Il Veltro - periodico fascista - 29 aprile 1922 - Ancora dell'azienda di Stato - Il Veltro - Periodico fascista di Salsomaggiore - 29 aprile 1922 - Ancora dell'azienda di Stato -  Premettiamo che i rappresentanti del nostro Fascio volevano essere presenti all'adunanza tenutasi lunedì in municipio perchè detta riunione era stata celata con ogni studio da coloro che avevano concertato un perfetto coro in onore al padre putativo dell'Azienda di Stato.
Se la constatazione della nostra assenza, dunque, produsse una certa sorpresa nella buona fede di qualche intervenuto, per contro, soddisfece a pieno coloro che l'avevano preparata.
Ci asteniamo per questo dall'apprezzare quel curioso movimento di tolleranza che per esplicito voto della commissione si sarebbe determinato nel suo stesso seno se i fasci fossero sopraggiunti in municipio.

E così non ci curiamo di raccogliere il ferro mulesco del suo turpiloquio che Emerenzio Davalli, primo cittadino (!) di Salso, lanciò contro i fascisti assenti.
Non quello stesso linguaggio che il pavido uomo tiene in nostra presenza. Ahimè egli non ha fatto rivelare una volta di più la grettezza della sua mentalità e la scarsezza della educazione d’imbianchino, venuto in onore di tribuno. Esso purtroppo è una prova palpabile della nessuna preparazione morale che le folle richiedono a coloro che inviano a rappresentarli nei consessi civili. In municipio si sono adontati della brutale nostra schiettezza. Denunziando alla cittadinanza i procedimenti sleali che si erano verificati nella prima adunanza del comitato di agitazione, noi certamente non abbiamo glorificato coloro che sé ne erano resi colpevoli. E però non cesseremo mai di bollare a fuoco quella gente che trattando della cosa pubblica non si mostrerà riguardosa delle altrui opinioni e per questo protestiamo nuovamente contro la malafede dei nostri avversari, i quali, sovvertendo la logica delle nostre critiche e del nostro pensiero han falsato il contenuto dei nostri scritti per sbarazzarsi di avversari intelligenti combattivi e per questo assai temibili. Teniamo intanto a dire che mai abbiamo rinunziato a tenere il nostro posto di battaglia. Tant’è vero che martedì verso le 14, appurata la presenza dell'on. Berenini, ne sollecitammo un'intervista usando della gentile ospitalità del Sig. Ricotti. E veniamo alla critica. L'on. Berenini immancabilmente cortese ripetè ai nostri rappresentanti in un colloquio cordiale ciò che in data 26 u.s. Il Gazzettino di Salsomaggiore riporta nel suo diligente resoconto. L’on. Berenini afferma innanzi tutto che la gestione di Stato delle nostre terme “non risponde ai fini che si augurarono coloro che ne vollero il riscatto dalla privata speculazione”. Che “c’è un difetto funzionale, il quale non dipende dal fatto che l’industria sia nelle mani dello stato”. Ciò è puramente semplicistico! Son dieci anni che Salsomaggiore scontando le sue malefatte, è vittima di questo equivoco enorme. Però l'equivoco dura solo per essa che, dieci anni orsono, seguendo una moda riformista aveva chiesto la statizzazione delle terme perchè le classi meno abbienti beneficiassero realmente delle sue acque. L’equivoco, per contro, pare non sia mai esistito nei riguardi dello stato che in data 13 aprile a mezzo del ministro Bertone dichiara: “Non è possibile che le finalità dell’azienda statale, siano riassunte in quella soltanto di agevolare le cure alle classi meno abbienti”. Ma dunque noi avremmo sottratto le acque all’azienda privata per affidarle a quella più esosa dello stato? Appunto. Lo afferma il ministro Bertone che inoltre, a ribadire questo concetto soggiunge che lo Stato: deve innanzi tutto tutelare i suoi non trascurabili interessi.

Interesse = utile :  utile = speculazione

Ora, noi che non dobbiamo difendere alcuna paternità o pregiudizio, noi che non siamo da trent'anni attaccati come spongiari dopo la morte allo scoglio di un programma di caparbia ostinazione, chiediamo qualsiasi persona in buona fede, se non sia preferibile il piccolo utile privato a quello statale, dalle mille bocche voraci. Tanto più voraci quanto maggiore è la incapacità congenita dello stato a condurre, industrie. “Gl'inconvenienti erano preveduti” afferma l'On Berenini, ma noi ribattiamo gl'inconvenienti si son verificati in seguito e che oggi soltanto si corre ai ripari, pur conoscendo l'inanità dei propri sforzi.
Proseguendo nel suo discorso troppo infarcito di lenocini, famigliari agli oratori, l'On.Berenini seguita ad agitarsi entro il circolo vizioso di un falso presupposto: che cioè la passività della gestione derivi dall'ammortamento dei capitali impiegali nell'ampliamento e abbellimento delle terme, quando è notorio che delle 900.000 lire di passivo 400. 000 solo rappresentano la cifra dell’ammortamento. Inoltre S. E., per migliorare l'organismo amministrativo delle terme afferma che nel consiglio di Vigilanza deve entrarci una rappresentanza del comune, quasi che il comune di Salso avesse superato i foschi auspici dei suoi confratelli rossi col dare una qualche prova straordinaria di saggezza amministrativa.
L'azienda di Stato del nostro paese è un vero fenomeno di ostinazione collettiva al cui centro vivacchia il debutto parlamentare di S. E. oltre all'improba e inane fatica dei suoi elettori. Ciò lo ammise S. E. stessa, allorchè congedando i nostri rappresentanti, concluse che avrebbe abbandonata l’idea dell'azienda di Stato, solo quando fossero esaurite inutilmente tutte le possibili esperienze; vuol dire che si vuol giungere alle più disperate conseguenze; cioè a liquidare l'azienda e la stazione.
Dalla cui iattura noi, solleciti del bene cittadino, salveremo il paese, premendo con tutte le nostre forze parlamentari presso il governo, a ciò che si liberi da tanto gravame e restituisca alla iniziativa privata le nostre terme, che una follia demagogica gli aveva gittato fra le impotenti braccia. “Col tempo”; reca il cartiglio che Francesco Torbido pose in mano alla sua “Vecchia” che si conserva all'Accademia di Venezia. Col tempo ripetiamo noi, sapendo ch'esso sta coi galantuomini.

Fonte: www.internetculturale.it

f.a.g.

 

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