PozziDa antichi documenti, sembra che i pozzi dai quali si estraeva l’acqua per la produzione del sale fossero circa duecento, sparsi nel territorio di Salsomaggiore, cioè Salsominore, Centopozzi, Bargone e Tabiano. Erano scavati a mano, di diametri differenti (fino a 2 metri!), rivestiti parzialmente di mattoni o legname. Raggiungevano profondità varie, da 10 a 70 metri; la portata era modesta, dato che l’acqua veniva estratta coi secchi. Venivano impiegati i condannati ai lavori forzati, poi gli animali, che facevano muovere una ruota per estrarre l'acqua.


Nel 1860, secondo il Valentini, erano attivi circa 75 pozzi, dai quali si ricavavano 15.000 quintali di sale all’anno, facendo evaporare l’acqua riscaldandola in “padelle” a fuoco diretto; in questo modo sono state spogliate le colline salsesi dai boschi che ne adornavano la vallata. 
Quando si passò alla trivellazione meccanica il sistema ustato fu quello « Americano » o « Canadese. Il sistema si basava nel rivestire il pozzo con una colonna di tubi in acciaio avvitati l'uno nell'altro. I tubi uscivano dal terreno per più di un metro. Il primo pozzo chiamato Balatrone, fu scavato dal Conte d'Adhemar. Il marchese Guido Dalla Rosa perforò il secondo nel 1873 che prese il nome di pozzo Scotti. Dal 1884 al 1889 alcune ditte nazionali ed estere continuarono la perforazione di pozzi allo scopo di trovare giacimenti di petrolio del quale il marchese Dalla Rosa, con le perforazioni precedenti, aveva rinvenuto abbondanti traccie. Tra i diversi pozzi perforati il n. 5 detto Romagnosi II di proprietà della Società Anonima delle Terme Magnaghi  raggiunse la profondità di 670 metri. Il n. 3 bis della ditta G. Dalla Rosa, G. Corazza e C. toccò la profondità di 683 metri. Nell’anno 1897, la Società G. Dalla Rosa, G. Corazza e C. fece eseguire diverse altre perforazioni, e cosi : un nuovo pozzo nell’ interno del cortile delle Saline, detto pozzo delle Saline profondo m. 417. Il pozzo Scotti venne riperforato e portato a m. 717 diventando in quel periodo il pozzo più profondo d'Italia; fu riperforato anche il pozzo Dalla Rosa che venne portato a m. 363,30. Il pozzo Romagnosi II e il pozzo n. 3 bis nel 1905 erano visitabili e naturalmente avevano eruzioni spontanee. Il petrolio estratto fu poco, abbondante l'acque salso-bromo-jodiche di costante densità e temperatura. Dai pozzi di Salsomaggiore si ricava dell’acqua salso-bromo-jodica, del petrolio e del gaz.
La prima si impiegava per bagni e per la fabbricazione del sale; il secondo, che si rinveniva in piccole quantità, si lasciava galleggiare in apposite vasche e si mandava alla raffineria per la depurazione; il gaz si raccoglieva in apposite camere alla bocca dei pozzi  e si immetteva nei gazometri, e serviva per alimentare l'illuminazione pubblica e privata alimentava le macchine industriali.

 

Nel 1899 le Regie Saline e Bagni erano proprietarie di questi pozzi artesiani:

 
Salsomaggiore Scotti 1864 279 m Ostruito
Salsomaggiore Dalla Rosa 1873 192 m

 

Salsominore Trionfo 1884 170 m Eruttivo
Salsominore Albertina 1884 175 m Abbandonato
Salsominore   1885 213 m Abbandonato
Salsominore   1885 525 m Abbandonato
Salsomaggiore N° 5 1885 670 m  
Salsomaggiore Marazzola 1887 514 m  
Salsomaggiore S. Giovanni 1887 514 m  
Salsomaggiore N° 6 1888 490 m  
Salsomaggiore Albertina 2 1888 200 m Getto Continuo
Salsomaggiore 3 Bis 1888 683 m Getto Intermittente 
Salsomaggiore 3 Bis 1889    
Salsomaggiore Saline 1897 416 m Eruttivo
Salsomaggiore Scotti 1898 717 m Riperforato più profondo in Italia

 

Negli anni 1920, durante la trivellazione di un pozzo per la ricerca di acqua potabile in località Lodesana, dalla profondità di circa 60 metri vennero espulsi dal getto d’acqua bellissimi esemplari di conchiglie e residui fossili marini. L’acqua ottenuta dall’estrazione, è quella che viene chiamata “salsoiodica naturale”. Ha una temperatura propria di 16° C, è di sapore un po’ amarognolo, ed ha sempre sentore di petrolio. La sua densità è 16° Baumè, e contiene sciolti per litro 179,164 g. di sali minerali, di cui 154,022 g. di cloruro di sodio, cioè sale da cucina; ad esso sono associati in quantità eccezionalmente alta iodio, bromo, stronzio, acido borico e petrolio, ed ancora circa 20 cc di gas metano.

LE ACQUE SALSO-BROMO-IODICHE DI SALSOMAGGIORE
Si deve ad un medico condotto, Lorenzo Berzieri (1806-1888) nato a Besozzola frazione di Pellegrino Parmense, il merito di utilizzare le acque madri per uso curativo. Molto probabilmente l'acqua madre secondo alcuni scritti ritrovati da C. Fedeli, veniva usata già nel Medioevo. Nel 1847 vi fu l'apertura di un primo fabbricato con alcune tinozze di legno. L’affluenza dei curandi fu intensa, e ben presto si rese necessario l'apertura di un altro stabilimento che venne costruito dal conte Adhemar nel 1852, con 12 vasche. Visto il continuo successo delle acque di Salsomaggiore nascono: lo stabilimento Magnaghi, il Dalla Rosa, il Baistrocchi, il Berzieri e  infine lo stabilimento Zoia. Illustri furono i direttori sanitari: Berzieri, Valentini, Porro, Riva. Tra gli uomini che resero grande Salsomaggiore troviamo: il marchese Guido Dalla Rosa che ottenne nel 1860 la concessione delle saline e dei bagni per 15 anni, rinnovata nel 1875 per altri 50 anni, e l’ing. Giuseppe Magnaghi al quale venne rilasciata una seconda concessione, denominata Salsomaggiore II (o Romagnosi), mentre la concessione Salsomaggiore I era già di pertinenza del Demanio. I pozzi attivi secondo il Molossi a Salsomaggiore verso il 1830 erano 48, di cui iil più profondo superava di poco i 70 metri. Nel 1875, erano 84 pozzi, in parte murati e in parte rivestiti di legname, di profondità tra i 50-60 metri, solo tre soli erano attivi: il Pozzo della Ruota, il Pozzo Scotti, il Pozzo Balatrone. Negli anni 1970 pozzi attivi, sono 21, a profondità compresa fra i m. 470 e 1258.

Elenco dei pozzi d'acqua salifera tratto da Guida storica medica e pittorica di Salsomaggiore e Tabiano Giovanni Valentini 1861 






Tratto da
Guida di Salsomaggiore Tabiano e dintorni Mattioli 1905
L'attività estrattiva e le risorse minerarie della regione Emilia Romagna Attilio Scicli Guida storica medica e pittorica di Salsomaggiore e Tabiano Giovanni Valentini 1861

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