu fatta dal capo officina delle Terme Giuseppe Gragnani, "Parnelo". Oggi i gasometri hanno perso il loro ruolo, ma rimangono testimonianza, come i vari pozzi sparsi per la città, di un glorioso passato industriale legato all’estrazione delle acque termali.

Tratto da "Guida di Salsomaggiore" di Giuseppe Gandolfi (1953)

"Usciamo dall'Istituto Chimico per recarci agli impianti dal Gas Metano. Imbocchiamo viale Baistrocchi e quindi viale del Lavoro che costeggia il torrente Ghiara. Sull'altra sponda si vedono i gasometri che raccolgono il gas metano dai pozzi, il quale viene pure in parte avviato alla centrale di distribuzione per gli automezzi della Soc. Naz. Metanodotti (viale del Lavoro 14).
Nel fabbricato di mezzo di questa centrale funzionano i compressori verticali «Pignone per l'immissione del metano compresso a 60 atmosfere nel metanodotto, che inizia sotto il pavimento della sala; nell'edificio a sinistra (guardando la tettoia) è collocato il grande macchinario Pignone che comprime il gas a 200 atmosfere per avviarlo alle due colonnine di distribuzione sotto la pensilina."

 Le foto dei gasometri oggi sono di Enzo Trauzzi.

 

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