Il don Chisciotte di SalsomaggioreIl Don Chisciotte di Salsomaggiore - Giornale balneare pupazzettato - Domenica 31 marzo 1901- L’emancipazione della donna -  In Italia e Francia, molto più che in altri paesi il problema dell’emancipazione politica della donna assume un aspetto di anacronismo assolutamente ridicolo. Mentre pochi, per fortuna, gridano che la donna deve avere il voto politico e amministrativo, come avviene per esempio in Finlandia, i più seguitano ad educarla falsamente, e perdonatemelo, cretinamente.

Il voto! Sta bene, nulla teoricamente si oppone a che la donna abbia tale diritto; ma neppure l’uomo nella nostra nazione ha ancora l'educazione politica necessaria, perchè si dorrebbe aggiungere al paese questo nuovo guaio? Intanto è prima necessario rifare interamente l’educazione familiare. Quante donne oggi ancora malamente educate non escono frettolose dalle loro case con chiunque le domandi in moglie, non curandosi affatto dell’avvenire, e andando così leggermente a creare nuove famiglie, non avendo una idea seria, alta dei loro doveri, e dei loro diritti di spose e di madri? Il cristianesimo e la cavalleria nobilitarono sicuramente la donna, elevandola dal concetto pagano, che le assegnava un campo puramente animale a seconda della teorica di Platone, che faceva dell’amore un solo desiderio di bellezza, e di procreare per essa; ma quanto cammino s’ha ancora da fare, perché la donna divenga effettivamente la compagna dell'uomo anche soltanto nel segreto delle domestiche pareti? In quante famiglie oggi la fanciulla ancora innocente non apprende nascostamente, o apertamente dagli stessi genitori che con leggerezza si unirono, o gli scandali rumorosi, o le rassegnazioni vigliacche, le gelosie, le ire, le piccole e grandi vendette? E l’educazione delle fanciulle fatta così quali frutti può arrecare? Ho letto un gran numero di libri, dai quali salta fuori un tipo di fanciulla stupida, a sorrisi meccanici a riverenze obbligate, cui s'insegnano mille cose lasciandole l'anima vuota, e la si trascina per tutte le feste, per lutti i ritrovi dove è possibile trovare un marito, come una fanciulla-fantoccio. Ma il cuore, l'anima di quegli esseri che nessuno educò, vibrano già per tutto ciò che hanno appreso nascostamente, e anelano a lanciarsi nella vita, come hanno fatto le loro mamme, rinnovando e perpetuando quel cumulo di pregiudizi, di ipocrisie, di vane apprenze d'una morale, che non oltrepassa il belletto del volto, che non accelera d'un solo istante i palpiti del cuore per santa indignazione, ma appena appena fa contrarre le labbra a qualche sciocca barzelletta, che non sia velata come il volto d'una signora al passeggio. Pregiudizi, morbose convenienze sociali, bigottismo falsa morale, libri stupidi pieni zeppi di mille cognizioni ad usum delphini, come una fetta di manzo farcito, ma mancante di ogni senso comune, teatro falso, maestre troppo affamate per aver voglia di compiere coscienziosamente la loro missione, tutto questo e mille altre cose ancora debbono essere distrutte prima di poter parlare dell'emancipazione della donna.

Senza avere prima ad uno ad uno distrutti i mille ceppi, che avvincono la falsa educazione di famiglia dare alla donna un'emancipazione sarebbe lo stesso che mettere in mano ad un bambino il rasoio perchè ci faccia la barba.

Tratto da http://www.internetculturale.it

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