19 novembre 1947 - Il processo della iodina - L'interrogatorio degli imputati - l'esame testimoniale - A sabato la sentenza19 novembre 1947 - Il processo della iodina - L'interrogatorio degli imputati - l'esame testimoniale - A sabato la sentenza - Il processo della jodina che già aveva mosso i primi passi il 6 novembre dello scorso anno, e poi si era fermato, ieri, a poco più didodici mesi di distanza, fatto più adulto, ha compiuto un passo più lungo e, pur non essendo giunto alla sua conclusione, si è portato bene avanti fino ad esaurire tutta la parte orale della complicata materia che lo informa.

Ma ieri, in questo processo che aveva richiamato nell'aula del Tribunale un pubblico assai numeroso, venuto anche da Salsomaggiore che, come è noto e la località, dove si svolse l'incriminato commercio, mancava il principale imputato, e precisamente quell'Arnaldo Iappella che l’anno scorso tra comparso all’udienza in stato di detenzione e che lasciato poi in libertà provvisoria, emigrava successivamente in Francia dove si trova tuttora. La mancanza dello Iappella ha, naturalmente, svuotato il dibattimento di molta importanza, sebbene egli fosse già stato udito dal collegio giudicante un anno fa.
Aperta l'udienza dal Presidente dott. Mezzatesta (siede alla Pubblica Accusa il dott. Proia), e fatto l’appello degli imputati, risultano presenti, tutti a piede libero, il dott. Terzo Ferri, Angelo Braccaioli, Ariello Bertolotti, Stefano Sozzi, Giovanni Mazzaschi, Remo Martini. Amedeo Parmigiani, Gaetano Veneziani, Alfredo Panigari e Italo Busani. Contumaci: Arnaldo Iappella e Angelo Pezzani.
Dopo la lettura, dell'atto di imputazione — già da noi pubblicato — il Presidente, riassume il verbale d'interrogatorio dello Iappella dal quale si desume come egli abbia poste molte, chiamate di correo, incriminando la maggior parte degli imputati, i quali interrogati a loro volta, hanno in sostanza, affermato la loro buona fede sia nella vendita che nell'acquisto della iodina, anche perchè credevano che lo Iappella fosse stato incaricato dal P.C.I di Salsomaggiore di vendere la iodina per realizzare un fondo di beneficenza, a favore delle famiglie bisognose di Salso.
E' seguita la lunga teoria dei testi che ha occupato la intera giornata. Fra essi il rag. Tranquillini. il quale, deponendo nella sua qualità, di gestore delle Terme, ha confermato che parte della iodina sottratta era stata venduta a favore dei partigiani parte consegnata al P.C.I salsese in restituzione di danaro che quel partito aveva dato al C.L.N. Infine, un terzo quantitativa era state restituito alle Terme.
In quanto allo Iappella, il teste ha detto che egli, come membro della Commissione interna dello Stabilimento termale aveva facoltà di sostarvi anche la domenica. Quando poi si ebbero i primi sospetti della sottrazione di iodina fu dato ordine che gli operai, all'uscita, fossero perquisiti.
Circa il dott. Ferri. farmacista di Fidenza, il teste afferma che egli lo conosce come uomo onestissimo. Concluso il chilometrico testimoniale, viene deciso di rimandare la discussione a sabato 22, nel pomeriggio, con inizio alle ore 14.30. Sabato, quindi, avrerno, finalmente, la sentenza dapo la requisitoria del dott. Proia e le arringhe del folto collegio di difesa composto dagli avvocati: Baracchini, Cabelia, Conforti, Mario Ghidini, Ottolenghi, Scafrardi e Vietta. La Parte Civile e rappresenta dal prof avv. Angelo Genovesi, vice avvocato dello Stato in nome e nell'interesse del Ministero delle Finanze (Aziende patrimoniali dello Stato, Terme Demaniali di Salsomaggiore).

 

23 novembre 1947 - Gazzetta di Parma - Non ancora concluso ii processo della jodina - A martedì prossimo le arringhe degli ultimi avvocati a difesa e la sentenza

Si e ripreso, ieri nel pomeriggio. al nostro Tribunale, il processo della iodina, che era stato interrotto martedì dopo l'interrogatorio degli imputati e l'escussione del testimoni. Sotto la presidenza del giudice dott. Mezzatesta, ha preso, per primo, la parola il prof. Genovesi, vice Avvocato dello Stato in nome e nell'interesse del Ministero delle Finanze, chiedendo la conferma delle responsabilità nei confronti di tutti gli imputati, mentre per Alfredo Panigari ed Italo Busani ha chiesto l'assoluzione per insufficienza di prove. Quindi il P. M. dott. Proia, nella sua requisitoria, ha fatto le seguenti richieste: Arnaldo Iappella (contumace): anni 4 e mesi 9 di reclusione e 15.000 lire di multa, per furto aggravato (uso di chiavi false) e per l'imputazione di ricettazione aggravata, per il valore ingente, 15 mesi di reclusione e 10 mila lire di multa; Angelo Braccaioli: 15 mesi di reclusione 5 mila lire di multa per ricettazione; Ariello Bertolotti: tre anni e sei mesi di reclusione, nonché 7 mila lire di multa per furto, e un. anno di reclusione 4 mila lire di multa per ricettazione; Angelo Pezzani (contumace): tre anni, 5 mesi di reclusione e 8 mila lire di multa per furto; Remo Martini: anni tre, mesi 9 e sei mila lire di multa per furto; Amedeo Parmigiani: 18 mesi di reclusione e 5 mila lire di multa per ricettazione; Gaetano Veneziani: 15 mesi di reclusione e 5 mila lire di multa per ricettazione. Inoltre ha richiesto la condanna di Ferri Terzo, per ricettazione, alla pena di 15 mesi e lire 5 mila di multa, con la sospensione condizionale della pena; di Sozzi Stefano, per furto aggravato, anni tre di reclusione e sei, mila lire di multa, con il condono; Giovanni Mazzacchi, per furto ad anni 4 ed otto mila lire di multa, con il condono. Ha poi confermato le richieste della parte civile, per l'assoluzione di Alfredo Panigari, per insufficienza di prove e per Italo Busani per non aver commesso il fatto. Prendevano quindi la parola gli avvocati a difesa Banacchini per Iappella, Dalla Volta per Pezzani, Braccaioli per Veneziani; Calebic per Bertoletti; Ghidini per Parmigiani e Scaffardi per Busani. Alle ore 19 il Presidente rinviava l'udienza alle ore 15 di martedì 25; per il proseguimento della, discussione, e quindi, per la, sentenza.

 

26 novembre 1947 - Gazzetta di Parma - Si è concluso il processo della jodina - Dieci condanne e due assoluzioni

Ieri sera si è, finalmente, concluso il processo della jodina che si trascinava da un anno. Dopo le arringhe degli avvocati Ottolenghi, Vietta, e Conforti, che hanno posto termine alla discussione, il Tribunale si è ritirato in Camera di consiglio e quando è rientrato il Presidente dottor Mezzatesta ha letto la sentenza: Arnaldo Iappella (contumace): anni 4, mesi 6 e 10 mila lire di multa per furto, 1 anno e 3 mila lire per ricettazione; Ariello Bertolotti: 4 anni e 2000 lire di multa per furto: 8 mila lire di multa per ricettazione; Angelo Pezzani: 3 anni, 5 mesi e 8 mila lire; Stefano Sozzi: 3 anni e 6 mila lire; Giovanni Mazzaschi: 3 anni, 6 mesi e 8 mila lire; Remo Martini: 4 anni e 8 mila lire; Terzo Ferri: 6 mesi e 3 mila lire; Amedeo Parmeggiani: 1 anno e 4 mila lire; Angelo Braccaioli: 4 mesi e 3 mila lire; Gaetano Veneziani: 3 mesi e 2 mila lire. Il Tribunale ha dichiarato interamente condonate le pene di Iappella, per ricettazione quelle di Braccaioli, Parmeggiani e Veneziani limitatamente ad anni 3 e a 3000 lire di multa; quelle di Bertolotti, Pezzani, Sozzi e Mazzaschi, limitatamente ad anni 3 e a 6000 lire di multa. Sospesa l'esecuzione della pena per il dr. Ferri. Infine i giudici hanno assolto Alfredo Panigari per insufficienza di prove e Italo Busani per non aver commesso il fatto. In margine al processo è doveroso precisare che ciò che hanno detto gli imputati a proposito degli aiuti al movimento di liberazione vale naturalmente fino alla liberazione. Dopo quella data, il commercio della jodina, che si è continuato a fare, esulando da quegli scopi, veniva ad investire attività del tutto personali.

 

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