La prima casa da gioco a Salsomaggiore fu aperta nell'albergo casa Italia, in via Loschi. Poi fu aperta una sala al caffè tetro Ferrario. Il Kursaal fu inaugurato l'8 giugno 1906. Dalla Gazzetta di parma del 29 giugno 1914 "L'inaugurazione del casino Kursaal. Meglio che inaugurazione, si dovrebbe parlare di una riapertura, perchè il Casino , Kursaal che sorge nei pressi del giardino Romagnosi, in capo alla monumentale scalea ha già avuto un periodo di vita brillantissima, troppo presto però soffocata dalle uitime vicende sui giuochi. Si riapre sotto la direzione del sig, Giulio Toni del «Trianon» di Monte Carlo, e si ripromette di diventare il ritrovo più elegante e aristocratico di Salso, La sua nuova incarnazione ha avuto inizio sabato alle ore 21, con un concorso eccezionale di pubblico elegantissimo. La grande sala del pianterreno è stata, dedicata al cosidetto « Bal Tabarin» dotando così Salsomaggiore di un trattenimento che furoreggia in tutti i grandi centri mondani. Si produssero la coppia danzatrice Mr. Deil Bosco e Mile Sauvage delle « Foller Bergers » di Parigi, M. Sehau Delmas della Scala di Parigi, le sorelle Daeley, cantatrici  e danzatrici famosissime del Pavilon di Londra. Una orchestra Tzigana diretta dal prof. Radou ha aggiunto allo spettacolo, la gaiezza fragorosa delle sue marcie indiavolate. ciò come inizio, ma la Direzione promette per le prossime sere nuovi numeri organizzando di tanto in tanto serate speciali con trattenimenti e feste eccezionali. Fin da ora i nostri migliori auguri per la iniziativa ardita che merita davvero di essere anche fortunata." Era un locale adibito alle rappresentazioni teatrali di arte varia spettacoli e ballo degli spettatori. All'interno vi erano vaste sale e scaloni, era dorato con roulette e chemin de fer. Nel 1917 il ministro Vittorio Emanuele Orlando ordinò la chiusura di tutte le sale da gioco. Dal Veltro periodico fascista del 17 giugno 1922 "Casino - L’idiIlio - La passione - L’oblio. Non so quali accordi si diffondano per la brezza notturna che anima il chiamato poggetto del Kursaal. E non so, mentre fo la scalinata, se questo brivido Ssttile me lo metta indosso la musica o la brezza. C’è fantasia, c'è sogno, c'è una specie di magia in questo luogo di delizia che innalza la sua moie luminosa da due terrazze cinte di balaustri ove il conversare si fa intimo e gli sguardi nell'ombra illanguidiscono d'amore. Ma non è qui che ci fermiamo, il nostro spirito di uomini moderni cerca cose più forti e si volge al tabarin. II motivo di lampioncini veneziani che decora esternamente a festoni e ghirlande tutto il Casino, qui dentro ripeta la seduzione delle sue penombre con una suggestione che mette l’ebbrezza. Sulla porla mi riceve, il direttore Cairo, maestro di cortesie, il cui cerimoniale, non è meno complicato d’un protocollo di córte e i modi non meno nobili che in un maggiordomo di palazzo. Tento con lui la traversata della sala e non m'è agevole fatica salvarmi dagli investimenti delle coppie danzanti che si accalcano in questo sontuoso vestibolo a cui vi s'innestano gli ambienti minori, più discreti, più propizi ai riti dionisiaci. Passano le coppie svivolando in vaghi ondeggiamenti musicali; i cavalieri attenti a sviluppare le figure, le dame assecondandoli con riposevoli abbandoni della persona. Ai tavoli un'altra folla si sgloria in brevi flirts da i ritmi veloci che non soffrono indugi. E beve. I cavalieri mescono gloriosi vini biondi che cadono brillando nei calici fralissimi; le dame li vuotano a sorsi, con quasi una misura musicale, mentre le spume, turbate, mandano scintille, lampi dorati che incendiano il cristallo; Brusii, pispigli cinquetti si destano a riempire le pause del iazz, questo ballo indiavolato che resiste al despotismo del capriccio più della gonna corta e dell'uomo senza baffi. Vede? — mi dice Luigi Cairo coll'aria di farmi delle confidenze quella signora là in fondo vestita di crep viola è una donna di fatalità internazionale. Nel tempo di quattr'anni tre reggimenti di tre diverse nazioni sonò rimasti senza capo, — Eh, diamine, che ha fatto? — domando sbalordito. — Tre colonnelli si sono uccisi —Ma che ha di speciale? — La maniera di parlare. E questa che passa, trasparente e irreale, fra le braccia di quel dandy, è una contessa che fuma dodici « virginia » per notte. —«Virginia »? perchè dei « virginia ». — Son quelli che fumava l'amante, ella dice, — un intrepido aviatore cadulo alla fronte alleata. Intanto che cianciamo, la pioggia delle stelle si fa fitta, avvolgente, presto intesse una rete. Non credo che fosse più insidiosa quella che Vulcano ordì per cogliere in flagranti Venere e Mercurio. Le festuche policrome si profilano veloci da banda a banda della sala, si attorcigliano s’insinuano, collegano persone che non si conoscono, pronube di sguardi che forse non si sarebbero incontrati mai. In questi tenui avvolgimenti cartacei, la folla volubile turbina, s’aduna e si disperde inquieta e felice stanca e inesausta: a coppie a coppie dilegua verso il giardino retrostante, che sale alla collina buia sotto un tendone azzurro intessuto di stelle entro un caldo profumo di caprifoglio trionfante. Non so se qui l'inquietudine umana si placa. Noi si; ci sediamo e troviamo un momento di tregua una piccola oasi di frescura all’alidore che brucia nel nostro sangue pieno di passioni. Tutto è accumulato in questo minuscolo mondo di felicità. « L'idillio », « la passione », « l'oblio » voi trovate in questo magico regno creato dalla bacchetta magica di Riccardo Ferrano, quì, in questa Italia felice."

Alla fine della seconda guerra mondiale il Sindaco di Salsomaggiore Emerenzio Davalli fa pressioni sul Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia il quale rilascia un autorizzazione al gioco nelle sale del Grand Hotel Milano. Il personale e le attrezzature arrivano da San Remo, che era stato chiuso dai partigiani per collaborazionismo. Con l'elezione dell'assemblea costituente le case da gioco furono sopresse.
L'edificio venne utilizzato come scuola per imparare a scrivere a macchina, ad insegnare fu Guerrina Lovati deceduta il 24 luglio 2004, insignita di numerosi riconoscimenti per l'invenzione del metodo di dattilografia adatto ai non vedenti.
L'edificio fu trasformato nel 2002 in appartamenti signorili e conserva ancora marcati caratteri liberty.
Tratto da
Gazzetta di Parma del 8 giugno 1906  "Fonte archiviogazzettadiparma.medialibrary.it / Biblioteca Civica del Comune di Parma in collaborazione con Editrice Gazzetta di Parma"
Veltro 17 giugno 1922 www.internetculturale.it

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