22 aprile 1922 - Il Veltro - Periodico fascista di Salsomaggiore22 aprile 1922 - Il Veltro - Periodico fascista di Salsomaggiore - Il fallito sciopero salsese e la malafede socialista - Assente da Borgo l’amico rag. Remo Ranieri, a cui per fatto personale si rivolge il Sig. Simonini nel far la cronaca del miserevole sciopero salsese, saremo noi che ribatteremo le dichiarazioni di sincerità del francescano socialista. E diciamo subito che la buona reputazione della verità da essi stesso conclamata con apostolico ardore sarebbe compromessa senza rimedio se la verità divenisse un monopolio della redazione de « L’Idea» affermiamo questo per bisogno di effervescenze polemiche, che anzi ci sforzeremo, esaminando lo scritto di mantenerci entro i limiti della più assoluta obiettività.

Il primo sentore della speculazione metodica e sistematica, che si opera dai partiti sovversivi sui più insignificanti scorci della vita privata e cittadina, noi lo troviamo nel titolo su due colonne: « Una giornata di sciopero generale a Salsomaggiore ». Dato l’annunzio è facile intuire il contenuto dei fatti ch’esso presume di sintetizzare. E l’esposizione dei fatti è improntata alla più squisita malafede.
Si parla di spedizioncelle condotte a scopo intimidatorio, di molteplici piccoli incidenti, d’intendimenti colonizzatori del Fascio Salsese, di libertà violata e d’altro. I prepotenti occupatori di fabbriche che ieri facevano il processo sommario al proletariato onesto e laborioso, oggi posti dal nostro energico contegno nell’assoluta impossibilità di nuocere, sfogano il proprio sdegno viperino in miserevoli calunnie ai nostri danni. Ma cerchiamo di riporre i fatti nella loro vera luce.
I capi del sovversivismo locale erano stati attaccati in una rubrica: Circo Barnum de Il Veltro e impotenti a controbattere le pubbliche accuse, tramavano il solito colpo mancino e impazienti della vendetta attesero il primo delitto che si consumasse in provincia per organizzare una dimostrazione anti-facsista. II fatto oscuro di Tabiano si prestò precisamente al loro perfido disegno Infatti si sa che nelle prime ore del mattino di martedì il lavoro iniziato da poco, venne sospeso a cura dei soliti arruffapopoli che passarono di cantiere in cantiere impartendo l’ordine di sciopero. Abbiamo testimoni pronti a parlare.
A cura degli stessi facinorosi che traggono la paga per il pollo, dall'eccitamento delle folle alla rivolta passarono quindi per tutti gli esercizi imponendone la chiusura e propalando notizie false allo scopo di suscitare in seno ai cittadini un senso di disgusto e un moto di rivolta. Allora noi fummo costretti a intervenire. Fu questo nostro intervento energico sereno e tempestivo la solita pompa che spegne gl'incendi pazzeschi che suscitano nell’animo fanciullo delle masse i delinquenti delle organizzazioni sovversive.
E’ doloroso per la nostra stampa l’uso di certi apprezzamenti sommari nei riguardi dei movimenti politici avversari. Ma rivedano i propri quadri gli operai e noi non solo muteremo linguaggio, ma saremo fedelmente al loro fianco quando dovranno combattere per una giusta rivendicazione. Ma proseguiamo nella cronaca. Avvenuto l’incontro in municipio con l'intervento delle autorità i socialisti di fronte all'energico contegno degli avversari dovettero rinunziare alla chiusura degli esercizi e sospendere lo sciopero d’urgenza. La risultanza dell'inchiesta e l’esito delle pratiche di pacificazione sono fermate nel seguente manifesto che la sera stessa il Fascio di Salso fece affiggere per l’intelligenza di tutti i cittadini.

Cittadini !

Guardateli in faccia, si sono traditi! I vecchi istrioni del sovversismo locale han perso la maschera pacifica che portavano fra voi con ; un successo pari al sacrificio della loro ferocia nativa. Nel pomeriggio di lunedì un oscuro fatto di sangue veniva consumato in quel di Tabiano. Nella notte e nel mattino seguente tre o quattro arruffa popoli apprestavano la massa ad uno sciopero inconsulto, con cui si doveva dare alla città la sensazione di una generosa rivolta popolare. Intanto, nella mattinata di martedì una Commissione delle fazioni sovversive, iniziava fra gli esercenti una diffamazione abominevole:

"A Tabiano, i fascisti hanno ucciso una donna a bruciapelo. Chiudete!"

Sempre vigilante del pubblico diritto e della libertà individuale, il Fascio concentrava immantinenti dieci squadre d’azione per prepararsi ad annullare ogni degenerazione della dimostrazione sovversiva. Intanto i capi delle parti avverse e le autorità costituitesi radunavano in Municipio, ove, dopo un vivace dibattito, i socialisti riconosciuta la disonestà del proprio gesto, si impegnavano a liquidare lo sciopero entro le ore 14. Nelle ore pomeridiane una Commissione mista, coadiuvata dalla polizia, faceva un sopraluogo a Tabiano, ove da una rapida e minuziosa inchiesta si veniva ad accertare che:

"il reato non ha origine o legame alcuno con la situazione politica locale, mentre dalle prime deposizioni raccolte la donna appare vittima di una tragedia passionale",

Cittadini!

La frodolenza e la malafede dei capi sovversivi avrebbe trovato in una nostra reazione violenta il suo castigo meritato. E invece aderendo ad un invito pacificatore del Sig. Sottoprefetto di Borgo, i fascisti di Salso han disarmato i propri spiriti. Però la prossima offesa sovversiva ci troverà infallibili e tremendi giustizieri. Cittadini, voi ci sarete buoni testimoni.

IL DIRETTORIO

Ora, ponendo termine a queste note frettolose su cui potremo, se del caso ritornare, chiediamo che i socialisti ci diano una prova di onestà, specificando le accuse che ci fanno e ciò perchè si possa essere in grado da parte nostra di chiarire e giustificare la nostra azione politica.

Tratto da www.internetculturale

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