Il Veltro - Periodico fascista di Salsomaggiore - 12 agosto 1922 - Sacerdoti - Accennammo altra volta, dedicando al Sig. Laurini, prete-capo del Risveglio, al fatto dei monaci di Ancona che dal convento ove si erano asseragliati i comunisti, diedero a questi l’aiuto e la solidarietà più aperti, concorrendo a far fuoco contro i fascisti, e rinunciando a quell’opera di pacificazione che, in simili frangenti, un ministro di Dio sarebbe tenuto a dare.
Ma ecco sulla « Giustizia » del 12 corrente un’altra notizia (come dire?) più edificante. A Parma, secondo quanto narra il corrispondente del suddetto giornale, i preti d’Oltretorrente, in generosa gara di fraternità cogli arditi del popolo barricardiero e antifascista, avrebbero dato, nei giorni dello sciopero generale, i banchi delle chiese per costruire barricate e bastioni e ancora la loro presenza incitatrice alla lotta contro le odiate camicie nere.
Chiamiamo a meditare sul fatto quegli evirati popolari che si meravigliano di qualche batosta toccata dal fascismo. Noi meditiamo invece del come e del quando i sullodati sacerdoti di Oltretorrente siano incorsi in questa mostruosa solidarietà con gl’incendiari di otto anni or sono della cappella di San Giovanni Nepomuceno in Parma, con coloro che fecero rotolare per le strade la testa troncata della statua del santo, fra risa oscene e tra il fumo dell’incendio della croce gigantesca posta davanti a un’altra chiesa vicina. Poiché otto anni or sono l’oltre-torrente vide furori vandalici e antireligiosi impressionanti. La stessa chiesa della SS. Annunziata fu salva dall’incendio grazie alla presenza d’un frate, padre Lino, confessore delle prigioni, e rispettato anche dalla più losca marmaglia; non certo per timore divino. Perché dunque questo connubio di sacerdoti e di incendiatori di chiese, per combattere il fascismo?
Facciamo un’analisi retrospettiva se ciò può servire a porgere qualche lume. Il Fascismo, quando è sorto, aveva in sé poco di omogeneità e di caratteri intrinseci. Gli estranei che l’osservarono ridussero questo poco a nulla e credettero il Fascismo un fenomeno locale, transitorio e superficiale. Fra questi estranei furono molti sacerdoti. Alla prima legnata toccata a un chierico non si stette lì a guadare se il fatto in se era un atto individuale. No. Di questo, come di ogni malefatta, ne fu estesa la colpa a tutto il fascismo. Quindi tutti gli elementi dalla mentalità miope e retrograda, tutti gli ignoranti, gli ignavi e i vili, rifiutarono di intravvedere le bellezze eroiche del panorama fascista, per speculare sul fatto singolo e individuale. La classe meno colta del clero fu subito ferocemente antifascista, anche perché il clero ha in se il sadico compiacimento di avversare tutto ciò che sa di novità e di giovinezza ribelle. Unite a questo fatto la concorrenza nel campo politico che il Fascismo fa al P. P. e molte cose si spiegano. Questo ci addolora nel profondo dell’animo nostro tanto spirituale, perché ci sentiamo come tutti i volontari del sacrificio pervasi d’infinita luce mistica che non di rado è vera fiamma religiosa. Un fascista milanese, prima di partire per una spedizione in cui lasciò la vita, si recò in chiesa a pregare. Alla stessa ora, in Parma vecchia, dai vicoli sudici del malcostume e della criminalità sociale, alcuni ministri di Dio manovravano gli otturatori dei moschetti contro coloro che avevano redento pur essi, infelici....
Il Veltro - Periodico fascista di Salsomaggiore - 12 agosto 1922 - Campioni
Dedichiamo al Sig. Laurini, direttore de « Il Risveglio » una notizia pervenuta da Ancona al Resto del Carlino, secondo la quale il parroco della Chiesa di S. Giovanni Battista, Sig. Giovanni Corani e il cappellano Raffaele Salvucci dell’Ordine dei Minori osservanti sarebbero stati sorpresi a sparare sui fascisti e contro la forza pubblica, e di conseguenza arrestati. Non sappiamo se questa notizia si identifica con quella che - pure da Ancona - ci narrava la lotta in un convento (ove si erano asseragliati dei comunisti) tra fascisti e sovversivi, aiutati questi dai frati del convento stesso, i quali non avrebbero sdegnato di mostrare ai fascisti la bocca dei fucili anziché il Crocefisso. Dedichiamo al Sig. Laurini queste note di cronaca, poiché il soppraddetto direttore del Risveglio aveva di recente intimato al nostro amico Davide Fossa di fare qualche nome di sacerdote antifascista nel senso criminale della parola, nel senso cioè col quale l’amico Fossa accusava di antifascismo qualche ministro di Dio. Il signor Laurini potrebbe agevolmente risponderci che non è sul caso singolare e individuale che si possono muovere appunti a una numerosa folla di uomini, quale è quella del clero, anche volendo ammettere l’episodio nella sua testuale nudità. E sta bene. Ma d’altra parte noi potremmo ribattere che non è nell’elencazione di qualche sconfinamento dell’azione fascista (azione estesa su centinaia di chilometri contro nemici per lo più nascosti e criminali) non è nel singolo episodio che si può diffamare il fascismo, movimento di per sé giovine e di non completa elaborazione stilistica. Il signor Laurini è pregato, se mai volesse perseverare nella sua critica al fascismo di prendersi il lungo statuto dottrinale dei Fasci, che non è poi l’araba fenice, e di studiarlo un po’. Poi, se ciò gli garba, discutere sul folklore fascista, lasciando per via il lenoncinio della cronaca nera. Altrimenti, dall’inquisizione sino ai fatti di Verbicaro, e sino, all’accaduto dei messi del Censimento inviati nell’Italia Meridionale e accusati dal popolino dietro istigazione del clero, di essere degli untori, avremmo tanta messe di che controbattere la diffamazione spicciola, da riempire colonne su colonne di giornale.
il rigattiere.
22 aprile 1922 - L’incapacità del corrispondente salsese del “Risveglio„
25 marzo 1922 - Alla redazione del risveglio
29 aprile 1922 - Diffida alla ciana del Risveglio
Fonte:www.internetculturale.it