1935 - La nuova chiesa di Salsomaggiore - Chi è ritornato quest’anno a Salsomaggiore, maestra di ospitalità, ha avuta un’allietante sorpresa. La visione della nuova chiesa, tutt’ora in via di costruzione, ma già salda nella sua ossatura principale, e tale da offrire fin d’ora l’imponente, persuasiva anticipazione di ciò che sarà il tempio finito. La mole superba si erige sul poggio nel seno del quale è scavata la cripta dove attualmente si officia; imminente sul Viale Valentini, è raggiunta, nella parte absidale, dalla salita di viale Cavour. Il progetto è dell’arch. Giulio Arata, che, vincitore del concorso nazionale del 1914, giunse alla attuale edizione definitiva e in corso di esecuzione, traverso una duplice rielaborazione, nella quale alla nobile inquietudine dell’artista accrebbe tormento anche la constatata necessità di ridurre le proporzioni del primo disegno.
L’edificio è dominato e caratterizzato da un’ampia cupola, alta 30 metri e del diametro di metri 18,50. Attorno alla parte ottagonale della cupola si sviluppano sette absidi, tre delle quali saranno occupate dagli altari. Le due absidi poste sull’asse traversale dell’ottagono saranno suddivise in due piani, per dar posto ai matronei, i quali aumenteranno notevolmente la capacità del tempio e saranno accolti, si è certi, con favore dalla folla varia che, durante la stazione termale, frequenta la Chiesa.
Sulla facciata, alla quale si salirà per una gradinata monumentale, si apre un pronao fiancheggiato da due piccole absidi. La superficie netta che risulterà a disposizione dei fedeli sarà di metri quadrati 565 aumentata di circa mq. 130 dai matronei.
L’ insieme dell’opera che, sull’idea fondamentale di una croce greca, compone senza sforzo elementi bramanteschi e motivi di sana modernità, appare di austera grandiosità e costituisce, data la felice situazione del luogo su cui insiste, un elemento panoramico di singolare dignità.
La nuova chiesa porterà il titolo di S. Vitale, come l’antica andata in rovina. Al disotto continuerà ad aprire le sue ombre accoglienti la cripta, con l’altare dedicato alla Madonna delle Grazie, e nella quale oggi si svolge pressoché tutta la vita liturgica parrocchiale; successione di cerimonie regolate con armonia di gusto e di pietà, tra ondate di canti, finemente eseguiti, e un casto tripudio di fiori. Ricordiamo ciò che avviene ogni anno l’ultima sera del mese di maggio. Attorno alla effige della miracolosa Madonna delle Grazie si raccolgono i bimbi, tutti i bimbi di Salso, per offrirle le rose, le loro rose, tutte le rose della cittadina festosa. I magnifici fiori di porpora sembrano palpitare, lassù fra le luci, presso l’altare, mentre l’acervo si fa sempre più opimo, la Madonna sorride e il bambino Gesù rivolge gli occhioni a guardare.
Sebbene posta in provincia di Parma e in diocesi di Piacenza, Salsomaggiore, — scrive un collega milanese : G. B. Migliori — per chi consideri il numero dei lombardi che hanno consuetudine con le sue acque curative, può essere considerata come un prolungamento della terra lombarda. Qualcuno l’ha chiamata, più precisamente, ma non audacemente, una colonia milanese.
Certo i milanesi danno, in tutte le epoche, la maggioranza degli ospiti, e manifestano visibilmente la soddisfazione di trovarsi graditi in soggiorno graditissimo.
E tra essi, è innumere la schiera di coloro che seguirono con simpatia, e forse con trepidazione, le vicende che portarono all’odierna vittoria, l’innalzamento dell’ossatura della Chiesa (dal progressivo abbandono della vecchia S. Vitale, all’apertura della cripta capace) ebbero modo di apprezzare lo slancio, la volontà e la fede dell’Arciperte, Monsignor prof. Adelchi Albanesi, oratore attraente, signorile e paterno uomo di pietà (il quale non ha temuto neppure nelle ore quando l’anima era tentata di affondarsi nel disinganno) tenendo caro di avere, ciascuno in misura delle proprie forze, ma tutti ripetutamente e con consapevole spontaneità, portato il proprio contributo di preghiera e di danaro alla realizzazione ammirevole. Onde non è senza ragione che è sorta la domanda se non sia logico ed opportuno, in relazione ai legami che intercorrono fra Salsomaggiore e Milano, che anche gli enti pubblici della metropoli lombarda rivolgano l’attenzione e decidano la propria partecipazione al solidale concorso di privati e di istituti, rivolto a dotare Salsomaggiore di una nuova creazione di bellezza, e ad onorare l’Altissimo, che largisce i beni del corpo e della terra, affinchè l’uomo li usi come mezzi di ascensione.
Foto Moreschi - Sorelle Bargiggia
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