Saggio di statistica comunicativa del comune parmense di Salsomaggiore - 1861

CAPO II.

TOPOGRAFIA

 

Sezione Prima

Situazione, estensione, confini, ed aspetto del paese.

Il Comune di Salsomaggiore fa parte dell'Intendenza di Circondario di Borgo San Donnino, Provincia di Parma e Diocesi di Piacenza. Trovasi geograficamente fra i gradi 44,° 48,' 36," di latitudine e 27,° 38’ 15," di longitudine. La sua estensione è di ettari 8139, 61, 96 pari a miglia quadrate 37 2/3. Esso è costeggiato all'E dal territorio del comune di Borgo S. Donnino, al S. dai comuni di Medesano e Pellegrino per alcun tratto mediante il torrente Parola, all'0. e all'0-N. dal comune di Pellegrino, e mediante lo Stirone da que' di Vigoleno e Castell’Arquato, al N ancora dal Comune di Borgo S. Donnino. È per la più parte posto sulle diverse prominenze formate dai nostri Appennini che sono parte di quella catena continuata di grandi eminenze che diramandosi dalle alpi marittime, divide l'Italia per lungo, e forma, come dice il Brocchi, la spina dorsale di questa Penisola. La superficie di questo Comune non ha di piano che quella breve estensione di terreno che forma l'estremità della valle della Gerra. I materiali di cui è costrutta questa parte di Appennino sono variatissimi, ma vi predominano però le roccie secondarie, le calcaree, contenenti alcuni residui di corpi marini. Il geologo ha campo di spaziare in un esteso terreno di speculazioni fisiche e geologiche, per l'abbondanza di fossili, conchiglie, argilla finissima uguale al tripolo che si ammira. (In un circostante monte fu trovato anni addietro lo scheletro di una balena, che si conserva ancora in Parma.)


La numerosa serie de' colli circostanti si frappone alla catena delle grandi montagne ed al lido del mare, la natura diversa del suolo di questa lunga catena non lascia luogo a determinare la precisa sua qualità. Essa varia di calcarea, cretacea, argillosa, sassosa, sabbioniccia, ed in alcuni luoghi franosa. La maggior parte di esso terreno però offre i più ricchi elementi di una florida vegetazione. Amenissimi sono que' colli e balsamico e salutare ne è l'aere che si respira.

 

Sezione Seconda

Acque e Torrenti.

Una serie di torrenti più o meno abbondanti, più o meno rapidi, derivano dalla sommità di que' monti e lambono le coste de' diversi villaggi, bagnano alcun poco di terreno a quegli che più d'ogni altro solerte e industrioso, seppe condurre ed arginare nelle stati le scarse acque per irrigare prati e pascoli. I benefìci influssi di quelle acque sono però in meschinissime proporzioni, essiccandosi la più parte di que' torrenti pe' forti calori estivi. Lo Stirone vi primeggia fra quelli, e mette in movimento quattro molini che pur possono porsi in attività la più gran parte dell'anno, benché col mese di Luglio cessano quasi le acque, da somministrare volume sufficiente per porli in moto. Lo Stirone deriva le sue acque dal monte S. Cristina, e da Pozzolo, si forma ad Ajone, percorre da quivi per l'estensione di circa quaranta chilometri, ed ha foce nel Taro fra Torricella di Sissa e le Fontanelle di Roccabianca. La Ghiara (volgarmente Gerra) ha vita da due rami i quali, discendendo l'uno col nome di Ghiara S. Giovanni dal monte delle Canate e l'altro, appellato Ghiara di Salso, dalla costa di Faeto, si congiungono entrambi poco lungi da Salso; percorre parallela alla strada di Salso a Borgo S. Donnino per lo spazio di 6 a 7 miglia; ingrossa le sue acque coll’altro torrentello Citronia, il quale, percorrendo l'interno del borgo di Salso, e lambendo lo stabilimento balneario, vi si versa a un terzo di miglia circa. La Ghiara mette foce nello Stirone inferiormente a Salsomaggiore e rimpetto a Fornio. Il Rovacchia e il Parola, sono altri due piccoli torrenti di poca importanza, atteso l’essicamento totale a che si riducono nella state. Il Gisiolo che discende dal colle di S. Vittore e scorre dall'O all'E, si versa nella Parola. Rivi e canali diversi danno moto a quindici molini.

Sezione Terza

Boschi e piante diverse

I boschi erano per lo passato così ricchi di piante in questo paese che in antiche carte di quel Comune trovasi, che gli abitanti porsero più volte preghiera ai loro dominatori perchè si estirpasse alcuna parte di esse piante per ridurre a coltivazione porzioni di terreno che offrivano bella e ricca vegetazione. Ora la nudità del terreno che offre gran parte di quelle belle
colline attestano quanto un'ingorda ed improvida mania di convertire quella utile e salutare coltivazione ad altra foggia di coltura, abbia impoverito questo territorio di grosse ed annose quercie, di frondosi faggi, di cerri, di lecci che formavano un tempo non che un'abbondevole fonte di non comune ricchezza, ma un argine alle precipitevoli acque, che ingrossando furiosamente i torrenti cagionano più frequenti e ruinose le innondazioni di che deploriamo ora così spesso le disastrose conseguenze.
Altra non meno grave ragione di seria attenzione per parte de' pubblici amministratori nel curare la coltivazione e la conservazione de' boschi, si è pur quella di non lasciarsi in men che non si pensa, cogliere dall'improvvisa deficienza di combustibile di cui pure abbisogna in abbondevole misura la crescente industria della manifattura del sale. Giova sperare che provvigioni salutari e razionali saranno poste in atto, a che sia assicurata la proporzionata quantità delle piante, ad esempio di chi ci precedette nelle passate generazioni in quelle deliziose e ricche colline. II faggio, l'olmo, la quercia, la vite, vi allignano meravigliosamente, ed è rinomato il vino che da' suoi vigneti si ricava. L'ulivo, questa ricca e preziosa pianta, vi attechisce vigorosamente in alcune parti di questo Comune atteso la positura dei colli; ed ove abili e pratici agricoltori vi dedicassero le loro cure, vedrebbesi questo ricco prodotto prosperare in questo territorio. Alcuni vecchi ulivi prosperosi ancora, lo attestano in modo non dubbio.

Sezione Quarta

Strade.

Ad animare lo sviluppo progressivo di molti elementi di ricchezza che possiede questo Comune, è necessario anzitutto provvedere alle strade di cui difetta non poco. Le vie pedonali non servono che a trasporti di piccoli carichi, e la fertilità di un paese, perde immensamente del suo valore, quando per mancanza di facili comunicazioni e di trasporto, si rende il possidente costretto a tenere le sue derrate giacenti sul posto per molta parte dell'anno. Abbia lo Stato ed il Comune, precipua cura di togliere così grave ostacolo all'incremento del suo commercio, allo sviluppo delle sue industrie. Apra una rete di strade che ponga in facile comunicazione il capoluogo con quei comunelli almeno che offrono maggior interesse dal lato della produzione territoriale ed industriale, e vedranno accrescersi prodigiosamente il valore degli immobili, vedranno, col concorso, destare pur qui l'emulazione delle nuove ricchezze; vedranno quelle ispide sodaglie da cui non ritraggono che scarse erbe per poche pecore e magri cavalli, coprirsi di rigogliose derrate, di ricchi boschi e di superbi vigneti.
Quattro sono le strade poste ad aggravio del Comune pel loro mantenimento ed inghiajamento che per la loro comodità anche nella stagione invernale offrono maggior interesse da dover farne cenno.
1.a Strada roteabile che staccasi da Borgo S. Donnino per la via maestra che pone a Piacenza o dalla strada ferrata centrale, e conduce al borgo di Salso nella direzione di E., lunga sei miglia, larga sei metri.
2.a Strada roteabile che staccasi pure da Borgo S. Donnino e siegue quasi parallela, divergendo un poco a ponente la strada suddetta e conduce fino a Tabiano (1 - Questa strada fu messa non è molto a carico del Governo.) per la lunghezza di miglia quattro circa, larga metri sei circa.
3.a Strada in via di costruzione che da Salso mette a Pellegrino e da Scipione per Fiorenzuola, il di cui avviamento procede con abbastanza lentezza per mancanza di mezzi che il Comune va chiedendo con reiterate istanze al Governo.
4.a Strada roteabile che da Salso maggiore porta a Castelnovo Fogliani attraversando lo Stirone senza ponte,lunga circa quattro miglia e larga sei metri.
Altre piccole strade somabili o pedonali selciate a martello sono per la loro poca importanza non meritevoli d'essere accennate.

Tabiano che dista da Salso per una via somabile di miglia 1 ¾ ha una via pedonale angusta ed incomoda della lunghezza di 1 miglia ½ circa.
È grave inconveniente e non lieve ostacolo al concorso de' bagnanti o di chi abbisogna di quelle acque prodigiose, il non offrire questo Comune una via facile ed amena che ponga queste due borgate privilegiate da natura in pronta comunicazione fra loro. Il compenso che offrirebbero saggi provvedimenti di tal natura, è chiaro che sorpasserebbe in avvenire di gran lunga i sacrifizj che richieggono presentemente siffatti lavori. Fu solo a fronte di così provvide spese che poterono le più deserte e squallide località, trasformarsi in popolosi, ricchi e deliziosi soggiorni, quando cioè ai doni di natura si associarono le opere dell'umana intelligenza e del lavoro. Una strada di ferro percorsa da cavalli che dalla strada ferrata centrale conducesse a Salso e da quivi a Tabiano, quale incoraggiamento sarebbe al concorso di viaggiatori, i quali, vedendosi sparire le distanze e i disturbi che offrono tuttora, nel dipartirsi dai grandi centri di tutta la via che percorre la strada ferrata centrale, non esiterebbero un istante ad esperimentare i prodigi terapeutici di queste acque, che un distinto Chimico per analisi fatta, non esitò a dichiararla la migliore d'Italia.
E lo Stato e le associazioni private indugierebbero essi a por mano a tali opere? Noi non lo crediamo, anzi nutriamo ferma fiducia che la felice associazione delle naturali ricchezze colle industriali per opera di chi ha più diretto interesse al bene di quel Comune, farà risorgere a novella vita questi oscuri borghi, e li solleverà all'altezza del nome che si acquistarono per non maggiori pregi, Abano e Recoaro.

Sezione Quinta

Edifzj sacri

La chiesa maggiore del capoluogo intitolata a S. Vitale protettore del luogo, trovasi al nord del borgo sur una prominenza. Dessa venne edificata nel principio del 17.° secolo ed è non molto ampia. La Chiesa intitolata a San Bartolomeo fu edificata nel 1568 sorge all’interno della borgata ed è sussidiaria alla parrochiale. Dirimpetto allo stabilimento delle Saline ergesi un'altra chiesa dedicata a San Rocco, un tempo de' PP. serviti, e fa capo alla strada che conduce a Borgo S. Donnino, fu edificata nel 1742 sulle ruine di un'altra che vi esisteva sino dal 1367. Un bel convento fabbricato nel 1525 sorgeva pochi anni fa (1- Ora è convertilo in un grand Albergo.) e accanto alla suddetta chiesa. Havvi anche un oratorio posto sopra una vaga collinetta colla sua canonica costrutto nel 1616 e consacrato alla Madonna della Marazzola, ed un altro pure fondato nel 1730 dedicato alla B. V. della Rosa non molto discosto dal primo, ed ambidue distanti dal capo luogo un terzo di miglia circa.
Nove altri templi più o meno vasti sono eretti nei nove comunelli, uno de' quali esistente a Contignaco è il più ben conservato e pel quale si ha accesso sopra un ponte eretto sulla Ghiaja.

 

Sezione Sesta

Edifizj pubblici.

Gli edifizj delle saline, lo stabilimento balneario a Salso maggiore, lo stabilimento di Tabiano per le bagnature, la casa del Municipio coll’annessavi torre fabbricata nel 1363, formano tutto il complesso degli edifici pubblici di Salsomaggiore. Dello stabilimento balneario di Salso poi giova tenerne proposito per la eleganza e comodità che offre.
Esso fu eretto nel 1856 col disegno e la vigilanza del Prof. Pier-Luigi Montecchini di Parma. Il Dottor Valentini nella sua più volte citata memoria, ne fa un'accurata descrizione con tale eleganza di stile che non sapremmo come meglio descriverlo ai nostri lettori, se non riportando testualmente le sue parole.
» Maestosa e gentile in uno è la facciata che guarda a mezzodì, ed al cui piede scorrono
» le acque della Citronia, per cui si ha ingresso all'edifizio mediante un elegante ponte a
» mattoni, il quale con un sol arco leggermente si spicca dall'uno all'altro estremo,
» e met te in un loggiato che nel mezzo alla facciata medesima ne adduce alla porta:
» Nell'estremità anteriore, il ponte si chiude con un cancello di ferro, il quale girando sui fianchi dello
» stesso, ne forma le spalle, indi si unisce alla loggia la quale con quattro colonne sostiene lo
» sporto del balcone della sala al piano superiore. Dalla loggia si passa nel vestibolo parato
» con ogni decenza, ai di cui lati si allungano due corridoi che danno accesso ognuno a sei
» camerini spaziosi in cui stanno altrettante bagnatoje o vasche di marmo carrarese. Quello a
» destra, che serve per gli uomini, termina inferiormente in un balcone aperto, il quale per una
» gradinata mette in un giardino di piacere ora appena tracciato, ma che formerà in seguito
» un luogo di delizia pei bagnanti Altri due secondari vestiboli collocati verso
» l'estremità delle corsie suddette, hanno accesso a due brani di fabbrica, portante ognuno
» tre stanze, in una delle quali verranno poste due vasche per ciascuna »

Gli Edifìzj delle saline meritano particolare menzione per le grandi proporzioni con che dagli antichi Farnesi furono disegnati que' vasti locali che servono alla manifattura del sale.
All'estremità di un largo cortile sorge l'edilizio, la cui rustica facciata richiede restauri e migliorìe non lievi. Una comoda e bella abitazione pel Direttore sta di fronte allo stabilimento diviso da esso da un piccolo giardino.

L'edifizio della fabbrica del Sale è cinto da un grandioso porticato la cui tettoja è sostenuta da ventiquattro colossali colonne. Lungo questo gran recinto sono posti vasti serbatoj, i quali per la loro radicale riforma fatta dall'attuale Direttore Signor M.e Dalla-Rosa meritano speciale e dettagliata menzione.
Giova premettere a schiarimento di quanto siamo per accennare che l'acqua prima o naturale che si estrae dai pozzi si chiama acqua salata, la quale, passando col mezzo di condotti ne' grandi serbatoj depuratori, subisce col moderno sistema introdotto dal sullodato direttore Cav.e Dalla-Rosa, col mezzo cioè della calce e non col sangue e coll’albume d'ova, come facevasi qualche anno addietro, una depurazione per la quale precipita al fondo il ferro che essa contiene.
L'acqua così depurata viene distribuita entro caldaje di ferro poste sopra fornelli, dove per dodici ore continue, bolle evaporando, e così otto ore con fiamma ardente e quattro con brage, il sale che vi si depone, si mette poscia entro cassoni per farlo sgrondare, lasciandolo per alcuni giorni sopra le finestre che stanno in faccia ai fornelli medesimi fino a che sia perfettamente preparato all'uso del commercio.
l'acqua madre è quella che cola dalle masse di sale già lavorato, e che misurata coll'areometro di Baumé segna fino 33.° di saturità. Quest'acqua serve per i bagni salino-jodati dello stabilimento balneario.
Negli anni passati i serbatoj destinati a contenere le acque salate erano di tal difettosa costruzione, che un terzo circa di esse acque disperde vasi lungo gli scoli dello stabilimento e confondevasi colle acque della vicina Citronia, con qual grave svantaggio economico ed igienico non giova il provare. Erano grandi bacini costrutti con grossi mattoni e foderati in legno, i quali, guasti dagli agenti corrosivi contenuti in quelle acque, non reggevano col tempo, e da ogni parte lasciavano sfuggire il liquido.
l'acqua madre per piccola parte si versava in un serbatojo di legno, il quale non ne serbava che la sola metà, subendo il resto l'egual sorte della salata, sicché per molti secoli il tesoro di questa produzione andò totalmente perduto. Proposti varj sistemi di migliorìe, il più ingegnoso ed efficace, convalidato per tale dall'esperienza di parecchi anni, fu quello immaginato e posto in atto dal più volte nominato Signor marchese Dalla-Rosa.
Esso consiste nella costruzione di nuovi grandi serbatoj col mezzo di un asfalto da lui composto e non usato in alcun paese, il cui cemento resistendo alla più forte corrosione ed umidità, contiene senza tema di perderne la più minima parte per lungo corso di tempo il liquido corrosivo come in un vaso di puro cristallo. I vantaggi immensi portati così da questa nuova costruzione dal lato economico quanto da quello della pubblica igiene, meritano certamente dal coscienzioso statista distinta ed onorevole menzione. E noi la sottoponiamo alla seria attenzione dello scienziato, dell'uomo di stato, a futuro giovamento d'opere di somigliante natura.
Il seguente quadro presenta il numero de' serbatoj di quello stabilimento e la quantità ch' essi possono contenere delle diverse acque.

 tabella1 serbatoi

Sezione Settima

Clima.

Temperato e salubre è il clima di questi luoghi, e se togli nella state qualche repentina variazione di temperatura come accade ne' paesi posti a pie di colline, l’aria che vi si respira è mite e salubre. I freddi sono miti e le nevi non vi fanno lunga dimora. I venti, se togli i più sensibili che soffiano sulle punte de' più alti colli, per le loro variazioni e diverse positure, non recano in generale né molto fastidio né serii sconcerti. Altrove dissi quale saggio provvedimento sarebbe, l'istituzione di osservatori meteorologici succursali a vantaggio dell'agricoltura, e perchè dalla lunga serie di osservazioni possano trarre più o meno vantaggio tutti i rami di pubblica economia. Qui nel Comune di Salso ove esistono stabilimenti terapeutici e gabinetti chimici in via di costruzione, e scuola pubblica, ove il maestro potrebbe giornalmente registrare le variazioni meteorologiche, richiedesi più che altrove, osservatori almeno per gli appunti igrometrici, barometrici e termometrici, lo Stato dovrebbe provvedervi e con mite spesa renderebbe non comune servigio all'agricoltura ed all'industria.
La nessuna osservazione fatta sinora sulla quantità di pioggia che generalmente cade in questo Comune ci vieta di precisarne la quantità media. È osservato però dagli abitanti di que' luoghi che la grandine ha rarissime volte portato in questo Comune le sue malaugurate conseguenze. 

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