Stabilimento MagnaghiL'ing. Gerolamo Magnaghi arrivò a Salsomaggiore nel 1880, acquistò un terreno dove si trovava il pozzo n° 5 chiamato Romagnosi II. Soltanto dopo tredici anni, grazie al Sovrano decreto dell’8 giugno 1893 firmato da Umberto I e controfirmato dal ministro Lacava si riconosceva al Magnaghi la facoltà di estrarre acqua, gas e petrolio in una zona di 40 ettari e di utilizzarla per cure terapeutiche. Nel 1896 ci fu un ricorso presentato dal Magnaghi concessionario della miniera Romagnosi 2 al Ministro dell'Agricoltura Industria e Commercio perchè non veniva concessa ancora dopo tre anni l'autorizzazione per la costruzione di un nuovo stabilimento. Il progetto fu dello stesso Magnaghi e dell’architetto Broggi e fu edificato in viale Romagnosi. "Le Grandiose Terme Magnaghi", furono inaugurate nel 1895. Ampie sale, quella superiore chiamata Pompeiana graze alle decorazioni e allo stile, 74 camerini da bagno, 99 vasche, 16 camerini per i fanghi, sale per le polverizzazioni, inalazioni, irrigazioni e un reparto per cure fisiche.

Un attestato di stima arrivò dal Senatore Edoardo Porro “Fa proprio piacere di trovare anche in casa nostra -rara avis- uno stabilimento creato non da ingorda speculazione, ma da ben intese norme di igiene e di edilizia sanitaria. Nemmeno all’estero si hanno bagni che per eleganza, proprietà, ampiezza di camerini, scrupolosa disinfezione delle vasche, biancheria, diano, come le Terme, le maggiori garanzie igenico-sanitarie...” Lo stabilimento era ha due piani, entrambi accessibili dal Viale Romagnosi. Il visitatore poteva rendersi conto della grandiosità dello Stabilimento al solo affacciarsi al magnifico salone Pompeiano probabilmente affrescato da Gottardo Valentini, e rimanere ammirato procedendo nelle gallerie dei vari reparti delle cure balneari e delle applicazioni speciali. Da Don Chisciotte Salsomaggiore "Il 6 luglio 1899 si è inaugurato il Cinemato­grafo Lumière..... Assai applaudite furono le proiezioni del Cinematografo di Lione, specialmente nei 10 quadri, che, in una superficie di mq. 30, ripro­ducono la Corrida de Toros. Nello stesso Salone delle Terme si annuncia per la ventura settimana una buona compagnia comica, che vi darà un corso di 10 rappresen­tazioni. Il palcoscenico, appositamente costruito, è di m. 7 x 6,50. È pregevole opera del  del Frugoni di Parma, con dipinti della società scenografica di Milano Esso si smonta rapidamente dopo ogni rappre­sentazione, cosi da far riprendere al salone ogni mattina la sua attraente fisonomia e potersi la sera trasformarsi in teatro. Il salone è tutto illuminato a luce elettrica. Siamo grati all’iniziativa dello stabilimento Magnaghi che va escogitando tutti i modi per rendere sempre più pieno di attrattive questo soggiorno balneare, colmandone le varie lacune, fra cui primeggiava fin qui quella della scar­sità di passatempi serali...."
Il Salone Pompeiano era lungo 50 metri largo 12 e alto 15 metri rappresentando, cosi non solo la più grande sala di Salsomaggiore, ma la più ampia d’Italia per concerti. Nei mesi estivi si facevano concerti gratuiti per tutti i bagnanti. Le Camere da bagno si trovavano lateralmente, eleganti paratie metalliche nascondevano gli usci formando spaziosi corridoi. Erano costruite, decorate, arredate secondo le più rigorose esigenze dell’igiene. Vi erano vasche speciali di forma brevettata, e vaschette per bambini. Da Don Chisciotte 15 luglio 1899 "Una Nuota Sala Inalazioni si é aperta sabato 8 luglio 1899  alle «Terme Magnaghi» pur continuando a funzionare nel solito salone pompeiano gli apparecchi Jeanningen e Beiselen per le polverizzazioni d’acqua sal­soiodica naturale,  la nuova sala delle Terme offre oggi anche l’altro sistema Siegel a getto diretto, con l’acqua madre. Tante di guadagnato per il sistema nervoso dei bagnanti, che era fin qui continuamente in tensione nelle immancabili vivaci dispute per la prefernza all'uno o all'altro metodo d'inalazione......La nuova sala d’Inalazione alle Terme ha quella impronta di rigore igienico cho caratte­rizza ogni ambiente di questo stabilimento mo­dello. Le Pareti sono tutte in lastre di vetro, gli inalatori sono in numero di 20 (dieci per uomini e dieci per signore) con ventilatore a vapore; sale d’aspetto, spogliatoi, camerini riservati per malattie trasmissibili. La depurazione e sterilizzazione dell’acqua si fa per mezzo della macchina Siemens. L’acqua madre viene ridotta ai gradi voluti per l'uso delle Inalazioni sotto la direzione del chimico dott. Montanari (dell’ Università di Pisa.) L’impianto meccanico della sala fu fatta dalla Ditta O. Vandone e C. di Milano". Le sale d’inalazioni utilizzavano il sistema Siegle e Percy, quelle per le nebulizzazioni il sistema Janningen e Beiselen, inalazioni ad aria compressa  con il sistema Forlanini. Il massaggio e i fanghi erano affidati a medici specialisti e a patentate Masseuses. Meritavano attenzione i gabinetti di chimica micropica, elettroscopia, otorino-laringojatra, i saloni per le conversazionile e la lavanderia a vapore. I locali per disinfezione della biancheria trattata al subblimato corrosivo secondo il consiglio del Prof. Bordoni Uffreduzzi. La biancheria proveniente dai camerini da bagno o dai vari reparti di cura, arriva nei locali della lavanderia attraverso bagno prolungato in una soluzione disinfettante: ciò che garantisce da contagio il personale di servizio, veniva poi lavata con il sapone, quindi affidata alle lisciviatrici, poi all’ idroestrattore, infine alla grande sterilizzatrice sistema Schimmel dalla quale passa direttamente alla stireria meccanica, poi alle riscaldatrici e infine ai reparti di cura. Vi erano anche i camerini per i poveri, l’omnibus a giardiniera per il trasporto gratuito dei forestieri, dalla stazione, hotels e case, alle Terme. Ciascun reparto portava il nome di illustrazioni mediche e degli insigni studiosi delle acque di Salsomaggiore quali il Bacchelli, il Simpson, il Porro, il Wirchow, e dei primi medici locali che scopersero le virtù terapeutiche delle acque. (Berzieri, Valentini, ecc..). Lo Stabilimento delle Terme Magnaghi era alimentato dal pozzo n° 5 della miniera II che consentiva l’alimentazione dei vari reparti e fatta poi defluire in apposite condutture poste nel torrente Gerra che le scaricava a valle dell’ abitato. Il Magnaghi sistemò a sue spese i marciapiedi del viale Romagnosi e pensò anche all'illuminazione mettendo nove lampade elettriche. Il Magnaghi già nel 1893 sosteneva l'utilità delle cure invernali e nel 1896 intraprese la costruzione di un grandioso fabbricato d'alloggio vicino alle Terme ma non lo vide terminato perché morì nel 1898 e l’edificio a sette piani fu inaugurato l'anno successivo.
La vedova signora Delia Pavoni, costituì nel giugno 1898 la “Società Terme Magnaghi” che diede un impulso notevole all'industria locale sotto la direzione del cav. Alberto Pavoni, legato al Magnaghi da vincoli di parentela, il presidente era l'On. Emilio Maraini. Nel 1898 un busto commemorativo su marmo rosso Svizzero, commissionato allo scultore Paolo Troubetskoy fu posto all'ingresso dello Stabilimento sul viale Romagnosi.
La società cominciò importanti lavori. Il nuovo Grand Hotel di fronte alle Terme, il completamento della grandiosa casa annessa alle Terme che venne chiamato Maison des Thermes, la lavanderia a vapore, nuove perforazioni di pozzi artesiani, allargamento ed ampliamento dei locali per la disinfestazione della biancheria, acquisto della più importante fonte d'acqua dolce del Salsese, e costruzione della relativa conduttura denominata "re dei ruscelli" derivando l'acqua sorgiva da Besozzola, località distante 10 Km da Salsomaggiore, un laboratorio per la ricerca di clinica medica e Microscopica diretto dal Prof. Luigi Zoia. 
La Maison des Thermes era a sette piani, di cui tre destinati ai bagni, e quattro per gli alloggi. Vi si accedeva per un grandioso scalone che lo congiungeva all'altra parte di fabbricato, oppure per un ascensore. Questa casa era l'unica che offriva la comodità delle cure interne.
Il bagnante veniva avvisato da un campanello elettrico nella propria camera che il suo bagno era pronto e attraversato un breve corridoio, si trovava nel gabinetto del bagno. All’edificio qualora non si passi dalle Terme si entrava per un ampio scalone e anche con un ascensore dalla parte dell’albergo Milano. Le camere erano arredate con gusto e semplicità. Nell'edificio erano aboliti i tappeti di lana, la tappezzeria, i mobili intagliati.
Tutto doveva essere di facile pulizia per evitare eventuali microbi patogeni. Le pareti erano stuccate o dipinte, con angoli arrotondati, letti verniciati a smalto, con rete metallica, mobili in pino d'America lucidati a spirito, niente a ridosso delle pareti, dovunque luce ed aria. Aveva acqua potabile, luce elettrica, caloriferi per le cure invernali, carrozza gratuita alla stazione, personale Svizzero.
I medici ordinari ai primi del millenovecento erano: Il Dott. Uberto Marzorati (ostetrico) di Milano, già assistente dei Prof. Porro e Calderini; e il Prof. Luigi Zoia, docente di Medicina all’ Università di Parma. Il Dott. Cavalli come medico Masseur. il dott. Mario Fontana malattie sistema nervoso e terapia fisica, Enrico D'Anna professore di patologia chirurgica, Il dott. Mario Serena specialista in ginnastica medica e massaggio.
Le Terme avevano parecchi consulenti scelti fra le più alte notorietà mediche. Oltre ai Clinici della vicina Università di Parma (Prof. Alberto Riva e Prof. Andrea Ceccherelli, l’uno Direttore della Clinica medica e l’altro della Chirurgica) le Terme Magnaghi potevano vantare Illustri nomi di S. E. il Prof. Guido Baccelli, Ministro della P. I. (per la Medicina); del Prof. Edoardo Porro, Senatore del Regno, (per la Ginecologia), il Prof. Ettore Truzzi (Direttore della Maternità di Parma) e il Prof. Arturo Bompiani (Direttore della Maternità di Roma). Per l’igiene, il Prof. Cav. G. Bordoni Ufreduzzi (Direttore ufficio Sanità di Milano).
La lavanderia a vapore era a esclusivo servizio dello Stabilimento. La biancheria arriva nei locali attraverso un bagno prolungato in una soluzione disinfettante: a tutela di contagio per il personale di servizio. Era quindi sottoposta alla lavatura comune al sapone, affidata alle liscivatrici, e poi idroestrattore, infine alla grande sterilizzatrice sistema Schimmel dalla quale passava direttamente alla stireria meccanica, quindi alle riscaldatrici e di li ai reparti cure.
Vicino allo stabilimento vi era un ufficio postale telegrafico governativo che funzionava pure di notte, una succursale della Banca G. Ressi successore Bellinzaghi di Milano, una agenzia della compagnia Thomas Cook & Son, un'agenzia del Norddeutscher Loyd e della Navigazione Generale Italiana. Dopo lunghe contestazioni i proprietari delle Terme Magnaghi ottennero dal governo la concessione per esportare dell'acqua. Fu una lunga lotta perchè la risoluzione del governo provocò una specie di rivoluzione a salsomaggiore, si minacciò di distruggere i vagoni del trasporto ed i recipienti dell'acqua, ci vollero mesi finchè la situazione si normalizzò e si potesse cominciare l'esportazione dell'acqua. 
Con un contratto intervenuto, l’8 agosto 1905, fra l’Amministrazione dello Stato e la Società delle Terme Magnaghi,veniva a questa concesso di esportare ovunque l'acqua salsoiodica naturale, per bagni, inalazioni ed irrigazioni, come sgorga dai pozzi. Si costituì il 15 dicembre 1905 una Società (D. Magnaghi e C.), con sede in Milano, avente l’unico scopo di effettuare l'esportazione dell'acqua da Salsomaggiore al domicilio dei malati che la richiedono e anche presso quegli stabilimenti balneari esistenti nelle varie città ove, chi non ami effettuare la cura in casa propria, domandi di farsela dirigere. 

Una iniziativa votata dai medici facenti parte dei DUE RAMI DEL PARLAMENTO. Come corollario degli studi e delle scoperte che sempre più sottolineavano l’importanza eccezionale dei benefìci che una razionale applicazione delle acque naturali di Salsomaggiore poteva assicurare all’umanità sofferente, partiva, dai medici esercitanti anche un mandato politico, una iniziativa provvida. Essa si estrinsecava nella seguente istanza, diretta a S. E. il Ministro delle Finanze il quale ostacolava in quel tempo il trasporto delle acque salutari di Salsomaggiore.
A S. E. Il Ministro delle Finanze
« Nell’interesse degl’infermi, cui non deve essere sottratto il benefìcio efficacissimo delle acque di Salsomaggiore, specie nei mesi in cui gli stabilimenti locali di Salsomaggiore non funzionano; « Nell’interesse della ricchezza nazionale, che molto aumenterà per la diffusione, massime sui mercati esteri, di un’acqua medicamentosa di prim’ordine come quella di Salsomaggiore. « Considerando che tale acqua, per essere eminentemente salina, non soggetta a variazioni derivanti dalla temperie, nè a base di gas, è fra quelle che nel trasporto non soffrono alterazione; « Convinti che la sua diffusione, oltre gli altri vantaggi maggiori e generali (economici e terapeutici della intiera Nazione) è destinata a recarne uno notevole a Salsomaggiore, producendovi quell’aumento di clientela che, per naturale legge economica, si verifica in ogni altra stazione balneare in seguito alla notorietà che essa acquista per la diffusione dell’acqua; « Considerato, ecc. « Tenuto conto, ecc. « Osservato infine, ecc. « I sottoscritti esprimono il voto che non sia ostacolata dal Governo la libera esportazione delle acque naturali salsojodobromiche di Salsomaggiore. Prof. Dott. Guido Baccelli, clinico medico della R. Università di Roma. Prof. Paolo Casciani, insegnante idrologia medica all’università di Roma. Prof. Felice Santini, Presidente dell’Ordine dei medici nella Provincia di Roma. Dott. Antonio Angiolini. Prof. Achille De Giovanni, Direttore dell’istituto di clinica medica generale nell’università di Padova. Prof. Giuseppe Sanarélli, della R. Università di Bologna. Prof. Edoardo Maragliano, Direttore della Clinica medica della R. Università di Genova. Prof. Francesco Todaro, dell’università di Roma, Presidente del Consiglio superiore di sanità. prof. Camillo Golgi, dell’università di Pavia patologia generale), membro del Consiglio superiore di sanità. Dott. Eugenio Moresca, Medico primario dell’ospedale di Trani. Prof. Luigi Maria Bossi, Direttore della Clinica ostetrico-
ginecologica della R. Università di Genova. Dott. Alberto Agnetti, Primario dell’ospedale di Bordighera. Prof. G. B. Queirolo, Direttore della Clinica Medica della R. Università di Pisa
».

 

La parola ufficiale della Direzione Generale di Sanità’ del Regno sulla esportazione dell’acqua di Salsomaggiore.
« E’ con vera soddisfazione che si può da noi constatare l’utilità della esportazione di un’acqua così salutare, sopratutto nel periodo in cui gli Stabilimenti di Salsomaggiore sono chiusi e a vantaggio di quei malati che, per gravi condizioni economiche e domestiche, siano impediti di recarsi alla scaturigine del rimedio. E' così finalmente esaudito il voto di eminenti professori, tra cui Guido Baccelli, del Lancet e dei più importanti Congressi Idrologici — tra cui il recente tenutosi a Milano il 5 ottobre 1906 — i quali costantemente affermarono e chiesero doversi esportare ovunque l’acqua naturale di Salsomaggiore, acqua che per essere eminentemente
salina non gassosa e non soggetta a variazioni derivanti dalle temperie (poiché anche a Salso viene scaldata artificialmente) è fra le poche che nel trasporto non soffrono alcuna alterazione ».
Queste parole — scriveva il Corriere della Sera nell’agosto 1908 — sono tolte dal volume « Le acque minerali d’Italia », pubblicato dal Ministero dell’interno Per cura della Direzione generale della Sanità Pubblica. Esse sono un’eloquente riprova della verità di quanto siamo andati ripetutamente sostenendo in queste colonne, per mettere in luce la importanza del fatto medico ed umanitario dell’esportazione delle celebri acque. In questa stagione in cui, per parecchie gravi malattie l’acqua di Salsomaggiore è particolarmente indicata, quali l’artrite, la gotta, la scrofola, il rachitismo, le malattie uterine, le faringiti e laringiti croniche, gli esaurimenti nervosi, ecc., le richieste dell’acqua piovono alla Società D. Magnaghi e C., in Milano, che ha l’esclusività per l’esportazione dell’acqua. E chissà quanti sono ancora i sofferenti i quali ignorano che, senza recarsi a Salsomaggiore, la cura con acqua naturale, preparata per inalazioni e per bagni, si può fare ugualmente a domicilio o in uno stabilimento balneario della città ove si risiede. Da Roma, da Milano, da Torino e persino dalla Repubblica Argentina, giungono notizie di speciali stabilimenti sorti per facilitare le cure di Salsomaggiore coll’acqua esportata. Tutti gli specialisti di malattie della gola vanno dotando i loro gabinetti di cura di apparecchi destinati a praticare le inalazioni di Salsomaggiore. Ma per un altro uso l’acqua di Salsomaggiore è destinata a diffondersi. Poiché l’acqua naturale di Salsomaggiore — da non confondersi con l’acqua madre, che è il residuo dell’estrazione del sale e quindi priva di cloruro di sodio — è sette volte più salata dell’acqua del mare e contiene inoltre iodio, bromo, litio, stronzio e ferro, essa è infinitamente indicata per i bimbi deboli con tendenza al linfaticismo e al rachitismo. Poiché la sua densità può essere graduata giusta il consiglio del medico, ogni mamma, che soffre non vedendo fiorire la sua creatura o che la teme avvelenata da insidiose malattie ereditarie, può praticare dei bagni con l’acqua benefica, certo non meno efficaci di quelli marini. Essa non ha bisogno di attender la bella stagione per portare il suo figliuoletto al mare, non deve sottostare alle noie e ai dispendi di un viaggio e di una residenza in una stazione marina, ma può nel mese che più le accomoda, nelle condizioni più opportune, nel momento più adatto, iniziare i bagni salati, dai quali la sua creatura potrà avere forza e salute. Data poi la
possibilità di graduare la densità dell’acqua, i bagni potranno adattarsi a tutte le età, a tutti i temperamenti. E’ questo un altro dei tanti vantaggi che dall’esportazione dell’acqua di Salsomaggiore derivano.
L’inalterabilita’ dell’acqua esportata - Intervista con il Prof. Bordoni Uffreduzzi, medico capo, e direttore dell’ufficio d’igiene, del Comune di Milano.
Essendoci venuta all’orecchio — scriveva la Perseveranza — in questi ultimi tempi la notizia, che si starebbe concretando in Milano, su iniziativa della benemerita Società Magnaghi, l’impianto di un grandioso Inalatorio
con acque di Salsomaggiore, per la cura gratuita in ispecie dei bambini poveri del Comune, abbiamo creduto opportuno rivolgerci all’esimio dott. prof. Bordoni Utfreduzzi, medico capo dell’ufficio igiene della nostra città, per ottenere dalla sua nota competenza e cortesia alcuni schiarimenti al riguardo. — Infatti, tale progetto mi consta — rispose subito l’egregio professore — Anzi se ne interessò ultimamente anche il nostro Assessore alla beneficenza, prof. Vittorio Ferrari, giudicandola, al par mio, un’importante istituzione filantropica e terapeutica, che veramente fa onore a chi ebbe la paternità dell’idea, e che merita quindi tutto l’appoggio e l’incoraggiamento possibili. Ella può facilmente immaginare quante povere creature ne potrebbero approfittare. Non potendo esse recarsi al mare, si potrebbe quasi dire, con una iperbole, che è il mare che sta per venire a loro con una potente onda benefica — Ma crede Lei — abbiamo allora chiesto all’illustre professore — che l’acqua di Salsomaggiore, trasportata a distanza, avrà lo stesso valore, cioè la stessa efficacia terapeutica, che sul posto? — E’ questo uno degli argomenti su cui maggiormente si suol parlare a orecchio e adattare vecchi clichés a tutti i casi, mentre in fatto d’esportazione di acque minerali, tutto è differenziale a seconda di speciali
condizioni e fattori : prima di tutto, a seconda del modo con cui l’acqua viene attinta e conservata; poi, a seconda della natura e composizione dell’acqua stessa; in terzo luogo, a seconda dell’uso cui è destinata. — Ma — tornando alla nostra domanda specifica — nel caso di Salsomaggiore? — Senta — ha osservato il professore — per quanto riguarda la capzione dell’acqua dai pozzi artesiani, il tipo dei recipienti, l’installazione apposita per la riempitura di questi, Le dirò solo che, appunto per garantire la genuinità dell’acqua trasportata, le norme relative a tutto ciò sono prescritte alla Società Magnaghi dalla Direzione generale di Sanità del Regno, la quale, per mezzo dei suoi organi, ne controlla l’adempimento. Ed è, anzi, clausola del contratto intercorso fra lo Stato e la Ditta Magnaghi, che il contravvenire a tali rigorose prescrizioni sarebbe elemento di rescissione della facoltà di esportare. — E come mai, soltanto per le acque di Salsomaggiore, che non vengono immesse direttamente nell’organismo, ma adoperate per bagni ed inalazioni, vigono norme cosi rigorose, mentre tali norme non disciplinano punto il commercio delle acque minerali ad uso di bevanda? — Perchè — ha spiegato il dott. prof. Bordoni Uffreduzzi — si volle, con ciò, esaudire un’apprensione della popolazione Salsese, la quale aveva, da principio, temuto che le acque prodigiose, di cui la Natura ha dotato quella fortunata cittadina, potessero, nel venire sfruttate ad uso commerciale fuori Salso, perdere qualcosa delia loro genuinità, perciò della loro efficacia, e quindi della loro meritata fama mondiale e secolare. « D’altra parte, la Società « Terme Magnaghi », principale interessata in tale esportazione, avendo i suoi viali interessi sul posto, rappresentava già per questo solo fatto la migliore garanzia, che quel commercio sarebbe stato fatto in guisa da giovare, anziché nuocere, al credito di Salsomaggiore. Ed il fatto, oramai, ha ben dimostrato che l’esportazione delle acque naturali di Salso da parte della Società Magnaghi, è stata per Salso pitura di questi, Le dirò solo che, appunto per garantire la genuinità dell’acqua trasportata, le norme relative a tutto ciò sono prescritte alla Società Magnaghi dalla Direzione generale di Sanità del Regno, la quale, per mezzo dei suoi organi, ne controlla l’adempimento. Ed è, anzi, clausola del contratto intercorso fra lo Stato e la Ditta Magnaghi, che il contravvenire a tali rigorose prescrizioni sarebbe elemento di rescissione della facoltà di esportare. — E come mai, soltanto per le acque di Salsomaggiore, che non vengono immesse direttamente nell’organismo, ma adoperate per bagni ed inalazioni, vigono norme cosi rigorose, mentre tali norme non disciplinano punto il commercio delle acque minerali ad uso di bevanda? — Perchè — ha spiegato il dott. prof. Bordoni Uffreduzzi — si volle, con ciò, esaudire un’apprensione della popolazione Salsese, la quale aveva, da principio, temuto che le acque prodigiose, di cui la Natura ha dotato quella fortunata cittadina, potessero, nel venire sfruttate ad uso commerciale fuori Salso, perdere qualcosa delia loro genuinità, perciò della loro efficacia, e quindi della loro meritata fama mondiale e secolare. « D’altra parte, la Società « Terme Magnaghi », principale interessata in tale esportazione, avendo i suoi viali interessi sul posto, rappresentava già per questo solo fatto la migliore garanzia, che quel commercio sarebbe stato fatto in guisa da giovare, anziché nuocere, al credito di Salsomaggiore. Ed il fatto, oramai, ha ben dimostrato che l’esportazione delle acque naturali di Salso da parte della Società Magnaghi, è stata per Salso la migliore réclame. Il decano dell’idrologia francese, A lbert Robin, diceva : « Una sola bottiglia d’acqua minerale esportata — purché l’acqua sia veramente buona — vale alla fama e alla fortuna d’una ville d’eau più di mille avvisi, di mille inserzioni, di mille opuscoli. » — Sta bene : dunque per le acque di Salsomaggiore sono messe in opera tutte le cautele atte a garantire la più scrupolosa igiene del trasporto. Ma, non potrebbe, indipendentemente da ciò, un’acqua minerale alterarsi nella sua composizione chimica, e, conseguentemente, perdere parte dell’efficacia nella cura a distanza? — L o potrebbe... ma non quella naturale di Salsomaggiore. « E perciò L e avevo osservato in principio che uno dei relativismi sull’alterabilità di un’acqua minerale a distanza è dato dalla natura dell’acqua stessa. « 11 tema ufficiale dell’ottavo Congresso di Idrologia, tenutosi per l’appunto a Milano nel 1906 fu : « A quali condizioni deve soddisfare un’acqua minerale per poter conservare la sua composizione ». Ne fu relatore quel geniale scienziato che è Piero Giacosa di Torino. « Ebbene, egli concludeva così : « L a stabilità di una soluzione è tanto più grande, quanto più essa è concentrata; purché non si giunga al limite della saturazione. Questa legge ci spiega come le acque fortemente mineralizzate siano stabilissime. Queste acque possono essere inviate a distanza, e la loro azione terapeutica si mostra sempre uguale e costante. » — E le acque di Salsomaggiore sarebbero dunque fortemente mineralizzate? — Più di quante altre ne esistano in Europa; 16 Beaumé, ossia cinque volte più dense del mare. E ciò spiega ch’esse siano proprio le «inalterabilissime». « Diversa sarebbe stata la mia risposta sulla identità della cura a distanze, se si parlasse di acque gassose, oppure termali. « Ma anche a quest’ultimo riguardo, della temperatura, giustamente scrisse Guido Baccelli, « essere le acque naturali di Salso le uniche, che nel trasporto non sohrono alterazione, poiché non scaturiscono calde, ma anche a Salso vengono riscaldate artificialmente. » « Quando poi un incredulo, per esempio il mio intervistatore, voglia convincersi da sé con una prova diretta, non avrà che a munirsi d’un aereometro Beaumé (pesa sale) e immergerlo nell’acqua giunta al suo domicilio o apprestatagli in uno stabilimento della propria città : riscontrerà allora, proprio come a Salso, una densità di circa 16 gradi. D’altra parte, pensi che le analisi fatte sulle acque di Salsomaggiore nei punti più
disparati (a Parma dal Gibertini, a Padova dal Nasini, a Londra dal Lancet) dettero identici risultati, talché la superiorità delle acque naturali di Salso su tutte le congeneri è stata, in fondo, proclamata a distanza, proprio
sull’acqua trasportata... — Già : tutto questo è convincente, convincentissimo dal lato chimico. Però, scusi, Professore... Ella non ha accennato alla fisica? E quel famoso quid, che sfugge a ogni analisi? Per esempio, la radio attività, non potrebbe essa venir dispersa nell’acqua che non sia adoperata immediatamente? — L’on. prof. Battelli, fra gli altri, rilevò che la radioattività ueif acqua naturale di Salsomaggiore viene dispersa con Vattimo; ossia, allora che — attraverso le lunghe tubature che la trasportano dalla miniera ai camerini — l’acqua penetra nelle vasche, già tale radioattività è totalmente scomparsa. Pertanto RISUL TA IDENTICA , A NCHE A QUESTO RIGUARDO. L ’ACQUA USATA SUL POSTO A QUELL A A DOPERATA ALTROVE. D’altro l’acqua, eruttata od estratta dai profondissimi pozzi di Salsomaggiore, soggiorna negl’immensi serbatoi, appositamente costruiti,
più giorni, più settimane, talvolta più mesi, ed è, usando di tale acqua, che a Salso continua a riprodursi ogni anno invariato 'il prodigio delle cure somministrate in quegli stabilimenti. Ora : che l’acqua soggiorni, per le
cure sul posto, in serbatoi esposti all’aria, o ch’essa resti, per le cure fuori Salso, in damigiane e botti ermeticamente chiuse... la cosa, evidentemente, non può variare... — Ma oggi — interrompemmo allora — oggi in cui
la esportazione dell’acqua naturale di Salso è un fatto compiuto, ai dubbi... degl’increduli dovrebbe potersi opporre qualcosa di più concreto... — E vi sono infatti le guarigioni operate a distanza. Io non esercito la professione medica: ma ho ricevuto molte relazioni, corredate di statistiche, dagli Istituti anche dell’estero, ove con ottimo risultato furono sommi nistrate le cure di Salsomaggiore: specialmente da Istituti di beneficenza, ove quest’acqua è andata a lenire sofferenze, che parevano insanabili e che, senza la esportazione concessa dallo Stato alla Società Magnaghi, non avrebbero mai potuto giovarsi di una cura così efficace !
— E i medici esercenti a Salso, sono pur essi del suo avviso, professore? — Certamente : basti leggere quanto scrissero gli illustri professori Ceccherelli, Riva, Zoia, tutti e tre facenti parte appunto del corpo sanitario di quelle Terme  A questo punto, ci accingevamo, con la indiscrezione propria degli intervistatori, a far nuove domande, quando, prevenendole, il professore Bordoni, della cui cortesia avevamo, invero, già fin troppo abusato, si alzò, e sorridendo, conchiuse : — Ella ha già avuto il potere di trascinarmi ad una loquela, che non è propria della mia natura. E poiché, così continuando, mi si verrebbe a far fare inavvertitamente
della réclame a Salsomaggiore e alla esportazione della ditta Magnaghi e C., con che contravverrei alla mia veste di ispettore della igiene, con cui la esportazione medesima viene compiuta, così mi sia permesso di far punto.

L’azione della cura in inverno.
L ’annunzio che sarà resa possibile una cura invernale colle acque salso-iodiche, verrà certamente accolto con vero compiacimento da parte di coloro, i quali, non per facile condiscendenza, ma per sereno giudizio scientifico, altamente apprezzano il valore terapeutico di quelle acque. E’ poi da augurarsi, che esso venga con uguale sin patia accolto dal pubblico. Dissi « è da augurarsi », e non a caso poiché non pochi saranno coloro i quali, non avendo dell’efficacia di una cura balneare un adeguato concetto, arriccieranno il naso al solo pensiero che. si possa avere il coraggio di andare a tuffarsi tutte le mattine d’inverno in una vasca di marmo Già, in Italia, in generale, e da Roma in giù, specialmente, non si ha ancora (a che dissimularlo?) molta simpatia per le cure Idroterapiche, specialmente per l’uso dell’acqua fredda, quella rigida aqua che Bacone, già tanti secoli fa diceva « bona ad longitudinem vitae » ; e noi meatci ne sappiamo qualche cosa di certe lotte che siamo obbligati a combattere, di certe responsabilità che ci troviamo costretti ad assumere presso alcune famiglie alle quali crediamo dover consigliare l’uso dell’idroterapia! E’ prezzo dell’opera, adunque, è doveroso, aggiungo, da parte nostra, il cercar di distruggere, tutte le volte che ne càpita il destro, quella serie infinita di false cognizioni e di pregiudizi inveterati, che, purtroppo, hanno preso stabile dimora nel nostro paese. L ’Italia, che, in fatto di sorgenti d’acque medicamentose è , senza dubbio, tra le prime nazioni d’Europa, è bene che abbia una fede maggiore nell’idrologia ed una cultura più razionale, più scientifica, di essa. Non v’ha, in verità, alcuna seria ragione scientifica, per cui si possa sostenere che la cura invernale delle acque salsojodiche non debba riuscire egualmente efficace che quella fatta nelle altre stagioni dell’anno. Per quanto, lungi dall’essere risoluto in modo completo sia tuttora oscuro, il problema riguardante il modo di agire delle acque minerali, è però fuori dubbio che alla loro azione farmaco-dinamica si debbono i benefici effetti; azione farmaco-dinamica che oramai studi interessanti di fisiologia ci hanno chiaramente dimostrato per talune acque, e che in ultima analisi si appalesa con una profonda modificazione del ricambio organico. Se la composizione chimica di un’acqua minerale non basta da sola, come bene è stato detto, a spiegarci la sua efficacia curativa, perchè allora le acque minerali artificiali dovrebbero riuscire egualmente utili; se l’analisi chimica, come, con dotta parola, si esprime l’illustre Maestro, il prof. Mangiagalli - non ci rivela la vita di un’acqua minerale, nè ce ne spiega e dimostra l’efficacia, come l’analisi dei prodotti d’incenerimento di un essere organico non ce ne rivela la vita e la funzione, certa cosa è , d’altro canto, che ai principi minerali da essa contenuti, se non in tutto, in massima
parte, dobbiamo attribuire i risultati curativi. Ora, se l’azione benefica delle acque di Salso è accertata, non solo dall’opinione delle persone più competenti in scienza, ma — quel che è più — da migliaia e migliaia di ammalati guariti, può, mi domando, questa efficacia curativa venir meno nella stagione invernale? Se è sempre la stessa composizione chimica dell’acqua, possono, d’altra parte, trovarsi, durante la stagione invernale, nello organismo, condizioni tali da renderne menomata l’efficacia o da controindicarne l’uso? L a diminuita attività circolatoria del sistema cutaneo, che si ha nei mesi più freddi dell’anno, effetto della costrizione vasale, e che si addimostra con una diminuita funzionalità delle glandole sudorifere,- deve, certamente, essere discussa, sì come quella che potrebbe, a prima vista, far pensare ad una diminuzione del potere assorbente da parte della pelle, di quei principi che formano la parte attiva delle acque salsoiodiche. Il fatto, però, dovrebbe essere controllato dal rigore dello esperimento e dall’indagine scientifica seriamente condotti ; questa soltanto potrebbe confermarlo o negarlo. Ma, pure ammesso, che, diminuito alquanto sia il potere assorbente da parte della cute, o che sarebbe, forse, questa una seria ragione per cui debbano privarsi gli ammalati dei benefìci, se pure attenuati, di una cura, differendola alla dolce stagione, col pericolo del male sempre crescente e di sofferenze maggiori? E’ questa una valida ragione per cui debba bandirsi la cura invernale? Replico : a me non sembra. Mentre la densità dell’acqua può essere, nella vasca, aumentata a secondo dei criteri del medico per le persone che assai bene ne tollerano l’azione, per le altre, invece, nelle quali si manifesta sin dai primi bagni delle stagioni calde una intolleranza alle acque così accentuata da arrecare seri disturbi ed esser costretti a sospenderla cura, per questi organismi — dico — la cura invernale, forse, potrebbe essere la sola tollerata.  

 

"A tutela della igiene ed a garantire da ogni alterabilità o sofisticazione, le modalità del trasporto furono prescritte (sotto i dettami del celebre chimico prof, senatore Paterno) dalla Direzione generale di Sanità del Regno, ed il rigoroso adempimento ne è controllato dall’ispettore sanitario della Società, prof. cav. G. Bordoni-Uffreduzzi, medico capo del Comune di Milano. « L’acqua per bagni viene spedita a 16 gradi di densità (ossia alla stessa densità con cui viene eruttata dalla miniera, in eleganti damigiane rivestite di lamiera metallica ondulata, da 50 litri l’una quantità occorrente per un bagno a densità media: e quella per inalazioni ed irrigazioni, in bottiglie di circa un litro quantità sufficente, se per inalazioni, per due o tre volte; e se per irrigazioni, per una volta.

La Ditta esportatrice vi accompagna sempre un areometro Beaumé per verificare il grado di densità e un opuscoletto contenente facili e pratiche prescrizioni sul modo di usarne; e, per coloro che ne facciano richiesta, fornisce anche un apparecchio del più perfezionato sistema per inalazioni.
 « È con soddisfazione che si può da noi constatare l’utilità che venga esportata un'acqua cosi salutare, soprattutto nel periodo in cui gli Stabilimenti di Salsomaggiore sono chiusi, e a vantaggio di quei malati, che, o per gravi condizioni di salute, o per speciali condizioni economiche e domestiche, siano impediti di recarsi alla scaturigine del rimedio.
È così finalmente esaudito il voto di eminenti professori tra cui Baccelli e Casciaili, dell’Accademia del Laucet e dei più importanti Congressi Idrologici  tra qui quello tenutosi a Milano il 1906  i quali costantemente affermarono, e chiesero; doversi trasportare ovunque l’acqua naturale di Salsomaggiore, la quale, per essere eminentemente salina, non gasosa e non soggetta a variazioni derivanti dalle temperie, poiché anche a Salso viene scaldata artificialmente è fra le poche che nel trasporto non soffrono alcuna alterazione ». 
Il locale dove si effettua il riempimento a il pavimento e a muri impermeabili e facilmente lavabili. Le damigiane, le bottiglie e il materiale di chiusura, sono resi perfettamente asettici. Siccome l’acqua in bottiglia destinata per inalazioni, irrigazioni, ecc., vien dal medico ordinata di varie densità, cosi ad evitare che chi deve poi servirsene, l’allunghi con acqua non sterilizzata, o in misura imperfetta, l’acqua viene venduta in gradazioni diverse e l’allungamento con acqua sterilizzata e distillata viene praticata direttamente alla miniera con tutte le norme del caso. L’impianto per il riempimento è poi fatto in modo da ottenere che durante questo non vada perduto il gas che è disciolto nell’acqua, ma che esso sia conservato nella sua interezza. L’acqua per le inalazioni, le irrigazioni, ecc., si può avere liberamente con semplice ordinazione.
Quella invece per bagni deve essere corredata da un attestato medico.
A facilitare tutte le formalità, la Società D. Magnaghi e C., concessionaria dell’esportazione, ha anzi, formato degli appositi moduli, alla stessa guisa che per facilitare l’uso delle acque, ha pubblicato delle istruzioni pratiche per le cure di Salsomaggiore a domicilio, che invia a chiunque ad essa le richieda alla sua sede (Milano, corso Venezia. 73) o a Salsomaggiore. Queste istruzioni furono dettate in base ai criteri determinati dai proff. Riva, Forlanini, Mangiagalli, Ceccherelli, Grassi, Bordoni-Uffreduzzi, Gualdi, Bompiani" 
La demolizione dello stabilimento Magnaghi iniziò il 31 ottobre 1962 e si concluse con l'abbattimento della ciminiera, da Tutto Salso “Vecchio Magnaghi addio! - Numerosi curiosi hanno assistito nel primo pomeriggio del 27 novembre all'abbattimento della ciminiera. Alta 45 metri venne costruita attorno al 1895 epoca in cui lo stabilimento Magnaghi, uno dei più importanti d'Europa, era entrato in funzione. Il crollo è avvenuto alle 14 e 40 ed è stato ripreso da cineoperatori e fotografi. Erano presenti vari funzionari termali, tecnici e operatori addetti alla demolizione dello stabilimento che hanno poi brindato fra le macerie dell'antica ciminiera per la riuscita dell'operazione. Servizi specialissimierano contenuti all'interno dello stabilimento a disposizione della clientela come una banca, un ufficio telegrafico e postale aperto giorno e notte, agenzia di cambio e navigazione, un ufficio viaggi, comodità ritenute allora indispensabili per le terme che si rispettassero. Il progettista era stato l'architetto Broggi al quale si deve anche il progetto del Grand Hotel Terme" 
Si pensava di costruire al suo posto un nuovo stabilimento che venne infine realizzato nel Parco e prese il nome di Stabilimento Zoia. Al posto dello stabilimento Magnaghi furono costruiti una serie di negozi.

Tratto da:
Don Chisciotte 15 luglio 1899 www.internetculturale.it
Guida di Salsomaggiore, Tabiano e dintorni 1905
Salsomaggiore alla portata di tutti - Augusto Biagi www.internetculturale.it
Tutto Salso 20 dicembre 1962
Le Cure Salsomaggiore alle sorgenti e a distanza
In acqua salus Silvia Cabassi Gandolfi

 

Costituzione della Società anonima esportazione acque naturali Salsomaggiore « D. Magnaghi e C. » in Milano http://books.google.com

Comments powered by CComment

pie di pagina

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.