29 aprile 1922 - Il Veltro - Periodico fascista di Salsomaggiore

6 maggio 1922 - Il Veltro - Periodico fascista di Salsomaggiore - 1° Maggio socialista o fascista ? Due famosi comizi nella provincia di Parma - A Borgo San Donnino - La città appariva lunedì assai animata. Squadre di fascisti ne percorrevano le vie. I treni sin dalle prime corse hanno funzionato regolarmente con personale fascista. Fascisti in camicia nera vigilavano alla stazione, scortavano i treni, sostituivano il personale scioperante prodigandosi instancabilmente.

Esclusivo merito dei fascisti se il servizio potè procedere regolarmente. Per le dieci era annunciato un comizio social-sindacal-riform-comunista, e d’altra parte il Fascio locale aveva ordinato la mobilitazione delle proprie forze... Striscioni tricolori affissi eran più che mai decisi a non permettere che nel comizio sovversivo si insultasse al fascismo e all’Italia.
Alle 10.40 s’iniziò il comizio nel teatro comunale. Centinaia e centinaia di fascisti s’affollano nella platea, i palchi sono occupati esclusivamente dalle camiciè nere. Due o tre cento fra proletari, « coscienti ed evoluti », e rispettive « compagne » sono presenti. Appena il sindaco dichiara aperto il comizio, una voce urla: « Per l’Italia. Eia! Eia! Alalà! » rispondono i fascisti.
Gli organizzatori della festa si guardano spauriti. Si comincia assai male! Chiede la parola il segretario politico del Fascio Manieri, egli avverte che l’autorità; sempre codina! ha vietato il contradditorio. I fascisti non si ribellano alla volontà del Sotto Prefetto, però, non permetteranno si insulti la Nazione e il fascismo. Applausi vivissimi. E comincia la sbrodolatura dei discorsi. Si fa avanti « Sandi » della Camera confederale del lavoro di Parma.
Dopo un breve esordio, egli tenta di far apparire il partito socialista come una pecorella smarrita in mezzo alle violenze degli altri.
A questa falsa affermazione Fossa, scatta « Buffone — gli urla — ricordati del 1919! ». Sandi appare scosso. I fascisti applaudono calorosamente al loro amico. Quando accenna alla guerra tentando di bestemmiarne il significato, il decorato Montanari « gli grida: Ma l’hai fatta tu la guerra? » « No risponde l’oratore ».
E la volta di Ranieri - combattente e decorato che a sua volta scatta. Tutti i fascisti sono in piedi e lanciano invettive contro il malaccorto socialista, che pallido, balbetta, ancora qualche frase sconnessa e si ritira, mentre i compagni per rianimarlo un po’ gli regalano qualche scarso applauso. S’avanza a parlare l’avvocato Pangrazi. Un fascista da un palco grida con voce altissima. « Parla l’imboscato Pangrazi! ».
L’avvocato socialista appare colpito in pieno dalla botta, non può parlare. Alfieri, Ranieri, Ghirardi, Fossa, non gli danno tregua quando accenna alle benemerenze che il partito socialista può vantare presso gli operai e Fossa gli dice: « Ricontatevi che Bucco ha rubato novanta mila lire alle organizzazioni proletarie di Bologna! ». Nuovo clamore d’applausi fascisti. Pangrazi balbetta: « si è vero, ma elementi indegni s’infiltrano in tutti i partiti ».
E Fossa implacabile: « Ma voi i ladri li avete nominati a vostri capi! ». Decisamente il povero Pangrazi non ne imbrocca una.
Come Dio vuole, fra una interruzione e l’altra può finire esaltando l’internazionale mentre i fascisti inneggiano all’Italia. Parla ora l'ultimo oratore. della giornata Vittorio Pirelli, il suo discorso è tutta una requisitoria al partito socialista. L’oratore sindacalista dice ben dure verità. Accenna al fascismo dice che se esso ha avuto delle colpe ha pure avuto dei meriti grandi. I fascisti, dapprima stupiti, applaudono. Chiude esaltando la Patria, e invitando i presenti a salutar commossi tutti i morti d'Italia, e primi fra tutti quei cinquecentomila eroi che nei cimiteri militari del Carso, del Grappa e del Piave dormono il loro sonno eterno, ben lieti di aver donato la vita per la loro Nazione. I fascisti in piedi applaudono. II teatro sfolla lentamente mentre echeggiano le note gioiose di « Giovinezza ».

A Salsomaggiore - La commedia è continuata a Salso. I buffoni sovversivi devono aver provata una ben strana delusione quando giunti nella graziosa od elegante stazione termale, hanno visto la città completamente imbandierata, mentre plotoni di camicie nere circolavano inquadrati per le vie. Nella palestra delle scuole, si inizia il comizio. Sono anche presenti diversi fascisti di Borgo: Podestà, Ghirardi. Peretti, Fossa, Alfieri, Ranieri, che col segretario politico di Salso, Fanelli amareggiano anche qui gli oratori socialisti.
Alfieri costringe Pangrazi a parlare della Russia e l’avvocato socialista alquanto impacciato e costretto a dire: « Ebbene, si, vi dirò, che in Russia, si muore di fame, che milioni e milioni di uomini, sono costretti alla più nera miseria e soffrono indicibilmente, vi dirò che i bimbi son denutriti, laceri scarni, e cadono per le vie estenuati per la fame, vi dirò che... » ma Fossa indignato per tanto cinismo, grida: Basta, demagogo! « Avete sentito, proletari, qual’è la situazione nel paradiso russo? E si voleva il bolscevismo anche in Italia! ». Pangrazi chiude il suo discorso in fretta, col solito suo pistolotto finale.
E sapete che fa, l’avvocato socialista? Invece di mescolarsi in mezzo ai suoi compagni proletari corre nel gruppetto fascista, dove è subito raggiunto da Sandi, ed entrambi si pongono a conversare e a scherzare (con grave scandalo dei lavoratori socialisti) cogli amici fascisti.
Parla anche qui Picelli. Egli, dimenticando di dover esaltare, il primo maggio, fa un discorso... fascista! « Non sono fascista egli dice, ma io, che ho combattuto in guerra, che ho tenuta alta in Fiume d'Italia la fiaccola d'Italianità, non posso che esprimere tutto il mio sdegno verso coloro che in nome dell'internazionale volevan condurre il popolo d'Italia all'abisso orrendo della fame e della morte! ».
Applausi fragorosi dei fascisti. Esalta la Patria, Filippo Corridoni, eroe morto per l'Italia, bolla a fuoco le infamie bolsceviche, e termina invocando la pace, invitando, come a Borgo, a salutare tutti i morti, quelli della guerra ch’egli qualifica rinnovatrice e purificatrice, quelli fascisti caduti per l’ideale d'Italia. Quelli socialisti caduti per la loro fede. — Per i nostri grandi morti — grida Fanelli — Eia! Eia! Eia! E un formidabile urlo risponde: — Alalà! I discorsi sono finiti. I proletari si guardano, in faccia, mentre Sandi, scattando, dice: « Bravo Piceli!, viva l'alleanza del lavoro che abbiam fatto ieri! I fascisti possono essere contenti di una giornata di propaganda fascista come questa; giacché al bagolonismo sovversivo essi hanno opposto un contegno quanto mai educato, e nello stesso tempo fermo e preciso. I cinquantatré sovversivi di ogni sfumatura (dal rosso scarlatto al rosa sbiancato) che con una trentina di ragazzi erano intervenuti al comizio, non tentano neppure l'applauso finale. Son troppo avviliti! Mai si sarebbero attesi dai loro oratori tanta sfacciataggine. Davvero non ci doleva che la bronzea faccia dell'interventista, volontario e combattente Pangrazi fa mutare in parte quella che doveva essere la ribellione spontanea del proletariato martoriato dallo « schiavismo!! ».

Tratto da www.internetculturale

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