Giuseppe Baroni (Borgo San Donnino 28 agosto 1878-Fidenza 21 agosto 1939)Baroni Giuseppe (Borgo San Donnino 28 agosto 1878 - Fidenza 21 agosto 1939) - Studiò musica nella città natale sotto la guida di Napoleone Gialdi, molto anche apprendendo come autodidatta. Fu poi allievo del Conservatorio di Parma e del Liceo Rossini di Pesaro (vi si diplomò nel 1906). Importante per Salsomaggiore perchè nel 1929 assunse l'incarico di direttore della nuova banda musicale istituita, con uno sforzo economico non indifferente, da Padre Diego da Caprio, parroco di S. Antonio.

1929 - Corpo bandistico città di SalsomaggioreVentiquatrenne, costituì a Borgo San Donnino un efficiente complesso bandistico, che intitolò a Giovanni Rossi per onorare la memoria dell’illustre concittadino. Come direttore di banda e di fanfara riscosse premi e ambiti riconoscimenti. Nel 1910 vinse a Parma il primo premio al Concorso Fanfare dell’Alta Italia e nella stessa città, dirigendo nel 1926 la Banda municipale, ottenne il primo premio al Concorso Bandistico Internazionale. Si dedicò con successo anche alla composizione. Nel 1911 debuttò al Teatro Magnani di Borgo San Donnino con la sua prima opera lirica, Vanja, che suscitò consensi. A essa fecero seguito, nell’ottobre 1915, Visione italica, rappresentata anch’essa al Magnani con non minore successo, e, nel maggio 1920, La Castellana, andata in scena al Comunale di Salsomaggiore. Compose pure un’operetta, Dollari e cuori (Fidenza, Teatro Magnani, 8 aprile 1928, libretto di Gianni Cisarri), oltre a una mole considerevole di marce per banda e ballabili. La sua attività, che gli procurò quattro medaglie d’oro, si svolse pressocché interamente a Fidenza, dove per trentadue anni egli diresse la locale Scuola di Musica e la Banda municipale. Ma il nome e la musica del Baroni, sebbene con non molta fortuna, varcarono i confini della sua città e talune composizioni acquistarono larga popolarità. Assai apprezzato quale direttore di banda, venne chiamato nel 1927 a Torino a costituire un corpo bandistico composto di ottanta esecutori e, due anni dopo, gli fu affidato lo stesso incarico a Salsomaggiore. Come compositore lasciò altre tre opere liriche, Nerone, tratta dalla tragedia di Arrigo Boito, L’arpa di Taliesin e La roccaforte, sei poemi sinfonici ispirati ai primi sei canti dell’Inferno di Dante, un poema sinfonico sulla Rivoluzione Fascista dedicato e presentato a Mussolini il 30 ottobre 1925 e molta altra musica per banda e leggera, lavori, tutti, inediti.

FONTI E BIBL.: C. Schmidl, Dizionario universale dei musicisti, 3, 1938, 63; B. Molossi, Dizionario biografico, 1957, 20; D. Soresina, Enciclopedia diocesana fidentina, 1961, 54-55.

Fonte: http://www.comune.parma.it/dizionarioparmigiani/

 

 

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