1856. Di Salso delle sue saline e de' suoi bagni salino-jodati. Cenni sstroico- medici del dottore Giovanni Valentini.Parma 1856. Di Salso delle sue saline e de' suoi bagni salino-jodati. Cenni storico-medici del dottore Giovanni Valentini.

Parma 1856 - Di salso delle sue saline - Dottore Giovanni Valentini Avvertimento

Il modesto titolo di questo libretto mi salverà,
io spero, dalla taccia presuntuosa di aver voluto
dettare in medicina ed in istoria, al quale duplice
ufizio non sono da tanto le mie deboli forze. Ho
procurato di unire in alcune pagine quei pochi materiali
che sulle, aque minerali di Salso con paziente
e lunga indagine in quindici anni mi fu
fatto di raccogliere, onde servano di fondamento
a chi più ricco di cognizioni e di tempo vorrà
alle medesime consacrare più lunghi studi. E se a
lui in seguito ne verrà fama, a me non si neghi
il conforto della gratitudine per avere quasi pel
primo fatto conoscere al mio paese un polente mezzo
terapeutico a guarire alcune malattie che per
essersi oggimai universalizzate minacciano gravemente
la pubblica igiene.

SALSO E DINTORNI

A venti miglia circa da Parma, e sei da Borgo
San Donnino verso il Sud, ed a' piedi di quella
varia e pittoresca catena di montagne che da mezzodì
a ponente fiancheggiando i Ducati, pompeggia
per salubrità di aria e vaghezza di suolo, sorge
l'antica terra di Salsomaggiore, celebre per le sue
Saline e per alcuni uomini preclari che vi naquero.
Sta sotto i gradi 44, 48', 36" di latitudine, 27;
38', 15" di longitudine, e forma un borgo di quasi
dugento case con una popolazione di mille abitanti.
Dalla parte di mezzodì si eleva alle sue spalle
un poggio coltivato a vigne che in gran parte
l'ombreggia, e ad oriente lo lambe il torrentello
Gerra nel quale a poca distanza all'E. N. E. la
Citronia versa la placida sua linfa.
E capoluogo di un Comune composto di molte
ville sparse sopra poggi amenissimi seminati a frutti,
a vigneti, ed in alcuni luoghi ad ulivi, e nelle
di cui eminenze si elevano ancora feodali castella
che dalle loro rovine ci narrano storie di sangue,


8

di valore e di ninna. E fra queste, a due miglia
circa da Salso ai N. E., Bargone famoso per le intestine
discordie fra Parmigiani e Piacentini mostra
i suoi merli cadenti sui quali l'ellera si abbarbica,
e nei di cui creparci nidifica il gufo. Al N.O. ad
un miglio e mezzo la rocca di Scipione porgo il
magnifico spettacolo di un vasto anfiteatro, e ci rimembra
la canzone dei trovatori che ai tempi di
Federigo II e del Re Enza modulava sulla nobile
cetra Manfredo Pallavicino fratello ad Oberto che in
Scipione stabilì in sua discendenza. Contignaco e
Gallinella con le loro torri crollanti e poste a ca-
valiero di boschive eminenze, al di sotto le quali
mormorano le aque della Gerra, presentano il tipo
dei più rozzi anni dell'età di mezzo. Non meno
ridente è il poggio sul quale si eleva il castello di
Tabiano al S. E. ed a quattro miglia circa da Sal
so, già feudo Pallavicino, dove nel 1149 Parmigiani
e Cremonesi in difesa di Delfino ruppero i Piacentini,
i quali poi tornali nel seguente anno distrussero
il castello. E a piedi del colle suddetto
sorge il gentile Stabilimento balneare di aque idro-
solforate il quale per la miracolosa efficacia dei
suoi bagni nella massima parte delle malattie cu-
tanee ed epatiche va ogni anni aquistando di fama

9

e di miglioramenti. Nè laceri» per ultimo di Vigoleno
mirabile per la sua pittoresca posizione, pel suo
ben conservato castello e per la chiesa parrocchiale
che risale al 1200. E chi facesse studio di geologia
vi ammirerebbe fossili, conchiglie, argilla finissima
eguale al tripolo, una cava di pietra arenaria,
una gessaia, e nell’alveo dell'Ongina ciottoli silicei,
pozzi di legno silificati ed anche lignite.
Il Comune di Salso presenta al forestiero discreti
mezzi di comodità che vanno ogni dì crescendo.
Imperocché ai già ben provvisti alberghi un altro
se ne architetta ora per servigio dei bagni in un
vasto Convento che fu già dei Serviti, e che fronteggia
lo Stabilimento delle Reali Saline. Vi ha nel
paese una Farmacia e due eleganti caffè, e da un
anno furono eretti fanali in tutte le contrade per
la notturna illuminazione, e l' industria commerciale
ha aperto un periodico corso dì vetture per Parma
e Piacenza.
L'aria nell'interno del borgo vi è sana, benché
per le evaporazioni saline e per la bassa posizione
del luogo non così ossigenata come a pochi metri
all'intorno: nè vi regnano febbri intermittenti, come
fu creduto da alcuni, e gli abitanti raramente
ammalano.

10

Ebbero i natali in Salsomaggiore.
Ubertino Rainaldi (1) medico per quei tempi insigne,
il quale impugnò acremente in due trattati,
l'uno scritto nel 1370 l'altro nel 76 la dottrina
allora insegnata in Padova da Giovanni di S. Sofia.
Fu Professore di medicina a Pavia, e Medico del
Duca di Milano Giangaleazzo Visconti.
Cristoforo Rainaldi figlio ad Ubertino, il quale
insegnò Fisica nell'Università di Pavia, ed ebbe fama
di medico valente. A lui viene attribuito un trattato
sulla peste che ha per titolo = Modus preservan-
di atque tuendi corpora a peste quantum medico
est possibile. =
Orazio Albasi Oratore e Poeta latino del secolo
XVI che scrisse = De serenissima gente Farnesia,
Epigrammata 1593 = De laudibus Placentiae carmen
1594 = Qrationes quatuor 1614 = opere
tutte stampate in Bergamo dal Ventura. Non fu cat-

 ___________________________________________

(1) Alla gentilezza dell'Onorevole Preside del Magistrato
degli Studi di Piacenza Signor Conte Bernardo Pallastrelli
io debbo la conoscenza del Rainaldi intorno ai quali Egli
raccolse lo più dotte ed accurate nozioni. A questo colto
Cavaliere si unì cortesemente l'amico mio Dott. Giuseppe
Bonora Vice Bibliotecario in Piacenza col procurarmi alcune
cognizioni storiche a me necessarie. Ad ambedue qui protesto
la più sentita riconoscenza.

11

tivo poeta latino, ma i suoi versi sentono del gusto
esagerato e gonfio che cominciava a contaminare In
letteratura, e visse per lunghi anni maestro nella
celebre academia della Misericordia di Bergamo.
Alberto Cabruni Avvocato di chiaro il quale
scrisse = Lucubrattones legales stampate in Bologna
nel 1709, e Inspcctiones iurts diversae super
materia de dote. Parmae, Gozzi 1730, trattato che
fu riprodotto in Bologna dal Guidi nel 1838.
Lodovico e Vitale Loschi il primo Vescovo di Piacenza,
l'altro di Parma, i quali alla gravita del
seggio seppero accoppiare profondità di sapere e
gentilezza di cuore.
E fra tutti grandissimo Giandomenico Romagnosi al
cui nome sono insufficienti gli elogi, ed al quale
un' associazione italiana sta preparando in questa
sua terra natale un grandioso e durevole monumento.

SALINE

La prima invenzione delle sorgenti saline di Salso
si perde nell’oscurità (dei tempi. E se vuolsì
prestar fede al Padre Burdetti il quale nel suo trattato
della lingua dei primi abitatori d’Italia dà per
certo che i luoghi di Salso furono sede dei Galli
celelati disfatti poscia dal Romano Triumviro Q.
Minuceio Termo, ne viene di conseguenza che le
aque saline e forse le manifatture del sale esistevano
fin da 200 e più anni innanzi 'era cristiana.
l (1) E da un documento dell'antica communità di

______________________________________________

(1) Questi siti et loghi erano antighissimamente aspre et
spinose selve piene di sterpi et al piano tutto paludoso et
con fruti silvestrici et i soi abitalori abitavano sule coline et
monti in abituri et capane fatti con sassi, mattoni et terra
et vi erano prima de le città di Parma et Piacentia et i soi
abitatori che stavano in questi lochi et coline et monti vi-
cini erano Toschi et di poi gente venuta dalla Gallia detta
celenta et che erano di gran ferocità et indominate et che
pertanto scampavano et vivevano la loro vita tutto l’anno
con dei fruti silvestrici et radichi et erbe, et con de le
arcade ruberie che continuamente si facevano fra di loro

 

13

Salsomaggiore dell'anno 1353 si ritrae come nel
589 dell'era nostra si otturassero per cataclismi di
frane e tremuoti i pozzi del sale, e cosi rimanessero
fino a che alcuni uomini di Salso nel 798 li sco-
persero.
(1) La più antica memoria che poggi sul-

 ________________________________________

da un logo ad un altro loglio et sito, et in questo antigo
logo della Brugnola deto Potiolo della noce anche in quel
di deta gente de la Galia celtica facevano et confetavano
dello sale con l'equa salifra, et che pertanto ricevevano del
peofiguo.
Documento esistente nel Comune di Salso dettato nel 1555.

(1) Nello anno DLXXXVIIII, nello mese di Ottobre et
susseguente mese di Novembre cosi nelli di 28, 29 el 30
et 31 et 1 et due et 3 et fino allo di 23 di detto mese
di novembre vense dal ciclo grose et esuberanti piovane di
aqua che a intelato et ricordo di homini non se era mai
sentito dire che Tosse venuta tanta abondantia di aqua per
la qual cosa cagionò maximo danno ai colli et ello piano et
furono dalle lavinie et libie sradicati c portati via molte case
et abituri et capane et non si conosceva quasi più donde
fossero i fiumi ecc. Anche i nostri foumi Arensia (Gerra)
e Citronia et tutti i pozzi e pozzanere dell' aqua salifra della
nostra castellantia della allora Brugnola et le capane tutte
dello sale restarono anche loro obturati et pieni di sassi et
terra et non si potevano più vedere et usare el far sale per
molti anni avenire et un tal disastro cagionò maximo pre-
giudizio et danno et desolatione a tulli i nostri uomini di
questa castellantia della Brugnola et ad altri visini e circostanti
et lontani castella et torre et ville et donde pure
ci lasciarono dele maxime miserie et ogni disastro che si po
mai dire. In ogni banda et loghi moltissima copia di uomini

 

14

l'autorità storica è quella del Campi, il quale nella
sua Storia ecclesiastica di Piacenza ci narra che
nell' 877 i pozzi di aqua salata di Salso furono
assegnati al Capitalo ed ii Canonici di Sant'Antonino
di quella città (1A VII), e che nel 954 fu donato
un pozzo di aqua salsa alla Chiesa di S. Maria di

 _____________________________________________

et dono et regali et bestie di ogni sorte dovetero perire (*)
et morire miseramente et di ogni male et restarono somer-
se nelle sovra dette aque et libie et molle morirono per il
grande spavento. Dopo pochissimi anni et così nello anno
798 et 799 della reparata nostra Santa Redenzione certi altri
homini della dettaa nostra castellantia della Brugnola per
nomi Salustiano ci Vitaliano et Gervasino et Protasino et
Antonino et Donino et Giovanino et Piro et Adalbertino et
Angiraldino et Paolino per la seconda volta furono tutti i
sovradetti homini li secondi inventori et scopritori di parecchi
pozzi di aqua salata in detta nostra castellantia che pro-
fondarono su li medmi loghi spetialmente donde erano
stati obturati (**).
(idem).
-----------------------
(*) Sarebbe una prova di questo cataclisma l'avere il Conte di
Adhèmar , nel mettere in comunicazione con sotterranee gallerie
i pozzi di aqua salata di Salsominore, trovate alta profondità di
più metri e precisamente entro il terreno che sta fra l'un pozzo
e l'altro uno scheletro di bue ed alcuni frammenti di legno la-
votati?
(**) Un diploma di Carlomagno del 801 concede ai manifattori
del sale di Salso privilegi ed esenzioni i quali furono in seguito
confermati ed ampliati da vari dominatori

15

Gariverto di Piacenza, e ne registra l'atto di donazione
(1.° VIII). Che verso il 1000 furono dal
Vescovo Piacentino Sigifredo assegnati al monastero
di S. Savino dodici moggia di sale di Salso ogni
anno, e sei anfore di salamoia mensilmente. E nel
1203 il Vescovo Grimerio diede consenso ad un
accordo pattuito tra i Consoli della città ed il Rettore
di S. Vitale di Salso, Alessandro, di poter cercare
e scavare nuovi pozzi nel territorio salsese,
dividendone le spese e i prodotti, i Consoli a pro
della Comunità di Piacenza, ad utile proprio Prete
Alessandro. In varie rubriche dei libri di Campi
leggonsi diverse disposizioni sui pozzi d'aqua sa-
lata, sull' uso degli stessi e intorno al sale ricavato.
Non meno vigili del Comune di Piacenza furono
i Marchesi Pallavicini signori delle attigue terre a
ricercare scaturigini saline, per cui in molti punti
di Bargone e Salsominore rinvenutele le unirono in
vari pozzi. Alla qual'opera vantaggiosa si videro
concorrere in seguito molti Signori e comunità religiose.
Impadronitosi di Piacenza il Duca Francesco Sforza
di Milano vennero le Saline di Salso assoggettate
in parte alla Camera Ducale dotandole dei boschi

16

necessari alla fabbricazione del Sale. In quell’epoca
esistevano quindici fabbriche saline, e così:
1.° La Ruota posseduta da Sforza Pallavicino
nella quale vi avevano due vasi di ferro per la
fabbricazione.
2.° La fabbrica di Ranuzio Gambara c di lui
moglie Vittoria Pallavicino da Contignaco con un
sol vaso.
5.° Quella del Conte Scotto di Vigoleno con un
vaso
4.° Chiaravalle, cosi detta perché posseduta dai
Religiosi di Chiaravalle della Colomba: in essa fab-
bricavasi sale in due vasi l'uno di ferro e l'altro
di rame.
5.° La Ghiara dei Fogliani in cui erano quattro
vasi di ferro, Ire dei quali appartenenti alla Camera
Ducale, la quarto, per convenzione, ai Signori
Fogliani di Castelnuovo dei Terzi.
6.° Quella dei Signori Francesco Sforza da Fogliano
e Marchese Pallavicini di Pellegrino con un
sol vaso di ferro.
7.° Roccabianca del Conte Giulio Rangani con
un vaso.
8.° San Giovanni, di ragione dei Monaci di San
Giovanni Evangelista di Panna, che la diedero a


17

livello a Paolo e Baldassare Albasi di Salso, con
un vaso solo.
9.° La Raza con un sol vaso di proprietà dei
Marchesi Orlando Pallavicino di Gallinella e Gianan-
tonio Pallavicino da Varano Marchesi.
10.° Pozzolo della noce con un sol vaso spet-
tante per metà a Ranuzio Gambara per l'altra alla
Camera Ducale.
11.° San Martino, che per concessione del Duca
Giangaleazzo Sforza 16 Marzo 1484, 31 Gennajo
1486, e 1.° Febbrajo 1488 fu dato ai Religiosi di San
Martino di Panna, e che aveva un vaso un vaso di ferro.
12.° Cento pozzi dei fratelli Pallavicino con un
vaso.
1 3.° Pozzolo scuro ( in oggi Pozzuolo ) pure dei
Pallavicino e con un vaso di ferro.
14.° La Brugnola con due vasi, per due terzi
spettanti ai Signori di Busseto per l'altro ai signori
Carissimi.
15.° Quella per ultimo di Salsominore con due
vasi di rame di proprietà dell'Ippolita Borromeo,
di Messer Pietro Macini, e degli eredi della Giulia
SanSeverino.
Non isfuggirono alla vista finanziaria dei Ministri
della Camera Ducale di Milano le Saline dì Salso


18

per cui venne aggiudica alla Camera stessa quella
porzione che al comune di Piacenza apparteneva;
dell'altra si convenne coi proprietari; ed a prova
si legge un atto autentico rogato nel dì 30 Maggio
1438 dal Notaio milanese Gianiacopo Cambiasi se-
gnante la convenzione tra il Duca Francesco Sforza
ed i sette figli del magnifico Rolando dei Marchesi
Pallavicino di Busselo intorno le fabbriche del Sale
e gli annessi boschi: e vari atti di varie concessioni
susseguono le quali provano quanto premesse
ai Duchi di Milano l'incorporare ai redditi della
Corona le Saline di Salso. E la prima risoluzione
Sovrana riguardante le Saline medesime fu quella
di Giangaleazzo del 8 Maggio 1486, la quale prescrive
regole inalterabili per la conservazione dei
boschi delle Saline principal membro delli suoi redditi
barbaramente danneggiali per opera di molti
Signori da lui e da' suoi predecessori di continui
benefizi ricolmi.
Nel 1509 Luigi XII Re di Francia fece bandire
una lunga ordinazione per i boschi e le saline di
Salso in conformità di quella di Giangaleazzo. Nè
senza interesse sono le Bolle Pontificie di Leon X
con le analoghe disposizioni emanate dal suo Vice Go-
vernatore in Piacenza Tomaso Campeggi il 1 ,° Mag-


19


gio 1514, ed il Decreto di Francesco I di Francia
21 Marzo 1517, e le Disposizioni di Carlo V.
e di Filippo II. Re di Spagna, del qual ultimo Sovrano
si legge un grazioso Rescritto datato nella
Contea di Hampton il 7 Maggio 1555 in cui acco-
gliendo le preci degli abitanti di Salso ne conferma
le immunità ed i privilegi. E fu sotto il Governo
dell'istesso Re Filippo che nel Maggio del suddetto
anno 1555 il Magnifico Pierfrancesco Busca milanese
addetto alle Ducali Finanze venne spedito a
Salso affine di visitare i pozzi, le fabbriche del sale
ed i boschi annessivi, dalla qual visita risulta che
i pozzi in allora esistenti in Salso e nei dintorni
rendevano complessivamente 110000 brente di aqua
salata in ogni anno dalla quale ricavatisi 13000
pesi di sale che vendevasi nei Ducati di Parma e
Piacenza. Ed il Busca trovati disordini ovunque,
propose al Governo di Milano di emettere disposizioni
salutari in proposito. Le quali, per essere
tornato al possesso di questi Stati Ottavio Farnese,
furono ampliate, e con vari Decreti banditi nel
1557 confermate le diverse disposizioni dei prece-
denti dominatori. Ottavio fece molte utili convenzioni
per la Camera Ducale portanti la cessione dei
pozzi e delle saline a di lui prò. Per cui assogget-


20


tata la massima parte vi fece riforme c migliora-
menti, e creò un Commissario Ducale che sopra-
stava alle Saline ed ai boschi, ed un Vice provve-
ditore che con dieci compari divisi per quartieri,
vegliavano alla conservazione dei boschi, al taglio
delle legne ed alla loro condotta.
E il dì 50 Giugno 1590, regnante Alessandro Farnese,
furono segnate le istruzioni per gli impiegati e
ridotto a miglior modo lo Stabilimento delle Saline.
Quarantaquattro pozzi in allora davano aqua sa-
lata, la maggior quantità della quale estraevasi dal
gran pozzo detto della mola scavalo nel 1275 per
cura della compagnia dei Mercanti e Paratici della
ciità di Piacenza; pozzo della profondità di 120
braccia, e che somministra non meno di 190 brente
di aqua in ventiquattr'ore.
Non sarà qui fuor di proposito il far conoscere
die prima del 1600 eslraevasi l'aqua da questo
gran pozzo con molta fatica e dispendio servendosi
dell'opera di tre grossi cavalli. I quali girando
attorno ad un'alta e robusta colonna di legno alla
cui sommità poggiava una ruota a cui attortiglia-
vansi le corde che calavano e ritraevano i secchi
nel pozzo, coll'aiuto di sei uomini facevano il giornaliero
servigio. A questo metodo fu poscia sostituito


21


l'altro non men barbaro della Ruota; enorme mac-
china la quale aggirandosi sopra un grosso perno
veniva messa in movimento mercè la forza più che
brutale di cinque condannati alle galere, i quali
per alcune ore del giorno correvano, tre sopra, due
internamente alla medesima, facendo discendere e
salire a vicenda due secchioni attaccati a grosso
canape. I Francesi al tempo del loro dominio fra
di noi sostituirono ai condannati il servigio volontario
di pagati giornalieri, e cosi corsero le cose
finché il Conte d'Adhèmar cercò sostituirvi il vapore.
Nel 1630, infierendo la peste e l'epizoozia furono
morti uomini ed animali in tal numero che
le fabbriche del sale vennero per mancanza di mezzi
e di braccia sospese. Per cui nel 4 Giugno 1631
giunsero da Parma spediti a Borgo San Donnino il
Preside del magistrato Camerale Gerolamo Moreschi
insieme ai Questori Ludovico Cantelli e Pietro Ta-
gliaferri i quali, preso alloggio nella cittadella, vi
chiamarono i Deputali dei vari Comuni soggetti alle
fabbriche saline, e sentiti i diversi rapporti, onde
provvedere all'urgenza del combustibile, stabilirono
che ad alcuni Comuni un terzo ad altri la metà
delle fascine venissero condonate per dieci anni


22

avvenire, ed intanto le mancanti legne si comperassero
a danaro: e per tal modo ripigliossi la
fabbricazione del sale da quasi un anno interrotta.
E con le savie disposizioni il Moreschi, aumentando
le saline, lasciò fama durevole della sua savia am-
ministrazione la quale ben a ragione può dirsi la
più lucrativa per Salso. Cosi insino all'estinzione
del Ramo Farnese per la morte del Duca Antonio
nel 1731.
Alla magnificenza dei Duchi Farnesi si debbono
i maestosi edilizi delle Saline, il lungo e magnifico
aquidotto costrutto nei 1605 coi ruderi dell'antica
ruinata rocca di Borgo San Donnino, e gli alloggi
degli impiegali addetti allo Stabilimento.
Sotto il governo dell'Austria come pure sotto i
Governi di Carlo I, di Don Filippo e Don Ferdinando
furono le Saline rette colle medesime ordinanze:
ed il Duca Ferdinando, considerando che il
sale di Salso non era bastante a soddisfare ai bisogni
della popolazione de' suoi Stati, decretò che
venisse fatto un sale misto incorporando nelle aque
di Salso proporzionata quantità di sale marino e
ciò con vantaggio e speculazione.
L' Impero Francese modificò i metodi di fabbricazione
in ragione dei progressi chimici di allora,


23

fece delle Saline un utile ramo di ben regolala
amministrazione finanziaria, il cui centro era in
Parigi, ed impresse al paese la prima impronta di
quella civiltà che la conquista diramava dovunque.
E con migliori leggi le Saline di Salso furono rette
sotto il Governo di Maria Luigia e nei seguenti,
fino a che passarono per cessione al conte Alessandro
di Adhèmar. Il quale pur tentò di surrogare agli
antichi i più ragionati mezzi clic il presente progredire
delle scienze fisiche ampiamente ed utilmente ci
porge. E se a lui questi mezzi fallirono a me non
spetta l' indagare il come. È desiderabile soltanto che
qualche animoso spinto dal di lui esempio, ma reso
cauto doli' infortunio e dagli errori di lui, proponga
alla saggezza dei Governo un metodo di fabbricazione
meno dispendioso e più addatto ai lumi
dell'era presente.
L'attuale fabbricazione del sale, salve alcune
modificazioni, vien fatta col metodo proposto nel
1805 dal Prof. G. Guidoni di Parma per ordine
dell'Amministratore Moreau de Saint-Mery.
Le aque estratte dai pozzi (1) e raccolte in ge-
nerali serbatoi sono a più riprese distribuite in cal-

 ______________________________________________

(1) Le aque si estraggono con carrucole tanto dal pozzo
grande quanto dai secondari. Per separare poi il petrolio

24

daie di ferro collocate entro fornelli dove per dodici
ore consecutive bollono evaporando, e così otto con
fiamma ardente due con brage. E quando la parte
liquida è quasi totalmente evaporata sì getta nelle
caldaie una misurata quantità di albume d'ova
onde purgare il sale dalle sostanze estranee che vi
s'innestano. Terminata la cosi malamente detta cot-
tura si mette il sale entro cassoni per farlo sgrondare,
indi si passa per alcune finestre che stanno
in faccia ai fornelli nel magazzino entro il quale
si lascia per alcuni giorni prima di metterlo in
commercio. In oggi le Saline di Salso somministrano
annualmente 13000 quintali, circa di sale che
si vende a lire 30 al quintale.
Non sarà discaro ai lettori che a complemento
dì queste poche nozioni storiche io inserisca qui
l'accurato specchio in cui il ch. Signor Lorenzo
Molossi presenta alcuni dati statistici sulle Saline
medesime.

 ______________________________________________

che in quantità galleggia sulle aque del pozzo principale sì
adoprano pelli d’agnello o simili le quali gittate nella tinoz-
za in cui sì versano le aque estratte lo succiano, quindi vengono
spremute. L'annua quantità di petrolio che si ricava
dalle aque di Salso è di 984 chilogrammi.

 

 25

 

 tabella1

26

Le colline di Salsomaggiore geologicamente considerate
appartengono, al pari delle altre tutte del
Parmigiano e del Piacentino, al Periodo Pliocenico
dell'epoca terziaria, ossia al gruppo subapennino
del Brocchi: e perciò sono ricche di testacei fossili
di cui gli amatori possono agevolmente fare abbondanti
raccolte. Le arene conchiglifere per altro e le
marne azzurre caratteristiche di detto periodo sono
assai più abbondanti a Salso che in molti altri colli
dell'era istessa: ed a ciò si aggiunge la presenza
del Gesso che a Bargone ed a Vigoleno forma depositi
alquanto considerevoli. Il terreno però dal quale
scaturisce direttamente l'aqua salsa non si sapreb-
be con precisione indicare, non avendosi in alcun
luogo, se si eccettui un trasudamento insignificante
tra gli strati argillosi del Colombarone, nessuna
spontanea scaturigine di aqua salsa, e non conoscendosi
abbastanza la roccia che forma il fondo
dei pozzi dai quali si estrae. Si è detto che a Salso
sorgono le aque da un tufo calcare bituminoso,
e ciò significherebbe la loro unione col Petrolio che
è un fenomeno costante di questa località.
Comunque però la cosa proceda i fatti geologici
più importanti sono le aque salse, le Gessaie ed
il Petrolio, e questi unitamente all'aqua solforosa


27

del vicino Tabiano potrebbero aver forse avuta un'
origine comune, ed essere anche indizi di un deposito
di Sal gemma, del quale le aque salse non
sarebbero che una continua lisciviazione.
Se non che il Sal Gemma non è a Salso niente
più che un desiderio tradizionale, intorno al quale
sì sono fin qui inutilmente stancati quanti ne intrapresero
la ricerca: e d'altra parte i pozzi salati
potrebbero essere benissimo nutriti da tutt'altra
sorgente di cloruro di sodio quali sarebbero ad es.
argille salifere sottostanti alle marne azzurre. E diciamo
sottostanti alle marne azzurre perchè queste
non presentano, come già dicevasi, alcuna salsedine
dì sufficiente rilievo. Del qua fatto eziandio
porge una prova di non lieve momento la Flora
del paese. Sulle marne cerulee manca invero, come
manca dovunque sovra simil terreno, ogni vegetazione,
o ve ne ha soltanto una meschina: ma
ciò non è effetto del sale come il volgo ama di
credere: ed intanto cercasi inutilmente per tutti
questi contorni alcuna di quelle piante marittime
che anche nell’interno dei continenti sogliono caratterizzare
i luoghi salsi, quali sono le Salicornie
le Salsole ecc. All' incontro la Flora di Salso, astra-
zion fatta dall'influsso di certe felici esposizioni


28

nelle quali prosperano, l'olivo, l’alloro ed il fico,
è precisamente quale suol trovarsi da noi in tutte
le colline di altezza e di formazione analoghe.
Tornando però ancora per un momento alle
aque salse, potrebbero queste, secondo che pensano
alcuni, a motivo della ricchezza di ioduri e
forse anche di bromuri, non essere altro che pura
aqua marina? La quale ipotesi, escludendo a dirittura
la presenza del sal gemma, spiegherebbe ciò
che altrimenti rimane oscuro, la esistenza, cioè,
nelle aque salse dell'jodo o del Bromo. Egli è in-
dubitato che molte sorgenti salse in Europa ed
altrove sono conosciute siccome procedenti direttamente
dal mare: ma con la distanza, e colla differenza
di livello esistente tra Salso ed il mare non
so se sia lecito l’assegnare alle nostre aque
origine di eguale natura. In quanto poi al ritenerle
porzioni di aqua dell'antico mare pliocenico rimasta
imprigionata entro cavità sotterranee, come taluno
avrebbe supposto — forse per celia — par-
mi sogno di poesia: per cui val meglio l'ingenuamente
confessare che le nostre aque salso-iodiche
sono, al pari di altre analoghe, il risultato di un
processo per anche sconosciuto, e lo studio del
quale viene legato alla scienza de' posteri, non po-


29

tendosi nello stato presente di cognizioni locali e
scientifiche intendere non che spiegare.

Il Ch. Signor Prof. Galeazzo Truffi di Parma il
quale si occupa di studi chimici ragionati sulle
aque minerali di Salso, ha dato ora i seguenti
risultati analitici complessivi sulle medesime.
                              -------------
AQUA SALSA NATURALE DI SALSOMAGGIORE
« § 1.° L'aqua di Salsomaggiore raccoltavi dai
pozzi della Regia Salina e spedita al sottoscritto
a di 9 Giugno 1853 possiede limpidezza mediocre,
la quale si completa lasciando in quiete la massa
liquida, al fondo della quale si raccolgono alcune
particelle di sostanza organica mista a sesquiossido
di ferro. »
« § 2.° L'aqua limpida sostenuta alla tempera-
tura di 15 gradì centesimali sopra lo zero, e misurata
coll'areometro di Baumè segna 13 gradi che
corrispondono alla densità di 11 0, prendendo
l'aqua stillata come eguale a 1000. »
« § 3.° L’odore che esala da questo liquido
salso è quello slesso della Nafta o Petrolio, del

30

quale infatti alcune gocciolette galleggiano ancora
sulla superficie dell'aqua in esame. »
« Il sapore è salso marcatissimo non per altro
spiacevole. »
« § 4.° I reagenti colorati atti a svelare la natura
acida, oppure alcalina dei corpi, rimangono
inerti al contatto dell'aqua salsa di cui è caso.
§ 5.° Alla densità di quest'aqua risponde un
buon dato di mineralizzatori fissi, i quali per quantità
superano tre volte circa quella dei medesimi
che l'analisi svela in eguale peso di aqua del Mediterraneo.
Infatti alla temperatura di 100 centigradi,
evaporando a secchezza cento parti ponderali del-
l'aqua di Salso, si ottengono in media, parti 15 e
22 millesimi di residuo fisso o salino. E questo peso
è il risultato di ripetute esperienze le quali offrirono
quantità oscillanti fra 15, 20, e 15, 24 del medesimo
residuo salino. »
« § 6.° Questa massa residuale è bianca, salsa,
di grata sapidità. Esposta all'aria umida si scioglie
spontaneamente per un quinto circa del proprio
peso, e quasi nella medesima porzione disciogliesi
entro alcoole a 50 gradi Carlier. La parte che non
è de liquesccnte all'aria umida, ed è insolubile al-
l'alcool, riesce bianchissima , facile a polverizzarsi,


31

ed ha perduto quel sapore amarognolo leggieris-
simo che prima possedeva.
« § 7.° Cimentando cogli opportuni reagenti quel
residuo salino che accennammo ottenuto da 100
parti di aqua, il medesimo determina tali reazioni
le quali conducono ad ammettere i segmenti fatti. »
« A Che quattro quinti circa ne sono rappresentati
dal cloruro di sodio o sale comune. »
« B Che la rimanente quantità si compone:
a. di Cloro, Iodio, con traccia di Bromo;
b. di Calcio, magnesio, e pochissimo Sodio;
c. di traccio di acido solforico. »
« § 8.° Per le quali risultanze puossi ragionevolmente
indurre = « che, oltre al sale comune,
« sono mineralizzatori dell'aqua esaminata i Clo-
« luri di calcio e magnesio, e gli Joduri e Bro-
« muri dei metalli preacennati, come eziandio i
solfali ad ossido dei metalli medesimi. »»
« Nota. L'aqua salsa appena raccolta dalla sorgente
contiene alcuni fluidi aeriformi, lo studio dei
quali non puossi istituire se non sul luogo della
scaturigine stessa. »
Soscritto = G. Truffi.

Comments powered by CComment

pie di pagina

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.