Dalla via Trento all'Andrea Doria - Dal diario di Nino Saccani, classe 1932 - Tal là, tal là al Mer 1 - Dalla via Trento all'Andrea Doria - Dal diario del salsese Nino Saccani, classe 1932 - Tal là, tal là al Mer!  - Mi chiamo Nino Saccani e sono nato a Salso il 2 giugno 1932. Era da poco finita la guerra. Abitavo in via Trento e dopo la scuola, come tanti altri miei coetanei, frequentavo l’oratorio di S. Antonio.  Il parroco era l'ottimo padre Roberto Lecchini, che ci faceva anche lezione di dottrina cattolica, mentre di noi adolescenti si occupava un giovane frate, Padre Teofilo. Le nostre famiglie erano ben felici che frequentassimo la parrocchia perché ci sapevano al sicuro, in un ambiente sano dove si potevano imparare i valori della vita e anche perchè i frati ci aiutavano a fare i compiti.

Non sapevano peró che noi, a volte, con la scusa di andare all’oratorio, scavalcavamo il cancello sopra la via Trento, ci arrampicavamo su fino alla villa Corazza, poi, raggiunta Costa Marenga, scendevamo giù fino a S. Nicomede. Tornati a casa, quando ci chiedevano dove fossimo stati, noi rispondevamo: "siamo stati all’oratorio".  Invece ci eravamo spinti, senza permesso, fino allo Stirone. A Salso l’unica piscina era quella del Poggio Diana, noi non potevamo permetterci di entrare in un ritrovo cosí esclusivo, e l'unico posto alla nostra portata per una bella nuotata erano proprio i "fondoni" d'acqua dello Stirone.
Un anno dopo la fine della guerra avevamo già quattordici anni e non avevamo mai visto il mare. Le nostre famiglie non avevano grandi possibilità economiche. Nella mia famiglia, ad esempio, mio padre faceva il muratore,  mia mamma lavorava come tuttofare in una pensioncina e avevo una sorella di quattro anni più giovane. Così cominciammo ad insistere con Padre Teofilo: "pedar anduma a vedar al mer?"  Esausto, dopo tanta insistenza,  al termine dell'anno scolastico si mise in contatto con i confratelli del convento di Pontremoli e alla fine di giugno, eravamo nel 46, partimmo in treno diretti verso Pontremoli. A Pontremoli però il mare ancora non si vedeva. In quel periodo i mezzi di trasporto scarseggiavano, i soldi erano pochi, avevamo speso quasi tutto per il viaggio in treno e bisognava anche comprare il biglietto per tornare a casa. Padre Teofilo fece nascondere otto di noi dietro una siepe e si mise in strada con due ragazzi a fare l’autostop. Si fermò un camion che andava a Massa. A questo punto, con grande sorpresa dell'autista, Padre Teofilo fece prontamente comparire anche gli altri ragazzi.
Eravamo una decina di persone ma l'autista di buon cuore ci caricò comunque tutti, dietro, sul cassone, raccomandandoci però di tenerci ben saldi alle sponde del camion, con padre Teofilo seduto al suo fianco in cabina. Quando arrivammo a Massa si presentò ai nostri occhi una vista spettacolare: le cave di marmo bianco illuminato dal sole del primo mattino e in lontananza un immenso mare azzurro. E noi tutti in coro a gridare: "tal là al mer, tal là al mer". 
Era la prima volta che vedevamo il mare. Raggiungemmo la spiaggia di Marina di Massa. 
Abituati alle pozze d’acqua dello Stirone non ci sembrava vero. Ci spogliammo e ci lanciammo in acqua, come tante anitre starnazzanti, mentre padre Teofilo se ne stette per tutto il tempo tranquillamente seduto a leggere il suo breviario. L’orologio non ce l’aveva nessuno, non saprei dire con precisione quanto tempo fossimo rimasti in acqua: sicuramente dalla prima mattina fino al tardo pomeriggio.
Pranzammo a pane, portato da casa, e acqua che sgorgava abbondante da una fontanella. Alla sera in treno tornammo in seminario a Pontremoli. I seminaristi erano in vacanza e questo ci permise di fermarci per una intera settimana. Si mangiava nel refettorio assieme ai frati, si giocava nel bosco di castagne dietro al convento e di giorno si faceva il bagno nel fiume che attraversava Pontremoli.
Alla fine della settimana di vacanza partimmo al mattino presto dalla stazione di Pontremoli. Dal momento che i soldi scarseggiavano padre Teofilo comprò un biglietto per sé e per due ragazzi e a tutti gli altri disse di sparpagliarsi lungo il treno. Quando passò il controllore per il  biglietto, secondo l’ordine ricevuto rispondemmo: "il biglietto ce l’ha il frate".
Arrivati fortunosamente alla stazione di  Parma padre Teofilo si fece prestare dei soldi dai suoi confratelli del convento di Parma per comprare i biglietti e tornare a Salso. Fu quella la prima volta che vidi il mare. In seguito lo avrei rivisto e solcato numerose volte a bordo delle più grandi e veloci navi di linea e da crociera italiane. Ma questa è un'altra storia.

Testimonianza raccolta da Gianluigi Saveri

1 - Dalla via Trento all'Andrea Doria - Dal diario di Nino Saccani, classe 1932 - Tal là, tal là al mer
2 - Dalla via Trento all'Andrea Doria - Dal diario di Nino Saccani, classe 1932 - Ti con cla facia lì at pol ander in cap al mond 
3 - Dalla via Trento all'Andrea Doria - Dal diario di Nino Saccani, classe 1932 - 7 luglio 1955, per la prima volta mi imbarco a Genova sull'Andrea Doria
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6 - Dalla via Trento all'Andrea Doria - Dal diario di Nino Saccani, classe 1932 - 25 luglio 1956 - Il salvataggio
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Dal diario di Nino Saccani, classe 1932 - Tal là, tal là al Mer

 

 

 Padre Teofilo e i suoi ragazzi

Dal diario di Nino Saccani, classe 1932 - Tal là, tal là al Mer

 

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