20 agosto 1946  - Gazzetta di Parma -  I funerali del sindaco Davalli20 agosto 1946  - Gazzetta di Parma -  I funerali del sindaco Davalli - Come già avevamo annunciato si sono svolti ieri mattina a Salsomaggiore i funerali di Emerenzio Davalli, sindaco di quella città dal giorno della liberazione, deceduto improvvisamente a Cesenatico dove si era recato per trascorrere qualche ora in mezzo ai bimbi della colonia marina. Le onoranze funebri tributate all'Estinto sono state imponenti; Salsomaggiore si è raccolta accanto alla bara del suo sindaco ed ha dimostrato tutto il suo cordoglio per la scomparsa repentina del primo cittadino salsese. Fin dalle prime ore del mattino hanno incominciato ad affluire, verso il Municipio, cittadini di ogni ceto sociale e il registro si è rapidamente coperto di firme. La camera ardente si è riempita di fiori, mentre numerose corone venivano sistemate nei corridoi del palazzo municipale.

Alle 10 la piazza del Municipio era gremita. Aperto da un picchetto di vigili urbani e da varie organizzazioni locali, il corteo funebre si è snodato attraverso le vie. Numerosissime corone precedevano il carro; abbiamo notato quelle dei familiari, del Comune, delle Terme di Salsomaggiore e di Tabiano, del Partito Socialista, del Partito Comunista, della Cooperativa di Consumo, della Società Grandi Alberghi, del Commissario delle Terme, dell'Associazione Albergatori, dei dipendenti della Ditta Davalli, dei Mutilati, dei funzionari e dipendenti municipali e di molti altri enti politici, culturali e sportivi. Il corteo ha sfilato attraverso la città. Tutti i negozi erano chiusi per lutto cittadino e una folla silenziosa ha fatto ala al suo passaggio. Ai cordoni erano quattro vecchi socialisti, amici dello Scomparso. Il carro funebre era segnato dai familiari, da numerose bandiere e stendardi di partiti politici, enti patriottici e associazioni; notate le rappresentanze giunte anche dai paesi della provincia. Fra le autorità abbiamo notato il Prefetto Dott. Galatà accompagnato dal Capo di Gabinetto Dott. Villa. Vari esponenti del Partiti politici, in prevalenza socialisti, erano convenuti anche da Parma e da Reggio. Seguiva un immenso corteo di popolo accorso dagli stabilimenti e dal contado, dagli uffici e dalle officine.

La commossa rievocazione dello Scomparso

Dopo l'assoluzione impartita alla Salma davanti alla Chiesa di S. Vitale, la figura di Emerenzio Davalli è stata rievocata ai presenti da vari amici e compagni di fede dello Scomparso. Primo, ha parlato Carlo Guesi, vice sindaco del Comune di Salsomaggiore, a nome del Comune stesso. A nome della Sezione Salsese del Partito Socialista ha detto poi brevemente il compagno Umberto Pellegrino. Indi Biagio Riguzzi, direttore della Gazzetta di Parma, ha pronunciato le seguenti parole:

Amici, compagni,
la Federazione socialista, affidandomi il mesto incarico di venire qui, oggi, a recare l'ultimo tributo di affetto all'amico, al compagno estinto, al vostro primo concittadino, parve mi dicesse: solo tu puoi andare, tu l'amico di 50 anni, tesserai il Suo elogio funebre e tesserai cosi la stessa orazione funebre della tua vecchia generazione che scompare. La quale, amici, vi assicuro non fu infelice; e muore, come deve essere morto Lui, serenamente con la convinzione di non avere inutilmente impiegata la propria giornata. Non fu infelice perché ebbe una fede che ne sorresse lo spirito nella lieta come nella triste fortuna; e una speranza di vedere attuato quel suo ideale di amore, di pace, di bontà, che sembrava un sogno di visionari. Neppure oggi, in un mondo sconvolto e turbato, in cui i valori umani più alti sembrano sommersi; neppure oggi che essa ha perduta quella fede che diede un significato alla sua vita che era degna di essere vissuta. Dopo che Luigi Musini squarciò con rude linguaggio i primi solchi aspri di queste terre che Agostino Berenini infiorava della sua eloquenza, noi, gli epigoni della presente generazione, seguimmo il solco con opra modesta ma non meno fedele, procedemmo per la stessa via: quella di dare alla gente del lavoro, allora povera e desolata, in condizioni al disotto dell'umano, un pane meno duro e meno avaro. Fummo perciò accusati di materialismo. Orbene, cittadini, il nostro orgoglio non è oggi quello di avere contribuito a saziare i corpi, quanto invece di avere svegliata nell'anima sonnolenta dei lavoratori stanchi, quella luce ideale per cui il loro spirito palpitò per la prima volta nella loro vita, il palpito di una gioia e di una felicità che mai avemmo conosciuta. Era Il risveglio della loro fede socialista. Solo il Cristianesimo deve avere compiuto un tale miracolo e una tale rivoluzione nel mondo degli schiavi antichi. Emerenzio Deviali è improvvisamente scomparso dalla famiglia, dagli amici, dal partito in cui militava, da questo Suo paese adottivo che lo elevò alle più alte cariche e al quale dedicò il meglio del suo lavoro in adamantina onestà. Sono pochi gli uomini che potranno degnamente sostituirlo. Non pianti, né elogi sulla sua tomba, ma il proposito dei giovani della nuova generazione di continuare il lavoro. Egli è morto in un'ora tragica del nostro destino in cui anche gli spiriti fiduciosi nella bontà umana sembrano dubitare del nostro avvenire. Egli non dubitava, Egli che da poveri natali si era creato col lavoro e con l'intelligenza una posizione che tutti potevano invidiargli. Se con l'ultimo respiro, avesse potuto esprimere l'ultimo pensiero e pronunciare un'ultima parola, Egli ci avrebbe così ammoniti: “Compagni, cittadini, non disperate; continuate il lavoro con la stessa mia fiducia, per la stessa via, non perdete la fede in voi stessi e nei vostri ideali: solo così conquisterete, sia pure attraverso infiniti sacrifici, il vostro posto in un mondo migliore”.

Gli succede il prof. Govi della Cooperativa reggiana Pittori e Decoratori, il quale, dopo aver portato l'estremo saluto alla memoria dell'amico a nome dei cittadini reggiani, dei compagni socialisti e comunisti e degli antichi consoci della Cooperativa di cui il Davalli fu dirigente, termina auspicando che l'esempio perseverante di rettitudine e di laboriosità che ha caratterizzato la vita e resa proficua l'opera del Davalli sia di stimolo oggi di cui la nazione, all'inizio della sua ricostruzione, avrebbe tanto bisogno di uomini della sua tempra. Dopo il ringraziamento, espresso a nome del familiari dal compagno Mario Magnani, il corteo muoveva alla volta del Camposanto dove la salma veniva tumulala.

a. g.

Emerenzio Davalli (Reggio Emilia, 1877 - Cesenatico, 16 agosto 1946)Nato a Reggio Emilia, l'11 settembre 1877, [data di nascita corretta: 11 novembre 1877] , figlio di umili contadini, il Davalli fu nella sua giovinezza allievo dei corsi di pittura a Venezia. Trasferitosi, or sono più di trent'anni, a Salsomaggiore, per ragioni di lavoro, Egli seppe acquisirsi tante simpatie nella città termale da renderlo presto benemerito per la sua costante operosità. Socialista purissimo non venne mai meno al suo credo. Sindaco di Salsomaggiore nel periodo prefascista fu allontanato con la violenza nel lontano agosto 1920. Perseguitato, dovette allontanarsi dalla sua città. Sopportò anche la prigione. Dopo l’8 settembre, durante il grigio periodo dell'occupazione nazifascista, trovò rifugio sui monti del nostro Appennino dove collaborò con il Movimento di liberazione rischiando più volte la vita.

Fonte: archiviogazzettadiparma.medialibrary.it / Biblioteca Civica del Comune di Parma in collaborazione con Editrice Gazzetta di Parma".

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