La storia del calcio salsesell calcio salsese ha origini lontane, tanto che un viaggio a ritroso nel tempo disegna una storia incredibilmente ricca ed affascinante, pure coinvolgente, approdando al 1911: sono le prime partite disputate sul prato dell’attuale Parco Corazza e si celebrano le vittorie sulle due migliori formazioni ducali, dalla cui fusione nascerà poi il Parma Football Club. I parmensi vengono messi sotto da un drappello di ragazzi locali in maglia neroazzurra, che si sentono coralmente partecipi di un’avventura entusiasmante: Leo Branchini, Ferri, Ruggeri, Zancarini, Pelati, Milani, Pignacca, Tricarico, Crespi, Brusati, Ricotti sono i loro nomi, magnifici interpreti di questo primo periodo.
Da qui si snoda un cammino che, nello spazio fra le due guerre, saprà regalare momenti meravigliosi, qualche altro più amaro, nel nuovo impianto del Parco Regina Margherita, l’attuale Parco Mazzini ove sorge lo stabilimento Zoja. Tribune in legno, ampie, spaziose e suddivise in due reparti, con gli alberi a proteggerle dal sole, fanno da cornice ad un teatro naturale nel quale i giovani salsesi sono eletti rappresentanti di una intera comunità che, la domenica, giorno di festa, si stringe attorno a loro in un momento di splendida aggregazione: calzettoni e calzoncini di fogge diverse, maglie non tutte uguali (alcune hanno le righe più larghe), ma una volontà ed uno spirito veramente unici e sinonimo di una precisa identità e sintonìa.
Ottimi campionati federali di IV e III Divisione, una squadra di Boys sempre all’avanguardia, brillanti pareggi in amichevole con squadre di rango nazionale come la Pro Vercelli (0-0 nell’aprile del 1924) e il Parma (2-2 al Tardini nel febbraio del 1933), ma anche momenti bui come il ritiro dal campionato nel 1937, periodo nazionale fascista, per mancanza di giocatori! Nomi storici, i dirigenti Aroldo Ericoli, Amedeo Zancarini e Angiolino Serventi, l’esemplare capitano Ettore Artoni (non è da tutti calciare fuori volontariamente in due occasioni un calcio di rigore concesso troppo magnanimamente dall’arbitro), il popolare “Giga” Gragnani, il goleador di razza del primo decennio, Giuseppe Popoli, e l’altro, secondo decennio, Alfredo Bassi, l’eterno Mario Daccò, una vita nel “calcio povero”, che racconta: «Lo spogliatoio dell’epoca, a lato del campo di gioco, era una baracca neroazzurra divisa in due parti, con un solo servizio igienico e niente docce. A fine partita, con tutti i giocatori sudati e sporchi, arrivava una botte piena d’acqua montata su un carretto che, con un collettore e qualche rubinetto, provvedeva ad erogare l’acqua necessaria a lavarsi. Non da meno, a volte era solo un rubinetto che spuntava dal terreno, poco lontano dal campo, a fungere da improvvisata doccia, quando non era l’acqua stessa del laghetto ad essere utilizzata e che, d’inverno, i giocatori dovevano raggiungere spezzando la lastra di ghiaccio formata dal gelo».
E che dire delle sfide con i cugini del Fidenza: nel 1930, con i bianconeri sul 4-0, la partita viene sospesa nel secondo tempo per… mancanza del pallone (si, all’epoca, di palloni, spesso ce n’era uno solo!) e l’arbitro ritiene valido il risultato acquisito sul campo, dal Fidenza, al momento della sospensione. Nel 1939, invece, spalti gremiti nell’anello del Parco Mazzini a salutare un roboante 7-2, con il quale i neroazzurri festeggiano la consegna agli onori nazionali del primo campione locale, quel “Giso” Toscani che, dopo aver trascinato l’Italia alla vittoria nel Torneo internazionale di Strasburgo con i suoi cinque gol contro Francia, Svizzera e Olanda, vestirà le maglie di Bologna, Pescara e Parma prima di tornare a Salso ed essere giocatore prima, allenatore e dirigente poi, lasciando la sua impronta su tanti anni di calcio locale.
Dopo la parentesi di una guerra che ha tarpato sogni e speranze per qualche anno, solo alcune amichevoli, qualche Coppa Bar e le memorabili sfide con gli inglesi delle truppe di occupazione di stanza nella città termale, il calcio riparte alla grande e Salso vivrà, dal 1945 al 1985, i quarant’anni più intensi della propria storia. Subito uno splendido campionato di Prima Divisione, una sola sconfitta in venti gare, ed un ancor più splendido girone finale in cui vengono messe sotto le squadre del Castelfranco Emilia, Casalecchio di Reno e Castelmassa di Rovigo, undici punti in sei partite, una sola rete subìta e tredici realizzate: l’8 giugno 1947 una folla strabocchevole, crogiuolo di passione e di tifo, trascina propriamente i neroazzurri ad una strepitosa conquista della serie C. Brindano alla vittoria il neo-presidente Angelo Martinelli e il segretario, è ancora lui, Mario Daccò, insieme ai vari dirigenti, da Giovannini all’ex presidente Branchini, da Albrigi a “Fedullo” Gambarini e ai fratelli Enea ed Attila Barani.
Sedici le formazioni al via di una “C” che regalerà un sorprendente quinto posto, del tutto inatteso ma meritato, vera sorpresa del campionato, anche se non sarà sufficiente per il mantenimento della categoria;
infatti, il punto di distacco dalla quarta classificata, a causa delle radicali trasformazioni uscite dal congresso di Perugia della F.I.G.C., condannerà i neroazzurri, guidati dal “professore” Nando Avanzini, da Afro Mainardi e Oscar Beligoni, un cremonese ormai beniamino dei tifosi, a ripartire da un Interregionale, Lega Centro, che continuerà comunque a portarli in trasferta fino a Senigallia e Fano. Due “prodotti nostrani” vanno intanto ad arricchire il palcoscenico della serie A: il tenace difensore di fascia “Mìcia” Medici veste la casacca biancoceleste della Lazio e poi quella del Bari, mentre “Ninetto” De Grandi, il popolare “Fiordaliso” come fu soprannominato per la sua eleganza fin dai tempi di Seregno, sbarca a Milano, sponda rossonera, e la sua carriera, prima di legarsi indissolubilmente, anche nella vita privata, con la città di Palermo, sarà suggellata dal tricolore con il trio svedese Gren-Nordahl-Liedholm e il grande giornalista Gianni Brera lo denominerà proprio “il quarto svedese”.
Per i colori neroazzurri, sotto la ultradecennale presidenza del rag. Enea Barani, un quadriennio di Interregionale, due anni di Lega Centro e due di Lega Nord, il rientro di Giso con 59 gol nelle sue 89 presenze, anche uno splendido secondo posto dietro l’Imolese nel 1948-49 con la bellezza di settantotto reti realizzate; poi un lento, inesorabile declino, quattro anni di Prima Divisione, per approdare, alle soglie degli anni sessanta, al campionato di Seconda Divisione emiliana. Tanti derby locali nei quali compaiono, rientrando a Salso dopo la loro parentesi professionistica, “Tulén” Toscani, fratello di Giso, che ha vestito anche la maglia del Milan, “Lélo” Foscili di ritorno da Pescara, e Vasco Molinari. Saranno loro a fare da chioccia a tanti giovani sui quali , per un decennio, ha lavorato “Mintén” Francani, grande maestro di sport e di vita, un lavoro notturno per dedicare le ore di luce ai ragazzi, e a fare gruppo con il portiere “Nàpo” Gandolfi, “Pinetto” Daccò, Franco Rizzi, “Giulietto” Tosini, Franco Corradi, Giancarlo Bottini (per tutti “Putensa”), “Ciso” Zurlini, il mister Giso Toscani.
Sono gli ultimi anni nei quali teatro di queste sfide è il campo del Parco Mazzini, ove sta per sorgere lo stabilimento Zoja e che, prima di scomparire, vedrà le gesta di una grande squadra giovanile, la “Francani”, per due anni campione provinciale e regionale Juniores sotto la guida di Giso e nel nome del grande “Mintén”; preziosi “tuttofare” Nino Cortesi e “Pedar” Campari, presidente è l’ing. Donati, il rag. Borsotti, Roberto Lunghi, Sergio Spalti, Franco Delendati, Dante Corsi sono dirigenti solerti su cui potrà contare anche la prima squadra, nella quale vedremo “Cifro” Meteori, Dismo Ferrari, “Beppe” Barani, “Néto” Spalti, Mauro Bergamaschi; “Gide” Orsi, Renato Marosi, “Betulla” Gialdi, “Pàte” Balvi, Romano Zanlari, Giovanni Ronchini, Franco Ferrari sono gli altri nomi che impreziosiscono quella squadra, insieme al difensore centrale Adriano Carapezzi, che andrà al Parma, e al regista avanzato del centrocampo “Dàdo” Corradi che gusterà la serie A con i colori azzurri del Napoli, dove giocherà accanto a Juliano, Montefusco, Canè e Bean.
Ma è ormai pronto il nuovo impianto di Via Crispi, ora finalmente all’altezza dopo il fallimento degli anni cinquanta con una struttura assolutamente non idonea né come terreno di gioco né come servizi. Su questo campo, inaugurato ufficialmente con le finali del Torneo “De Martino” per squadre Primavera di serie A (vittoria del Milan di Vecchi e Maldera sulla Fiorentina di Chiarugi), i presidenti Nino Musile Tanzi, prima, e Glauco Barral, poi, guidano la nuova società, A.S. Salsotabiano: è il 1967 quando i mitici colori nero ed azzurro lasciano il posto al giallo e blu.
E’ subito Promozione in Lombardia, lo sarà poi in Emilia, in una successione di risultati altalenanti che, dal 1967 al 1974, entusiasmano i tifosi per deluderli poi nell’immediato seguito. Dal cremonese approdano a Salso buone individualità (Brustolin, Marinoni, Zanetti, Merlo e Rota per citarne alcuni), dal milanese il tornante Del Bianco; con il libero-goleador Aldo Silvagna (micidiale su rigori e punizioni) e il centravanti Leonello Bonomini, capocannoniere assoluto, i locali Meteori, Orsi, Barani e Bergamaschi (vecchia “Francani”) saliranno in Promozione nel campionato 1967-68. Ancora in campo anche “Tulén” Toscani che, alle soglie dei trentasei anni, colleziona ancora quindici partite e quattro reti, con il rammarico dei tifosi salsesi per la sua decisione di ritirarsi dopo 167 presenze e ben 81 gol nel trascorso in maglia neroazzurra. Per un paio d’anni a loro si unirà poi “Dàdo” Corradi, di rientro dall’esperienza professionistica, arrivano successivamente dal parmense ottimi giocatori come Romani, Govi, Capelli, Avanzini, il goleador Martinelli, il portiere Ferrari e saranno loro a regalare una seconda Promozione, questa volta in terra emiliana, con una squadra che, di nostrano, ha il solo “Tàto” Dagoni, vera bandiera degli anni ’70, il fidentino “Kìlo” Craviari, che guiderà poi per anni il settore giovanile, l’ormai “mezzo salsese” Mino Ferrari e l’uomo guida, quel Claudio Azzali che ha calcato anch’egli il prestigioso palcoscenico della massima serie nazionale, giocando, tra l’altro, nella Fiorentina di Giuliano Sarti, Robotti, Hamrin e Castelletti.
Proprio anche per questa difficoltà dei giovani locali a trovare spazio, a Salso sta muovendo i primi passi una nuova realtà calcistica: l’allora parroco, mons. Ersilio Tonini, aveva fortemente voluto l’oratorio Don Bosco perché diventasse punto di aggregazione per i tanti giovani salsesi ed è proprio un gruppo di questi, Lucio Tosini con i suoi fratelli e gli amici Angelo Nigri e Giancarlo Chiusa a dare “il là” alla Combi: il geom. Alfonso Albrigi è il presidente e lo sarà per dodici anni, l’anima e vero propulsore ed organizzatore è Don Franco Premoli, “il Don”.
Dopo un paio d’anni brillanti ai vertici del campionato di Terza Categoria, “Willy” Tosini goleador con 26 reti, l’entusiasmo si affievolisce e la squadra sta scivolando verso l’anonimato, quando Don Franco decide di affidarsi alla coppia che da qualche tempo ha iniziato a lavorare sui ragazzini: Giancarlo Rocca allenatore e Dismo Ferrari direttore sportivo prepareranno e lanceranno i tanti giovani che contribuiranno a cambiare il volto della società biancorossa e a ridarle vigore, entusiasmo e qualità, al punto di creare un decennio storico con il passaggio dalla Terza Categoria alla Promozione.
Solari, Massari, Pongolini, Crovini, “Ruspa” Tosini, Sozzi, Italo Toscani, Marcellini, Donetti, Mario Nigri, Alfieri, Mingozzi sono tra i primi nomi di questa storia: Donetti, Toscani e Mingozzi sono nuove stelle che si accendono su palcoscenici superiori. Iapella, che farà anche una comparsa nel Parma, Mantovani, Oertel, Banchetti, Dami, Lucio e Maurizio Toscani, Daniele Rocca sono parte di un’altra sfornata che, insieme a “vecchi” di qualità tecnica e agonistica come il portiere “Cifro”, “Chìco” Valla, “Bòcio” Arduini, Moro, Scozzesi, Rino Lavezzini (quest’ultimo conseguirà poi la qualifica di allenatore UEFA di Prima Categoria) e ai fidentini Dante Maffini, Vanis Brianti, Claudio Porcari, “Coca” Guareschi e Roberto Besagni esalteranno, ognuno, una parte più o meno considerevole di questi anni, quattro promozioni, un traguardo impensabile ed impreziosito da tanti derby con la più quotata formazione gialloblù. E’ un altro spareggio, quello con il Bibbiano a Sala Baganza nel maggio 1980, dopo quello del Federale nel 1975 con il Marzolara, a collocare i biancorossi ai vertici del calcio dilettantistico, il tutto guarnito dai festeggiamenti del quindicesimo di fondazione. Enrico Canepari è alla presidenza dal 1977, dopo un fallito tentativo di fusione, il settore giovanile sforna gli ultimi prodotti di qualità, Silvio Giorgi, Gianfranco Circati e quel Nicola Berti che arriverà a vestire la maglia azzurra della Nazionale al fianco di Roberto Baggio e diverrà l’uomo simbolo di un percorso che, però, è ormai alle sue battute finali. Un nuovo presidente, il fidentino Besagni, un nuovo allenatore, anche lui fidentino, Adriano Allodi, un buon avvìo di questo nuovo ciclo, la squadra invitata alla Domenica Sportiva, ma piano piano si va spegnendo, pur sempre nell’ambito del torneo di Promozione.
Qui sta invece viaggiando alla grande il Salsomaggiore, non più Salsotabiano, del cavalier Giovanni Gerini, il quale, nella stagione 1977-78, poco dopo l’assunzione della presidenza, ha conseguito il primo traguardo, quello di riconquistare la Promozione; allenatore è il parmense “Pelino” Polli, goleador Aldo Dallaturca, mentre Adriano Carapezzi guida l’Under 20 alla vittoria nel torneo provinciale evidenziando giovani interessantissimi come Giuffredi, Carnevali, Bassi, Contini, Rori, ma soprattutto Gigi Corbellini e Mirco Giordani, già titolarissimo in prima squadra, gli allievi Leoncini, Oscaldi e Maurizio Bonati, portiere di grande qualità, che viaggerà parecchi anni nel mondo professionistico.
Il Cavaliere sfiora la serie D per ben quattro volte, tre secondi posti ed un primo a pari merito, il risultato più entusiasmante e amaro alla fine, nel 1983, quando nello spareggio al Tardini il Brescello supera i gialloblù, dopo aver subìto per l’intero incontro, grazie ad un’autorete nel finale. Azzali, Pelizzoni, Dassi, Giordani, Taciti, Setti, Benecchi, Chiapponi, Albertelli, Clerici, Teveri, Iapella, Corbellini, Carpanini rimarranno un perenne ricordo, insieme al mister Giancarlo Rocca che ha lasciato la Combi nel 1982 insieme a Iapella: a loro il Cavaliere regalerà la fantastica tournée in Brasile, quindici giorni che rimarranno indelebili nella storia del calcio locale. Cinque partite tra Rio, Brasilia e San Paolo, memorabile anteprima al campionato carioca nello stadio Morumbì che si va riempiendo di oltre centomila spettatori, accoglienze entusiastiche ed autografi ai ragazzini, ricevimento all’ambasciata italiana, interviste e riprese TV, insomma qualche cosa di incredibile.
Dopo questa grande avventura Gerini lega il suo nome alla fusione tra Salso e Combi, nasce l’A.S. Salsomaggiore nel 1984: più che una fusione si rivelerà in breve un assorbimento, quasi tutti i dirigenti di fede biancorossa abbandoneranno ben presto il campo. Anche il Cavaliere, dopo le splendide edizioni del torneo Beppe Viola nel 1983, che vede vincitrice la squadra Allievi del Parma di Nicola Berti sull’Inter, e del torneo Città di Salsomagggiore nel 1985, che vede vittoriosa la “Primavera” della Sampdoria sul Milan ai calci di rigore, è però ormai stanco e lascia la società nelle mani del nuovo presidente Italo Torelli. Anche per lui, subito, un secondo posto che sembra di buon auspicio per il futuro, Italo Toscani rientra a Salso, transita da queste parti anche Eugenio Ghiozzi, “Gene Gnocchi”, sono gli anni dei tanti gol di Giuliano Cavazzini, compare in prima squadra un giovane interessante, Giancarlo Granelli. Alla brillante partenza seguiranno purtroppo risultati molto altalenanti in un periodo, dal ‘87 al ’93, legato alla presidenza di Bruno Nemorini; retrocessione in Prima categoria, immediato recupero della Promozione grazie al campionato che premia le prime sette classificate nel ’91, di nuovo retrocessione, si passa dalla divertente “zona” di Tassi a Ferraguti, arriva a Salso in amichevole la squadra campione d’Italia dell’Inter, guidata da Nicola Berti. Mino Ferrari è il regista di tante vicende tecniche, il massaggiatore Corrado Gatti si fa strada tra i professionisti con le sue “mani magiche”, il ristorante Le Querce ospita tante squadre e calciatori cui il titolare Giorgio Parri, quando non è in giro per l’Europa come cuoco di Sampdoria e Lazio, dispensa sorrisi e piatti da buongustaio.
Alle soglie del duemila si arriva con la presidenza Bonfanti, i team-manager Maurizio Fiumelli, prima, e Tito Cavalieri, poi, Mino Ferrari e Roberto Pulvi allenatori, il ritorno di Silvio Giorgi e Andrea Brunani oltre al portiere Fabrizio Rovito: risulterà un episodio isolato il brillante risultato del ’94, un secondo posto che vale la promozione, è subito retrocessione e, a seguire, quattro anonimi campionati nella seconda metà della classifica. Sempre alle soglie del nuovo secolo si arriva anche con una new-entry, è il 1998 quando rinasce la Combi, grazie all’iniziativa di alcuni nostalgici e fedelissimi, Carlo Testa “in primis”, Riccardo Sicilia è il presidente ed Erasmo Bonati l’allenatore: la squadra conquista subito la Seconda categoria per retrocedere poi nella stagione 2001-02.
E’ questo l’anno nel quale arriva alla guida del Salso colui che sarà il più longevo presidente della storia gialloblù, Giancarlo Granelli. Egli succede a Vincenzo Pincolini, carismatica figura del calcio nazionale ed internazionale, che, per un anno, insieme al direttore sportivo Stefano Donetti, ha retto le sorti della società gialloblù in Prima categoria, dopo la manovra di accorpamento voluta dall’assessore Massimo Cavalli, quella tra il Salso ed il Tabiano del presidente Luca Basini, “Oscar”, chef di casa nostra e di casa Milan. Questo Tabiano, che aveva iniziato con Renzo Gardini subito dopo la fusione tra Salso e Combi ed aveva raggiunto anche la Prima categoria con gli allenatori Giancarlo Rocca, prima, e Stefano Spaggiari, poi, ora contribuiva a sanare la situazione deficitaria lasciata da Bonfanti e a permettere la continuità dei colori gialloblù con il suo presidente Basini.
L’A.S.D. Salsomaggiore di Granelli si riabilita come società, Andrea Brunani è il nuovo direttore sportivo e la squadra, nel 2003-04, guidata dal mister Edoardo Manini, riconquista la Promozione: elementi di spicco, al rientro nella cittadina termale, il fluidificante di sinistra Filippo Berti, fratello di Nicola, il portierone Maurizio Bonati e il goleador Michele Tanzi che diventerà, con le sue 141 reti, il miglior realizzatore della storia del calcio locale.
Si affaccia intanto sullo scenario calcistico Luca Cattani, noto ristoratore, che assume la presidenza della Combi nel 2002 e lo sarà ininterrottamente fino ad oggi, “giovani e meno giovani ma salsesi” il suo credo; la squadra conquista subito la Seconda categoria , quattro anni di buoni risultati, anche la piazza d’onore nel 2006, il successo arriva due anni dopo. E’ Prima categoria dopo l’ennesimo spareggio, questa volta con la Borgonovese, sotto la guida di mister Bertani che timbra altre tre stagioni fino alla retrocessione del 2011 ed il ritiro dall’attività di Alberto Spalti, figlio del popolare “Néto” degli anni sessanta, 190 presenze con 45 reti, principe dei goleador biancorossi. Da qui in poi, il cammino della Combi si sviluppa tra Seconda e Terza categoria: retrocessione nel 2013-14, immediata riabilitazione grazie alla vittoria nel Torneo Balisciano, sotto la guida di Fabrizio Rovito. Sarà solo un lampo, la squadra precipiterà di nuovo in Terza nel 2016, un anonimo campionato servirà unicamente a fare esperienza per tanti giovani salsesi che, opportunamente integrati, sempre in chiave locale, tenteranno, nella stagione 2017-18, di battersi per il primato sotto la guida del mister Dall’Aglio, sicuramente affiancato e sostenuto da quel gruppetto di grandi appassionati che sono il presidente Luca Cattani, il direttore sportivo Egidio Passera e soprattutto gli… Amici, Franco e Fabiano, padre e figlio, da anni e anni anima della società.
Ritornando al Salso, che avevamo lasciato in Promozione, cinque campionati in questa categoria, la squadra gialloblù arriva a sfiorare l’Eccellenza nel 2007, Sandro Boni è l’allenatore, un secondo posto con 63 punti ed uno solo di distacco dalla Casalese; si ritirano dal calcio giocato due bandiere, Giordano Ferrari, dopo diciotto anni dal debutto e 325 presenze, nessuno come lui, e Michele Trolli, 278 presenze. A breve distanza si ritirano altre due icòne come Filppo Berti e Michele Tanzi, ma la squadra è ormai pronta per il grande salto e, nella stagione 2009-10, stravince un grande torneo, otto punti sulla corazzata Bettolaspes, seconda: è Leonardo Pioli il trainer, Pelizza, Billone, Anceschi, Borlenghi, Vicini, Cornali, Lusardi, Filippo Pioli, Mazzoni, Partelli, Mongardi, Bottioni, Cantini, Cardillo, Mancino e Marsili sono gli interpreti di questa bellissima impresa insieme con Giancarlo Guarini, il capitano e goleador, dieci stagioni per un totale di 265 presenze e 73 reti, e Gianluigi Ghia, “Giangi”, altro beniamino dei tifosi: sono questi ultimi due i soli salsesi in un gruppo assai eterogeneo come provenienza.
Il Salso si manterrà in Eccellenza fino ad oggi, campionato 2017-18, i play-out con esito positivo sembrano essere una costante, arriva anche, con il mister Roberto Voltolini e Gigi Corbellini, che da anni cura la preparazione atletica dei gialloblù, la finale di Coppa Italia purtroppo perduta a Cesenatico contro il Progresso Castelmaggiore: Marco Provenzano, Massimo Bertolini, Alessandro Cornali, il gigante senegalese Omar Daffe, Luca Mazzera, Simone Pedretti sono alcuni dei nomi che caratterizzano questo periodo che porta però ad una decisiva svolta. Preannunciata dal graduale e progressivo inserimento di giovanissimi salsesii come Cristian Bonati, Federico Berti, Francesco Dioni, Lorenzo Morigoni, Davide Granelli, la nuova politica societaria, impostata dal presidente Granelli con il direttore sportivo Brunani e i responsabili del settore giovanile Filippo Berti e Francesco Ramponi, concede grande spazio a ulteriori forze e nuove leve locali, formatesi in un settore giovanile unanimemente considerato tra i migliori della provincia. Sarà quindi questo, ormai, il serbatoio della prima squadra, al via del campionato 2017-18 con una “targa” prettamente salsese e come più giovane formazione del torneo di Eccellenza, fondata sulle colonne Granelli, Brunani, Berti, Delucchi, Corbellini, Bonati, Cantarelli, Cerati e Todoverto.

Giancarlo Rocca


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Statuto 1912

Dal 1920 al 1940

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