Saggio di statistica comunicativa del comune parmense di Salsomaggiore - 1861

CAPO V.

Agricoltura e produzioni.

Condizioni favorevoli all'agricoltura offre nella maggior parte del suo territorio, il Comune di Salso maggiore. Clima temperato, terreno di non difficile dissodamento, florida vegetazione di viti da cui traesi il saporito bersemino, la dolce ed aurea malvagia, prospera e singolare produzione di abbondevoli ortaggi fra cui ammiriamo il carciofo e il ricco prodotto di frutti saporiti e precoci. La natura fu dunque non avara de' suoi doni a questo paese. Vediamo ora come l'agricoltore ne seppe approffitare, e qual costrutto da essa ne ricava.

Dietro le più minute indagini sul luogo, e relazioni d'alcuni abitanti più accreditati per censo e per capacità, io ho potuto stabilire un esatto criterio sull'industria agricola di questo Comune, la quale certamente non corrisponde in pieno alla prodigalità concessa da natura al suo terreno. Ove volgete lo sguardo attorno a quelle colline, se trovate alcune parti di esse coltivate con cura e con intelligenza, e vi scorgete pur anco, in alcune parti una bella vegetazione corrispondente pienamente alle fatiche dell'uomo, ne rinvenite altre affatto ignude per incuria o per inerzia. Il partito importante che si potrebbe ricavare dalla coltivazione delle viti, de' frutti, de' gelsi non é proporzionatameute preso a cura dalla miglior parte di quei possidenti. Scarse piantagioni, pochi vigneti, rari e magri prati artificiali, pochissimi gelsi, tolgono a questi luoghi i mezzi di aumentare progressivamente la loro prosperità, la quale certamente potrebbe raggiugnere quella de' più accreditati colli della Lombardia o della Francia. Non per questo è da tacersi la intelligente cura e solerzia di alcuni di que' proprietarj, i quali con un saggio e razionale regime, traggono dal terreno quanto dall'umana intelligenza ed industria può ottenersi. Presso questi il bestiame vi è ben nutrito ed allevato; il gelso, benché sul nascere, coltivato e curato; la vite prosperosa e di ricca produzione; i vini scelti e ricercati. Una delle precipue cause della prosperità di questa parte più eletta di territorio è il sistema di coltivazione a mezzadria con condizioni ragionevoli ed umane. Que' mezzaiuoli percepiscono la giusta metà di tutti i prodotti, e il loro lavoro siccome quello che ha per iscopo di procurare a sé e alle loro famiglie il maggior possibile prodotto, solo figlio del loro sudore, è più attivo e più assiduo di altri mezzajuoli, i quali la necessità sola tiene inchiodati ad una dura e poco lucrosa opera, pagata con insuffìcenti e avare mercedi, e spiano ad ogni istante favorevole occasione per abbandonare il posto. Duolmi il dover dire che queste dure condizioni colpiscono segnatamente quelle famiglie di mezzajuoli che conducono la coltivazione di alcuni beni ecclesiastici. Que' pochi sacerdoti che colle loro larghe prebende e i loro limitati aggravj dovrebbero farsi modello di progressivi miglioramenti agricoli e di umano trattamento, si distinguono in questo Comune per la durezza de' patti coi quali costringono i loro mezzadri a condurre i loro poderi. Una proprietà di 300 biolche circa prossima al borgo ne è non dubia prova. I lamenti di quelle famiglie per la incuria del loro miglioramento, appoggiati ad irrefragabili prove, son troppo giusti e ragionevoli per doverli tacere. Causa non ultima del deperimento di parte di que' terreni è la poco equa retribuzione nelle mercedi de' coltivatori vuoi come mezzajuoli vuoi come famigli da spesa. Errore gravissimo e, diciamolo pure, danno incalcolabile ai privati e pubblici interessi agricoli si è quello di far subire una durezza di patti ed insuffìcenti al comodo vivere dei contadini nell'amministrazione di uno stabile, l'esperienza lo prova con non dubj argomenti. Principale carattere di questo Comune è la suddivisione de' possessi. Ho desunto dal catasto parmense il numero de' proprietarj allibrati nel 1858. Essi ammontano a 1095 ( La differenza che si nota tra il numero de' possidenti dato dai registri dell'Uffizio catastale e quello dato dalle tavole di spoglio dei registri censuarj della popolazione deriva in quanto a N.° 333 possidenti non calcolati dall'Uffizio municipale per non appartenere essi alla popolazione del Comune; e in quanto a N.° 245 possidenti per duplicati avvenuti nella registrazione del Catasto nelle transizioni di proprietà). Ora nel 1860 ammontano a 1142. L'aumento de' proprietarj in due anni di 47 individui dovrebbe essere una prova di maggiore prosperità, ma giova osservare però che questa registrata variazione, non è un criterio giustissimo sul vero mutamento della condizione di proprietà, imperocché accade spessissimo che i notaj ne' contratti stipulati per passaggio di proprietà, non avvertono se l'aquirente sia o no possidente nel Comune stesso, o a qual'articolo della matricola sia allibrato, per evitare il duplicato; e sarebbe invero utilissima avvertenza nell'interesse dello stato e della scienza statistica che i notaj curassero questa annotazione. Io avrei amato tener nota e registrare il numero de' possessi di questo Comune diviso per abitanti, per mammoni, per prebende ecc. ma non potei raccogliere che dati molto vaghi. D'altra parte occupati gli uffiziali del catasto dello stato, a lavori di questa natura, ho preferito sospendere la pubblicazione di questi dati incerti, fino al tempo in cui la compiuta opera darà più esatta e non dubia contezza. La divisione per coltura di tutto il Comune, ho potuto desumerla parte dai fogli di denunzie fatte da proprietarj all'uffizio municipale de' varj prodotti rurali, unita ai quali veniva anche inscritta la quantità di terreno impiegata per ogni singola coltivazione, e parte dalle note del catasto, specialmente in ciò che ha rapporto ai boschi, con qualche modificazione richiesta dal tempo, in questo genere di coltura. Queste denunzie non sono accuratamente raccolte in tutti i comuni dello stato. A Salso ebbi la ventura di trovare presso quel diligente Segretario il compiuto dettaglio in ben distinti quadri fino all'anno corrente.

Territorio diviso per massa di coltura.

Boschi cedui pascolivi Ett. 2295, 00, 00
Boschi d'alto fusto » 95, 00, 00
Castagneti » 208, 00, 00
Boschi da Scalvo » 120, 00, 00
Seminativo a frumento » 2375, 00, 00
Seminativo a frumentone » 780, 00, 00
Prato artificiale e stabile irrigabile » 350, 00, 00
Sodaglia non suscettibile a coltivazione » 837, 00, 00
Incolto suscettivo a coltivazione di viti gelsi e pascoli » 1079, 61, 69
__________
Totali » 8139, 61, 96

 

Sezione Prima

Produzioni vegetali..

Le varietà che offre la natura del terreno di questo Comune, dà altresì una diversità di prodotti che vi crescono con più o meno abbondanza a seconda della diversa loro posizione.
Tali produzioni ad esempio veggiamo, fiorire maravigliosamente in un punto con le uguali operazioni, cure, o ingrassi, ad altri non molto discoste, le quali falliscono alle speranze dell'agricoltore. Il carciofo è fra quelle, le frutta, le viti altrettanto; e solo l'esperto agricoltore sa discernere quivi l'opportunità di quelle speciali coltivazioni.
In distinti paragrafi discorreremo delle varie produzioni.

§. I

Produzioni Spontanee.

I boschi, i pascoli meno sterili sono coperti di quercie, di qualche faggio e di cerri. Il prodotto della ghianda per l'ingrasso degli animali soffre da qualche anno un naturale detrimento, atteso il dissodamento de' boschi, e la poco ragionevole disposizione di que' possidenti a schiantare in molta quantità quercie e roveri annose e produttive.
Vegetano pure in que' boschi funghi mangierecci in discreta quantità come pure le fragole e i lamponi spontanei.
Veggonsi in quelle boscaglie il leccio, il tiglio, l'ontano, il corbezzolo e il pioppo nero (populus nigra), Comune è poi l’olmo a cui si maritano le viti, e la cui foglia serve mirabilmente come foraggio nel verno pel bestiame bovino.
Lungo i torrenti i salici e vetrici vi prosperano e sonvi in buona quantità.
Vegetano in abbondanza le canne, il cui genere di pianta viene con attenzione coltivato a Bargone e luoghi adjacenti, per lo smercio e l’industria che se ne ricava. Con esse si fabricano rocche per filare, ancie per istrumenti da fiato, accreditate per la loro robustezza; esportandone in abbondevole quantità all'estero. Il terreno di questi luoghi si presta a preferenza di altri a questa coltivazione, e può contare il comunello di Bargone un reddito annuo netto di lire 4000 circa.
Spaziose e saporite pasture ornano quei colli e nelle vicinanze de' torrenti vegetano con molta vigorìa. Prati irrigabili lungo la valle formata dallo Stirone, fioriscono felicemente, atteso la fertilità del terreno, e il benefìzio di quelle acque da cui alcuni industriosi proprietarj ed affìttuarj, seppero trar profitto con provvide e buone livellazioni ed arginamenti. Il fieno che se ne ricava serve al mantenimento del bestiame bovino, di cui parleremo più oltre, e del cavallino ed asinino che serve all'uso de' mugnai e carrettieri.

§. II

Alberi fruttiferi

Pomi, peri, ciliege, marene, vi prosperano in ottima e abbondevole quantità; e molti proprietarj, specialmente nelle vicinanze del borgo, ne ricavano un reddito da pareggiare quello de' cereali. Meglio che 40,000 chilogrammi di frutta va calcolato il prodotto di questo territorio che si esporta a Piacenza, a Cremona e a Brescia, e valutato a 12 centesimi al chilogrammo, rappresenta un valore di lire 4,000.

Viti. La coltura di questa pianta per quanto sia negletta da molta parte di que' possidenti, tuttavìa gli ottimi vini che si esportano da questo Comune, l'alto prezzo con che si esitano per lo squisito suo sapore, e la quantità malgrado la fatale crittogama che invase anche questi luoghi, attestano quanto questo terreno sia molto propizio alla coltura di questa preziosa pianta. Il comunello di Scipione è più d'ogni altro celebrato. La malvagia e il berzemino sono le uve più abbondevoli in que' luoghi.

Gelsi. Se togli pochissimi possidenti specialmente della valle dello Stirone, di Scipione e Tabiano, che principiano a fruire il reddito di così ricca pianta col curarne la coltivazione, per tutto questo Comune, il gelso è negletto e quasi affatto abbandonato; e vi fiorirebbe certamente con tanto vigore in alcune adatte posizioni, da potere in brevi anni, aumentare sensibilmente le ricchezze di que' colli. È veramente deplorabile questo inconcepibile abbandono.

Castagne. Questa pianta pure, cadde in un perfetto abbandono. L'annuo prodotto che più oltre noteremo prova pienamente quanto il vantaggio di questa coltivazione sia affatto sconosciuto. Quest'albero della vita che forma così precipua parte degli alimenti del montanaro, è affatto trasandato; non semenzaj, non innesti si curano quegli agricoltori di propagare, e veggiamo vecchi e cadenti castagni abbandonati come sterpi e pruni. Di soli 500 ettolitri! è il prodotto medio annuo di questo frutto come vedremo più avanti, e pur qui molta parte di terreno è propizia a simile coltura.

Olivi. Altrove dissi quanto i floridi e vecchi ulivi che in alcune parti di questo Comune allignano prosperosamente, attestano che questa rara produzione potrebbe essere presa in seria considerazione dall'attento coltivatore. A Contignaco e a Bargone ne allignano alcuni, ma più come alberi d'ornamento che come di serio prodotto.

§. III.

Cereali ed altre produzioni vegetali.

La produzione de' cereali in questo Comune è in generale molto soddisfacente. Il frumento, il frumentone, la fava, la spelta, l'avena, sono i principali prodotti. Fagioli, lenti, ceci ed altri legumi, se ne raccolgono in discreta quantità. Le patate furono introdotte pur esse nella coltivazione di questo territorio, ed è notabile che in questi ultimi anni andò sensibilmente aumentandosi il prodotto. La canapa, il lino non vi allignano o vi sono negletti all'atto.
I prodotti da orto, se togli il carciofo che cresce prodigiosamente in alcune località, attesa la scarsezza d'acqua irrigua, sono in assoluta deficienza. Nella piccola vallata dello Stirone però, e verso Cangelasio, i cappucci e i cavoli crescono in non comune grossezza e sapore. La coltivazione del carciofo è costosa, e richiede maggior lavorazione che il frumentone medesimo; tuttavia quando il terreno su cui si pratica questo genere di coltura, si presta favorevole, il prodotto risponde abbondevolmente alle fatiche dell'agricoltore. Può calcolare il cultore di quest'ortaggio 250 a 300 franchi di prodotto netto per ogni biolca di terreno, ed in pochissimo spazio di questo, e da quindici o sedici coltivatori di questa pianta, puossi con tutta certezza asseverare, che una rendita non minore di lire 6300 in questo Comune dai soli carciofi si ricava. Col seguente quadro ho tentato di raccogliere la quantità de' principali prodotti del Comune per cognizioni attinte parte da fonti ufficiali, parte dai più accreditati possidenti del paese, e parte sul posto medesimo dove poteva ripromettermi più certe e più importanti informazioni. I cereali denunziati dai possidenti all'uffizio municipale, mi diedero norme abbastanza certe per desumerne un sicuro dato statistico, e avuto da quel diligente signor Segretario i prospetti di cinque anni, ne presi la media e registrai il risultato. Del vino raccolsi i dati numerici da molti proprietarj, e colla cooperazione del suddetto Segretario, potei inserirne tali risultati che certamente non si discosteranno molto dal vero.

tabella9 prod agricoli

Dividendo la rendita anzidetta di Ln. 833,993,60 per ciascun abitante del Comune di Salsomaggiore, si avrà un quoto di Ln. 149,41.
Ammesso quindi, dietro norme stabilite dai pratici non solo di que' luoghi, ma delle abitudini economiche delle famiglie che abitano tutto l'anno in campagna, e fatto un giusto ragguaglio di proporzioni eque, tra gl'impuberi e gli adulti, tra i poveri, i benestanti, e i ricchi, che ciascun abitante consumi annualmente.

di frumento Ettolitri » 1, 88. 16.

di altri grani » 3, 76. 32.

di castagne » 0, 05. 20.

di legumi per l'ingrasso degli animali porcili » 0, 39. 88.

di vino » 1, 05. 00.

la tavola seguente dimostra il consumo totale de' seguenti generi, del loro avanzo, e della loro deficienza:

 La investigazione statistica contenuta nel precedente quadro fa conoscere completamente l'agricoltura del paese.
La utilità di simili prospetti, è bene che sieno compresi da chi è a capo di grandi o piccole Amministrazioni pubbliche. Questi lavori quando sieno comunemente adottati, incalcolabili benefizj arrecano agli Stati. Essi prevengono le carestie molto meglio che i granaj di riserva, dice un eminente Statista, perchè facendo nota quale sia la produzione de' grani in ciascun paese, si saprebbero precisamente quali risorse devonsi aspettare dalle contrade nelle quali i raccolti eccedono per consueto il consumo. Giova avvertire che il consumo del vino a Salsomaggiore è limitato a una ristretta cifra appoggiandomi alle relazioni avute, atteso la fatale crittogama che in questi ultimi anni invase pure questo comune, e che il prezzo attribuito di 61 franchi l'ettolitro, corrispondente a circa 44 lire la brenta parmense, è dovuto alla sua squisita qualità. I legumi, quali sono spelta, ceci, lenti, ecc., si macinano generalmente da quei contadini tutti insieme, per ingrassare colle loro farine i suini, che parte vendono al mercato o di Salso o di Borgo S. Donnino, e parte li macellano per loro uso o pel commercio di Salimi.

 

Sezione Seconda

Produzioni animali.

Le indagini da me fatte in quest'uffizio municipale di Salso, per rinvenire lo spoglio delle denunzie de' bestiami fatte da' proprietarj a norma delle disposizioni del Ministero di Parma nel 1849, non ebbero alcun risultato, e dovetti rivolgermi al Signor Micheli Segretario nell'Uffizio di statistica a Modena, presso cui sono ora depositati i documenti dell'uffizio di statistica parmense. Ottenni da lui il quadro che ho segnato nel seguente prospetto colla lettera A il quale non riguarda che l’anno 1851, perchè posteriormente a quest'epoca quella ricerca uffiziale fu trascurata. Pongo sott'occhio al lettore il risultato di quelle denunzie, non come norma sicura per istabilire un esatto criterio delle condizioni attuali di questo genere di produzione, ma per non defraudare il lettore dell'unico documento ufficiale che ci addita il numero del bestiame di un Comune, il quale come termine di studio allo statista ed all'agricoltura avrebbe dovuto lo Stato costantemente provvedere, registrando annualmente la nota precisa di tutto il bestiame che si produce e lavora in un dato circondario o provincia.

tabella11 bestiame

 

Se dobbiamo trarre un giusto criterio dal confronto del bestiame attualmente esistente in Salsomaggiore, con quello che ci presenta lo specchio ufficiale, non puossi a meno di non concludere che: o le denunzie date dai proprietarj in quell'epoca, erano fatte sotto l’impulso del timore che fossero queste ricerche volute per misure fiscali, e quindi non dettate dal vero; o l'aumento del bestiame fu così sensibile da trarne argomento di soddisfazione per il miglioramento rilevante di questo ramo di ricchezza agricola. Per accordare alla verità il suo giusto tributo, giova dire che sì l'una che l'altra ragione, vale a rendere giustificabile la differenza non lieve del risultato del bilancio bestiami del 1851 a quello del 1858. I possidenti i meglio informati e più esperti in questo ramo d'industria, mi vollero far certo che anche nell'epoca in cui si diedero quelle denunzie, il bestiame specialmente bovino, era in molto maggior quantità del denunziato; come mi asseverarono che il miglioramento di alcuni prati, e l'industria, e il bisogno maggiore di bestiame, per il lavorio della terra voluto dal dissodamento dei boschi, fecero in questi ultimi anni aumentare sensibilmente il bestiame bovino; siccome il pecorino e il cavallino, non discostandosi molto dal vero il denunziato nel 1851, non aumentò a vero dire in proporzioni eguali in questi ultimi tempi. Le cifre del bestiame che abbiam già notate nella colonna B del quadro relativo, le desunsi dalla nota rilasciatami da' varj possidenti del Comune, ed ho credenza ch'esse non si discostino molto dal vero per le indicazioni ed assicurazioni ricevute in proposito. L'obbligo dello statista è esaurito quando vennero da lui adoprate le più solerti e diligenti cure per la difficile scoperta del vero. Queste cure furono da me poste in opera: ove venissero questi fatti numerici contrastati, io mi sarò pago soltanto, perchè sarà prova che altri più di me fu accurato e studioso nelle difficili ed aride ricerche statistiche. Giova osservare che il bestiame pecorino diminuisce anziché crescere di numero dal 1851 in avanti: atteso la migliore e più estesa coltivazione delle viti verificatasi in questi ultimi anni in tutto il Comune, le pecore, che molto danno arrecano a questa pianta, furono per conseguenza smesse da molti possidenti. Dallo specchio che segue, si rileverà il valor capitale e il frutto medio dei bestiami, desunti da informazioni il più possibilmente esatte, somministrate da persone esperte in questo ramo d'industria.

tabella12 bestiame2


Gli alveari vengono calcolati nel loro prodotto 6 franchi l'uno, quindi su N.° 70 alveari esistenti, la rendita totale è di Lire 420. I buoi, da pochi anni in qua migliorarono in qualità e in ricerca. Alcuni possidenti ne fanno una attiva industria, ed un ramo non lieve di commercio. Le vacche son piccole e poco produttive, atteso le magre e scarse pasture, e i vitelli che lasciano poppare due ed anche tre mesi, atteso il nessun uso della fabricazione di burro e formaggio, si vendono a un buon prezzo, e si ricavano da alcuni da 70 a 80 franchi l'uno. I cavalli in poco numero son piccoli e di brutte forme. Il numero de' muli e degli asini è scarso e se ne reclama una maggior quantità e di razza migliore, per il trasporto de' generi a risparmio de' bovi e delle vacche. I majali son tutti di razza nostrali; vengono ingrassati con la poca ghianda e i legumi prodotti da quel Comune; e i pigionali e gli artigiani pel pagamento del loro affitto li vendono al vicino mercato di Borgo S. Donnino. Nel reddito di questo bestiame valutato, come dal precedente prospetto, in lire 24640, ho calcolato il prodotto de' grassi da macello che si consumano parte nel Comune o nel suo capoluogo e parte dai mezzaiuoli e possidenti. Dietro sicuri dati, il numero de' majali è non minore di 260, macellati annualmente, e considerati in totale 3120 pesi che a lire 6,50 il peso danno il valore di lire 20280, oltre ad altri 60 majali circa di pesi 720 pel valore di 4360 lire macellati dai privati, i quali aggiunti ai primi sommano appunto nel loro valore a lire 24,640 come notai nel suddetto prospetto.
Altrove dissi perchè le pecore sieno in così scarso numero, e non tendano neppure ad un proporzionale aumento. Il formaggio, toltone poco pecorino che vendono alla pianura e che è insufficiente ai bisogni del Comune, non vale se ne tenga conto, atteso la poca sua entità; il prodotto corrispondente ad esso viene rappresentato dal prodotto bestiame nella linea vacche, e parte ne' vitelli per il latte eh' essi poppano per due o tre mesi dell'anno. Pongo sott'occhio al lettore quale mi venne consegnata, la nota de' bestiami macellati nel Comune, avertendo che la unica beccheria che si trova nel borgo di Salso non ammazza grosso bestiame, come buoi o manzi, che tre volte l'anno nell'occasione cioè delle solennità di Pasqua, Natale e la festa del paese, servendosi nel resto dell'anno gli abitanti del Comune dei macello di Borgo S. Donnino.

Vitelli N.° 50 di chilogr. in media 52 l'uno
Bovi » 3 » 150 »
Pecore » 1000 » 20 »
Majali » 260 » 98 »

Il contadino non provvede carne per la famiglia che ne' giorni di gran solennità o per
grave malattia; il poco lardo e qualche pecora salata, forma tutta la loro riserva per far magri brodi per la loro giornaliera minestra. Nell'epoca delle bagnature per Salso e per Tabiano è duopo ricorrere al macello di Borgo S. Donnino con grave incomodo de' locandieri e spesso anco de' bagnanti: giova sperare che col progresso del tempo a questo inconveniente si provvederà.

 

Sezione Terza

Produzioni minerali.

Ove l’umana attività unita all'intelligenza, spiegasse in questi luoghi i prodigi di lavoro che fèr grande l'Inghilterra e la Francia e prosperosissimo il Belgio, noi vedremmo dalle viscere di questi colli scaturire certamente fonti di ricchezze ivi giacenti senza valore per incuria degli uomini. Le tracce del rame, della lignite in frantumi di roccie, furono esaminati da intelligenti geologi, e verificata l'esistenza di que' minerali, ma non furono mai fatte le minime esperienze.
Il quarzo purissimo trovasi in Contignaco; il tripolo giallo non lontano da Salso verso Salso minore, due gessaje, l'una a Bargone, l’ltra a Vigoleno presso a S. Vittore, sono floride specialmente della prima è ricercato il gesso perchè bianchissimo, e ne trae uno smercio il proprietario da 70 ad 80,000 pesi all'anno, che a 18 centesimi al peso, fruttano da 13500 franchi in media.

Saline. I pozzi d'acqua salata furono celebrati fino dalla più remota antichità. Sulle parti economiche di queste saline giova tenere proposito, che se finanziariamente non furono allo stato affatto proficue, dal lato dell'igiene pubblica in questi ultimi tempi, e dell'officio giornaliero di 50 individui impiegati in quella industria, offrono vantaggi da non doversi tacere (* Le saline e i bagni, furono, son pochi giorni, dati in appalto al Marchese Cav. Dalla-Rosa, uomo che a studj di fisica e di matematiche, unisce un'attività intelligente e una solerzia a tutte prove: i suoi lavori già condotti a termine nella fabbrica del sale, quando faceva parte della Commissione direttrice, ed altri molti e rilevanti in via di attuazione, come macchine a vapore, gabinetto chimico per l'estrazione del jodio, ecc, lo attestano con non dubie prove. Giova soggiugnere che anche il Dott. Valentini medico direttore de' bagni contribuisce col suo zelo, colla sua capacità ed istruzione, a far prosperare lo stabilimento balneario già in via di prospero avviamento. Il suo amore allo studio ed alla scienza lo resero chiaro per opera di pregiati suoi scritti).
Nel 1850 le Saline di questo Comune furono date in appalto al Conte Francesco Adhémar, il quale si obligò a fornire di sale tutto il ducato di Parma al prezzo di lire italiane 2, 50 ogni quintale metrico, ma fallendogli i suoi conti e bilanciando in perdita la sua speculazione, ottenne di portare il prezzo a lire 3,50. Ma l'impresa non si sostenne e le saline tornarono al Governo sotto la sorveglianza di una commissione amministrativa. Dal 1854 al 1858 i conti desunti dal Bilancio dell'Emilia del 1860 presentato dal marchese Gioachino Napoleone Pepoli danno un complessivo prodotto di 48,774 quintali di sale con una spesa complessiva di lire, italiane 366,379; per cui il sale veniva valutato in media a lire 7,63 il quintale. Giova però osservare su questi fatti rapportati dal Pepoli che in quel quinquennio da lui preso a calcolo, furono attivati nuovi grandiosi bacini per il riserbo delle acque, e demoliti per conseguenza i vecchi, si dovette per alcun poco sospendere la lavorazione onde dar campo in avvenire a più proficuo prodotto, mercè un nuovo sistema di costruzione di serbatoj che conservassero l'acqua madre e l'acqua salata. Questa sospensione di lavoro fece scendere la manifattura nel corso di quegli anni, ad un risultato molto meno soddisfacente degli anni antecedenti, ma la costruzione de' nuovi serbatoj, come altrove parlai, dà luogo ad asserire con tutta fiducia che il prodotto del sale, conservando soltanto i pozzi tutt'ora esistenti, raggiungerà i 15,000 quintali annui, e miglioratone anche vieppiù la lavorazione, così asseriscono gli uomini dell'arte.

Acqua madre salata. Lo stabilimento balneario, che si serve dell'acqua madre, per le bagnature, ossia di quella che cola dalle masse del sale già lavorato, lascia disperdere nella vicina Citronia il liquido che ha già servito pei bagni; ma nuovi serbatoj parte costrutti e parte in via di costruzione, serviranno a raccoglierle in avvenire per la estrazione del jodio in essa esistente in buona quantità. Ora si sta costruendo un laboratorio chimico corredato di machine ed istrumenti adatti a così importante operazione (1 - il Sig. Gibertini di Parma propose un metodo il cui esperimento corrispose pienamente alle viste economicbe e alla efficaccia dell'estrazione dell'Jodio. Col mezzo di esso si ottenne da ogni litro d'acqua madre 5 grammi e mezzo di jodio, per cui dalle 4000 brente d'acqua madre che si ottiene approssimativamente in un'anno, si avranno oltre a 400 Kilogrammi di jodio.)
Le acque di Salso furono indiziate dal dottor Valentini nel 1841. Lo stabilimento de' bagni fu tracciato dal conte Alessandro Adhémar nel 1851 e seguitato dal Governo Parmense. Lo stabilimento balneario ha 20 bagnatoje capaci di 200 bagni al giorno. Le acque madri che vi si adoperano sono allungate nell'acqua comune e contengono grandissime dosi di jodio e bromo. Le analisi chimiche hanno constatato la potenza di queste acque in modo, da ritenerle uniche nel loro genere. I risultati analitici di queste acque secondo le indagini de' chiarissimi chimici di Milano, Cardone e Seveso, sono i seguenti.
In 100,000 grani di acqua madre di Salsomaggiore

  tabella13 analisi

Riporto di buon grado le parole dette e stampate negli Annali di chimica applicata alla medicina, fascicolo di Luglio 1857 dai professori Cardone e Seveso a provare viemmeglio l’ importanza igienica di queste prodigiose acque. Essi dicono:

“Che l'acqua madre delle saline di Salsomaggiore è riccamente mineralizzata dal joduro e bromuro di magnesio; i quali trovatisi accoppiati alla maggior parte dei sali che esistono nell'acqua del Mediterraneo, e ad una combinazione organica ferruginosa, fra i cui clementi entra il nitrogeno. Che diluita nell'acqua comune, come si pratica a Salsomaggiore per apprestarla ai bagni, subisce una lenta decomposizione per mezzo degli agenti esteriori, con produzione d'acido cloridico, bromidrico e jodidrico ed isolatamente di cloro, bromo jodio e d'ossido ferrico.”
Che essa è ottenuta in quantità più che sufficiente per alimentare un grandioso stabili mento termale. Che quest'acqua madre non soffre confronto, per la copia di bromo e di jodio, con le acque naturali di Sales, di Challes, d'Ischi, né con alcun'altra conosciuta, se si eccettua, per la quantità del solo bromo, l'acqua madre delle saline di Hreunach. Che se poi la si considera diluita d'acqua comune, come adoperata nello stabilimento di Salso, essa allora presenta un certo rapporto per la proporzione di quelli alògeni con l'acqua naturale di Saxon nel Valese Infatti tre brente milanesi, o 226 litri d'acqua di Saxon (volume per un bagno) non equivalgono,, adottando i risultati analitici del Signor 0. Henry, che a 290 grani austriaci di jodio ed a 100 di bromo; numeri ben inferiori a quelli da noi citati per l'acqua madre di Salsomaggiore. Infine che l'acqua madre delle saline di Salsomaggiore, per i suoi componenti, è chiamata ad occupare un posto eminente fra i principali mezzi terapeutici valevoli a debellare o a modificare le diverse forme di malattie scrofolose e principalmente sifilitiche”.
Acque ferruginose di Salso. La scoperta di queste acque, simili a quelle di Recoaro si deve al caso. Il Signor Charruy possidente dell'albergo grande di Salso le rinvenne, cercando in prossimità dell'albergo stesso una vena d'acqua dolce. L'analisi instituita dal Pr. Pietro Piazza diede i seguenti risultati:

Silice grammi .... » 0,04225
Bicarbonato di calce .... » 0,03210
Carbonato di ferro ..... » 0,05390
Cloruro di magnesio .… » 0,45400
Cloruro di sodio .... » 0,59300

Se ne cominciò a far uso per bibite soltanto in quest'anno, e valgono nelle malattie croniche addominali, nelle clorosi, nelle anemie, ecc.
Acqua solforosa di Tabiano. l'acqua solforosa di Tabiano a due miglia circa da Salso, è nota per la sua virtù medicinale da pochi anni, e non prima dell'ultimo decennio dello scorso secolo. È la più attiva delle acque solforose d'Italia, e miracolose guarigioni furono dalla medesima istituite in questi pochi anni. L'analisi chimica fattane dal Signor Carlo Belbue ha dato le seguenti risultanze:

 

» Azoto o nitrogene cent. tri cubi 316,40 cioè grammi 0, 40116

» Acido carbonico libero » 2446,53 » 4, 84360

» Solfidrico libero » 2511,12 » 3, 85312

» Solfidrato di protosolfura di litio » 1, 50700

» Cloruro di sodio » 2, 74000

» di magnesio … » 2, 01860

» Solfato di sodio » 3, 11300

» di calcio » 67, 02500

» di magnesio » 0, 85000

» Bicarbonato di calcio » 14, 30000

» di magnesio » 1, 12200

» di manganese » 0, 07560

» di ferro » 0, 11000

 

Joduro probabilmente di sodio |
Cloruro di manganese | quantità indeterminata
Materia organica azotata |
» non azotata |

Silice tracce

Acqua » 39898, 05892
___________

Grammi 40000, 00000
___________

 

Da un opuscolo del Dottor Berzieri sulle acque di Tabiano si trae che nel 1845 il chimico di Parma Signor Delbne ha fatto il seguente confronto delle più attive ed accreditate acque solforose minerali d'Italia che contengono acido solfìdrico libero (1 A questo corpo è sovrattutto dovuto l'efficacia che simili acque spiegano contro le malattie cutanee.) con quelle di Tabiano, quali sono le

Acque Solforose di Santa Lucia di Napoli
» termali della Porretta
» Raineriane Euganee.
In un litro di ciascuna di queste acque si è riscontrato Gaz acido solfidrico libero

nelle prime centilitri cubi 39, 734
nelle seconde » » 16, 101
nelle terze » » 10, 600
e in quelle di Tabiano » » 6 2, 778 (2)

(2) Oltre a quello che trovasi in istato di chimica unione al solfuro di litio.

Dunque l'acqua solforosa di Tabiano contiene in un litro di essa centimetri cubici 23,044 di gaz acido solfidrico più che in quella di Santa Lucia di Napoli, avvegnaché riputata sia questa la più attiva d'Italia. Il ridetto chimico Delbue poi rileva dal lato scientifico fra le altre un'importantissima osservazione, ch'io non voglio lasciar di sottoporre all'occhio del mio lettore, cioè che l'acqua di Tabiano presenta molto interesse e per la sua bella composizione e per la presenza del litio, metallo sommamente raro in natura, e che nello stato di combinazione in cui si trova, la rende assolutamente unica. Chiuderemo la presente sezione col presentare al lettore una tavola Satistica del movimento avvenuto in un quinquennio nello stabilimento igienico di Salso, e del prodotto in denaro ricavato dalle bagnature; mentre che relativamente a quello di Tabiano non possiamo dir altro ohe produce in media 2000 lire annue italiane.

tabella14 bagni

Nel presente anno (12 Agosto 1860) si son già fatti 3700 bagni, il massimo dei quali fu di 449 al 20 Luglio. È supponibile che al 15 di settembre, termine delle bagnature, nello stabilimento di Salso si saranno praticate un 5000 bagnature circa.

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