Edificato secondo la leggenda sulle rovine di una villa romana, costruita dal console Gneo Cornelio Scipione Calvo. Il castello fu costruito da Adalberto Pallavicino nel 1025, insieme ad altre fortificazioni, di fondamentale importanza per la difesa dei numerosi pozzi di sale, di cui i Pallavicino erano i maggiori produttori. Nel 1145 il Comune di Piacenza investì Oberto Pallavicino del castello di Scipione, per altri storici il primo Pallavicino di Scipione fu invece Manfredo nel 1217.  Il 25 marzo del 1252 Manfredo divise i suoi beni  in parti uguali tra i figli maschi, morì nel 1265 lasciando la moglie Chiara de Conti di Lomello con otto figli. Il castello fu attaccato e distrutto dai Guelfi, ricostruito rimase in mano ai Pallavicino e nel 1374 ne era signore Francesco, che venne istigato dal cugino Niccolò, signore di Tabiano in una congiura. Francesco si recò a Bargone e durante la cena, nell’intimità della famiglia, assassinò lo zio Giacomo con numerose pugnalate. Dopo aver ammazzato lo zio, Francesco non rispettò i patti e non volle consegnare Bargone al cugino. E' probabile che Niccolò sia implicato sulla prematura morte di Francesco nel 1376 con sospetto di avvelenamento. Contro le robuste mura del castello si infransero i tentativi di conquista dei Rossi e dei Da Correggio nel 1403 . Nel 1407 Pietro Pallavicino si arrese a Ottobuono Terzi che restituì nel 1447 ai fratelli Lodovico e Giovanni Pallavicino Pallavicino, solo in seguito alla cessione di Borgo San Donnino per Cortemaggiore. Il castello fu ricostruito, risale a quel periodo la torre detta Piacentina e furono abbassate le mura. Alessandro Pallavicino a causa di un omicidio commesso a Piacenza, fu esiliato a Torino.  Uomo molto coraggioso, venne scelto di fare parte di una congiura insieme al fratello Camillo per uccidere Pier Luigi Farnese duca di Parma e Piacenza. L'assassinio avvenne il 10 settembre 1547 a capeggiare i congiurati figurava il conte Giovanni Anguissoia. Nel 1549 fu convocato a Roma per giustificarsi per l'uccisione di Pierluigi.  Alessandro fu al servizio degli imperiali contro Ottavio Farnese, nell'assedio di Parma, accusato di aver aiutato il nemico, andò con Girolamo Pallavicino di Busseto nelle Fiandre da Carlo V per discolparsi. Quando giunse vicino ad Anversa il 23 novembre 1555 venne ucciso da otto sicari mandati dai Farnese. Estinto il ramo dei Pallavicino di Scipione passò agli Sforza Fogliani d'Aragona fino al 1834. Dopo la prima  guerra mondiale fu donato all’Opera Nazionale Orfani di Guerra che lo utilizzò come Colonia Agricola e per gli orfani dei contadini morti in guerra. Nel corso della seconda guerra mondiale, servì come campo di concentramento per prigionieri politici e di guerra. Dopo l'8 settembre 1943 il castello fu utilizzato dalle armate tedesche come campo di smistamento prima della deportazione verso i lager nazisti, divenne poi colonia estiva della Pontificia Commisione di assistenza di Parma. Nel 1969 il castello fu acquistato dal conte Christian Frederik Per von Holstein, che lo intestò alla moglie Maria Luisa Pallavicino, discendente dell'antica stirpe. Restaurato e aperto al pubblico dal 2008, il maniero fa parte del circuito dei castelli dell'Associazione dei Castelli del Ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli.
Tratto da:
- Wikipedia
- Guida storica medica e pittorica di Salsomaggiore e Tabiano Giovanni Valentini 1861
- Castelli parmigiani Guglielmo Capacchi

Nel 1407 in seguito a duri scontri Ottobuono de' Terzi espugnò il castello, che restituì ai Pallavicino solo in seguito alla cessione di Borgo San Donnino per Cortemaggiore

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