8 maggio 1947 - Gazzetta di Parma  - La questione del Casinò di Salsomaggiore 8 maggio 1947 - Gazzetta di Parma  - La questione del Casinò di Salsomaggiore - Pubblicando questi articoli non abbiamo inteso entrare nel merito delle argomentazioni che ii nostro straordinario collaboratore sostiene nei confronti dell'Amministrazione comunale alla quale restano aperte le colonne del giornale per eventuali risposte. Osserviamo però che a Salsomaggiore non vi è soltanto un problema di gioco da trattare. Vi sono problemi di ricostruzione che giudichiamo assai più importanti e sui quali verrà prassi=mente aperta la discussione dal nostro giornale con la pubblicazione di alcuni articoli per, richiamare, su diversi problemi, l'attenzione dei Cittadini e di quanti desiderano lavorare per l'avvenire della nostra stagione termale. [b. r.

IV

Per chi non avesse potuto seguire le nostre precedenti pubblicazioni, riassumiamo brevemente i termini della dibattuta, questione, recentemente definita, che tanto interessa l'opinione pubblica. Ciò servirà, anche, a meglio illustrare le conclusioni. Il Comune di ,Salsomaggiore, nell'intento di risolvere difficoltà finanziarie di bilancio, decideva nel dicembre 1946 di chiedere un prestito alla Società alberghiera esercente il gioco d'azzardo, per eccezionale tacito consenso delle autorità, superiori, durante il periodo che intercorse fra la, liberazione e le elezioni generali. Basi dell’accordo erano le seguenti: di contro ad un mutuo fruttifero di 5 milioni, da rimborsare in 10 anni, il Comune si impegnava di riservare, a favore della società stessa, qualsiasi concessione di gioco (regolare o tollerata) che si rendesse passibile durante il periodo di 9 anni, secondo determinate aliquote di partecipazione agli incassi provenienti dal gioco stesso. L'iniziativa del Comune non trovava l'assenso della cittadinanza per molteplici ragioni.
Pregiudizialmente, si trovava inopportuno e pericoloso complicare una operazione di semplice mutuo finanziario, per cifra di modestissime proporzioni attuali (5 milioni) con un vincolo impegnativo di ben 9 anni, prima ancora di conoscere se sarà possibile ottenere, per Salsomaggiore, una legge speciale autorizzante il gioco d’azzardo, così come ora esiste per S. Remo, Venezia e Campione. Sembrava. cioè. intempestivo, legare il Comune nei confronti di un solo concorrente quando, intervenuta che fosse la, legge speciale di cui si è detto, sarebbe stato facile indire una, asta nazionale e trarre, dalla molteplicità degli differenti, le migliori condizioni a vantaggio del Comune di Salsomaggiore. In secondo luogo, si rileva che, nella ritenuta urgenza del prestito finanziario il Comune non aveva predisposto il necessario capitolato d'appalto, accuratamente studiato in base all'esperienza fatta a S. Remo, Venezia e Campione oltreché a Salsomaggiore.
Tale deficienza si dimostrava tanto più nociva in quanto rendeva assai difficile, per gli stessi amministratori comunali e per la cittadinanza, il necessario sereno esame delle condizioni offerte.
Nel merito della convenzione progettata — e successivamente approvata — si contestava: a) che la percentuale a favore del Comune (per quanto migliorata nell'interesse dell'E.C.A. e delle locali associazioni dei partigiani, mutilati, reduci, combattenti per merito dell'intervento di un gruppo finanziario salsese) era sempre inferiore a quella offerta dal predetto gruppo salsese e comunque, era. inferiore a quella corrisposta da altri concessionari e dalla stessa società alberghiera nel periodo precedente; b) che mancava nella convenzione un dato cronologico di decorrenza dei nove anni, sicché il Comune veniva ad essere vincolato senza limiti di tempo; c) che la durata di nove anni si dimostrava chiaramente eccessiva tenuto conto, anche, del periodo di incertezza monetaria che il Paese attraversa; d) che, per quanto la società alberghiera concessionaria si dimostri attualmente in solida situazione, la lunga durata del contratto consigliava al Comune di ottenere adeguate ed effettive garanzie, sia per salvaguardarsi da future possibili crisi e sia per prevenire l'atteggiamento litigioso già dimostrato dalla società stessa nei confronti di una vertenza dell'importo cospicuo di 14 milioni per sospesi di cassa, assegni a vuoto, valute false, ecc. vertenza tuttora in corso di definizione.
Tali rilievi dell'uomo della strada trovavano l'autorevole riconoscimento nella nostra Giunta Provinciale Amministrativa, la quale, con ordinanza, del 4 aprile scarso, rinviava la delibera al Comune affinché fossero apportate le modificazioni conseguenti. Nella ceduta del 7 aprile, il Consiglio Comunale di Salsomaggiore confermava integralmente la precedente decisione, giustificando tale operato con queste argomentazioni 1) che la, Società alberghiera offre, oltre al mutuo di 5 milioni, la somma di 7 milioni a fonte perduta; 2) che, con i 12 milioni così introitati, viene sistemato il rilancio comunale; 3) che il Comune non ha attualmente nessun permesso di gioco, né si ritiene possa ottenerlo in avvenire per ragioni d'ordine morale e politico. Il 23 aprile, la G.P.A. rinunciando integralmente ai rilievi precedenti, approvava la decisione del Consiglio Comunale di Salsomaggiore e la intatta convenzione con la Società alberghiera, convenzione che è così divenuta definitiva.
Sono questi i fatti che risultano obbiettivamente. Per quali ragionamenti la G.P.A. abbia ritenuto, il 23 aprile, meritevole di approvazione la stessa delibera comunale che, il 4 aprile, aveva invece constatata suscettibile di notevoli modificazione non ci è stato dato di conoscere. neppure leggendo le premesse del dispositivo nell'ultima ordinante. I rilievi espressi dalla G.P.A. il 4 aprile erano ampiamente argomentati e dimostravano già le esposte deficienze della convenzione in esame sulle principali basi della contrattazione; sulla data, sulla misura da compenso, sulle garanzie a favore dell'ente pubblico. Perciò, sembra che la G.P.A. dovesse a se stessa, prima che ad ogni altro una altrettanto argomentata giustificazione dell'avvenuto capovolgimento delle sue decisioni tutorie.
Di questo silenzio ci dogliamo sinceramente così come se ne dolgono i salsesi che, apprezzate le nostre perplessità, ci hanno manifestato la loro simpatia e la loro adesione. E concludiamo con una. precisazione ed un augurio. Vogliamo nuovamente precisare — specie a chi, per insufficiente abito democratico, si fosse per avventura spiaciuto della nostra iniziativa — che, nel portare alla ribalta dell'opinione pubblica tale importante questione, abbiamo inteso di collaborare non di criticare, di argomentare e non di polemizzare, di esprimere un libero pensiero con la migliore chiarezza consentita dalle nostre modeste possibilità. Ci auguriamo, poi, che l'avvenire dimostri che noi abbiamo avuto torto, interamente torto.
Che, cioè, il Comune abbia fatto un ottimo affare e sia riuscito a sanare, come afferma, il proprio bilancio, che tutto proceda per il meglio in una idilliaca visione di concordia e di benessere. A noi non importa aver ragione o torto: ci interessa soltanto l'avvenire di Salsomaggiore, avvenire da costruire giorno per giorno con il grande amore degli entusiasti e con altrettanta vigile cura degli esperti.

 

 

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