Il Gazzettino di Salsomaggiore - 30 maggio 1923 - La cerimonia inaugurale - Veramente solenne, per concorso di Autorità, di pubblico, da ogni parte della provincia è stata la inaugurazione del grandioso Stabilimento «Lorenzo Berzieri», opera che conclude un'epoca, e un’altra ne apre fervida di luminosi auspici. La città era tutta una festa di colori: le bandiere, i drappi tricolori ornavano ogni cosa, ogni finestra. Già fin dal mattino una insolita aria di festività dava alla nostra cittadina una gaiezza insolita. Enorme il movimento degli automobili. Alle ore nove la banda presidenziale di Piacenza compie un primo giro recandosi alla stazione per ricevere le squadre della Milizia Nazionale che arriveranno con treni speciali da Borgo S. Donnino, ove si è raccolta la coorte agli ordini del Senior Remo Ranieri. La Milizia era stata prima passata in rivista dal Console Generale Magg. Terruzzi.
Poco dopo le dà il cambio la Banda Cittadina e la Banda Presidiaria giunge sul Piazzale dello Stabilimento ove già cordoni di Carabinieri e di guardie hanno sbarrato gli accessi. Giungono intanto numerosissimi gli invitati che si vengono disponendo ai lati della grande tribuna destinata alle autorità. Due squadre di fanciulli e fanciulle delle nostre scuole, i maschietti in costume di «Balilla» le bambine con giubba celeste e vestina azzurra, con le bandiere, sfilano in bell'ordine e si dispongono davanti alla tribuna per gli oratori costituendo due ali all'ingresso. Sono guidate dai Maestri Verderi e Mazzoni, dalle Maestre Dassenno e Rossi e dal Direttore Aliani. Danno alla cerimonia una simpaticissima nota di festività. Alle ore 10 uno squillo dà l'attenti.
Le Autorità e gli intervenuti - Al suono della marcia reale cominciano ad arrivare le autorità, fra cui notiamo S. E. Lissia, l'on. Farinacci, il Gen. Terruzzi il Prefetto Comm. Pugliese, col cav. Amati, il Generale Lodomez, il gen. Galata Comandante la Divisione di Piacenza, il Vescovo di Piacenza, Dabbusi comandante la Legione Carroccio di Milano, il Sindaco di Parma, Comm. Passerini col Segretario generale del Comune avv. Ghidoni e l'Assessore ing. Celli, il Console Sacerdoti con l'ufficiale addetto alla Legione Sig. Ghiringhelli, il cav. Podestà, il cav. uff. avv. Luigi Passerini, l'ing. cav. Colla, il cav. uff. prof. Griziotti, e il Generale Nullo per la Commissione Reale della Provincia, l'on Prof.Cardani per l'Università di Parma, il cav. Magnani per la locale Corte d'Appello, il marchese comm. Cusani per la Federazione Comuni fascisti, Aimi Patbini e Fossa per la Federazione Sindacale, Stefanini e Gandolfi per la Federazione Fascista, il vice Questore di Parma cav. Menna, il Vice Prefetto di Borgo S. Donnino, cav. Corinaldi, prof. Mancini per l'Istituto di Belle Arti, il Comm. Ruata per l'Enit, il procuratore del Re cav. Brezzi, il Presidente del Tribunale cav. Lugli, il maggiore Battaglia dei RR. CC., il Segretario politico del fascio di Parma il Comm. Gabbi, il prof. Gambara, il Prof. Guastalla, l'avv. Ferrari, per il Sanatorium, l'avv. Cocconi Presidente della Congregazione di Carità detta di San Filippo Neri, il cav. Stanzani, il giudice Aldi, il Sindaco di Borgo, Trombara, il Sindaco di Pellegrino dott. Bassi, il Sindaco di Fontevivo, Plancher, il col. Regazzi, l'Intendente di Finanza cav. Torelli, ing. Corini, il prof. Ghelfi, l'avv. Aguzzoli, il prof. Pariset, il rag. Galvani commmissario prefettzio di San Secondo, il prof. Devoto, il commissario per il Consorzio Granario di Parma, cav. Rossi, il prof. Chèrie Lignère, il cav. Amoretti, il comm. Rebucci il comm. Raita, l'avv. Scaffardi, il cav. Soaa, il cap. Bertini; sindaco di Varano, l'ing. Stazzi del Genio Civile di Reggio Emilia, il cav. uff. dott. Oliari, l’ing. Orefici di Cremona, il prof. Musini, il cav. Frosini, il prof. Lasagna, il dott. Tommasinelli, il Sig. Corazza, il dott. Bavagnoli, il prof. Gardenghi, il cav. uff. Balestrazzi e Maspero pei Mutilati. Sono pure presentii per la Società delle R. Terme il Comm. Olinto Della Lucia, il fratello suo Emilio, il Comm. Marangoni, il Cav. Moreschi, il Magg. Ing. Venturi, il Rag. Piccoli, il Prof. Nicci e l'avv. Ciolfi, legale della società e il presidente comm. Raita.
La benedizione - Prendono posto sul palco per gli oratori il Vescovo di Piacenza, Mons. Menzani, circondato dal clero, che impartisce la solenne benedizione. Alcune battute della Marcia Reale chiudono la cerimonia religiosa e si iniziano i discorsi.
I discorsi - Il primo a parlare è il Sindaco Giorgetti, il quale pronuncia seguente discorso:
Eccellenze, Signore, Signori, E' mio grato dovere quello di porgere al Rappresentante del Governo, alle Autorità d'ogni ordine e grado, agli Ospiti tutti il saluto di Salsomaggiore che esprime una grande letizia. Il mio ufficio assume tanto più precisamente la solennità del dovere in quanto io ho l'onore di rappresentare qui al Capo illustre del Governo Fascista, al quale va, il mio pensiero pieno di riverenza e di gratitudine. Al mio invito egli si è compiaciuto di telegrafarmi: «Impegni di Governo mi impongono di tornare a Roma appena consumato con i miei compagni Mutilati il rancio di Guerra sulle propaggini del San Michele. Sono perciò certamente dolente di non poter assistere alla inaugurazione delle Terme. A Voi capo di una amministrazione Comunale schiettamente Fascista, affido incarico di rappresentarmi e di esprimere il mio augurio per il sempre maggiore incremento delle terme e per la prosperità di codesta nobilissima regione, prima nel lavoro, nella fede, nella disciplina. Spero di poter fra non molto, ripetervi a voce questi mici sinceri sentimenti. Mussolini.
L'On. Mussolini, il Duce magnifico della rinascita nazionale, ha voluto associare l'augurio per le sorti di questa Stazione termale con quello per la prosperità della regione, prima nel lavoro, nella fede, nella disciplina. Noi tutti gli siamo profondamente grati di ciò. Dal Suo pensiero amiamo trarre l'auspicio di una comunanza di destino fra la terra che rinnova colla salute la energia del lavoro, e la regione che il lavoro esalta nella disciplina intesa come espressione di fede nazionale. Io ricordo, o Signori, che oggi si compie una tappa lunga ed ardua nel cammino di Salsomaggiore, e si compie col raggiungimento di una meta che va oltre il più orgoglioso dei sogni. Queste Terme che resteranno nei secoli a congiungere coll'auspicato trionfale avvenire d’Italia l'insegnamento di Roma, e nelle quali è nobilmente espresso un insigne concepimento d'Arte, si levano ad affermare che Salsomaggiore ha superbamente vinta la prova per cui è premio uno dei prossimi posti nella gara delle stazioni termali del mondo, ad affermare altresì che l'Italia può, sia pure nel periodo dei più estenuanti travagli, creare le opere della bellezza immortale, i monumenti degni della sua civiltà millenaria. Non soltanto la parola di S. E. il Presidente del Consiglio ha espresso in questi giorni il plauso e l'augurio per l'odierna festività: parole auguste, parole memori ed alte ci sono pervenute da ogni parte del Paese. La Reggia, il Governo, il Parlamento, le Autorità della scienza hanno dato un pensiero a questa cerimonia, l'hanno valorizzata come espressione di un interesse nazionale. Noi abbiamo tutti la coscienza di fatta verità elementare. Salsomaggiore è patrimonio d'Italia, queste magnifiche terme sono le terme d'Italia poiché stanno ad esprimere qui, per la loro origine, una provvidenza della nazione. Potrei dire che nel pensiero di chi promosse l'opera insigne, nella parola, stessa del Ministro che ne propugnò la creazione in parlamento, c'era una visione oltre varcante i confini della Patria. Queste debbono essere, Eccellenza, Signori, le Terme della Umanità che dolora, il tempio dato nel nome d'Italia alta Dea Salute che è bene dell'umanità che dolora, il tempio dato in nome d’Italia dalla Dea Salute che è bene dell’umanità universa. Ed è per siffatto ordine di convincimenti, Eccellenza Lissia, che io mi onoro ricordare al Governo qui da Voi rappresentato degnamente, il proposito del Comune di custodire, e difendere in armonia d'intenti e d'opera, il patrimonio termale di Salsomaggiore che appartiene bensì alla patria, ma che è pur vanto e fortuna di questa terra. I nostri occhi cui si manifesta la originale bellezza del Monumento dedicato alla benemerenza di un modesto ma grande studioso, ci danno la gioia d'una rivelazione d'arte, così come ci rappresentano il possente segno di una conquista d'utilità e di decoro nazionale. Io interpreto il sentimento di tutti i presenti affermando la riconoscenza e l'ammirazione per coloro che contribuirono con la fede, l'ingegno, la volontà, il magistero dell'arte a che Salsomaggiore potesse additare al mondo le proprie terme come segno del suo trionfale avvenire. L'illustre Professore Devoto che ha consentito a questa cerimonia l'onore della Sua chiara eloquenza, dirà una degna orazione di battesimo. Io non posso conchiuder meglio la modesta parola piena di auspici, se non con un triplice evviva che accomuni le anime in una certezza di gloriosi destini per la nostra Patria.
Viva il Re. Viva l'Italia. Viva Benito Mussolini.
Il discorso del Rappresentate del Governo
S. E. Lissia, dopo le parole del Sindaco, pronuncia dalla tribuna delle Autorità il seguente discorso:
Con vivo profondo senso di letizia, io porto a voi il saluto cordiale del Governo Nazionale, il quale gioisce della vostra gioia, esulta delle vostre esultanze. Quello che sembrava un sogno fino a pochi anni fa, quella che sembrava la meta lontana, sperduta nella nebbia dell’irreale, ormai è viva, palpitante realtà. La grande stazione, vaticinata da spiriti veggenti e voluta con tenacia e con fede dai migliori figli di questa nobile terra, oggi sta innanzi ai nostri occhi attoniti, e col lusso dei marmi e coi fastigi dell’arte inebria i nostri cuori, lasciando intravvedere un avvenire quanto mai lusinghiero.
Il modesto germe gettato dall’oscuro medico condotto, che assurge ora alla più degna glorificazione nell’edificio maestoso in cui arte e scienza si danno la mano, è cresciuto rigoglioso e ne ammiriamo i primi superbi frutti.
Il ciclo, che oggi si conchiude, appartiene ormai al passato, e voi, Salsesi, dovete tendere gli spiriti e i muscoli verso l’avvenire, sicuramente vostro se continuerete a considerare le Terme quale fulcro di tutta la vostra vita economica, quale centro di tutti i vostri interessi legittimi, la cui efficace tutela impone la cooperazione cordiale di tutti, senza distinzione, dal singolo al Comune.
A voi oggi incombe il dovere di fare di questo superbo edificio, dove l’arte ha prodigato tutte le sue risorse, il tempio, della salute e della Industria Termale Italiana. Vani sarebbero i sacrifici compiuti, infruttuosa riuscirebbe la fervida opera del Governo, conscio dell’alto suo compito, se voi, o Salsesi, veniste meno alla missione che la natura vi ha affidata, la missione di far rivivere nel mondo le migliori tradizioni dei nostri padri, riconquistando anche in questo campo, quel primato che oscure vicissitudini di tempi ci hanno fatto perdere.
Questo è, sopratutto, il posto che spetta a voi nella rinascita della nostra nazione, che, fugate le dolorose nebbie di un lontano passato, l’Uomo inviatoci dal Fato ha ormai irrevocabilmente assicurata. La via è ancora lunga, aspra e difficile, ma la meta è ben degna di voi, se, come io credo, saprete elevare i vostri spiriti al di là della morta gora delle competizioni locali, se saprete abbracciare in una visione ampia e luminosa l’avvenire della vostra terra e i destini della nazione, fondendo in feconda armonia gli interessi vostri particolari cogli interessi generali del Paese, che da Voi ancora molto attende.
Con questo augurio, che, dal cuore commosso, sale fervido in questo momento alle mie labbra, ho l’onore di dichiarare inaugurato il grandioso stabilimento Berzieri.
Un vivo applauso saluta il discorso del Ministro.
II discorso del Prof. Devoto
Il chiaro e illustre Presidente dell’Associazione Nazionale di idrologia e climatologia. esordisce affermando che tutti i medici d’Italia sono oggi presenti « perchè essi conoscono la imponenza dei beni economici e nazionali, morali e salutari, che di qui si derivano, perchè Salsomaggiore spazia a buon diritto nel bilancio della più promettente attività della nazione.
Porge a nome del Consiglio dell'Ass. il più deferente saluto al Sindaco che volle invitarlo alla cerimonia inaugurale.
« La Nazione, — dice — con questo giorno di rinascita, guarda a Salsomaggiore, lieta e fiduciosa, perchè intende tutta la dimensione di questa giornata poliedrica nel suo contenuto filosofico, artistico, sociale, sanitario, patriottico ed internazionale ».
Egli è certo che in quest’ora in cui si ritemprano le fedi i problemi delle stazioni italiane saranno messi nel primo piano delle forze ricostruttive della Patria, poiché nelle accreditate stazioni di cura, come in Salso, si creano e ricreano patrimoni di salute e di energia difficilmente ottenibili per altra via, comunque sempre più lente ed onerose?
E questo problema di valorizzazione s’impone allo Stato, anche perchè « l’idrologia — egli osserva giustamente — è una delle nostre poche materie prime, che offre tutta se stessa alla migliore conservazione della razza, ossia, della primissima materia prima d’Italia: il popolo nostro geniale, laborioso, prolifico ed umano ».
Ma oggi si compie più che un’inaugurazione.
Egli risale addietro 17 lustri; a quel 1839 in cui un modesto medico condotto', Lorenzo Berzieri, tentava sovra una bambina affetta da una tubercolosi ossea tubercolare la cura delle acque madri. Il miracolo si compie: la bambina guarisce. Questa bambina si costituisce in capo stipite: è l’iniziatrice di una catena di pellegrinaggi che costituiscono il principio della storia balneare di Salso.
Qui egli ricorda con felice sintesi la pertinacia del Dott. Berzieri che allarga le sue osservazioni, che continua le cure con sempre maggiori successi. Ed ecco sorgere la piccola stazione balneare, il primo rudimentale tentativo di reparto di bagni.
Dall’acqua madre egli passa all’uso dell’acqua naturale dei pozzi. La personalità terapeutica della stazione si innalza, è riconosciuta e definita e nel giro di 25 anni si costituisce il trionfo di queste acque salsoiodiche.
Ricorda così l’impulso dato da una schiera di industriali abili e previdenti, di cittadini coraggiosi e illuminati, di medici preclari, di amministratori locali e governativi, di rappresentanti politici, di filantropi, che a poco a poco trasformano, con fede, con tenacia, Salsomaggiore in uno dei più grandi centri curativi del mondo.
Così, mentre pur troppo, si constata l’aumento delle malattie nel consorzio sociale più intenso, più aspro, si costituisce una immensa clientela sofferente mondiale. Salsomaggiore e l’Italia, con le loro acque, rincorrono la civiltà, e si afferma questa nuova civiltà delle cure.
« Qui si inizia, — continua l’oratore, — la nuova storia non solo celebrando il creatore della prima, il fondatore della stazione; ma la vita maggiore di Salsomaggiore si sostanzia in questo primo giorno a cui ne seguiranno gli altri aafiniti, in un’apoteosi, nell'apoteosi di un medico, del medico condotto D. Berzieri che diventa il Nume tutelare per le ascese della sua creazione: lo spirito della nuova storia che è nuova soltanto, perchè di lui si incide il nome benedetto dal dolore, sulla strada dell’avvenire ».
In quest’apoteosi consentono tutti i medici d’Italia, i quali sono fieri che il precursore sia stato un medico condotto. In Italia, più che altrove, i medici sentono la voce spirituale che li aduna in una milizia protesa verso tutti gli appelli umani.
Ricorda che « Montecatini e S. Pellegrino, Fiuggi e Acqui, Abano e Castellamare, Agnano e Sirmione, ed altre stazioni parlano al mondo coi documenti di quella Roma antica che nella crescente saluto dei suoli figli ravvisava l’incremento dei suoi patrimoni o della saggezza terapeutica dei Greci e degli Arabi... »
« Salsomaggiore non ha nulla di tutto ciò: giovanissima è divenuta potente, è sulla strada arditissima delle avanguardie....; e perciò il suo fondatore, Lorenzo Berzieri, viene proclamato oggi, grande ed immortale, da una manifestazione plebiscitaria, che ha le sue urne in ogni parte del mondo, e depone questi voti in un magnifico palazzo, che si tramuta, dinnanzi a noi, nell’altare della natura e della medicina risanatrice».
Questo altare non è soltanto un monumento di riconoscenza, è una riparazione, e un’anticipazione italica. Qui domina lo spirito di Lorenzo Berzieri; e con lui è una non piccola schiera di medici tutti condotti, che furono gli operosi fabbri delle nostre stazioni più apprezzate. E tra essi ricorda con particolare rilievo i valorosi colleghi del Mezzodì e della Sicilia.
Onde questo superbo monumento esalta e rimunera colla iniziativa di Lorenzo Berzieri, la nobile ignorata fatica di tanti medici condotti che hanno accresciuto il patrimonio curativo della nazione».
Ed egli incita i medici a non disarmare.
« Questo grandioso palazzo della salute, eretto dallo stato con slancio di sontuosità diventa il tempio in cui sentiamo la severa, la religiosa gerarchia della natura medicatrice: stiamo per entrare nella sua basilica.
Ricorda con affettuosa parola un grande maestro: Alberto Riva, il cui spirito fu sempre tormentato dal desiderio ai penetrare nella intima natura dei fenomeni naturali. Alla sua memoria, manda il saluto di Salsomaggiore; e pure a quanti altri nobili colleghi furono i fattori della fortuna di questa stazione.
A coloro che lamentarono la notevole spesa per questo stabilimento, spesa che grava sul contribuente italiano, dice che questo peso cessa quando si pensa alla grande funzione che qui si svolge, al riconoscimento dello Stato verso il patrimonio idrologico; alle calorie educative che da qui si irradieranno.
Il sacrificio dello Stato vale anche come indice della coscienza nuova che riconosce la efficienza delle stazioni balneari. Ogni guarigione esportata, ricordiamolo, è un nucleo dinamico, morale ed economico nella nostra bilancia nazionale.
Con le cure balneari si diminuisce, si abbreviano, si frenano le malattie croniche, la invalidità, e si aumenta la capacità degli Italiani e la loro potenzialità di produzione.
Lo sviluppo delle nostre stazioni balneo-climatiche è lento ma sicuro. Rileva che la conoscenza delle nostre stazioni, la formazione di una coscienza idrologica lascia alquanto a desiderare; il contingente di Italiani che si reca alle stazioni balneari è ancora scarso, il 2 e mezzo per mille; e dovrebbe raddoppiare.
Si augura che, sotto l’impulso di questa odierna celebrazione il medico italiano diventi sempre più un promotore coscienzioso e tecnico del culto del progresso delle nostre stazioni, della quali occorrerà sempre più mettere in luce di carattere fondamentale. I medici riconoscono che le loro responsabilità vanno prendendo proporzioni maggiori davanti agli stessi destini economici della Nazione.
« La massa dei bisognosi di cure balneari, che in Italia non hanno consiglio o conoscenza di stazioni curative, è assai grande e tale che se lo spostamento potesse accrescersi del due per mille, e si prolungasse di un terzo la durata dei singoli soggiorni, affollando tutte le stazioni italiane di cura, esse non basterebbero al bisogno. Un movimento veramente vigoroso verso le stazioni di cura, quale si ha in Francia, e si aveva in Germania ed in Austria, si determinerà anche in Italia, quando colle più larghe intese cogli istituti universitari, colle stazioni di cura con altri Enti, con l’Enit, col Touring, tutti i medici italiani, con lezioni, con corsi, con viaggi, con soggiorni didattici, che qui vennero proposti sino dal 1913, con cicli clinici, che ebbero già in Parma e in Napoli, larga attuazione, i medici renderanno una conoscenza più precisa e più completa delle specifiche indicazioni terapeutiche delle nostre stazioni balneari; citando tutte le stazioni di cura prenderanno una netta fisionomia curativa culminante come se la è presa Salsomaggiore e sapranno organizzarsi igienicamente e tecnicamente con criteri severamente moderni, il tutto seriamente condotto e proseguito, non a soli gretti fini reclamistici, ma per far vivere le stazioni in un’atmosfera scientifica consona alle dotazioni della natura ».
La fortuna delle stazioni crescerà quando le ferrovie concederanno facilitazioni più sensibili, quando il nostro pubblico uscirà dal rigidismo delle cure brevi dei pochissimi giorni insuperabili.
Queste nostre stazioni, che vanno diventando poderosi strumenti di elevazione fisica della nazione, con la crescente catena degli ospizi marini e montani, dei Sanatori, dei convalescenziari, degli ospedali, diventeranno i centri nervosi di un grande sistema coordinatore: quello dell’assistenza e della previdenza nazionale, inteso nel senso tradizionale romano-latino, che sfrutti il sole, le spiagge, i laghi, le fonti, i climi, per diminuire le passività morbose che addolorano il popolo italiano, che vede disperdersi in malattie un capitale umano di un valore superiore ai 15 miliardi. E sarà un sollievo positivo per l’economia nazionale.
Ricorda il recente congresso idrologico di Palermo, che ha fatto la rassegna delle nostre ricchezze idrologiche, e rinnova da Salso l’augurio che il patrimonio balneare di quelle terre riprenda il valore che una gloriosa tradizione ha riconosciuto. Col nuovo vigore della Nazione vi sarà posto per tutti.
« Ma le collaborazioni ed i consensi, — dice l’oratore avviandosi alla conclusione del suo magnifico discorso, — sono indispensabili. La concordia sia con noi.
« La Patria nostra, per le sue ascensioni nel mondo ha diritto le siano conferiti con sollecitudine tutti i sollievi derivabili dalle nostre materie prime naturali ». Per la prosperità della nazione i medici saranno in prima linea.
« Il patto ideale di concordia tra tutte le stazioni d’Italia, tra tutti gli italiani che hanno contatti con le stazioni stesse, prenda nome, data ed auspicio da questa giornata trionfale per la regina delle stazioni balneari, da Salsomaggiore; a Lorenzo Berzieri il vittorioso su tanti mali, qui da questo tempio immortale ci ammonisca tutti e col suo faro possente ci illumini per tutte le strade che son sacre alle fortune della Patria! »
Così il prof. Devoto, conclude, tra fragorosi applausi, il suo magnifico discorso.
Egli è vivamente complimentato da S. E. l’On. Lissia, dalle Autorità e da molti colleghi.
Parla per ultimo il comm. Raita, a nome del Consiglio della Società esercente le terme il quale dopo avere ringraziato il rappresentante del governo e le autorità che hanno partecipato alla cerimonia, rileva l’importanza dell’avvenimento, affermando che con esso il governo inizia un progressivo decentramento statale destinato a concorrere allo sviluppo delle industrie nazionali, impiegando tutte le energie del paese per l’auspicata restaurazione. Il comm. Raita è vivamente applaudito.
Cessati i discorsi la musica intona la marcia reale, mentre vengono sparati numerosi mortaretti dai vicini colli che coronano la conca di Salso. Alcuni aeroplani volteggiano a bassa quota, lanciando manifestini. Indi il gruppo delle autorità, con in testa l’on. Lissia che taglia il nastro tricolore teso dinnanzi all’entrata principale delle Terme, visita Io stabilimento seguito da tutte le Autorità. Fanno da guida i Sigg. Della Lucia, del Consiglio della Società delle RR. Terme; i direttori tecnici Ing. Turilli, Dott. Cav. Zerbini, l’Ing. Forvio della ditta costruttrice.
L’ammirazione suscitata in tutte le autorità è veramente grande. Esse vivamente si congratulano con l’Architetto Prof. Giusti, col pittore Galileo Chini, con l’Ing. Fonio dell’impresa; e con tutte le valorose maestranze rappresentate dall’Arch. Beretta e dal Corpo Assistente Sig. Belloni.
Anche gli invitati sono ammessi alla visita. Fra essi figurano tutte le personalità mediche di Parma, e delle varie università italiane. Un fragoroso jazz-band ha eseguito inni e marce durante la visita. L’opera architettonica, le decorazioni, i vari impianti sanitari modello, sono stati ammirati e vivamente elogiati da tutti.
Alla fine della visita un sontuosissimo rinfresco è stato offerto ai convenuti nell’interno dello stabilimento.
Il banchetto al “ Grand Hotel des Thermes „
Alle ore 12,30 Autorità e invitati si sono raccolti al « Grand Hotel des Thermes », dove la « Società delle RR. Terme » ha offerto un sontuoso banchetto preparato con quella particolare grandiosità che è tradizione degli Alberghi del Comm. Riccardo Ferrario.
Erano circa 150 coperti. Alla tavola d’onore sedevano S. E. l'On. Lissia, il Vescovo di Piacenza Mons. Menzani, il Gen. Lodomez, l’On. Farinacci, il Magg. Terruzzi, il Sindaco di Salso, il Pref. Comm. Pugliese, di Procuratore del Re Cav. Brezzi, il Presid. della Corte d’Appello di Parma, i Sindaci di Parma, Cremona, Reggio, Piacenza e Pellegrino Parmense (patria del Dott. Lorenzo Berzieri nato a Besozzola), il Pres. del Tribunale dd farina, il Cav. Uff. Sen. Podestà, l’Architetto Giusti, il Prof. Devoto, il Sottoprefetto di Borgo S. Donnino Cav. Corinaldi; il Grand Uff. Rebucci tra gli altri invitati ricordiamo gli Ass. Fino, Borghi, Sozzi, Corazza, Peracehi, Rovelli; tra già artefici del « Berzieri », il Prof. Chini Galileo, Chino Chini, Prof. Tito Chini, la famiglia dell’Ing. Fonio, coi fratelli e nipoti il Sig. Lucchesi, l’Ing. Turilli, il Dott. Velardi, d Cav. Concari, l’Arch. Berettra; tra i Medici, il Cav. Zerbini, il Prof. Comm. Cattaneo, Zoja, Gabbi, Gardenghi, Lasagna, Oliari, Ghelfi, il Magg. Maggiorelli il Prof. Ferroni; del Comune, l'ing. Cav. Turilli, il Cav. Sacchi; il Comm. Volontà, il Prof. Bezzola, e il Dott. Vivi che rappresentavano la stazine di San Pellegrino; era presente l’Architetto Prof. Giuseppe Mancini, il Cav. Uff. Balestrazzi, il Comm. Ruata, il ten. dei RR. Carabinieri, il Cav. Razza, il Cav. Bussandri, il Cav. Mattioli, il nostro Direttore, ecc., ecc..
Intervennero anche molte Signore tra cui notiamo: la Sig.ra Tina Fonio e Sig.na, le Sig. Rebucci, Velardi, Tirelll, Cattaneo, Della Lucia, Carcupino, Fasola, Giusti, Corbellini, la Sig.ra Cori- naldri, le Sigg.re Casetti, Beretta, la Sig.na Giusti, le Sig.ne Elena, Clelia ed Elisa Fonio, la Sig. Morandi, ecc.. La Società era rappresentata dai Sigg, Comm. Olinto ed Emilio Della Lucria, e dall’Avv. Ciolfi.
Ecco il Menù del banchetto:
Antipasto Reale — Ravioli all’Italiana — Sfoglie Vittoria — Salsa Superba — Sovrana di Pollo Principessa — Insalata Thermae — Sorpresa Salso-Jodo-Bromica — Dessert.
Vini: Bianco di Siccomonte — Bardolino (Casa Guerrieri Rizzardi) — Champagne Duc de Venage (Cuveè Reservec) Caffè — Liquori.
Allo spumante il jazz-band — che ha accompagnato il banchetto — ha suonato gli inni nazionali provocando manifestazioni calorose all’Italia, ai combattenti, al Re, all’On. Mussolini. Nessun discorso è stato pronunciato. Verso la file del banchetto il Grande Ufficiale Rebucci ha letto le varie adesioni pervenute. Ricordiamo fra i dispacci augurali quelli di S. M. il Re delle LL. AA. RR. Duca d’Aosta, Duca degli Abruzzo, il Conte di Torino, e il Duca di Genova; dell’on. Mussolini, dei Ministri on. Thaon de Revel, Diaz, Gentile, Teofìlo Rossi, Carnazza, Federzoni, Oviglio, De Capitani, Colonna di Cesar», lei presidenti del Senato e della Camera on. Tittoni e De Nicola, degli on. Sottosegr. Acerbo, Finzi, Corgini, March, Lupi, Sardi e Ciano, dell’on. Berenini Agostino, del sen. Mariotti, dell’on. Peano, del sen. Faelli, del sen. Mangiagalli sindaco di Milano, degli on. Bussi, Lanfranconi, Lancellotti, ecc.
Le adesioni che suscitano applausi caloroso sono quelle di S. M. il Re, dell’on. Mussolni e del Sen. Berenini. Quest’ultimo ha avuto una particolare accentuazione, si è ripetuta a lungo fra l'entusiasmo dei presenti
Il Grande Ufficiale Rebucci ha quindi rivolto in vivo ringraziamento agli intervenuti. II banchetto è terminato alle ore 15.
La rivista della Milizia Nazionale
Un gruppo di autorità, fra cui Fon. Lissia, si è recato in visita a Tabiano, dove si sono particolarmente soffermate al fastello.
Alle sedici, nel viale Romagnosi l’on. Lissia, con l’on. Farinacci ed il gen. Calati, ha assistito alla sfilata dei reparti della milizia nazionale comandata dal console Ranieri. Particolarmente applauditi sono stati gli scolari e le scolare di Salso, vestiti in costume che hanno sfiato perfettamente. Poscia l’on. Lissia e autorità, guidati dal sindaco, hanno visitato gli stabilimenti idroterapici ed il sanatorio
L’on Lissia si è vivamente congratulato coi dirigenti degli stabilimenti e del sanatorio. Più tardi il sottosegretario ha visitata l’arena dove si svolgevano importanti gare sportive, di cui diamo a parte ampio resoconto. Dopo di che, verso le 20 l’on. Lissia, ossequiato dalle Autorità si è recato in automobile a Borgo dove ha proseguito per Roma.
Gli artefici del Berzieri a banchetto
La Impresa Fonio e Lucchesi, ha riunito alle ore 19 di domenica nel Salone della Villa Gambarini, tutti i principali artefici dello « Stabilimento Berzieri »: dall’Architetto Giusti e dal pittore Galileo Chini, ai conduttori sagaci delle maestranze.
Notammo intorno all’architetto Giusti, il trionfatore, Galileo, Tito e Chino Chini; l’Ing. Fonio e il suo socio Sig. Lucchesi Enrico, che ricevevano gli invitati, l’arch. Beretta, l’ing. Turilli, il capo assistente Belloni, il capo tecnico elettricista Panetto e molti altri.
Tra gl’inviati il Grand Uff. Rebucci, il Cav. Sacchi, il Cav. Tirelli, il Comm. Ruata il Cav. Fiorello Giraud; molte Signore tra cui: le Sig.re Tina Fonio, Giusti, Giraud, Beretta, Ricci; le Sig.ne Fonio e Giusti, e molte altre.
Il Menù del banchetto, che portava questa dedica: A tutti gl’intelligenti e pertinaci suoi collaboratori — operosi artefici — del Grande Stabilimento LORENZO BERZIERI — offre l'Impresa Fonio e Lucchesi, era così composto:
« Minestra alla Regina — Trota del lago lessata — Salsa Mayonese — Insalata russa —- Finocchi alla Parmigiana -— Faraone arrostite — Insalata verde — Gelato alla « Berzieri » — Torta alla « Giusti » — Frutta — Caffè.
VINI : Vino bianco secco — Grignolino — Barbera vecchio — Cinzano Brut Spumante — Liquori: Santa Vittoria — chartreuse — Benedectine — Grand Marnier — Cordini Campani.
Allo spumante il Grand Uff. Rebucci, ha innalzato con magnifica improvvisazione, un inno all'arte meravigliosa del Berzieri, e ai suoi grandi artefici: Giusti, Chini, Moroni, Calori, ecc..
Lo ha seguito il nostro Direttore Sig. Alfieri, che ha ringraziato a nome dell'Ing. Fonio e dell’Impresa, e ha concluso inneggiando alle virtù del nostro popolo operoso, che ha rinnovato nel « Berzieri », gli splendori dell’arte, imitando le gloriose maestranze del dugento. E ha chiuso augurando all’avvenire di Salso e della Patria.
Un vivissimo elogio va al Sig. Catullo Gambarini, per la signorile ospitalità e per la proprietà con cui ha preparato il magnifico banchetto.
I festeggiamenti della serata e il grandioso ricevimento al Berzieri
Meraviglioso, fantastico è stato lo spettacolo offerto nella serata da Salso, scintillante di mille luci: archi, stelle luminose, fantasia di tricolore, che ovunque accendeva la bellezza delle sue luci.
Tre fari illuminavano il « Berzieri » e la sua facciata marmorea riscintillava di mille iridi in una visione di sogno.
Nello Stabilimento « Berzieri » sfarzosamente illuminato, si svolge intanto un grandioso ricevimento a cui sono accorse centinaia di persone. La Società delle R. Terme, che l’ha offerto alla colonia balneare e a tutto Salsomaggiore, ha indubbiamente compiuto cosa che ricorda la fastosità regale, e molte signore e autorità ricordavano la fastosità dei ricevimenti di Corte. "
Certo la folla grandissima di signore e signorine che sono accorse a questa indimenticabile serata non potevano immaginare, nè desiderare più artistica e più meravigliosa cornice dei marmi, degli ori, delle decorazioni policrome del Salone del « Berzieri » che attraverso ai grandiosi specchi moltiplicava in una sinfonia impetuosa i suoi mille colori.
Il ricevimento a cui è accorsa una folla elegantissima, tutta Salso mondana, si è iniziato con un concerto vocale e istrumentale, che resterà memorabile. Ne sono stati interpreti il celebre tenore Fernando Carpi e la Sig.ra Giuseppina Baldassarre Tedeschi, che hanno aderito a un gentile invito della Società delle « Terme ».
E’ stata un’altra impareggiabile fortuna per gl’invitati udire Fernando Carpi, che da anni canta soltanto all’estero, e al Metropolitain di New York.
E chi l’ha sentito in queste sere cantare la romanza dell’Elisir d’amore, il Sogno della Manon di Massenet, avrà i capito tutto l’incomparabile valore di questo meraviglioso cantore. E’ da m'olti anni, pur troppo, che non si sente più cantare con tanta grazia, con tanta finezza di sentimento, con tanta virtù canora: cantare, diciamo, e usiamo il verbo nella sua più pura e più inarrivabile espressione; cantare, vale a dire esprimere attraverso alle più maliose dolcezze e sfumature del canto, i palpiti più profondi, più suggestivi, dell’amore, della gioia, della passione, della tenerezza: tutto ciò che costituisce le più intense vibrazioni del cuore. Ah! cantare così, e vivere nel più divino dei sogni. Bisogna risalire, pur troppo, molto indietro, per ricordare qualcosa di simile: bisogna ricordare dei nomi fulgenti nell’arte: il Bonci, dei tempi migliori, il Caruso, dei primi anni di celebrità, per ricordare quel che Fernando Carpi ha fatto risentire alla sensibilità acuita dei nostri centri nervosi.
E poiché gli aggettivi, per le cose veramente grandi, non servono più, diremo che Fernando Carpi ha cantato semplicemente, come cantano coloro che sono baciati dal divino soffio dell’Arte immortale. E’ inutile dire che egli ha avuto applausi, ovazioni interminabili.
Anche la Sig.ra Baldassarre Tedeschi, che sa infondere al suo canto un vibrante impeto di passione, un vivo accento drammatico, ha cantato mirabilmente uuna romanza dell’Iris, che si adatta assai bene alla sua voce e al suo temperamento, la romanza un bel di vedremo, della Butterfly e l’altra della Madame Sans Gènes, con quella sua calda voce, perfetta per risonanza, per timbro, per espressione.
Col Carpi ha cantato il duetto finale del primo atto di Manon; « A Parigi ne andrem!», che ha mandato il pubblico in visibilio.
Il successo è stato naturalmente trionfale.
Ha accompagnato da grande maestro, — anche questo naturalmente, — il Maestro Ferrari Trecate del Conservatorio di Parma, che ha diviso gli onori del trionfo.
La serata è stata completata da altri numeri, di cui sono piaciuti assai il Gabrè, piacevolissimo dicitore, e Miss Jenny Golden, « ètoile » della Folies Bergeres veramente interessantissima, festeggiatissimi.
Poi il Prof. Yanolti ha aperto le danze; signore, signorine, in toilettes deliziose si sono lanciate nell’onda fantasiosa della melodia e del ritmo. E le ore son passate, passate, diventando piccine, piccine... Il sogno!
Bisogna qui ricordare un’altra cosa che ha del fantastico: sono state offerte agli invitati dolci, bibite d’ogni sorta a profusione, Champagne in tale quantità da giustificare più che mai l’allegrezza spensierata delle ore piccole.,
E inoltre, dopo la mezzanotte il buffet ha fornito a chi voleva una colazione mattutina, veramente regale e fantastica: sandwic, piatti freddi, galantine, fagiano, insomma un’altra sinfonia, gastronomica, da far venir l’acquolina al solo pensarci.
Chi vide non dimenticherà mai questa notte... da novella indiana. Infatti eravamo nel tempio sontuoso dei Rajach!
L’orchestrina Carcassola.
Dobbiamo ricordare che negli intervalli tra le varie parti del programma ha eseguito sceltissimi pezzi musicali l’orchestrina Carcassola, costituita dal babbo e dai figliuoli: una eletta famiglia d’artisti.
L’orchestrina Carcassola resterà al “ Berzieri ,, tutta la stagione, onde la nostra colonia avrà modo di rendersi conto dell’eccezionale valore di questi artisti, che son nati con l’istinto musicale.
Sotto la direzione del babbo, Carcassola Enrico flauto, mirabilmente affiatati suonano la Sig.a Carcassola Luigina Violino A, esecutrice virtuosa e squisita e piena di sentimento; il fratello suo Cadetto violino B, poco più che dodicenne, che ha magnifica cavata e incredibile, data la sua età; un prodigio è la piccola Renata violoncello B, non ancora decenne; il giovanetto Emilio, oltre ad essere un violoncellista perfetto, magnifico, per cavata, per dolcezza di suono, per valore interpretativo è anche un valentissimo esecutore dei più variati istrumenti, che suona con abilità prodigiosa ed encielopedica: xilofoni, campanelle, tamburello, e tutto il complesso dell’indiavolato jazz-band.
Accompagnatore e pianista magistrale è il giovanetto Domenico, il maggiore. Raramente abbiamo sentito un complesso musicale cosi affiatato, ed esecuzioni di così fine interpretazione.
Tanto al mattino, durante il vermouth d’onore, quanto al Concerto serale, la famiglia Carcassola ha suscitato il più schietto e sincero entusiasmo. I concerti Carcassola, costituiranno d’ora innanzi il più ricercato godimento per i buongustai della divina arte dei suoni.
Il Ricevimento.
Dobbiamo aggiungere una viva parola di elogio per il Sig. Delfo Nelva, concessionario del Grande Caffè “ Lorenzo Berzieri ,, che ha organizzato il servizio del Vermouth d’onore; e quello del ricevimento serale, con una signorilità, con una proprietà degna del grandioso avvenimento.
E’ inutile ricordare che le bibite, i dolci, il servizio per la cena dopo la mezzanotte, costituivano quanto di meglio era possibile desiderare, per bontà, per eccellenza sotto ogni aspetto.
II Sig. Nelva ha dimostralo di essere degno del grande compito che gli spetta, e che farà del “ Berzieri ,, il più aristocratico e insieme il più attraente dei ritrovi salsesi.
La perfetta organizzazione di questi servizi, per i quali è necessario un fine buon gusto e una competenza eccezionale, ha riscosso le unanimi ammirazioni delle Autorità e della nostra elegantissima colonia balneare.
Per l’assenza di S. E. l'on Berenini
Tutti coloro che conoscono la storia di Salsomaggiore, e sentono nell’anima vivo e profondo il senso della riconoscenza, «la più alta e più nobile virtù civile», — diceva Glandstone, — verso coloro che furono i benefattori disinteressati di questa stazione, avranno con vero dolore constatata in questi giorni di festa l’assenza di S. E. l’On. Berenini.
I motivi sono noti, e noi non v’insisteremo, pur essendo convinti che nessuna ragione avrebbe dovuto vietare a S. E. l’On. Berenini il suo intervento a Salsomaggiore, ove si compiva una festa puramente balneare e civile.
Ad ogni modo, — poichè la storia ha le sue leggi e le sue conseguenze, — pubblichiamo i telegrammi che l’on. Berenini ha inviato in questi giorni alle Autorità Salsesi e che egli ci ha gentilmente comunicati.
Egli era stato invitato alla cerimonia con la seguente lettera, inviatagli a nome dall’I.mo Sig. Sindaco di Salsomaggiore:
«L’Amministrazione Comunale si onora di porgerle invito di partecipare alla cerimonia inaugurale di quelle « Terme Berzieri », che esprimono una promessa nuova ed insigne per l’avvenire di Salso, e alla cui costruzione tanto V. E. ha contribuito col fervore e l’autorità dell’opera.
« La cerimonia avrà luogo il 27 corr. mese. Mi è caro confidare che V. E., particolarmente benemerito della nuova sorte di Salsomaggiore, vorrà accogliere l’invito.
« Con osservanza
p. il Sindaco
F.to G. SOZZI.
S. E. l’On. Berenini ha risposto col seguente telegramma:
Giorgetti, Sindaco
SALSOMAGGIORE.
« Sinceramente grato Vossignoria cortese invito rievocante mia modesta fiduciosa partecipazione restaurazione meritate fortune Salsomaggiore, esprimole rammarico non potere presenziare cerimonia inaugurale « Terme Berzieri » onore arte italiana sicura promessa avvenire sotto infallibile auspicio primo rivelatore acque miracolose.
« Ossequi BERENINI.
Così pure ha telegrafato alla Società delle R. Terme che lo avevano pure invitato:
Società Terme
SALSOMAGGIORE
« Impedito recarmi costi ringrazio cordialmente graditissimo invito beneaugu- rando fortune codesta Società sicuramente provvida interessi locali nazionali
« Ossequi BERENINI.
Al nostro direttore aveva pure telegrafato da Roma:
« Sarò domani tra voi con pensiero memore esultante augurale.
BERENINI.
E poiché era annunciato l’arrivo di S. E. l’On. De Stefani, Ministro delle Finanze, così a lui inviava il seguente telegramma a Salso:
S. E. De Stefani Ministro Finanze
SALSOMAGGIORE
Presentole omaggi che circostanze speciali impedisconmi renderle suo arrivo codesta città vivamente grata premurose cure governo.
« Cordiali ossequi
BERENINI.
* * *
Ci auguriamo che il vivo e significativo applauso con cui domenica è stata accolta la sua adesione, al banchetto al « Grand Hotels Des Thermes », e la certezza che l'animo degli amici, non muta, come la maggioranza dei Salsesi non oblierà i doveri della riconoscenza, basteranno a compensarlo della grande opera compiuta.
La giornata aviatoria - Il battesimo aviatorio di Salsomaggiore
La giornata del 27 maggio ha veramente segnato il battesimo aviatorio della nostra città. E sinceramente si deve dichiarare che il saluto alato ha rappresentato la nota più bella della cerimonia. Mentre questa aveva inizio giungevano da' Milano gli aeroplani della « Navigazione Aerea Italiana » prendendo parte all’inaugurazione con un lancio continuato dà oltre cinquantamila manifesti che portavano scritto il seguente messaggio augurale.
— La « Navigazione Aerea Italiana » saluta Salsomaggiore ed auspica al suo più grande avvenire. —
I velivoli si soffermarono a lungo sulla città, accompagnando con evoluzioni lo svolgersi della cerimonia, indi si diressero verso Milano. La cittadinanza veniva ad apprendere in seguito che uno degli apparecchi era stato costretto ad atterrare in un prato nei dintorni della città, stante una panne al motore. Fortunatamente Cipriano Diverio, Direttore Generale della N. A. I., con chiaro senso di previsione aveva fatto disporre per misura precauzionale, dei segnali di atterraggio in un prato che presentava le possibilità dà una «campo di fortuna». Il pilota potè quindi prendere terra senza alcun incidente.
L apparecchio pilotato dall’aviatore Domenico Fracasso, portava a bordo il Sig. Mino Somenzi, Presidente dell’Istituto Fascàsta di propaganda nazionale e direttore de « L’Ora d’Italia » che oltrechè portare un saluto all’amico Cipriano Diverio, veniva per rendersi e-, dotto personalmente dell’iniziativa aviatoria locale al fine di patrocinare l’iniziativa stessa con l’Istituto da lui presieduto.
II Direttore Generale della N. A. I. accompagnato dai suoi collaboratori, si portava immediatamente sul luogo con un automobile, mentre dalla città veniva disposto per il piantonamento del velivolo a mezzo dei RR. Carabinieri.
Identificato il guasto e riparatolo la comitiva veniva in città. Mino Somenzà e al Pilota Fracasso ebbero fra noi accoglienze festose.
Cipriano Diverio che avrebbe dovuto prendere parte al banchetto al Grand Hotel des Termes vi rinunciò al fine di rimanere con gli amici e compagni.
Verso il termine del banchetto l’On. Farinacci esprimeva il desiderio di intrattenersi con gli aviatori. Aveva quindi luogo un colloquio cordiale fra l’On. Farinacci e Cipriano Diverio. L On. Farinacci domandò e insistette per essere portato a Cremona in areoplano. Ma il Direttore Generale della N. A. I. lo informò esservi delle disposizioni severissime che vietano viaggi aerei se non autorizzati e che quindi con profondo rincrescimento si vedeva costretto a non accontentarlo. Alla domanda dell'On. Farinacci di poter allora almeno portare un saluto alato a Salso, Cipriano Diverio rispose sorridendo di considerarlo quale un volo di propaganda. E di volo (che è il primo che l’On. Farinacci abbia fatto) veniva fissato per le ore sedici e mezza allorché la rivista alla milizia nazionale fosse terminata.
Dopo il colloquio con l’On. Farinacci la comitiva aviatoria si univa ad Erminio Spalla ed aveva luogo un finto match fra il campione d’Europa e Nino Somenzi, al fine di aggiungere una nota gaia alla compagnia.
In seguito Cipriano Diverio accompagnava l'On. Farinacci in automobile ai «campo di fortuna» mentre in altre automobili seguivano le altre personalità. Il volo si svolse egregiamente con parecchi gixà sulla Città ad una altezza di
circa millecento metri. L’On. Farinacci scese dall’apparecchio pieno d’entusiasmo per il volo compiuto dichiarando di essere profondamente contento di aver potuto accomunare la data del suo primo volo con un saluto a Salso, in un giorno che deve segnare l’inizio della sua rinascita.
Si congratulò infine vivamente e cordialmente con Cipriano Diverio per aver saputo impostare un programma aviatorio così vigoroso e dichiarò di dare all’iniziativa tutta la sua solidarietà e il suo appoggio incondizionato.
Avvenne inoltre la partenza per Milano del Presidente dell’Istiituto Fascista di Propaganda Nazionale Sig. Nino Somenzi con il pilota Fracasso fra il saluto cordiale dei presenti e quando l’apparecchio scomparve all’orizzonte la numerosa comitiva delle personalità si portò al campo sportivo per il match di boxe.
E’ con profondo compiacimento che noi rileviamo come il battesimo aviatorio della nostra Città abbia rappresentato, una prima dimostrazione efficace e prima prima tappa del forte programma iniziato da Cipriano Diverio e sentiamo quindi il dovere di rendere grazie a nome della cittadinanza, alla sua energia e alla sua indomabile fede.
GIANNI SOLARI.
Un salsese scrive alla Gazzetta di Parma del 19 ottobre 1922
Cose di Salsomaggiore
Ci scrivono da Salsomaggiore :
Permetta una mia franca osservazione. — Il governo che a Salsomaggiore si è ingolfato nella costruzione di un nuovo stabilimento Termale, profondendo milioni, con risultati architettonici mediocri, avrebbe potuto invece accantonare anche solo mezzo milione per migliorare od anche semplicemente rendere decorosa, la stazione ferroviaria, dalla, quale almeno l’ottanta per cento della colonia bagnante è obbligata a passare. Tale stazione oggi fa concorrenza, per la sua sudiceria, e per la sua meschinità edilizia, con alcune stazioncine della nostra dimenticata Italia meridionale. — E a proposto di bagni mi domando come mai chi ha presieduto la costruzione di tanto stabilimento, non ha pensato a mettere la numerazione a ciascun camerino e, quello che è più importante, fra tanta profusione di dorature e di spazio inutilizzato non si poteva mettere in ogni camerino un orologio elettrico, dal momento che «l’ora» è appunto la regolatrice costante della cura?
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