Castello della GallinellaLe origini del castello della Gallinella si fanno risalire al secolo XI al marchese Adalberto I degli Obertenghi, capostipite della casata obertenga-adalbertina del ramo dei Pallavicino. Si trovava su un colle vicino al torrente Ghiara, poco distante dal castello di Contignaco. Nel 1310 i Lupi, espugnarono il castello e ne mantennero il possesso fino al 1374, quando se ne riappropriò Francesco Pallavicino; alla sua morte nel 1388 il maniero tornò nuovamente a Bonifacio Lupi, che lo lasciò in eredità a Maffeo di Franceschino Petroni del vicino Corticelle (San Vittore). Nel 1421 il feudo fu assegnato a Rolando il Magnifico.

Nel 1427 le truppe della famiglia Sommi di Cremona espugnarono il castello dopo uno scontro, noto come "strage della Gallinella". Nel 1432 venne confiscato dalla Camera Ducale di Milano che lo diedero a Orlando Pallavicino. Nel 1441 Niccolò Piccinino attaccò lo Stato Pallavicino, costringendo Rolando il Magnifico alla fuga. Tutte le sue terre furono confiscate dal Visconti, che nel 1442 diede a Niccolò Piccinino il castello della Gallinella, poi passò ai figli Francesco e Jacopo. Nel 1448 Rolando Pallavicino attaccò il maniero e se ne rimpossessò, alla sua morte il 22 novembre del 1457 il feudo fu ereditato dal figlio Niccolò.  
Nel 1570 Rolando Pallavicino feudatario della Gallinella fu chiamato dal duca Ranuccio I Farnese per aver usurpato i diritti di Giannantonio Pallavicino, ma ogni invito fu vano. Il 17 marzo 1599 al comando di sessantasei armati il capitano Massimiliano Scutellari, con achibugi, corde, scale, entrarono nel castello. Legarono e portarono nelle carceri di Parma Rolando, il suo pdestà, la figlia maggiore e altre sei persone.
Il 26 marzo 1599 la Camera Ducale confiscò il castello.
Nello stesso anno il castello veniva cos'ì descritto: " La rocha della Gallinella, cinta di muraglia, con diverse camere, una torre et un torrione, avanti et attacco la quale rispettivamente sono una chiesa nominata Santi Fabiano et Sebastiano, et tre casele disabitate". Nel luglio del 1630 il feudo passò ai marchesi Paveri-Fontana e nel 1654 il maniero fu assegnato al marchese Alessandro Pallavicino, che fu assassinato per motivi economici dall'arciprete della pieve di Contignaco; il feudo tornò quindi alla Camera ducale di Parma.
Nel 1717 fu ceduto al marchese Giambattista Santi. In seguito il feudo fu assegnato al podestà Bernardino Romagnosi, padre del giurista Gian Domenico. Nel 1781 tornò alla Camera Ducale. Verso la fine del 1800 il primo ministro del duca di Parma Ferdinando I Borbone, Cesare Ventura per i servizi resi ricevette il feudo della Gallinella.
Alla sua morte con il castello già in rovina  passò al figlio Giovan Battista che ne mantenne il possesso fino all'emanazione del decreto Napoleonico del 1805. Alla sua morte nel 1826 il castello disabitato e in rovina fu in parte demolito nel 1828 con la relativa cappella dedicata ai santi Fabiano e Sebastiano chiusa nel 1744.
Nel 1831 tornò alla Camera Ducale. Agli inizi del 1900 l’antico castello era quasi completamente distrutto, la torre diroccata, resti di mura, mucchi di pietre. Nel 1973 furono quasi completamente distrutte anche le rovine del castello, per l'escavazione di una cava.
Tratto Da
Guida storica medica e pittorica di Salsomaggiore e Tabiano Giovanni Valentini 1861
Il Parmense e le sue Stazioni Balneari Salsomaggiore Tabiano Sant'Andrea 1899 Battei
Wikipedia

 

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