Vita SalseseVita Salsese - 21 luglio 1906 - Le dimissioni in massa del Consiglio Comunale - Nella seduta di Mercoledì 21 corrente, il Consiglio Comunale avendo appreso da un telegramma, dell’On. Avv. Berenini, che il Consiglio di Stato si era espresso favorevolmente riguardo alla domanda della signora Delia Magnaghi relativa, sotto date restrizioni, alla esportazione delle acque Salso-Jodiche, dava in massa le proprie dimissioni in segno di protesta, delegando due dei suoi membri, nelle persone dei sigg. Ing. Giulio Bussandri e Giuseppe Gambarini, in unione ai Sigg. Ing. Luigi Pacetti e Prof. Gagliardi di Genova, a recarsi a Roma a sottoporre al ministero competente, assieme alle proteste, i danni che tale provvedimento avrebbe recato alle risorse economiche del paese.

  Vita Salsese - In giro per Salso

 

Se l'anno scorso non fummo profeti eravamo per lo meno figli di profeti. Nel nostro periodico facemmo rilevare che le brighe costanti che la Signora Delia Magnaghi si infliggeva avevano uno scopo, e lo scopo non v’è nessuno che lo ignori. Il Consiglio Comunale protestò allora e mandò una parte della sua Rappre­sentanza a Roma, per scongiurare tale iattura. Il Governo di allora por lavarsene le mani nominò una Commissione, la quale doveva recarsi sul posto e riferire se fosse il caso di accordare o rifiutare tale concessione. La commissione venne, esaminò la controversia chiamando medici ed industriali a dare il loro parere, e riferì al Ministro che, sotto date restrizioni, l’autorizzazione poteva essere concessa. L’on. Berenini, patrono di Salso, in vista delle elezioni forse, escogitò la nota pregiudiziale della mancanza sulla Delia Magnaghi della veste giuridica per ottenere tale concessione, essendo essa stata dalla Società delle Terme privata di qualsiasi autorizzazione di far domande in nome della società stessa. Noi dicemmo allora che questo non era uno sciogliere ma un dilazionare la quistione, e che questa veste giuridica essa l'avrebbe probabilmente ottenutoa appena fossero state appianate le difficoltà che ostacolarono la concessione del decreto di esportazione delle acque. Difatti la rappresentanza giuridica lo venne data, ed essa il primo febbraio corrente anno, faceva istanza ai Ministero, accettando le condizioni poste dalla Commissione governativa, por ottenere la tanto desiderata concessione. Il Ministero allora rinviava lo pratiche al Consiglio di Stato pel suo parere, parere che è stato esposto nel principio di questo articolo. Avevamo dunque pienamente ragione l’anno scorso che invece di addormentarsi sopra una semplice quistione di procedura era meglio addentrarsi nel nocciolo della quistione e combattere tutte le arti e le influenze di chi per vantaggio proprio non si curava di apprestare un enorme danno al paese. Non fummo ascoltati. L’aureola di onnipotenza che circondava il biondo capo del deputato del Collegio, bastava a mettere in pace e tranquillità, gli animi inerti che si erano per un attimo scossi.  Ora che il fatto è quasi compiuto, si escogita l'idea delle dimissioni di tutto il Consiglio, qua­si che questa protesta sdegnosa ed altrettanto co­mica valesse a dirimere un diritto quasi acquisito. Il lavorio doveva farsi assai prima, questa diremo quasi, ribellione di un ente Amministrativo assai piccolo, al supremo consesso Ammini­strativo del Regno, è una cosa che ci da una ben lieve speranza di avere una amministrazione illuminata, forte e vigorosa che sappia tutelare i di­ritti dì questa graziosa borgata, e promuoverne con il senno lo sviluppo per l’avvenire. Tratto da http://www.internetculturale.it

Terme Magnaghi 1906

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