Chiesa Madonna della neve - MarzanoDove oggi c'è la chiesa, prima del 1500 c'era un piccolo Oratorio consacrato alla Madonna della neve, la cui rendita annuale consisteva in soli 50 soldi di antica moneta piacentina e dalle offerte dei feudali. Il nome evocava un’antica leggenda, il 4 agosto del 352 la Madonna apparve in sogno a Papa Liberio, che gli chiese di erigere una chiesa nel luogo in cui l’indomani sarebbe caduta la neve. Il miracolo si avverò, e fu così che a Roma sorse la Chiesa di Santa Maria ad Nives. Di quell’avvenimento si ebbe notizia solo molti secoli dopo, e dal 1200 molte furono le Chiese che assunsero quel nome.

Nel 1574 l'oratorio ormai decadente fu al centro di una disputa fra il Rettore di Salsomaggiore e l'Arciprete di Cangelasio, per troncare la questione il Vescovo di Piacenza ne ordinava l'abbattimento, ma gli abitanti di Marzano a proprie spese lo riedificarono erigendovi tre altari e costruirono di fianco alla chiesa, la casa per un cappellano, cui si impose l'obbligo di celebrarvi messa nei giorni festivi. La chiesa venne dichiarata parrocchia nel 1610 per opera del Vescovo di Piacenza Rangoni. 
A Marzano operavano due Confraternite quella del SS. mo Sacramento e quella della Beata vergine del Carmine, che si impegnavano a celebrare le messe in onore dei defunti benefattori e l'assistenza materiale e spirituale dei poveri. L'Opera Parrocchiale invece fondata nel 1865 si occupava della struttura della chiesa e i lavori di manutenzione. C'era un Presidente un segretario e un tesoriere, che non poteva avere come domicilio Marzano. Per sei anni fino al 1871 ricoprì questa carica Giuseppe Zancarini, sostituito poi dal salsese Luigi Rossi, ne faceva parte anche il Parroco Don Luigi Cardinali.
Nel 1870 un muro di una casa colonica accanto alla chiesa era pericolante e rischiava di danneggiare la chiesa stessa. Il lavoro di riparazione fu affidato a Pietro Barani.
Nel 1875 fu deciso di comperare un orologio da mettere sulla torre e di ristruttura il cancello del cimitero.
Il 16 luglio 1892 quando era parroco Don Cristoforo Felloni un fulmine colpì il campanile, i danni furono notevoli.
Nel marzo del 1895 crolla la parte superiore del campanile, che era stata danneggiata dal fulmine sul tetto della chiesa. Nel 1896 iniziarono causa questi eventi perizie e controperizie e i rapporti fra il Comune e la chiesa di Marzano diventaro sempre più tesi. Dopo un'asta pubblica iniziarono i lavori che procedettero però molto lentamente. Alle varie proteste del Presidente dell'opera Andrea Berzieri, rispondeva il sindaco Vitale Zancarini ribadendo che il bilancio Comunale era esiguo.
Nel 1897 fu comunicato che il Consiglio Comunale aveva deliberato la soppressione della parrocchia ma doveva esserci il consenso del Consiglio dell'Opera. Il consenso non ci fu, il Vescovo si rifiutò e chiese un aiuto finanziario ai parrocchiani e al Comune per la ristrutturazione.
Tra il 1898 e il 1910 la chiesa divenne un cantiere. Furono riparate le mura, il pavimento, l'altare, la torre fu abbattuta e ricostruita più grande. Al posto dell'unica campana ne furono messe cinque nuove.
Fra il 1912 e il 1920 durante i lavori di restauro il Parroco Angelo Zioni riparò la cappella e fece porre due altari in marmo, uno fu dedicato a Santa Ampollonia protettrice dei dentisti e l'altro dedicato al Sacro Cuore. Fu aperto una porta sul muro per consentire al coro l'ingresso nella chiesa.
Nel 1929 causa la siccità un fianco dell'edificio ebbe un cedimento producendo importanti fessure nel muro.
Nel 1936 vi fu una nuova ristrutturazione e Vittorio Gandolfi affrescò il Battistero, altri dipinti furono fatti dallo stesso parroco. Nel 1943 nella cappella della Vergine del Carmine fu posto un nuovo altare con tabernacolo offerto dai parrocchiani nella speranza di porre fine della guerra. 
Nel 1946 alle ore 18 un fulmine colpiva il campanile, entrò nella chiesa dove si trovavano il fratello del campanaro sua nipote il parroco Don Zioni e Don Besagni. Furono sfiorati ma non subirono danni. Fu colpita la croce di metallo, il trono dell'altare maggiore "Penetrò nell'angolo sud del Tabernacolo che era vuoto ed è scoppiato nel vano sottostante, attraversando la parete che lo chiudeva e disgregando tutto l'altare". La torre venne riparata dal Comune, il Parroco in occasione delle sue nozze d'oro con la chiesa donò l'altare proveniente dalla vecchia chiesa di San Vitale. Per questa occasione il Vescovo Don Adelchi Albanesi arrivò appositamente da Viterbo. Nel 1972 con la vendita del podere casa Vicini furono fatti vari lavori di consolidamento nella canonica.
Il 15 marzo 1975 un fulmine colpisce il campanile, causandone il parziale crollo sulla sagrestia, fortunatamente disabitata perchè pericolante. Il fulmine colpendo il campanile proiettò grossi frammenti di mattoni verso la scuola, distrusse l'impianto elettrico e parte dell'arcata principale sopra il presbiterio.
Sempre nel 1976 causa il fulmine si ebbe un cedimento di una trave portante posta sopra la cappella della Madonna del Carmine e lo sfondamento del tetto della sagrestia. Il 24 giugno 1976 Don Felice Ferrari ordina la chiusura della chiesa a tempo indeterminato. La Messa si tenne poi nella sala parrocchiale.
Nel 1979 le riparazioni fatte non arrestarono il decadimento della chiesa. Il 20 novembre 1984 giunse al parroco la notifica di inagibilità della chiesa, della canonica e della casa colonica da parte del Comune. Oggi la chiesa è stata restaurata e il campanile pericolante messo in sicurezza. Tratto Da Guida storica medica e pittorica di Salsomaggiore e Tabiano Giovanni Valentini 1861

Fonte: Aqua Salus -  Silvia Cabassi

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