Stabilimento Vecchio

Il primo piccolo Stabilimento balneare nasce in casa del dottor Valentini, ma visto il crescente numero di malati divenne subito insufficiente. Lodovico Rocca, maestro di Salsomaggiore, su insistenza del Valentini in data del 6 Marzo 1847, fece domanda al governo Ducale di Parma per aprire un locale in casa di Giulio Bussandri con quattro vasche in legno. Ricordando di avere alcuni mesi prima chiesto il permesso per aprire « un modesto e da tutti desiderato stabilimento balneario d’acque salino-jodurette tanto notevoli, contro la scrofola pur troppo in questi tempi allignante » affermando di avere ottenuto il parere favorevole dal Protomedicato di Parma, retto allora dall’illustre Prof. Fragni.

Chiedeva consecutivaniente al Comm. Lodovico Laurent, Direttive dall’Amministrazione delle Finanze di avere le acque necessarie, ed otteneva l’ordine che al richiedente fossero date le acque nella quantità necessaria. Ma l’istanza così seguita: «Tutto adunque era stabilito, quando un certo Signor Rossi detto di San Polo saputa la cosa, e volendo la privativa sempre giustamente regalatagli dal saggio governo, fece schiamazzi e potè per veicoli incogniti far porre in oblio la domanda del sottoscritto. Ora però che è chiara quale e quanta sia la perspicacia e la giustizia della E. V. e la sollecitudine per il bene degli amministrati, il petente porgendo fervida istanza per l’ottenimento di quella licenza ha certezza che non potranno i maneggi e luminosamente emergerà quanti vantaggi si associano dopo il bene dell’umanità sofferente All’interesse di un intiero paese il quale povero di risorse naturali e privo di commercio, con ciò sarebbe per ritrarne, molto più che non manca salubrità di cielo, abbondanza di acque, comodità di via e di alberghi, e di tutti i comodi della vita altrove, perchè mancanti desiderati ».
Lunghe furono le opposizioni per averne l'esclusiva da parte degli Ospizi Civili di Borgo S. Donnino e del Sig. Rossi Ferdinando di San Polo che aprì nel Giugno del 1845, un nuovo stabilimento di acque salino iodate in Tabiano, affidando la direzione al Berzieri, che stampò le statistiche relative ai risultati di dette cure 1845, 1846, 1847, 1848 o 1849 tutte pubblicate in Parma da varie tipografie.
Il Commissario Territoriale di Borgo San Donnino E. Dallasta riferisce di aver fatto alcune interpellazioni al Rocca, per avere notizie precise sullo stabilimento da costruire, sulle vasche da bagno, sui prezzi delle bagnature, sul mezzo per riscaldare e per depurare le aeque madri, sul personale, e sui mezzi dei quali il richiedente poteva disporre. Nello stesso tempo fece interpellare la Commissione delli Ospizi di Borgo San Donnino per conoscere quali danni potessero derivarne allo stabilimento da essa esercito in Tabiano.
La Commissione rispose con sua delibera nella quale, pur ritenendo profittevole l’unione in un sol luogo delle acque solforose e saline, dichiarava di temere scapito dalla concorrenza del Rocca. Il Commissario non condivideva però detto timore e per suo conto aggiungeva « Lo stabilimento di Tabiano non può se non fra molti anni prendere notevole incremento a cagione dell’avarizia cieca de’ proprietari dei dintorni e della loro, la quale non consente ad essi fare case d’abitazione o lasciarle fare altrui, cedendo il terreno, e pel difetto nei concittadini nostri dello spirito di associazione che permetterebbe ai poco agiati, unendo i loro sforzi, di fare qualche cosa di momento. In Salso invece è già tutto : edilizio, legna abbondante, generi di prima necessità, insomma (pianto si raccoglie in un piccolo centro di popolazione di circa 800 anime. Quelli che non trovassero da allogarsi in Tabiano o in Borgo prenderebbero stanza a Salso, anche per la cura delle acque solforose. Breve strada, sebben disagiata divide Salso da Tabiano e dovrà sistemarsi fra breve ».
Dopo tutte queste considerazioni il Commissario si dichiarava concludendo, pienamente favorevole all’istanza del Rocca: « Ov’è caso di acque termali, e della salute di molti non è questa industria nella quale si abbia ad avere per mira di far guadagno; è un guadagno l’ottenere quanti più si possa se ne giovino. I Governi che devono proteggere l’industria ed il suo libero sviluppo, debbono viemaggiormente promuovere le istituzioni che hanno un fine salutare. Reputerei adunque quasi empio, immorale e di poco giudizio il non facilitare e moltiplicare i mezzi di guarigione agli infermi ».
Dopo questo consenso venne chiesto al Protomedico dello Stato affinchè venga eseguita a due esperti l’analisi delle acque di Salso. E con lettera del 19 Giugno 1849, se ne rinnova la richiesta, chiedendo a quanto ammontava la spesa per le analisi. In questa lettera vi è cenno dell’opera del Berzieri: « Per gli opuscoli che da qualche anno il Dottor Lorenzo Berzieri di Borgo San Donnino va pubblicando, siamo informati dei mirabili effetti che si sono conseguiti in Tabiano dei bagni delle acque salinoiodate, che colà vengono trasportate da Salso e dall'alternare della bagnatura delle acque medesime colle solforose. Ma a distender viepiù la rinomanza dei bagni tabianesi e a metter in sodo i lontani dell 'efficacia delle nostre acque salse nella cura specialmente delle malattie di condizione scrofolosa gioverà, senza forse, una accurata analisi di essa; la quale operazione desideriamo ch'Ella commetta d’ufficio ai due valenti chimici i quali sarebbero i signori Francesco Belloli e Gaetano Grotti ».


Nel corso della pratica ritorna ancora il dubbio della concorrenza allo stabilimento di Tabiano, affermata in alcune postille anche dal Cornacchia e molte note si scambiano fra i varii uffici al riguardo, sino a quando il ministro Salati, titolare del dipartimento di Grazia, Giustizia e Buon Governo (dal quale dipendeva la dicisione Sanità Pubblica) con lettera del 31 luglio 1847, comunica all'inclito dipartimento dell’interno di avere concessa permissione al Rocca di aprire in Salso lo Stabilimento richiesto, basandosi sopra le considerazioni del Commissario Territoriale di Borgo San Donnino, esposte nella lettera sopra riportata « della quale si alliga ad ogni buon fine una copia al presente ».
Ed il Salati aggiunge: « Con tutto ciò si è fatta raccomandazione all’inclito Dipartimento delle Finanze di disporre per modo che le acquemadri provenienti dalle saline di Salso e delle quali l'Amministrazione delle Contribuzioni indirette possa disporre, siano sempre concedute di preferenza allo Stabilimento dei bagni di Tabiano, noti essendo i prodigiosi effetti che sogliono produrre le alternate bagnature d’acque solforose e d'acque salse ». Ma la concessione del Rocca ebbe ancora qualche traversia. Lo rilevano le postille a questa lettera, le quali mostrano uno dei soliti dissensi burocratici circa la competenze.
Una di esse dice appunto : « siccome lo stabilimento del Rocca riguarda la polizia sanitaria soltanto, giacché egli non ha una sorgente propria d’acqua termale, ma la trae dalle acque madri possedute dallo Stato, cosi spetta al Dipartimento di Grazia e Giustizia e Buon Governo disporre in conformità della legge, mentre il Dipartimento dell’interno non si può aver parte ».
Alla fine il Rocca nell’estate del 1847 potè aprire un modesto locale con alcune stanze e vasche, ed il 6 luglio il Commissario Territoriale di Borgo nominava ispettore dello stabilimento il Dott. Giovanni Valentini, medico condotto a Salso.

E la Gazzetta Ufficiale di Parma pubblica un manifesto del Rocca in data del 2 Agosto 1847, nel quale annuncia l’apertura dello Stabilimento.

"Il Sig Lodovico Rocca di Parma, dietro superiore autorizzazione di S.E. il Presidente di Grazia Giustizia e Buon Governo del 3 di luglio n.i. 12807-13132-4048, ha aperto in Salsomaggiore uno Stabilimento balneare a comodo di quelli che volessero trarre profitto delle bagnature salino-iodate, le cui virtù terapeutiche nella cura specialmente della scrofola è abbastanza comprovata dalle ripetute osservazioni costì e altrove istituite. Egli darà opera onde i signori bagnanti trovino quivi i comodi desiderabili all'uopo, e siccome dal giorno dell'accordato permesso ad oggi mancava il tempo necessario per completare quei lavori che si addicono a Salsomaggiore balneare, preparati provvisoriamente sei stanzini con vasche ed ammobiliato un decente ed abbastanza ampio locale ad uso alloggio in una casa, che il Signor Gino Bussandri gli offerse al lodevole scopo, promette il Rocca di soddisfare più decorosamente al comune desiderio nel venturo anno, ove il concorso lo assicuri dell'impresa. Fa noto d'altronde, in pendenza della cosa, che coloro i quali bramassero di trar profitto da questi bagni, potranno anche ora essere con ogni pulizia e senza grave spesa trattati nei pubblici alberghi, tre dei quali discretamente ampi e provvisti e che troveranno mezzo di divagamento non tanto fra le amenità dei colli che incoronano il paese, quanto nel paese medesimo”.

Ispettore fu nominato Giovanni Valentini. Nel 1848 il maestro Rocca lasciò Salsomaggiore e il proprietario dell'edificio Giulio Bussandri, lo gestì fino al 1850. Il 21 Luglio 1849 il Protomedicato ordina l'analisi delle acque alla Giunta governativa dello Stato: «Venuto in cognizione che il signor d’Erlach Primo Speziale di Corte della defunta Nostra Sovrana aveva già istituita l’analisi delle acque salino-iodate ... siccome codesto lavoro dovrebbe essere negli archivi del Dipartimento delle Finanze e potrebbe forse risparmiare una piccola spesa di una nuova analisi, ho creduto opportuno di ristarmi per ora e sino ad ulteriore disposizione dell'incaricare i Signori Farmacisti nominati ».
Ma Lorenzo Molossi, direttore della Statistica, replica il 30 luglio, avvertendo che il lavoro fatto dal d’Erlach si riferisce alla manifattura del sale ed alle particolarità geografiche del circondario salifero di Salso e ritiene doversi dar corso all’analisi predetta pregando, il Magistrato degli Studi d'incaricarne i tre professori di chimica (Vighi, Piroli e Truffi).
Così il Dipartimento dell’interno fa richiesta, in data del 3 agosto, al Marchese Giuseppe Pallavicino, Preside del Magistrato degli Studi, perchè i tre professori indicati provvedano a fare un’accurata analisi quantitativa delle acque predette, aggiungendo : « Forse gioverà che le investigazioni dei predetti Professori sieno dirette non tanto alle acque salse nel loro stato naturale, e preferendo le più sature del pozzo grande di Salsomaggior, denominato della ruota: quanto delle acque madri che si ottengono nella coltura del sale ». Il 20 agosto il Magistrato degli Studi avverte che i tre professori, appena finiti gli esami per collazione di gradi accademici, si accingeranno ad espletare l’incarico ricevuto e prevede una spesa di L. 620, necessitando fra l’altro libbre novanta di mercurio, per disporre del cosidetto bagno a mercurio. Il 28 settembre, dopo parecchie lettere di spiegazione, il Dipartimento dell’interno spedisce i fondi richiesti.
Alle sollecitazioni susseguitesi, il Preside del Magistrato degli Studi il 22 novembre 1849, comunica le risposte dei tre professori incaricati e cioè « che all'oggetto di provvedere il mercurio e depurarlo non poterono essi se non il giorno 2 del corrente mese recarsi a Salsomaggiore, dove, nei cinque giorni di permanenza, s’applicarono agli studi preliminari, richiesti in ogni analisi d’acqua minerale, non meno che nel raccogliere diligentemente tutte le cognizioni necessarie a confermar gli analitici loro lavori ; « che partiti da Salsomaggiore la mattina del giorno 8 fecero ritorno lo stesso dì in Parma; ove appena giunte le acque raccolte al serbatoio comune, alle caldaie di evaporazione, ed alle due cisterne di scolo del Magazzeno di Salsomaggiore, anno incominciato e continuano l’analisi qualitativa preceditrice della quantitativa, sulle quattro specie d’acqua minerale. Ad un tal punto trovansi i lavori analitici delle acque di Salsomaggiore. Ma richiedendo essi somma diligenza e precisione, e spesso anche il paziente sacrifizio di molte giornate di lavoro, così i Sig. Professori prementovati non possono precisare l'epoca, in cui potrà loro essere concesso di mostrar compiuta l’onorevole missione, che il Superiore Governo degnava loro affidare ».
Ma questa prima analisi era nata sotto cattiva stella, giacché il Magistrato delli Studi sollecitato, risponde il 13 aprile 1350 che i chimici Vigili e Piroli essendo stati dimessi dall’ufficio di Professori, hanno cessato di occuparsi della cosa e che il Truffi non può da solo condurla a fine. Il 19 settembre l’interno scrive di nuovo, perchè si completi la commissione coll’aggiunta dei farmacisti Belloti e Del Bue. Altra lettera del’otto gennaio 1852, annuncia che il Del Bue non ha accettato l’incarico.
Ed il Cornacchia annota in calce di suo pugno: « Che amore della scienza nel Preside delle Scienze! Del Bue nel 1850 dichiara di non poter farne, e ciò si notifica in gennaio 1852!? Facciano pure i due se pur faranno ! ». E con lettera dell’interno del 13 gennaio successivo, Cornacchia consente che la commissione resti composta del Truffi e del Belloli, nella speranza di ottenere l’analisi in tempo per poterla pubblicare prima che venga la stagione della bagnatura Il 12 febbraio 1852, il Preside del Magistrato degli Studi comunica alcune dichiarazioni del Truffi, nelle quali proclamavasi dispiacentissimo di dover far osservare « attualmente non essere il lavoro nè semplice, nè facile, nè breve come può apparire a prima vista, dappoiché i lavori analitici odierni impegnano a determinare non solo i costituenti di un corpo compo sto, ma a stabilire eziandio scrupolosamente la dose di ciascuno di essi, ciò che conduce alla necessità di isolare per via diretta o indiretta ciascuna sostanza onde stabilirne il peso; che l’analisi di un’acqua mineralizzata da sette o più materiali complessi, non può venir compiuta colla sollecitudine ammissibile in potenza».
E conclude
chiedendo di essere sostituito, disposto a comunicare al nuovo incaricato le risultanze analitiche qualitative già ottenute. Dopo altre note e contronote, l’interno scrive per l’ultima volta il 15 giugno 1852, ricordando e raccomandando «l’importanza di ottenere l’analisi delle acque salino-iodate di Salsomaggiore, sulla quale hanno già versato gli studi del Prof. Galeazzo Truffi, desiderabilissimo essendo che Egli stesso coroni l’opera intrapresa». Ma dal fascicolo non risulta che l’analisi siasi finita o quanto meno se ne sia data comunicazione ad alcuni delli uffici interessati. II Valentini in Salso e le sue saline e i suoi bagni salino iodati (Parma, 1857) pubblica due analisi qualitative del Truffi, tanto dell’acqua salsa naturale, come dell’acqua madre.
Ma i saggi delle acque non sono quelli raccolti nel novembre 1849, ma vennero prelevati dai pozzi della Regia Salina e spedite il 9 giugno 1855. Così la prima analisi completa fu quella dei due chimici Luigi Cardone in unione ad Alessandro Seveso, pubblicata nei fascicoli di giugno e luglio 1857 negli Annali di Chimica applicata alla medicina, riprodotta compendiosamente poco dopo dal Doti,. Filippo Rossi nella Gazzetta Medica di Milano. Il 26 ottobre 1860, il Ministro Corsi si rivolge all’intendenza di Finanza di Parma per avere maggiori notizie della sorgente salino iodata di Salsomaggiore della quale, aggiunge, parrebbe concessionario il signor Lodovico Rocca! il Ministro aggiunge: « Dall’esame di essi documenti parrebbe che detta permissione sia stata rilasciata dal Dipartimento di Grazia e Giustizia del Governo dell’ex Ducato di Parma e Piacenza addi 31 luglio 1847 .. . . Pubblicatasi nel mese di giugno 1852 nel predetto Ducato la legge sulle miniere, nella quale all’art. 1. la sorgente di cui trattasi, come contemplata nelle sostanze della prima classe, dovevasi regolarizzare il titolo della sua utilizzazione, nel modo e termini voluti dal successivo articolo 24 di essa legge e 13 della relativa disposizione ministeriale 1852, correva obbligo d'ottemperarvi, ma il fascicolo succitato terminando col mese di giugno di detto anno 1852 non può porgere schiarimenti in proposito. Pare quindi opportuno che la S. V. Ill.ma inviti il Sig. Rocca ad esibire le preaccennate giustificazioni invitandolo ad unirvi copia autentica dell'ottenuta permissione, e le giustificazioni dell’adempimento delle condizioni cui detta permissione può esser stata sottoposta».
L’Intendenza di Finanza ha scritto subito al Rocca invitandolo « a presentare i titoli giustificativi dell’adempimento delle condizioni portate dall’atto di concessione» ma il Rocca non ha risposto, aveva abbandonato Salso nel 1848. Nel 1850 il Conte Alessandro D'Adhérmar divenne concessionario delle saline, il suo principale obbiettivo era quello di migliorare la produzione del sale. Su insistenza del dottor Valentini nel 1852 fece però costruire sotto la tettoia a ponente delle saline 12 camerini da bagno. I lavori durarono sei anni, ma i bagni iniziarono subito e il numero dei bagnanti crebbe. A causa del prezzo del sale che non era diminuito anche se erano stati fatti dei cambiamenti, il contratto con il conte Adhèmar e il Governo dei Borbone venne risolto. Al posto del Conte D'Adhérmar  fu nominato il Conte Scribani Rossi di Piacenza, che collaborò con il Valentini per riuscire a far approvare dal Governo una nuova costruzione al posto del vecchio stabilimento. Nel 1857 il Prof. Guido Dalla Rosa propose dei cambiamenti nella produzione del sale e l'ampiamento dello stabilimento balneare, la biancheria usta per le cure veniva ancora asciugata all'interno dello stesso stabilimento. Il Dalla Rosa ottenne dal Governatore delle provincie dell'Emilia Farini l'affitto delle Saline e dei bagni, obbligandosi a compiere a proprie spese tutti gli studi e lavori necessari alla ricerca di una miniera di salgemma che si riteneva esistesse nel sottosuolo di Salsomaggiore.  I lavori per l’ampiamento dello stabilimento furono eseguiti tra il 1857 ed il 1869, nel 1860 furono aggiunti altri 24 camerini.
Il progetto fu realizzato da Pier Luigi Montecchi di Parma, lo stabilimento fu costruito sulle fondamenta del vecchio edificio del conte D'Adhérmar. La facciata era in stile neoclassico e fu innalzata di un piano, questo portò a 36 il numero dei camerini. Un ponte in mattoni sul torrente Citronia e un cancello in ferro chiudevano l’estremità anteriore dell'edificio. Un balcone si trovava al piano superiore della facciata principale che dava sul largo Cavallotti, ora piazza Berzieri.  Nuove sale furono costruite al primo piano, una di esse fu utilizzata come teatro, un’altra divenne sede di un museo di mineralogia e una utilizzata per la lettura e lo svago con un biliardo. Dalla loggia si passava al vestibolo, e da questo alla sala d’aspetto.
Tra la sala e il vestibolo vi erano due lunghi corridoi uno a destra e l’altro a sinistra, ai due estremi ad angolo retto altre corsie formano tre lati di un quadrato contenenti venti camerini per bagni con vasche di marmo di carrara, una sala per signore, una stanza per il medico Direttore. L’ala destra serviva agli uomini, di fronte vi era un giardino. L’ala sinistra guardava le saline e serviva alle donne. L’acqua dolce proveniva da una cisterna e portata a dei serbatoi che la diramavano alla caldaia a vapore per riscaldarla e alle bagnatoie. L'acqua madre veniva raccolta in contenitori capaci di contenere fino a 2000 brente.
Tramite una pompa veniva portata in un serbatoio e con dei tubi mandata alle bagnatoie. L’acqua calda, fredda e salata andavano alle vasche, dove con un’apposita chiave l’acqua madre veniva aperta da un inserviente. Quando le acque venivano scaricate andavano ai condotti nei sotterranei, passando in un laboratorio chimico per estrarne lo iodio.
Le guarigioni crescevano e le pareti di un’altra sala del primo piano si riempì di stampelle e bastoni lasciati dagli ammalati. Ne era testimonianza una lapide lasciata da un sacerdote che diceva: "Qui depongo queste mie grucce testimoni di ottenuta guarigione per virtù di questi bagni da periostite alla fibula della gamba sinistra vecchia di due anni conseguita da febbre tifoidea e patita nel luglio e agosto 1871 in segno di lieto e grato animo Inglese Don Francesco Salsomaggiore, li 11 luglio 1872." Esisteva anche un album dove personaggi del mondo scientifico rilasciarono attestati. Il giorno 8 settembre 1860 fu trovata una sorgente ferruginosa nei pressi dello stabilimento.
Il Marchese Dalla Rosa fece eseguire uno scavo per ottenere un getto libero per studiarne le caratteristiche fisiche e chimiche. Lo scavo era lungo 380 metri e profondo 4,60. Il lavoro presentò diverse difficoltà. Dopo le analisi e visto che l’acqua poteva essere utilizzata a scopi terapeutici.
Il Dalla Rosa pensò di rendere piacevole il luogo, dove si sarebbero potute bere le acque. Fu costruita un’ampia grotta sotterranea, per entrare si passava dal giardino e dopo una strada coperta di trenta metri si giungeva ad una grotta larga 4 metri, che dava accesso ad un’altra lunga 7 metri e larga 6 metri. Vi erano delle stalactiti artificiali che davano l’idea di una grotta naturale. La luce entrava dall’alto da vari fori appositamente creati. Realizzarono l’impresa i capimastri Enrico Gazza di Parma e Giuseppe Bianchi di Vigatto. Il lavoro venne terminato il 6 aprile 1861. Nel 1875 scaduto il contratto d'appalto il Marchese Dalla Rosa ottenne malgrado, l'opposizione del Dot. Valentini, che preferiva una gestione municipale, di rinnovarlo per altri 50 anni, obbligandosi di spendere L. 50 mila annue nei primi anni del nuovo contratto, in opere di ampliamento. Il Valentini per la sua presa di posizione dovette lasciare la direzione dello stabilimento.
Il Dalla Rosa fondava la Società delle Regie Saline e Bagni. Nel 1878 fu costruito un piccolo reparto per le inalazioni. L'ingegniere Giuseppe Magnaghi da Casale Monferrato che era arrivato a Salso per ragioni di cura ne intuì l'importanza e nel 1893 per decreto reale ottenne una concessione mineraria che fu chiamata Romagnosi, e in breve tempo realizzo un nuovo stabilimento.  Nel 1897 fu aggiunta allo Stabilimento Vecchio un’ala nuova, che conteneva 24 camerini ad uso bagni.
La vecchia sala di inalazioni fu sostituita da altra in marmo e cemento con ventilatori, atta a subire senza deterioramento irrorazioni disinfettanti col sublimato alle volte, alle pareti, al pavimento. Ampie sale di raduno, conversazione, lettura e locali convenienti per le cure del massaggio, dell’elettroterapia vi si aggiunsero in questi ultimi anni, oltre che un laboratorio chimico e microscopico. Una importante innovazione ha subito col riscaldamento a vapore, onde impiantare per la prima volta le cure invernali, ciò che avvenne appunto nell’inverno del 1897.L'ingresso si trovava sul lato del giardinetto di fronte all’albergo Detraz. Si entrava in un'ampia sala d'aspetto, sul cui soffitto vi era un'affresco che rappresentava la primavera, dipinta dal Prof. Marini. A destra dell'atrio vi era la galleria per il bagno degli uomini, a sinistra quella per le donne, che era in comunicazione con una ampia sala d'intrattenimento. Belle ed ampie erano le vasche, lucidi i metalli, accuratamente conservati gli stucchi delle pareti. Un ampio corridoio parallelo alla galleria riservata al bagno delle signore, si apriva in fondo all'atrio d'aspetto.
Da li si accedeva ai reparti delle cure speciali, fanghi, inalazioni, etc. Per le inalazioni di acqua madre (sistema Siegle e Percy a vapore d'acqua) erano disposte convenienti sale e camerini speciali. Al piano superiore del corpo centrale, aveva sede il reparto di ginnastica medica o kinesiterapia ed elettroterapia corredato da apparecchi speciali della ditta E. Balzani di Milano, vi erano pure impianti di bagni di luce parziali e generali. Direttore del reparto di ginnastica medica era il Prof. Giuseppe Monti. Un reparto speciale fu istituito per i militari e per i malati del sanatorium.
L'igene era di fondamentale importanza, nello Stabilimento Vecchio si procedeva mediante disinfestazioni periodica delle pareti e dei pavimenti dei camerini. Le biancherie da bagno passavano, dopo il bucato alla stufa sterilizzatrice Geneste-Herscher dalla quale senza ulteriori contatti passava ai camerini.
Fra le Regie Saline e la nuova ala c'erano: il pozzo artesiano Nuovo o Delle Saline, un gazometro, magazzini per 1’ acqua madre, per l’acqua Salso-Iodo-bromica e materiali vari appartenenti alla società G. Dalla Rosa e C. Morto il Magnaghi nel 1898 si costituiva la Società anonima Magnaghi.
Direttore dello stabilimento fu dal 1852 al 31 dicembre 1874 il Dot. Giovanni Valentini, che venne licenziato per gravi contrasti con il marchese Dalla Rosa. Nel 1893 era direttore dello stabilimento il dottor Umberto De Valney che venne sostituito nel 1894 dal  Dott. Ettore Baistrocchi, coadiuvato nel 1905 dai dottori Egildo Zerbini ed Ercole Albertelli    
Il medico direttore delle inalazioni era il Dott. Antonio Zancarini, fratello del Sindaco di salso. Il Direttore del laboratorio Chimico era il Cav Dott. Giuseppe Cavezzali.

Disposizioni igieniche negli stabilimenti di Salsomaggiore 1900

L'acquedotto Corazza e quello del "Re dei ruscelli" di proprietà delle Terme Magnaghi servono per quanto riguarda l'acqua dolce gli stabilimenti di Salsomaggiore. Le disposizioni igieniche negli Stabilimenti, sono relative alle sale d’inalazione, ai camerini da bagno, alle camere d’alloggio e alla biancheria usata per bagni e per le camere. In ogni parte degli Stabilimenti ci sono delle sputacchiere appese ai muri, a un metro circa d’altezza dal suolo, aventi una disposizione tale che il materiale immessovi non resti visibile e cada in un liquido disinfettante che viene rinnovato secondo le prescrizioni date al personale.
Appositi cartelli posti sopra le sputacchiere raccomandano al pubblico l’uso che si deve farne. Nelle sale d'inalazione e nei camerini da bagno, per mezzo delle pompe Bordoni-Uffreduzzi, è praticata la disinfezione quotidiana, (lavature con soluzione di sublimato), del pavimento e delle pareti fino a una certa altezza, dove arriva il rivestimento lucido dell’intonaco.
Le vasche, dopo ciascun bagno, vengono lavate facendo uso di spazzola prima con abbondante acqua saisojodica a 16° di densità, e poi con soluzione di creolina, o di sublimato corrosivo all’l °/°° nei casi in cui dalla tessera medica ne risulti la indicazione al bagnino. In questi casi anche le biancherie subiscono un trattamento speciale. Esistono alcuni camerini speciali d’inalazione per una persona, e vengono adibiti a infermi affetti da malattie trasmissibili.
Tali camerini hanno anche ingresso e spogliatoio affatto separati da quelli delle sale d’inalazione in comune.
La biancheria usata pel bagno, prima d’essere lavata o con liscivia bollente, è sottoposta a disinfezione. Essa viene mandata in un locale sotterraneo mediante condotti isolati e raccolta in un locale perfettamente chiuso, dove un apposito personale la immerge in tinozze contenenti una soluzione di sublimato 1 °/°° con cloruro sodico 1 %. Da queste la biancheria viene estratta dopo un certo tempo per mandarla al bucato. Il personale che maneggia questa biancheria indossa un’apposita vestaglia, che depone prima di uscire da quel luogo lavandosi anche accuratamente le mani ed il viso.
La biancheria viene in tutti gli stabilimenti (Il pubblico è ammesso a visitare le guardarobe ed ogni altra parte interna degli stabilimenti per confortarsi di propria scienza della cura igienica con cui sono scrupolosamente condotti) prima, di essere consegnata al bagnante, novamente sterilizzata. Si adopera pure per la disinfezione della biancheria la stufa sterilizzatrice Geneste.
La disinfezione degli ambienti è fatta con i vapori di formaldeide misti a vapori d’acqua, con successiva vaporizzazione d’ammoniaca, secondo il metodo recentemente proposto e provato efficace anche da ulteriori esperimenti, del prof. Flugge di Breslavia. Tutti questi servizi d’igiene sono continuamente sorvegliati dai medici locali degli stabilimenti, sotto la direzione di consulenti specialisti.

Tratto da:

  • Salsomaggiore primo centenario
  • Gazzetta di Parma del 2 agosto, 1847
  • Salsomaggiore Tipografia e Cartoleria Francioni 1900
  • Guida di Salsomaggiore Tabiano e Dintorni, 1905
  • Salsomaggiore Tabiano, Snelli
  • Guida storica medica e pittorica di Salsomaggiore e Tabiano Giovanni Valentini 1861
  • Il Parmense e le sue Stazioni Balneari Salsomaggiore Tabiano Sant'Andrea 1899 Battei
  • Guida Medica dei bagni e delle inalazioni di Salsomaggiore degli stabilimenti balneari e del Sanatorium Battei 1900
  • Il primo stabilimento di bagni a Salsomaggiore G. Micheli 1926




 

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