Casa di Riposo S. AntonioTre cannoni puntati contro la Casa di Riposo degli anziani   - Da: La parrocchia di Sant'Antonio dei Frati Capuccini a Salsomaggiore - Il primo cinquantennio - 1992

Salsomaggiore Terme, aprile 1942

Quando lanciavo l'idea della costruzione di una casa di riposo pei vecchi poveri di Salsomaggiore, mi lusingai di incontrare l'entusiastica e fattiva approvazione di quei molti spiriti nobili e generosi, che non mancano a Salsomaggiore. Ma nel tempo stesso mi ricordai che le opere di Dio sono condannate a divenire bersaglio di una lotta sordamente nascosta o apertamente ostile da parte dei nemici del bene.

E, infatti, se non mi mancarono parole di approvazione e di incoraggiamento da una parte, non potei non constatare una insistente, se pur sporadica, battaglia sabotatrice dall'altra.  Tali avversari della casa di riposo non sono scesi alle ignominiose armi della menzogna combattendo la nostra iniziativa, ma limitandosi a potenziare le loro verbali battaglie con le bocche paurose di tre cannoni di massimo calibro denominati rispettivamente INTEMPESTIVO, INUTILE, CONTRASTANTE.  Fortunatamente la loro potenza dirompente è in ragione inversa della loro potenza di rombo, se no ... povera casa dei vecchi!  Ad ogni modo alcune battute di risposta alla loro voce tonante potranno rischiarare le idee di chi ne avesse bisogno.     

1° - Il cannone intempestivo intende abbattere la persuasione che anche oggi rimangano possibilità economiche di compiere un po' di bene a favore di chi sta peggio di noi e, quindi, di poter pensare alla costruzione di una casa di riposo pei vecchi mentre tanta miseria tortura l'umanità.  D'accordo che le condizioni economiche del momento non sono floride; d'accordo che oggi il costo dei materiali edilizi e  della mano d'opera sono enormemente elevati: nessuno vorrà  però negarmi che in ottobre, quando io lanciavo sul «Settimanale Cittadino» l'iniziativa, il denaro si profondeva con una  prodigalità impressionante. Rigurgitanti ogni sera le sale da  ballo, affollati i cinematografi, stipati i luoghi di divertimenti  vari.   Allora io, ragionando in base a principi prettamente cristiani, pensai: Mentre questa popolazione, al termine della  guerra, non pensa che a sciupare il suo denaro in divertimenti  senza darsi pensiero di ringraziare il Signore con opere di cristiana carità, non sarebbe ottima cosa suggerire un po' di bene  che, almeno in parte, riparasse il molto male della crescente corruzione? Forse questo popolo, di natura tanto generoso, non  attende altro. Fu così che pensai di convogliare, non con mezzi  coercitivi, ma semplicemente con un appello alla generosità dei  cuori, un po' di denaro verso la bella e santa iniziativa di una  casa di riposo pei vecchi poveri della nostra città. E fu così che  lanciai l'iniziativa, sicuro di compiere un 'opera vantaggiosa non tanto per coloro ai quali era diretta, quanto per coloro che la  compivano. I miei principi religiosi mi assicuravano allora,  come mi assicurano oggi, che opere di tal genere non possono  che attirare sui luoghi dove nascono e dove fioriscono le bene-  dizioni di Dio. In conclusione sento di poter affermare eh  anche questa iniziativa mi era suggerita dall'amore che portavo  e che porto a Salsomaggiore.  Oggi le condizioni economiche, almeno tra noi, sono forse  peggiorate. Ciò non impedisce che si possa egualmente iniziare  un 'opera, che per giungere a compimento non ha nessuna  fretta. Quello che oggi non si può compiere si compirà domani.  Intanto con la grazia di Dio abbiamo incominciato scavando  e riempiendo le fondamenta della parte principale dell'edificio.  Se dopo la prima tappa iniziale sarà prudente sostare alquanto,  sosteremo. Frattanto lavoriamo concorrendo modestamente a  combattere lo spettro della disoccupazione convinti che, almeno  sotto questo punto di vista, l'opera nostra da nessuno si vorrà  qualificare intempestiva. E dopo? Alla Provvidenza non mancheranno mezzi di aiutarci per proseguire a suo tempo con  calma, ma decisione incrollabile.    

2° - Il cannone inutile vuole spazzar via le ingombranti  opere di beneficenza del passato e, a proposito della casa di  riposo dei vecchi, vi grida con la sua voce rombante: Cose sorpassate! ..  Una tale espressione vorrebbe trovare conferma in un lungo  ragionamento da osteria, secondo il quale si dovrebbe concludere che, se fino ad oggi abbiamo avuto bisogno di ricoveri  dove ospitare la povera gente, ciò avvenne a causa delle ingiustizie sociali dei tempi passati. Domani non sarà più così: di  poveri non rimarrà neanche la semenza poiché tutti ritrarranno  dal lavoro una invidiabile prosperità. Ai vecchi penserà lo stato  con adeguate pensioni.  Benissimo! È quanto mi auguro.  Non ci saranno più poveri, se si escludono i vagabondi di  mestiere che hanno in odio il lavoro come il diavolo l'acqua  santa. Ma ... e i vecchi? ah! i vecchi continueranno, se non  vogliamo toglierli dalla circolazione a tempo utile, ad esistere  a dispetto di tutte le migliori riforme sociali.     D'accordo che, se tali vecchi avranno la fortuna di avere al  loro fianco dei figlioli affeziona ti, il problema della loro assistenza sarà naturalmente risolto. Ma l'esperienza ci insegna che  le circostanze tristi della vita, anche indipendentemente dalla  nostra volontà e anche contrariamente ai nostri desideri, creano  troppe volte il vuoto d'intorno a noi. Vecchi scapoli, vecchie  zitelle sole al mondo, poveri vedovi senza figli non ne mancano  mai ... E sarà sempre vero che questi tali, sia che dispongano  di risorse finanziarie o possano contare su pensioni statali adeguate, sia che debbano lottare con lo squallore della miseria,  avranno sempre bisogno di chi sappia e voglia riscaldarli con  un po' d'amore e sostenerli con una fattiva assistenza fraternamente premurosa. A questo mira la nostra Casa di riposo  degli anziani.  

3° - Per ultimo il cannone contrastante martella incessantemente il terreno cittadino per tener/o sgombro da una istituzione che, per quanto buona in sé, si dimostrerebbe fuori di  luogo qui, perché in stridente contrasto col carattere accogliente  e gaio della Salsomaggiore estiva.  D'accordo: l'elegante cittadina termale non è certo il luogo  più indicato per raccogliere da ogni parte ed esporre lungo i viali  quelli che qualcuno potrebbe chiamare rottami umani.  Ma la nostra Casa di riposo ha l'unico scopo di ospitare  vecchi della città togliendoli precisamente dalle strade di Salso.  È chiaro pertanto che il carattere elegante della stazione termale  non verrebbe a scapitarci, ma a guadagnarci. E ci guadagnerebbero pure i poveri vecchi, i quali senza la dura necessità di  esulare dalla loro terra, potrebbero continuare a gustare qui le  gioie della vicinanza di parenti, amici, senza bruscamente  doversi staccare da vecchie abitudini.  Oppositori della Casa di riposo dei vecchi, queste poche     ragioni hanno avuto la fortuna di farvi mutare parere? Allora  da oppositori divenite sostenitori di un'opera indubbiamente  santa indipendentemente da circostanze di persone e di tempo  e di luogo. Se poi siete decisi di rimanere incrollabilmente fermi  nelle vostre idee, fatemi il piacere di non occuparvi di me come  io non mi occupo di voi.  Generosi Salsesi, queste battute di polemica, prive peraltro  di risentimento o di rancore, anche se franche e decise, non  sono per voi.  A voi ho da dire una cosa sola: l'iniziativa di una casa di  riposo vi sembra cosa buona?  Appoggiatela con la vostra offerta generosa, che mentre  distrugge i vostri peccati, aumenta pure i vostri meriti davanti  a Dio.  Non potete appoggiarla perché sprovvisti di mezzi? Date  l'obolo della vostra preghiera e della vostra propaganda.  E soprattutto non dimenticate che non siamo al mondo per  discutere il bene, ma per compierlo.


Padre ROBERTO LECCHINI 

 

1952: Te Deum laudamus

La Casa di Riposo «Sacra Famiglia» è un fatto compiuto               

Nel dare questo annuncio «Voce di S. Antonio» vive, nella sua  oscurissima vita di modesto giornalino parrocchiale, un'ora di  luce splendente così come può viverla il grande giornale, inter-  prete dell'anima nazionale, quando, al termine di una lunga  guerra sanguinosa, porta il bollettino della vittoria. La Casa di Riposo «Sacra Famiglia», nell'armonia sobria  delle sue linee e nel candore perlaceo delle sue mura, splende  al sole in un sorriso maternamente invitante. Da quei balconi  e da quelle finestre ampie e ariose sembra infatti sprigionarsi  proprio la voce di un cuore materno per dire: «Venite, o reietti  dal mondo, a cui la vita vicina al tramonto non ha serbato che  lo squallore di un gelido abbandono. Venite: qui nella luce e  nel calore della cristiana carità potrete ancor benedire la vita». La Casa di Riposo «Sacra Famiglia» è dunque un fatto  compiuto. Così a Salsomaggiore un'altra lacuna è colmata.  Sino ad oggi l'elegante cittadina termale, mentre nella smagliante cornice dei suoi giardini e dei suoi viali fioriti, nella lussuosa e confortante attrezzatura dei suoi alberghi, nello splendore dei suoi stabilimenti e, più che mai, nella signorilità accogliente della sua popolazione dava ospitalità gradita ai forestieri  venuti da ogni parte del mondo, si trovava nella dura necessità  di dover dire ai suoi vecchi privi di assistenza e di mezzi per  tirare avanti gli ultimi anni di vita: «Andatevene: per voi non  c'è posto in questa cittadina dove siete nati e dove avete lavo-  rato», Ed essi dovevano partire perché sembrava che gli acciacchi e la miseria di una vecchiaia senza sorrisi stendessero un velo  di funerea malinconia nel cielo di questa cittadina tripudiante.  E per i poveri vecchi il partire era veramente un morire ... Era un controsenso odioso e spietato che, perciò, doveva  finire. Ed è finito, e più presto di quanto umanamente era dato sperare.  Non è il caso di rifare la cronistoria del nostro cammino che  non fu certo una deliziosa passeggiata alla brezza mattinale del maggio fiorito. Si avanzò lentamente urtando spesso contro  ostacoli che a volte sembravano acquisire proporzioni insormontabili. Le difficoltà di ordine finanziario non furono le sole e  nemmeno le più preoccupanti. Più estenuanti quelle di ordine     morale, non sempre provenienti dalla parte di coloro che ci sono  lontani per condizioni morali e religiose della vita diametralmente opposte alle nostre. Un anno fa, la costruzione della casa  di riposo sembrava immobilizzata in un punto morto. Era uno  scheletro di costruzione che parlava piuttosto di morte che di  vita. Qualcuno, al contemplare quei piani aperti al gioco dei  venti, sorrideva di compatimento e diceva: «Guarda il castello  di don Rodrigo ... ». Non saprei trovare le ragioni dell'ironico paragone. A mio  avviso la scheletrica costruzione, portata nella cornice orrida  di montagne selvagge, poteva meglio rassomigliarsi ad una  dimora di streghe e di gufi.  Così stavano le cose quando un anno fa riprendevamo il  nostro cammino.  All'inizio dell'anno in corso annunciavamo che avremo fatto  ogni sforzo per completare nella prossima estate il primo piano  della casa di riposo. E Dio ha voluto, non solo che fosse man-  tenuta la nostra promessa, ma che tutta la casa fosse portata  a compimento. Come ciò è avvenuto? Noi stessi lo ignoriamo.  La cosa ha quasi del miracoloso se si pensa al tanto che è stato  realizzato senza che nessun fatto nuovo ci abbia dato la possibilità di contare su straordinarie sovvenzioni.  Si andava avanti lentamente, ma decisamente così come chi ha deciso di scalare una montagna senza potere precisare  durata del tempo che dovrà impiegarvi. Egli guarda alla cima e dice risoluto: «Non so se arriverò stasera o a fine settimana; so che devo arrivarci». E parte. Arriva sul primo colle e si riposa. Riparte verso l'immediato obiettivo del poggio sovrastante e vi giunge con facilità. Di lassù già il panorama si allarga  a perdita d'occhio, il respiro profondo dà vita e l'ebbrezza del salire si fa più tormentosa. Frattanto quel terrazzo a metà  monte è lassù invitante come una dolce tentazione. «Bisogna  sarà accolto nella persona dei suoi poveri, partiranno le bene-  dizioni di Dio recanti la rigenerazione Cristiana di questo  popolo. Frattanto, abbiamo il piacere di constatare che la nostra  Casa di Riposo, lungi dal pregiudicare il raggiungi mento di  obiettivi nel settore dell'apostolato, ha portato a favore della nostra gioventù dei reali e preziosi vantaggi così evidenti, per  chi è al corrente delle cose, da rendere inutile ogni documentazione. L'opera nostra è stata ideata e compiuta nell'unico intento  di apportare un reale vantaggio alla popolazione della città ed  al Comune di Salsomaggiore. Ciò sarà compreso e apprezzato.  ne abbiamo piena fiducia, dalla nostra Amministrazione Comunale, la quale, come lo ha fatto pel passato, sorvolando ragioni  di contrasti ideologici ed altre meschinità, continuerà a darei  il suo appoggio perché la benefica istituzione possa raggiungere  il suo scopo altamente cristiano e umanitario. Ed ora fissiamo la data della solenne inaugurazione della  Casa di Riposo per la domenica 24 agosto. E ben sapendo che  il nostro, più che un punto di arrivo è l'inizio di un grande  viaggio, con rinnovati propositi e con illimitata fiducia nell'assistenza divina, riprendiamo il cammino, dopo avere elevato  canto di gratitudine sconfinata a Dio il quale, ascoltando la voce  di anime sante peroranti la nostra causa, volle elargirci.  misura straordinaria gli aiuti della Sua Provvidenza perché  nostro sogno diventasse realtà splendente al sole di agosto 1952  La gratitudine a Dio non ci impedisce che in questa circostanza rivolgiamo la nostra riconoscenza a coloro che furono  strumenti della Provvidenza cioè i nostri benefattori. Ad  un grazie che ci parte dall'intimo del cuore. La Casa di Riposo avrà a suo tempo il libro d'oro per tramandare alla gratitudine  dei posteri i nomi dei suoi benefattori, ma intanto ci sembra  doveroso segnalare, come meritevoli di particolare riconoscenza, l'architetto Vittorio Gandolfi il quale ci ha messo gratuitamente  a disposizione la sua bella mente e il suo grande cuore di artista; l’impresario Romeo Zanichelli, che, con competenza, diligenza,  onestà , ha curato la costruzione (risultata solidissima), l'Amministrazione Comunale, la Direzione delle Terme Demaniali, la Direzione dell'Istituto Baistrocchi. Abbiamo fiducia che quanti ei hanno accompagnato sino  ad oggi, continueranno a seguirei nel nostro cammino. Noi affidiamo quest'opera, che non deve essere solamente  nostra, prima a Dio e poi al grande cuore di Salsomaggiore.     

Padre Roberto 

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