Il Gazzettino di SalsomaggioreIl Gazzettino di Salsomaggiore  - 30 maggio 1923 - La cerimonia inaugurale - Veramente solenne, per concorso di Autorità, di pubblico, da ogni parte della provincia è stata la inaugurazione del grandioso Stabilimento «Lorenzo Berzieri», opera che conclude un'epoca, e un’altra ne apre fervida di luminosi auspici. La città era tutta una festa di colori: le bandiere, i drappi tricolori ornavano ogni cosa, ogni finestra. Già fin dal mattino una insolita aria di festività dava alla nostra cittadina una gaiezza insolita. Enorme il movimento degli automobili. Alle ore nove la banda presidenziale di Piacenza compie un primo giro recandosi alla stazione per ricevere le squadre della Milizia Nazionale che arriveranno con treni speciali da Borgo S. Donnino, ove si è raccolta la coorte agli ordini del Senior Remo Ranieri. La Milizia era stata prima passata in rivista dal Console Generale Magg. Terruzzi.

Poco dopo le dà il cambio la Banda Cittadina e la Banda Presidiaria giunge sul Piazzale dello Stabilimento ove già cordoni di Carabinieri e di guardie hanno sbarrato gli accessi. Giungono intanto numerosissimi gli invitati che si vengono disponendo ai lati della grande tribuna destinata alle autorità. Due squadre di fanciulli e fanciulle delle nostre scuole, i maschietti in costume di «Balilla» le bambine con giubba celeste e vestina azzurra, con le bandiere, sfilano in bell'ordine e si dispongono davanti alla tribuna per gli oratori costituendo due ali all'ingresso. Sono guidate dai Maestri Verderi e Mazzoni, dalle Maestre Dassenno e Rossi e dal Direttore Aliani. Danno alla cerimonia una simpaticissima nota di festività. Alle ore 10 uno squillo dà l'attenti.

Stabilimento «Lorenzo Berzieri»Le Autorità e gli intervenuti - Al suono della marcia reale cominciano ad arrivare le autorità, fra cui notiamo S. E. Lissia, l'on. Farinacci, il Gen. Terruzzi il Prefetto Comm. Pugliese, col cav. Amati, il Generale Lodomez, il gen. Galata Comandante la Divisione di Piacenza, il Vescovo di Piacenza, Dabbusi comandante la Legione Carroccio di Milano, il Sindaco di Parma, Comm. Passerini col Segretario generale del Comune avv. Ghidoni e l'Assessore ing. Celli, il Console Sacerdoti con l'ufficiale addetto alla Legione Sig. Ghiringhelli, il cav. Podestà, il cav. uff. avv. Luigi Passerini, l'ing. cav. Colla, il cav. uff. prof. Griziotti, e il Generale Nullo per la Commissione Reale della Provincia, l'on Prof.Cardani per l'Università di Parma, il cav. Magnani per la locale Corte d'Appello, il marchese comm. Cusani per la Federazione Comuni fascisti, Aimi Patbini e Fossa per la Federazione Sindacale, Stefanini e Gandolfi per la Federazione Fascista, il vice Questore di Parma cav. Menna, il Vice Prefetto di Borgo S. Donnino, cav. Corinaldi, prof. Mancini per l'Istituto di Belle Arti, il Comm. Ruata per l'Enit, il procuratore del Re cav. Brezzi, il Presidente del Tribunale cav. Lugli, il maggiore Battaglia dei RR. CC., il Segretario politico del fascio di Parma il Comm. Gabbi, il prof. Gambara, il Prof. Guastalla, l'avv. Ferrari, per il Sanatorium, l'avv. Cocconi Presidente della Congregazione di Carità detta di San Filippo Neri, il cav. Stanzani, il giudice Aldi, il Sindaco di Borgo, Trombara, il Sindaco di Pellegrino dott. Bassi, il Sindaco di Fontevivo, Plancher, il col. Regazzi, l'Intendente di Finanza cav. Torelli, ing. Corini, il prof. Ghelfi, l'avv. Aguzzoli, il prof. Pariset, il rag. Galvani commmissario prefettzio di San Secondo, il prof. Devoto, il commissario per il Consorzio Granario di Parma, cav. Rossi, il prof. Chèrie Lignère, il cav. Amoretti, il comm. Rebucci il comm. Raita, l'avv. Scaffardi, il cav. Soaa, il cap. Bertini; sindaco di Varano, l'ing. Stazzi del Genio Civile di Reggio Emilia, il cav. uff. dott. Oliari, l’ing. Orefici di Cremona, il prof. Musini, il cav. Frosini, il prof. Lasagna, il dott. Tommasinelli, il Sig. Corazza, il dott. Bavagnoli, il prof. Gardenghi, il cav. uff. Balestrazzi e Maspero pei Mutilati. Sono pure presentii per la Società delle R. Terme il Comm. Olinto Della Lucia, il fratello suo Emilio, il Comm. Marangoni, il Cav. Moreschi, il Magg. Ing. Venturi, il Rag. Piccoli, il Prof. Nicci e l'avv. Ciolfi, legale della società e il presidente comm. Raita.

La benedizione - Prendono posto sul palco per gli oratori il Vescovo di Piacenza, Mons. Menzani, circondato dal clero, che impartisce la solenne benedizione. Alcune battute della Marcia Reale chiudono la cerimonia religiosa e si iniziano i discorsi.

I discorsi  - Il primo a parlare è il Sindaco Giorgetti, il quale pronuncia seguente discorso:
Eccellenze, Signore, Signori, E' mio grato dovere quello di porgere al Rappresentante del Governo, alle Autorità d'ogni ordine e grado, agli Ospiti tutti il saluto di Salsomaggiore che esprime una grande letizia. Il mio ufficio assume tanto più precisamente la solennità del dovere in quanto io ho l'onore di rappresentare qui al Capo illustre del Governo Fascista, al quale va, il mio pensiero pieno di riverenza e di gratitudine. Al mio invito egli si è compiaciuto di telegrafarmi: «Impegni di Governo mi impongono di tornare a Roma appena consumato con i miei compagni Mutilati il rancio di Guerra sulle propaggini del San Michele. Sono perciò certamente dolente di non poter assistere alla inaugurazione delle Terme. A Voi capo di una amministrazione Comunale schiettamente Fascista, affido incarico di rappresentarmi e di esprimere il mio augurio per il sempre maggiore incremento delle terme e per la prosperità di codesta nobilissima regione, prima nel lavoro, nella fede, nella disciplina. Spero di poter fra non molto, ripetervi a voce questi mici sinceri sentimenti. Mussolini.

L'On. Mussolini, il Duce magnifico della rinascita nazionale, ha voluto associare l'augurio per le sorti di questa Stazione termale con quello per la prosperità della regione, prima nel lavoro, nella fede, nella disciplina. Noi tutti gli siamo profondamente grati di ciò. Dal Suo pensiero amiamo trarre l'auspicio di una comunanza di destino fra la terra che rinnova colla salute la energia del lavoro, e la regione che il lavoro esalta nella disciplina intesa come espressione di fede nazionale. Io ricordo, o Signori, che oggi si compie una tappa lunga ed ardua nel cammino di Salsomaggiore, e si compie col raggiungimento di una meta che va oltre il più orgoglioso dei sogni. Queste Terme che resteranno nei secoli a congiungere coll'auspicato trionfale avvenire d’Italia l'insegnamento di Roma, e nelle quali è nobilmente espresso un insigne concepimento d'Arte, si levano ad affermare che Salsomaggiore ha superbamente vinta la prova per cui è premio uno dei prossimi posti nella gara delle stazioni termali del mondo, ad affermare altresì che l'Italia può, sia pure nel periodo dei più estenuanti travagli, creare le opere della bellezza immortale, i monumenti degni della sua civiltà millenaria. Non soltanto la parola di S. E. il Presidente del Consiglio ha espresso in questi giorni il plauso e l'augurio per l'odierna festività: parole auguste, parole memori ed alte ci sono pervenute da ogni parte del Paese. La Reggia, il Governo, il Parlamento, le Autorità della scienza hanno dato un pensiero a questa cerimonia, l'hanno valorizzata come espressione di un interesse nazionale. Noi abbiamo tutti la coscienza di fatta verità elementare. Salsomaggiore è patrimonio d'Italia, queste magnifiche terme sono le terme d'Italia poiché stanno ad esprimere qui, per la loro origine, una provvidenza della nazione. Potrei dire che nel pensiero di chi promosse l'opera insigne, nella parola, stessa del Ministro che ne propugnò la creazione in parlamento, c'era una visione oltre varcante i confini della Patria. Queste debbono essere, Eccellenza, Signori, le Terme della Umanità che dolora, il tempio dato nel nome d'Italia alta Dea Salute che è bene dell'umanità che dolora, il tempio dato in nome d’Italia dalla Dea Salute che è bene dell’umanità universa. Ed è per siffatto ordine di convincimenti, Eccellenza Lissia, che io mi onoro ricordare al Governo qui da Voi rappresentato degnamente, il proposito del Comune di custodire, e difendere in armonia d'intenti e d'opera, il patrimonio termale di Salsomaggiore che appartiene bensì alla patria, ma che è pur vanto e fortuna di questa terra. I nostri occhi cui si manifesta la originale bellezza del Monumento dedicato alla benemerenza di un modesto ma grande studioso, ci danno la gioia d'una rivelazione d'arte, così come ci rappresentano il possente segno di una conquista d'utilità e di decoro nazionale. Io interpreto il sentimento di tutti i presenti affermando la riconoscenza e l'ammirazione per coloro che contribuirono con la fede, l'ingegno, la volontà, il magistero dell'arte a che Salsomaggiore potesse additare al mondo le proprie terme come segno del suo trionfale avvenire. L'illustre Professore Devoto che ha consentito a questa cerimonia l'onore della Sua chiara eloquenza, dirà una degna orazione di battesimo. Io non posso conchiuder meglio la modesta parola piena di auspici, se non con un triplice evviva che accomuni le anime in una certezza di gloriosi destini per la nostra Patria.

Viva il Re. Viva l'Italia. Viva Benito Mussolini.

 

Il discorso del Rappresentate del Governo

Fotografia si Salsomaggiore eseguita dalla "Navigazione Aerea Italiana" Veduta generale delle nuove terme L. BerzieriS. E. Lissia, dopo le parole del Sindaco, pronuncia dalla tribuna delle Autorità il seguente discorso:
Con vivo profondo senso di letizia, io porto a voi il saluto cordiale del Governo Nazionale, il quale gioisce della vostra gioia, esulta delle vostre esultanze. Quel­lo che sembrava un sogno fino a pochi an­ni fa, quella che sembrava la meta lon­tana, sperduta nella nebbia dell’irreale, ormai è viva, palpitante realtà. La gran­de stazione, vaticinata da spiriti veggenti e voluta con tenacia e con fede dai mi­gliori figli di questa nobile terra, oggi sta innanzi ai nostri occhi attoniti, e col lus­so dei marmi e coi fastigi dell’arte ine­bria i nostri cuori, lasciando intravvedere un avvenire quanto mai lusinghiero.
Il modesto germe gettato dall’oscuro medico condotto, che assurge ora alla più degna glorificazione nell’edificio maesto­so in cui arte e scienza si danno la ma­no, è cresciuto rigoglioso e ne ammiria­mo i primi superbi frutti.
Il ciclo, che oggi si conchiude, appar­tiene ormai al passato, e voi, Salsesi, do­vete tendere gli spiriti e i muscoli verso l’avvenire, sicuramente vostro se conti­nuerete a considerare le Terme quale ful­cro di tutta la vostra vita economica, quale centro di tutti i vostri interessi le­gittimi, la cui efficace tutela impone la cooperazione cordiale di tutti, senza di­stinzione, dal singolo al Comune.
A voi oggi incombe il dovere di fare di questo superbo edificio, dove l’arte ha prodigato tutte le sue risorse, il tempio, della salute e della Industria Termale Italiana. Vani sarebbero i sacrifici com­piuti, infruttuosa riuscirebbe la fervida opera del Governo, conscio dell’alto suo compito, se voi, o Salsesi, veniste meno alla missione che la natura vi ha affidata, la missione di far rivivere nel mondo le migliori tradizioni dei nostri padri, ricon­quistando anche in questo campo, quel primato che oscure vicissitudini di tempi ci hanno fatto perdere.
Questo è, sopratutto, il posto che spet­ta a voi nella rinascita della nostra na­zione, che, fugate le dolorose nebbie di un lontano passato, l’Uomo inviatoci dal Fato ha ormai irrevocabilmente assicu­rata. La via è ancora lunga, aspra e difficile, ma la meta è ben degna di voi, se, come io credo, saprete elevare i vo­stri spiriti al di là della morta gora delle competizioni locali, se saprete abbraccia­re in una visione ampia e luminosa l’av­venire della vostra terra e i destini della nazione, fondendo in feconda armonia gli interessi vostri particolari cogli interessi generali del Paese, che da Voi ancora molto attende.
Con questo augurio, che, dal cuore com­mosso, sale fervido in questo momento alle mie labbra, ho l’onore di dichiarare inaugurato il grandioso stabilimento Berzieri.
Un vivo applauso saluta il discorso del Ministro.

II discorso del Prof. Devoto

Il chiaro e illustre Presidente dell’Asso­ciazione Nazionale di idrologia e clima­tologia. esordisce affermando che tutti i medici d’Italia sono oggi presenti « per­chè essi conoscono la imponenza dei beni economici e nazionali, morali e salutari, che di qui si derivano, perchè Salsomag­giore spazia a buon diritto nel bilancio della più promettente attività della na­zione.
Porge a nome del Consiglio dell'Ass. il più deferente saluto al Sindaco che volle invitarlo alla cerimonia inaugurale.
« La Nazione, — dice — con questo giorno di rinascita, guarda a Salsomag­giore, lieta e fiduciosa, perchè intende tutta la dimensione di questa giornata poliedrica nel suo contenuto filosofico, ar­tistico, sociale, sanitario, patriottico ed internazionale ».
Egli è certo che in quest’ora in cui si ritemprano le fedi i problemi delle sta­zioni italiane saranno messi nel primo piano delle forze ricostruttive della Pa­tria, poiché nelle accreditate stazioni di cura, come in Salso, si creano e ricreano patrimoni di salute e di energia difficil­mente ottenibili per altra via, comunque sempre più lente ed onerose?
E questo problema di valorizzazione s’impone allo Stato, anche perchè « l’i­drologia — egli osserva giustamente — è una delle nostre poche materie prime, che offre tutta se stessa alla migliore conservazione della razza, ossia, della pri­missima materia prima d’Italia: il po­polo nostro geniale, laborioso, prolifico ed umano ».
Ma oggi si compie più che un’inau­gurazione.
Egli risale addietro 17 lustri; a quel 1839 in cui un modesto medico condotto', Lorenzo Berzieri, tentava sovra una bam­bina affetta da una tubercolosi ossea tu­bercolare la cura delle acque madri. Il miracolo si compie: la bambina guarisce. Questa bambina si costituisce in capo sti­pite: è l’iniziatrice di una catena di pel­legrinaggi che costituiscono il principio della storia balneare di Salso.
Qui egli ricorda con felice sintesi la pertinacia del Dott. Berzieri che allarga le sue osservazioni, che continua le cure con sempre maggiori successi. Ed ecco sorgere la piccola stazione balneare, il primo rudimentale tentativo di reparto di bagni.
Dall’acqua madre egli passa all’uso dell’acqua naturale dei pozzi. La perso­nalità terapeutica della stazione si in­nalza, è riconosciuta e definita e nel gi­ro di 25 anni si costituisce il trionfo di queste acque salsoiodiche.
Ricorda così l’impulso dato da una schiera di industriali abili e previdenti, di cittadini coraggiosi e illuminati, di medici preclari, di amministratori locali e governativi, di rappresentanti politici, di filantropi, che a poco a poco trasfor­mano, con fede, con tenacia, Salsomag­giore in uno dei più grandi centri cura­tivi del mondo.
Così, mentre pur troppo, si constata l’aumento delle malattie nel consorzio so­ciale più intenso, più aspro, si costitui­sce una immensa clientela sofferente mondiale. Salsomaggiore e l’Italia, con le loro acque, rincorrono la civiltà, e si afferma questa nuova civiltà delle cure.
« Qui si inizia, — continua l’oratore, — la nuova storia non solo celebrando il creatore della prima, il fondatore della stazione; ma la vita maggiore di Salso­maggiore si sostanzia in questo primo giorno a cui ne seguiranno gli altri aafiniti, in un’apoteosi, nell'apoteosi di un medico, del medico condotto D. Berzieri che diventa il Nume tutelare per le ascese della sua creazione: lo spirito della nuova storia che è nuova soltanto, perchè di lui si incide il nome benedetto dal dolore, sulla strada dell’avvenire ».
In quest’apoteosi consentono tutti i medici d’Italia, i quali sono fieri che il precursore sia stato un medico condotto. In Italia, più che altrove, i medici sen­tono la voce spirituale che li aduna in una milizia protesa verso tutti gli appelli umani.
Ricorda che « Montecatini e S. Pelle­grino, Fiuggi e Acqui, Abano e Castellamare, Agnano e Sirmione, ed altre sta­zioni parlano al mondo coi documenti di quella Roma antica che nella crescente saluto dei suoli figli ravvisava l’incre­mento dei suoi patrimoni o della saggez­za terapeutica dei Greci e degli Arabi... »
« Salsomaggiore non ha nulla di tutto ciò: giovanissima è divenuta potente, è sulla strada arditissima delle avanguar­die....; e perciò il suo fondatore, Lorenzo Berzieri, viene proclamato oggi, grande ed immortale, da una manifestazione ple­biscitaria, che ha le sue urne in ogni par­te del mondo, e depone questi voti in un magnifico palazzo, che si tramuta, din­nanzi a noi, nell’altare della natura e della medicina risanatrice».
Questo altare non è soltanto un monu­mento di riconoscenza, è una riparazio­ne, e un’anticipazione italica. Qui domina lo spirito di Lorenzo Berzieri; e con lui è una non piccola schiera di medici tutti condotti, che furono gli operosi fabbri delle nostre stazioni più apprezzate. E tra essi ricorda con particolare rilievo i valorosi colleghi del Mezzodì e della Sicilia.
Onde questo superbo monumento esal­ta e rimunera colla iniziativa di Lorenzo Berzieri, la nobile ignorata fatica di tan­ti medici condotti che hanno accresciuto il patrimonio curativo della nazione».
Ed egli incita i medici a non disarmare.
« Questo grandioso palazzo della salu­te, eretto dallo stato con slancio di son­tuosità diventa il tempio in cui sentiamo la severa, la religiosa gerarchia della na­tura medicatrice: stiamo per entrare nel­la sua basilica.
Ricorda con affettuosa parola un gran­de maestro: Alberto Riva, il cui spirito fu sempre tormentato dal desiderio ai penetrare nella intima natura dei feno­meni naturali. Alla sua memoria, manda il saluto di Salsomaggiore; e pure a quanti altri nobili colleghi furono i fat­tori della fortuna di questa stazione.
A coloro che lamentarono la notevole spesa per questo stabilimento, spesa che grava sul contribuente italiano, dice che questo peso cessa quando si pensa alla grande funzione che qui si svolge, al ri­conoscimento dello Stato verso il patri­monio idrologico; alle calorie educative che da qui si irradieranno.
Il sacrificio dello Stato vale anche co­me indice della coscienza nuova che rico­nosce la efficienza delle stazioni balneari. Ogni guarigione esportata, ricordiamolo, è un nucleo dinamico, morale ed econo­mico nella nostra bilancia nazionale.
Con le cure balneari si diminuisce, si abbreviano, si frenano le malattie croni­che, la invalidità, e si aumenta la capa­cità degli Italiani e la loro potenzialità di produzione.
Lo sviluppo delle nostre stazioni balneo-climatiche è lento ma sicuro. Rileva che la conoscenza delle nostre stazioni, la formazione di una coscienza idrologica lascia alquanto a desiderare; il contin­gente di Italiani che si reca alle stazio­ni balneari è ancora scarso, il 2 e mezzo per mille; e dovrebbe raddoppiare.
Si augura che, sotto l’impulso di que­sta odierna celebrazione il medico italia­no diventi sempre più un promotore co­scienzioso e tecnico del culto del progres­so delle nostre stazioni, della quali oc­correrà sempre più mettere in luce di ca­rattere fondamentale. I medici riconosco­no che le loro responsabilità vanno pren­dendo proporzioni maggiori davanti agli stessi destini economici della Nazione.
« La massa dei bisognosi di cure balnea­ri, che in Italia non hanno consiglio o conoscenza di stazioni curative, è assai grande e tale che se lo spostamento po­tesse accrescersi del due per mille, e si prolungasse di un terzo la durata dei singoli soggiorni, affollando tutte le sta­zioni italiane di cura, esse non bastereb­bero al bisogno. Un movimento veramen­te vigoroso verso le stazioni di cura, qua­le si ha in Francia, e si aveva in Germa­nia ed in Austria, si determinerà anche in Italia, quando colle più larghe intese cogli istituti universitari, colle stazioni di cura con altri Enti, con l’Enit, col Touring, tutti i medici italiani, con le­zioni, con corsi, con viaggi, con soggior­ni didattici, che qui vennero proposti sino dal 1913, con cicli clinici, che ebbero già in Parma e in Napoli, larga attuazione, i medici renderanno una conoscenza più precisa e più completa delle specifiche in­dicazioni terapeutiche delle nostre stazio­ni balneari; citando tutte le stazioni di cura prenderanno una netta fisionomia curativa culminante come se la è presa Sal­somaggiore e sapranno organizzarsi igienicamente e tecnicamente con criteri severamente moderni, il tutto seriamente condotto e proseguito, non a soli gretti fini reclamistici, ma per far vivere le sta­zioni in un’atmosfera scientifica consona alle dotazioni della natura ».
La fortuna delle stazioni crescerà quando le ferrovie concederanno facili­tazioni più sensibili, quando il nostro pubblico uscirà dal rigidismo delle cure brevi dei pochissimi giorni insuperabili.
Queste nostre stazioni, che vanno di­ventando poderosi strumenti di elevazio­ne fisica della nazione, con la crescente catena degli ospizi marini e montani, dei Sanatori, dei convalescenziari, degli ospedali, diventeranno i centri nervosi di un grande sistema coordinatore: quello dell’assistenza e della previdenza nazio­nale, inteso nel senso tradizionale roma­no-latino, che sfrutti il sole, le spiagge, i laghi, le fonti, i climi, per diminuire le passività morbose che addolorano il po­polo italiano, che vede disperdersi in ma­lattie un capitale umano di un valore superiore ai 15 miliardi. E sarà un sollie­vo positivo per l’economia nazionale.
Ricorda il recente congresso idrologi­co di Palermo, che ha fatto la rassegna delle nostre ricchezze idrologiche, e rin­nova da Salso l’augurio che il patrimo­nio balneare di quelle terre riprenda il valore che una gloriosa tradizione ha ri­conosciuto. Col nuovo vigore della Nazio­ne vi sarà posto per tutti.
« Ma le collaborazioni ed i consensi, — dice l’oratore avviandosi alla conclusio­ne del suo magnifico discorso, — sono in­dispensabili. La concordia sia con noi.
« La Patria nostra, per le sue ascen­sioni nel mondo ha diritto le siano con­feriti con sollecitudine tutti i sollievi de­rivabili dalle nostre materie prime natu­rali ». Per la prosperità della nazione i medici saranno in prima linea.
« Il patto ideale di concordia tra tutte le stazioni d’Italia, tra tutti gli italiani che hanno contatti con le stazioni stesse, prenda nome, data ed auspicio da que­sta giornata trionfale per la regina delle stazioni balneari, da Salsomaggiore; a Lorenzo Berzieri il vittorioso su tanti mali, qui da questo tempio immortale ci ammonisca tutti e col suo faro possente ci illumini per tutte le strade che son sa­cre alle fortune della Patria! »
Così il prof. Devoto, conclude, tra fra­gorosi applausi, il suo magnifico discor­so.
Egli è vivamente complimentato da S. E. l’On. Lissia, dalle Autorità e da molti colleghi.

 

26-27-28 maggio 1923 - La solenne inaugurazione del grandioso stabilimento Lorenzo BerzieriParla per ultimo il comm. Raita, a no­me del Consiglio della Società esercente le terme il quale dopo avere ringraziato il rappresentante del governo e le auto­rità che hanno partecipato alla cerimo­nia, rileva l’importanza dell’avvenimento, affermando che con esso il governo ini­zia un progressivo decentramento statale destinato a concorrere allo sviluppo delle industrie nazionali, impiegando tutte le energie del paese per l’auspicata restau­razione. Il comm. Raita è vivamente ap­plaudito.
Cessati i discorsi la musica intona la marcia reale, mentre vengono sparati numerosi mortaretti dai vicini colli che coronano la conca di Salso. Alcuni aero­plani volteggiano a bassa quota, lancian­do manifestini. Indi il gruppo delle au­torità, con in testa l’on. Lissia che taglia il nastro tricolore teso dinnanzi all’en­trata principale delle Terme, visita Io stabilimento seguito da tutte le Autorità. Fanno da guida i Sigg. Della Lucia, del Consiglio della Società delle RR. Terme; i direttori tecnici Ing. Turilli, Dott. Cav. Zerbini, l’Ing. Forvio della ditta costrut­trice.
L’ammirazione suscitata in tutte le au­torità è veramente grande. Esse viva­mente si congratulano con l’Architetto Prof. Giusti, col pittore Galileo Chini, con l’Ing. Fonio dell’impresa; e con tutte le valorose maestranze rappresentate dall’Arch. Beretta e dal Corpo Assisten­te Sig. Belloni.
Anche gli invitati sono ammessi alla visita. Fra essi figurano tutte le perso­nalità mediche di Parma, e delle varie università italiane. Un fragoroso jazz-band ha eseguito inni e marce durante la visita. L’opera architettonica, le deco­razioni, i vari impianti sanitari modello, sono stati ammirati e vivamente elogiati da tutti.
Alla fine della visita un sontuosissimo rinfresco è stato offerto ai convenuti nell’interno dello stabilimento.

Il banchetto al “ Grand Hotel des Thermes „

Alle ore 12,30 Autorità e invitati si so­no raccolti al « Grand Hotel des Ther­mes », dove la « Società delle RR. Ter­me » ha offerto un sontuoso banchetto preparato con quella particolare gran­diosità che è tradizione degli Alberghi del Comm. Riccardo Ferrario.
Erano circa 150 coperti. Alla tavola d’onore sedevano S. E. l'On. Lissia, il Vescovo di Piacenza Mons. Menzani, il Gen. Lodomez, l’On. Farinacci, il Magg. Terruzzi, il Sindaco di Salso, il Pref. Comm. Pugliese, di Procuratore del Re Cav. Brezzi, il Presid. della Corte d’Appello di Parma, i Sindaci di Parma, Cre­mona, Reggio, Piacenza e Pellegrino Par­mense (patria del Dott. Lorenzo Berzieri nato a Besozzola), il Pres. del Tri­bunale dd farina, il Cav. Uff. Sen. Po­destà, l’Architetto Giusti, il Prof. De­voto, il Sottoprefetto di Borgo S. Donnino Cav. Corinaldi; il Grand Uff. Re­bucci tra gli altri invitati ricordiamo gli Ass. Fino, Borghi, Sozzi, Corazza, Peracehi, Rovelli; tra già artefici del « Berzieri », il Prof. Chini Galileo, Chino Chini, Prof. Tito Chini, la famiglia dell’Ing. Fonio, coi fratelli e nipoti il Sig. Lucchesi, l’Ing. Turilli, il Dott. Velardi, d Cav. Concari, l’Arch. Berettra; tra i Medici, il Cav. Zerbini, il Prof. Comm. Cattaneo, Zoja, Gabbi, Gardenghi, Lasa­gna, Oliari, Ghelfi, il Magg. Maggiorelli il Prof. Ferroni; del Comune, l'ing. Cav. Turilli, il Cav. Sacchi; il Comm. Volontà, il Prof. Bezzola, e il Dott. Vi­vi che rappresentavano la stazine di San Pellegrino; era presente l’Architetto Prof. Giuseppe Mancini, il Cav. Uff. Balestrazzi, il Comm. Ruata, il ten. dei RR. Carabinieri, il Cav. Razza, il Cav. Bussandri, il Cav. Mattioli, il nostro Diret­tore, ecc., ecc..
Intervennero anche molte Signore tra cui notiamo: la Sig.ra Tina Fonio e Sig.na, le Sig. Rebucci, Velardi, Tirelll, Cattaneo, Della Lucia, Carcupino, Fa­sola, Giusti, Corbellini, la Sig.ra Cori- naldri, le Sigg.re Casetti, Beretta, la Si­g.na Giusti, le Sig.ne Elena, Clelia ed Elisa Fonio, la Sig. Morandi, ecc.. La So­cietà era rappresentata dai Sigg, Comm. Olinto ed Emilio Della Lucria, e dall’Avv. Ciolfi.

Ecco il Menù del banchetto:
Antipasto Reale — Ravioli all’Italiana — Sfoglie Vittoria — Salsa Superba — Sovrana di Pollo Principessa — Insalata Thermae — Sorpresa Salso-Jodo-Bromica — Dessert.
Vini: Bianco di Siccomonte — Bardo­lino (Casa Guerrieri Rizzardi) — Champagne Duc de Venage (Cuveè Reservec) Caffè — Liquori.

Allo spumante il jazz-band — che ha accompagnato il banchetto — ha suonato gli inni nazionali provocando manifestazioni calorose all’Italia, ai combat­tenti, al Re, all’On. Mussolini. Nessun discorso è stato pronunciato. Verso la fi­le del banchetto il Grande Ufficiale Rebucci ha letto le varie adesioni pervenute. Ricordiamo fra i dispacci augurali quelli di S. M. il Re delle LL. AA. RR. Duca d’Aosta, Duca degli Abruzzo, il Conte di Torino, e il Duca di Genova; dell’on. Mus­solini, dei Ministri on. Thaon de Revel, Diaz, Gentile, Teofìlo Rossi, Carnazza, Federzoni, Oviglio, De Capitani, Colonna di Cesar», lei presidenti del Senato e del­la Camera on. Tittoni e De Nicola, degli on. Sottosegr. Acerbo, Finzi, Corgini, March, Lupi, Sardi e Ciano, dell’on. Berenini Agostino, del sen. Mariotti, del­l’on. Peano, del sen. Faelli, del sen. Mangiagalli sindaco di Milano, degli on. Bussi, Lanfranconi, Lancellotti, ecc.
Le adesioni che suscitano applausi ca­loroso sono quelle di S. M. il Re, dell’on. Mussolni e del Sen. Berenini. Quest’ul­timo ha avuto una particolare accentua­zione, si è ripetuta a lungo fra l'entusiasmo dei presenti
Il Grande Ufficiale Rebucci ha quindi rivolto in vivo ringraziamento agli in­tervenuti. II banchetto è terminato alle ore 15.

La rivista della Milizia Nazionale

Un gruppo di autorità, fra cui Fon. Lissia, si è recato in visita a Tabiano, dove si sono particolarmente soffer­mate al fastello.
Alle sedici, nel viale Romagnosi l’on. Lissia, con l’on. Farinacci ed il gen. Calati, ha assistito alla sfilata dei reparti della milizia nazionale comandata dal console Ranieri. Particolarmente applau­diti sono stati gli scolari e le scolare di Salso, vestiti in costume che hanno sfi­ato perfettamente. Poscia l’on. Lissia e autorità, guidati dal sindaco, hanno vi­sitato gli stabilimenti idroterapici ed il sanatorio
L’on Lissia si è vivamente congratu­lato coi dirigenti degli stabilimenti e del sanatorio. Più tardi il sottosegretario ha visitata l’arena dove si svolgevano im­portanti gare sportive, di cui diamo a parte ampio resoconto. Dopo di che, verso le 20 l’on. Lissia, ossequiato dalle Au­torità si è recato in automobile a Borgo dove ha proseguito per Roma.

Gli artefici del Berzieri a banchetto

La Impresa Fonio e Lucchesi, ha riu­nito alle ore 19 di domenica nel Salone della Villa Gambarini, tutti i principali artefici dello « Stabilimento Berzieri »: dall’Architetto Giusti e dal pittore Gali­leo Chini, ai conduttori sagaci delle mae­stranze.
Notammo intorno all’architetto Giusti, il trionfatore, Galileo, Tito e Chino Chi­ni; l’Ing. Fonio e il suo socio Sig. Luc­chesi Enrico, che ricevevano gli invita­ti, l’arch. Beretta, l’ing. Turilli, il capo assistente Belloni, il capo tecnico elettricista Panetto e molti altri.
Tra gl’inviati il Grand Uff. Rebucci, il Cav. Sacchi, il Cav. Tirelli, il Comm. Ruata il Cav. Fiorello Giraud; molte Signore tra cui: le Sig.re Tina Fonio, Giusti, Giraud, Beretta, Ricci; le Sig.ne Fonio e Giusti, e molte altre.

Il Menù del banchetto, che portava que­sta dedica: A tutti gl’intelligenti e perti­naci suoi collaboratori — operosi artefici — del Grande Stabilimento LORENZO BERZIERI — offre l'Impresa Fonio e Lucchesi, era così composto:
« Minestra alla Regina — Trota del lago lessata — Salsa Mayonese — Insa­lata russa —- Finocchi alla Parmigiana -— Faraone arrostite — Insalata verde — Gelato alla « Berzieri » — Torta alla « Giusti » — Frutta — Caffè.
VINI : Vino bianco secco — Grignoli­no — Barbera vecchio — Cinzano Brut Spumante — Liquori: Santa Vittoria — chartreuse — Benedectine — Grand Marnier — Cordini Campani.
Allo spumante il Grand Uff. Rebucci, ha innalzato con magnifica improvvisa­zione, un inno all'arte meravigliosa del Berzieri, e ai suoi grandi artefici: Giu­sti, Chini, Moroni, Calori, ecc..
Lo ha seguito il nostro Direttore Sig. Alfieri, che ha ringraziato a nome dell'Ing. Fonio e dell’Impresa, e ha conclu­so inneggiando alle virtù del nostro popolo operoso, che ha rinnovato nel « Ber­zieri », gli splendori dell’arte, imitando le gloriose maestranze del dugento. E ha chiuso augurando all’avvenire di Salso e della Patria.
Un vivissimo elogio va al Sig. Catullo Gambarini, per la signorile ospitalità e per la proprietà con cui ha preparato il magnifico banchetto.

I festeggiamenti della serata e il grandioso ricevimento al Berzieri

Meraviglioso, fantastico è stato lo spet­tacolo offerto nella serata da Salso, scin­tillante di mille luci: archi, stelle lumi­nose, fantasia di tricolore, che ovunque accendeva la bellezza delle sue luci.
Tre fari illuminavano il « Berzieri » e la sua facciata marmorea riscintillava di mille iridi in una visione di sogno.
Nello Stabilimento « Berzieri » sfar­zosamente illuminato, si svolge intanto un grandioso ricevimento a cui sono ac­corse centinaia di persone. La Società delle R. Terme, che l’ha offerto alla co­lonia balneare e a tutto Salsomaggiore, ha indubbiamente compiuto cosa che ri­corda la fastosità regale, e molte signore e autorità ricordavano la fastosità dei ricevimenti di Corte. "
Certo la folla grandissima di signore e signorine che sono accorse a questa in­dimenticabile serata non potevano im­maginare, nè desiderare più artistica e più meravigliosa cornice dei marmi, degli ori, delle decorazioni policrome del Sa­lone del « Berzieri » che attraverso ai grandiosi specchi moltiplicava in una sinfonia impetuosa i suoi mille colori.
Il ricevimento a cui è accorsa una fol­la elegantissima, tutta Salso mondana, si è iniziato con un concerto vocale e istrumentale, che resterà memorabile. Ne sono stati interpreti il celebre tenore Fernando Carpi e la Sig.ra Giuseppina Baldassarre Tedeschi, che hanno aderito a un gentile invito della Società delle « Terme ».
E’ stata un’altra impareggiabile for­tuna per gl’invitati udire Fernando Car­pi, che da anni canta soltanto all’estero, e al Metropolitain di New York.
E chi l’ha sentito in queste sere can­tare la romanza dell’Elisir d’amore, il Sogno della Manon di Massenet, avrà i capito tutto l’incomparabile valore di questo meraviglioso cantore. E’ da m'olti anni, pur troppo, che non si sente più cantare con tanta grazia, con tanta fi­nezza di sentimento, con tanta virtù ca­nora: cantare, diciamo, e usiamo il ver­bo nella sua più pura e più inarrivabile espressione; cantare, vale a dire espri­mere attraverso alle più maliose dolcez­ze e sfumature del canto, i palpiti più profondi, più suggestivi, dell’amore, del­la gioia, della passione, della tenerezza: tutto ciò che costituisce le più intense vi­brazioni del cuore. Ah! cantare così, e vivere nel più divino dei sogni. Bisogna risalire, pur troppo, molto indietro, per ricordare qualcosa di simile: bisogna ricordare dei nomi fulgenti nell’arte: il Bonci, dei tempi migliori, il Caruso, dei primi anni di celebrità, per ricordare quel che Fernando Carpi ha fatto risentire alla sensibilità acuita dei nostri cen­tri nervosi.
E poiché gli aggettivi, per le cose ve­ramente grandi, non servono più, diremo che Fernando Carpi ha cantato sempli­cemente, come cantano coloro che sono baciati dal divino soffio dell’Arte immortale. E’ inutile dire che egli ha avuto ap­plausi, ovazioni interminabili.
Anche la Sig.ra Baldassarre Tedeschi, che sa infondere al suo canto un vibran­te impeto di passione, un vivo accento drammatico, ha cantato mirabilmente uuna romanza dell’Iris, che si adatta assai bene alla sua voce e al suo temperamen­to, la romanza un bel di vedremo, della Butterfly e l’altra della Madame Sans Gènes, con quella sua calda voce, perfet­ta per risonanza, per timbro, per espres­sione.
Col Carpi ha cantato il duetto finale del primo atto di Manon; « A Parigi ne andrem!», che ha mandato il pubblico in visibilio.
Il successo è stato naturalmente trion­fale.
Ha accompagnato da grande maestro, — anche questo naturalmente, — il Mae­stro Ferrari Trecate del Conservatorio di Parma, che ha diviso gli onori del trionfo. 
La serata è stata completata da altri numeri, di cui sono piaciuti assai il Gabrè, piacevolissimo dicitore, e Miss Jenny Golden, « ètoile » della Folies Bergeres veramente interessantissima, festeggiatissimi.
Poi il Prof. Yanolti ha aperto le dan­ze; signore, signorine, in toilettes deli­ziose si sono lanciate nell’onda fantasio­sa della melodia e del ritmo. E le ore son passate, passate, diventando piccine, pic­cine... Il sogno!
Bisogna qui ricordare un’altra cosa che ha del fantastico: sono state offerte agli invitati dolci, bibite d’ogni sorta a pro­fusione, Champagne in tale quantità da giustificare più che mai l’allegrezza spen­sierata delle ore piccole.,
E inoltre, dopo la mezzanotte il buffet ha fornito a chi voleva una colazione mat­tutina, veramente regale e fantastica: sandwic, piatti freddi, galantine, fagia­no, insomma un’altra sinfonia, gastro­nomica, da far venir l’acquolina al solo pensarci.
Chi vide non dimenticherà mai questa notte... da novella indiana. Infatti era­vamo nel tempio sontuoso dei Rajach!

 L’orchestrina Carcassola.

Dobbiamo ricordare che negli inter­valli tra le varie parti del programma ha eseguito sceltissimi pezzi musicali l’orchestrina Carcassola, costituita dal babbo e dai figliuoli: una eletta fami­glia d’artisti.
L’orchestrina Carcassola resterà al “ Berzieri ,, tutta la stagione, onde la nostra colonia avrà modo di rendersi conto dell’eccezionale valore di questi artisti, che son nati con l’istinto mu­sicale.
Sotto la direzione del babbo, Carcas­sola Enrico flauto, mirabilmente affia­tati suonano la Sig.a Carcassola Luigina Violino A, esecutrice virtuosa e squi­sita e piena di sentimento; il fratello suo Cadetto violino B, poco più che dodicenne, che ha magnifica cavata e incredibile, data la sua età; un prodi­gio è la piccola Renata violoncello B, non ancora decenne; il giovanetto Emi­lio, oltre ad essere un violoncellista perfetto, magnifico, per cavata, per dol­cezza di suono, per valore interpretativo è anche un valentissimo esecutore dei più variati istrumenti, che suona con abilità prodigiosa ed encielopedica: xilofoni, campanelle, tamburello, e tutto il complesso dell’indiavolato jazz-band.
Accompagnatore e pianista magistrale è il giovanetto Domenico, il maggiore. Raramente abbiamo sentito un com­plesso musicale cosi affiatato, ed esecu­zioni di così fine interpretazione.
Tanto al mattino, durante il ver­mouth d’onore, quanto al Concerto se­rale, la famiglia Carcassola ha suscitato il più schietto e sincero entusiasmo. I concerti Carcassola, costituiranno d’ora innanzi il più ricercato godimento per i buongustai della divina arte dei suoni.

Il Ricevimento.

berzieri delfo nelva noccioliniDobbiamo aggiungere una viva pa­rola di elogio per il Sig. Delfo Nelva, concessionario del Grande Caffè “ Lo­renzo Berzieri ,, che ha organizzato il servizio del Vermouth d’onore; e quello del ricevimento serale, con una signo­rilità, con una proprietà degna del grandioso avvenimento.
E’ inutile ricordare che le bibite, i dolci, il servizio per la cena dopo la mezzanotte, costituivano quanto di me­glio era possibile desiderare, per bontà, per eccellenza sotto ogni aspetto.
II Sig. Nelva ha dimostralo di essere degno del grande compito che gli spetta, e che farà del “ Berzieri ,, il più ari­stocratico e insieme il più attraente dei ritrovi salsesi.
La perfetta organizzazione di questi servizi, per i quali è necessario un fine buon gusto e una competenza eccezio­nale, ha riscosso le unanimi ammirazioni delle Autorità e della nostra elegantis­sima colonia balneare.

Per l’assenza di S. E. l'on Berenini

Tutti coloro che conoscono la storia di Salsomaggiore, e sentono nell’anima vivo e profondo il senso della riconoscenza, «la più alta e più nobile virtù civile», — diceva Glandstone, — verso coloro che furono i benefattori disinteressati di que­sta stazione, avranno con vero dolore constatata in questi giorni di festa l’assenza di S. E. l’On. Berenini.
I motivi sono noti, e noi non v’insiste­remo, pur essendo convinti che nessuna ragione avrebbe dovuto vietare a S. E. l’On. Berenini il suo intervento a Salsomaggiore, ove si compiva una festa pu­ramente balneare e civile.
Ad ogni modo, — poichè la storia ha le sue leggi e le sue conseguenze, — pub­blichiamo i telegrammi che l’on. Bereni­ni ha inviato in questi giorni alle Auto­rità Salsesi e che egli ci ha gentilmente comunicati.
Egli era stato invitato alla cerimonia con la seguente lettera, inviatagli a no­me dall’I.mo Sig. Sindaco di Salsomag­giore:
«L’Amministrazione Comunale si ono­ra di porgerle invito di partecipare alla cerimonia inaugurale di quelle « Terme Berzieri », che esprimono una promessa nuova ed insigne per l’avvenire di Salso, e alla cui costruzione tanto V. E. ha con­tribuito col fervore e l’autorità dell’opera.
« La cerimonia avrà luogo il 27 corr. mese. Mi è caro confidare che V. E., par­ticolarmente benemerito della nuova sor­te di Salsomaggiore, vorrà accogliere l’invito.

« Con osservanza
p. il Sindaco
F.to G. SOZZI.

S. E. l’On. Berenini ha risposto col se­guente telegramma:
Giorgetti, Sindaco
SALSOMAGGIORE.

« Sinceramente grato Vossignoria cor­tese invito rievocante mia modesta fidu­ciosa partecipazione restaurazione me­ritate fortune Salsomaggiore, esprimole rammarico non potere presenziare ceri­monia inaugurale « Terme Berzieri » onore arte italiana sicura promessa avve­nire sotto infallibile auspicio primo ri­velatore acque miracolose.
« Ossequi BERENINI.

Così pure ha telegrafato alla Società delle R. Terme che lo avevano pure in­vitato:
Società Terme
SALSOMAGGIORE
« Impedito recarmi costi ringrazio cor­dialmente graditissimo invito beneaugu- rando fortune codesta Società sicura­mente provvida interessi locali nazionali
« Ossequi BERENINI.

Al nostro direttore aveva pure telegra­fato da Roma:
« Sarò domani tra voi con pensiero me­more esultante augurale.
BERENINI.

E poiché era annunciato l’arrivo di S. E. l’On. De Stefani, Ministro delle Finanze, così a lui inviava il seguente te­legramma a Salso:
S. E. De Stefani Ministro Finanze
SALSOMAGGIORE

Presentole omaggi che circostanze speciali impedisconmi renderle suo arri­vo codesta città vivamente grata premu­rose cure governo.
« Cordiali ossequi
BERENINI.

* * *
Ci auguriamo che il vivo e significati­vo applauso con cui domenica è stata ac­colta la sua adesione, al banchetto al « Grand Hotels Des Thermes », e la cer­tezza che l'animo degli amici, non muta, come la maggioranza dei Salsesi non oblierà i doveri della riconoscenza, baste­ranno a compensarlo della grande opera compiuta.

 

La giornata aviatoria - Il battesimo aviatorio di Salsomaggiore

La giornata del 27 maggio ha vera­mente segnato il battesimo aviatorio del­la nostra città. E sinceramente si deve dichiarare che il saluto alato ha rappre­sentato la nota più bella della cerimonia. Mentre questa aveva inizio giungevano da' Milano gli aeroplani della « Naviga­zione Aerea Italiana » prendendo parte all’inaugurazione con un lancio continua­to dà oltre cinquantamila manifesti che portavano scritto il seguente messaggio augurale.

— La « Navigazione Aerea Italiana » saluta Salsomaggiore ed auspica al suo più grande avvenire. —

I velivoli si soffermarono a lungo sulla città, accompagnando con evoluzioni lo svolgersi della cerimonia, indi si diresse­ro verso Milano. La cittadinanza veniva ad apprendere in seguito che uno degli apparecchi era stato costretto ad atter­rare in un prato nei dintorni della città, stante una panne al motore. Fortunata­mente Cipriano Diverio, Direttore Gene­rale della N. A. I., con chiaro senso di previsione aveva fatto disporre per mi­sura precauzionale, dei segnali di at­terraggio in un prato che presentava le possibilità dà una «campo di fortuna». Il pilota potè quindi prendere terra sen­za alcun incidente.

L apparecchio pilotato dall’aviatore Domenico Fracasso, portava a bordo il Sig. Mino Somenzi, Presidente dell’Isti­tuto Fascàsta di propaganda nazionale e direttore de « L’Ora d’Italia » che oltrechè portare un saluto all’amico Ci­priano Diverio, veniva per rendersi e-, dotto personalmente dell’iniziativa avia­toria locale al fine di patrocinare l’ini­ziativa stessa con l’Istituto da lui presie­duto.

II Direttore Generale della N. A. I. ac­compagnato dai suoi collaboratori, si portava immediatamente sul luogo con un automobile, mentre dalla città veniva disposto per il piantonamento del veli­volo a mezzo dei RR. Carabinieri.

Identificato il guasto e riparatolo la comitiva veniva in città. Mino Somenzà e al Pilota Fracasso ebbero fra noi ac­coglienze festose.

Cipriano Diverio che avrebbe dovuto prendere parte al banchetto al Grand Hotel des Termes vi rinunciò al fine di rimanere con gli amici e compagni.

Verso il termine del banchetto l’On. Farinacci esprimeva il desiderio di in­trattenersi con gli aviatori. Aveva quin­di luogo un colloquio cordiale fra l’On. Farinacci e Cipriano Diverio. L On. Fa­rinacci domandò e insistette per essere portato a Cremona in areoplano. Ma il Direttore Generale della N. A. I. lo in­formò esservi delle disposizioni severis­sime che vietano viaggi aerei se non au­torizzati e che quindi con profondo rin­crescimento si vedeva costretto a non ac­contentarlo. Alla domanda dell'On. Fari­nacci di poter allora almeno portare un saluto alato a Salso, Cipriano Diverio rispose sorridendo di considerarlo quale un volo di propaganda. E di volo (che è il primo che l’On. Farinacci abbia fatto) veniva fissato per le ore sedici e mezza allorché la rivista alla milizia nazionale fosse terminata.

Dopo il colloquio con l’On. Farinacci la comitiva aviatoria si univa ad Erminio Spalla ed aveva luogo un finto match fra il campione d’Europa e Nino Somen­zi, al fine di aggiungere una nota gaia alla compagnia.

In seguito Cipriano Diverio accompa­gnava l'On. Farinacci in automobile ai «campo di fortuna» mentre in altre au­tomobili seguivano le altre personalità. Il volo si svolse egregiamente con pa­recchi gixà sulla Città ad una altezza di

circa millecento metri. L’On. Farinacci scese dall’apparecchio pieno d’entusiasmo per il volo compiuto dichiarando di es­sere profondamente contento di aver po­tuto accomunare la data del suo primo volo con un saluto a Salso, in un giorno che deve segnare l’inizio della sua rina­scita.

Si congratulò infine vivamente e cor­dialmente con Cipriano Diverio per aver saputo impostare un programma avia­torio così vigoroso e dichiarò di dare al­l’iniziativa tutta la sua solidarietà e il suo appoggio incondizionato.

Avvenne inoltre la partenza per Mi­lano del Presidente dell’Istiituto Fascista di Propaganda Nazionale Sig. Nino So­menzi con il pilota Fracasso fra il saluto cordiale dei presenti e quando l’apparec­chio scomparve all’orizzonte la numero­sa comitiva delle personalità si portò al campo sportivo per il match di boxe.

E’ con profondo compiacimento che noi rileviamo come il battesimo aviatorio della nostra Città abbia rappresentato, una prima dimostrazione efficace e prima prima tappa del forte programma iniziato da Cipriano Diverio e sentiamo quindi il dovere di rendere grazie a nome della cittadinanza, alla sua energia e alla sua indomabile fede.

 

GIANNI SOLARI.

 

Un salsese scrive alla Gazzetta di Parma del 19 ottobre 1922


Cose di Salsomaggiore


Ci scrivono da Salsomaggiore :
Permetta una mia franca osservazione. — Il governo che a Salsomaggiore si è ingolfato nella costruzione di un nuovo stabilimento Termale, profondendo milioni, con risultati architettonici mediocri, avrebbe potuto invece accantonare anche solo mezzo milione per migliorare od anche semplicemente rendere decorosa, la stazione ferroviaria, dalla, quale almeno l’ottanta per cento della colonia bagnante è obbligata a passare. Tale stazione oggi fa concorrenza, per la sua sudiceria, e per la sua meschinità edilizia, con alcune stazioncine della nostra dimenticata Italia meridionale. — E a proposto di bagni mi domando come mai chi ha presieduto la costruzione di tanto stabilimento, non ha pensato a mettere la numerazione a ciascun camerino e, quello che è più importante, fra tanta profusione di dorature e di spazio inutilizzato non si poteva mettere in ogni camerino un orologio elettrico, dal momento che «l’ora» è appunto la regolatrice costante della cura?

 

 "Navigazione Aerea Italiana"  a Salsomaggiore

 "Navigazione Aerea Italiana"  a Salsomaggiore

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