Tutto Salso - 20 maggio 1968 - Sophia Loren sarà mamma dopo le cure di SalsomaggioreTutto Salso - 20 maggio 1968 - Sophia Loren sarà mamma dopo le cure di Salsomaggiore - Sophia Loren è ritornata a Sal­somaggiore dopo un'assenza di anni. Vi era stata nel 1950, quan­do appena diciassettenne aveva partecipato al concorso « Miss Ita­lia», che si teneva per la prima volta nella nostra Stazione termale organizzato da Redaelli per conto della Gi.Vi.Emme in accordo con la Sagas che inaugurava in quell’an­no la piscina Leoni annessa al Gr. Hotel des Thermes.

 

 

20 maggio 1968 - Sophia Loren sarà mamma dopo le cure di SalsomaggioreFu quello un concorso battaglie­ro. La giuria presieduta dal com­pianto Orio Vergani e della quale facevano parte fra gli altri: Lucio Ridenti, Salvator Gotta, Dino Vil­lani, la pittrice Brunetta, Arturo Tofanelli. Emilio Pozzi, Dino Fal­coni, Ezio Suppini, era divisa nel giudizio fra le romane Anna Maria Bugliari ed Anna Maria Rossi. Del­le due Anne Marie, dopo numero­se agitate riunioni vinse il titolo di Miss Italia la prima, mentre la seconda fu eletta Miss Sorriso. Cin­quantuno erano le candidate alla decima edizione della rassegna na­zionale della bellezza e le vincitri­ci furono premiate da Lucia Bosè. Sophia Scicolone aspirava al ti­tolo di Miss Cinema. La sua « car­tella » recava infatti le seguenti no­te caratteristiche: « Nata a Roma; 17 anni. Aspira a diventare attrice cinematografica. E’ alta m. 1,73, pe­sa kg. 59. E’ stata segnalata fra le ” Sirene dell’Adriatico ” ». Notevole fu la sua delusione quando la giuria nominò invece la palermitana Liliana Cardinale, che scomparve poi rapidamente dalla scena. La sua bellezza e il suo incedere non avevano però lasciato indiffe­renti i componenti della commis­sione giudicatrice. Fu quindi crea­to per la prima volta il titolo di Miss Eleganza che le venne asse­gnato. Noi che a quell’epoca fummo spesso vicini a Sophia e alla di lei mamma Romilda Villani, desideriamo ricordare un significativo episodio di quel tempo ormai lon­tano ma nel quale la Loren iniziò dalla nostra città la sua fortunata ascesa. Era la sera della proclamazione. Un’ora prima del gran gala nel salone moresco accompagnam­mo, insieme a Luigi Grazioli e ad Attila Baroni, la Bugliari e la Lo­ren (allora non si chiamava anco­ra così) a ritirare nel caffè Marti­nelli le scatole offerte dalla Peru­gina alle elette. Naturalmente, co­me avviene ad ogni concorso, i ri­sultati attraverso le indiscrezioni dei giornalisti si conoscevano già e se ne discusse animatamente nel tragitto compiuto a piedi dal Grand Hotel a via Romagnosi. Anna Maria era commossa e preoccupata perchè la madre, sopraffatta dalla vittoria della figlia, aveva dovuto mettersi o letto con la febbre. Sophia era contrariata dal fatto di non essere stata eletta Miss Cinema e nel bel mezzo del discorso uscì in questa categorica affermazione : « Io voglio fare del cinema, e ci riuscirò!! ». Era una ragazzina di 17 anni, ma a quanto pare sapeva dove voleva arrivare. Il giorno successivo fu inclusa fra le sei o sette « miss » che vennero condotte a Grazzano Visconti per un « provino », col contorno delle donne nel costume del borgo me­dioevale. Nel villaggio dei Visconti tutte le cinquantuno « miss » erano già state qualche giorno prima per un ricevimento offerto nel parco del millenario castello. Carovana con due autopullman e una cinquanti­na di macchine. Le ragazze indos­savano i costumi delle regioni d'Italia. Sophia portava il n. 7 e il co­stume del Lazio. Grande spiegamento di « Celere » per evitare l’ingresso ai « porto­ghesi », così che avvenne un altro episodio curioso : quello di vedere il povero Vergani dover litigare aspramente con un agente che non voleva lasciarlo passare a nessun costo, finché non intervenne Dino Villani a far aprire il cancello al presidente della giuria, che pur avendo con lui e con noi compiuto il viaggio sulla stessa macchina era si era attardato stretto nella ressa a raggiungere l’ingresso della princi­pesca dimora. Passiamo adesso al I960. Dopo dieci anni, auspice l’Azienda di Cu­ra, il concorso Miss Italia ritornò nella Stazione termale. Si svolse, organizzato da Mirigliani, in due ri­prese: in giugno e in settembre. Il primo titolo in palio, quello di Miss Cinema, fu vinto da Viviana Romano e questa parte del concor­so venne abbinata al tradizionale « corso dei fiori », mentre in estate il titolo di Miss Italia andò a Laila Rigazzi e fu ripristinato anche quello di Miss Eleganza che non­ era più stato assegnato dopo So­phia Loren. Venne vinto da Evi Rigano « la bella italiana di Tri­poli ». Sophia era stata invitata quale ospite d’onore, ma i suoi impegni cinematografici le impedirono di in­tervenire. Lo stesso avvenne per il concorso del 1961, la cui meda­glia commemorativa recava la sua immagine. Quest’anno è tornata, celebre e famosa, in questo nostro luogo dal quale mosse i primi passi di una fortunata carriera artistica. Se nel 1950 la sua aspirazione era solo quella di un effimero titolo di Miss, nel 1968 il desiderio intenso che l’ha portata qui è stato quello dol­ce e ardente della maternità favo­rita dalle miracolose acque salso­iodiche. Fu ospite insieme alla sorella Maria Scicolone Mussolini, in quell’accogliente e signorile Grande Al­bergo Porro, che durante la sua   permanenza venne assediato da giornalisti e fotografi. Il soggiorno della Loren si è svolto con un « ritiro » quasi asso­luto. Sempre in camera con la so­rella, a leggere riviste e giornali, a giocare a carte, a guardare la te­levisione. Una sola visita di Carlo Ponti e due corse in macchina a Bologna e a Milano a bordo di quel­la colossale auto americana Ford- Continental nera targata New York, lunga 6 metri e 40, del costo di 17 milioni, con aria condizionata, cri­stalli fumèe, poltrone ribaltabili, bar, radio, televisione. Una mattina, la mastodontica Continental, guidata dall’autista ro­mano, è stata vista entrare trionfalmente in via Romagnosi dove esiste divieto di transito. Ma, trat­tandosi dell’auto della Loren, nes­suno ha trovato a ridire. Si è fer­mata davanti alla profumeria Magnotti e ne è scesa Maria Mussoli­ni in pelliccia di leopardo. Ha acquistato per Sophia del profumo francese ed ha chiesto di portarle in albergo il campionario di una trentina di rossetti di gran marche affinchè la celebre sorella potesse scegliere a suo piacimento. L'assedio dei fotografi ha avuto fasi animate: una volta le fu in­viata anche una lettera di implorazione come questa: « Scendi So­phia, c’è un bel sole. Due foto e andiamo a casa! ». Ma l’appello, an­che se accompagnato da un mazzo di gardenie, rimase inascoltato. La stessa cosa si è verificata per i giornalisti. Nessuna intervista è stata concessa. Ezio Suppini, che aveva fatto parte della giuria del concorso Miss Italia quando a Sal­somaggiore la Loren fu eletta Miss Eleganza, ha atteso invano per due giorni. Maurizio Chierici è riuscito a parlare per telefono con la signo­ra Mussolini che lo ha gentilmen­te pregato di non insistere. Flora Antonioni e Natalia Aspesi si sono servite pur esse del telefono da Roma e da Milano. John Foster, ossia Paolo Occhipinti, non in veste di cantante ma di « inviato speciale » si è consola­to rilasciando autografi ad un grup­petto di donne che speravano di ottenere quello della diva. A Chie­rici, che partiva l’indomani per la Giordania, un collega ha detto: « Vedrai che ti sarà più facile in­tervistare re Hussein ». E aveva ragione. Finalmente, per evitare che le ac­cadesse come quando si è recata a Bologna e cioè che all’uscita dal Grande Albergo Porro la sua auto fosse inseguita dai fotoreporters fi­no nella città delle due torri, per poter scattare alcune foto all’entra­ta del « Pappagallo », Sophia Loren prima di recarsi a Milano ha presa la decisione di lasciarsi fotografare. E’ apparsa elegantissima, coi ca­pelli tizianeschi fluenti sulle spal­le, in un miniabito color giallo ca­narino, pelliccia di visone scuro grandi laghi, occhiali neri cerchia­ti in oro, borsetta di coccodrillo, scarpette con tacchi a spillo. La so­rella indossava una pelliccia di vi­sone fulvo. Terminato il periodo delle cure salsoiodiche, l’attrice è partita alla volta di Roma. Sempre molto elegante indossa­va un mini abito verde oliva (il ver­de è il colore di Sophia) e portava sulle spalle un soprabito scozzese in bianco e nero. Sulla scalinata dell’albergo si è intrattenuta sim­paticamente a rilasciare autografi.L'hanno salutala, al termine della cura, il direttore sanitario delle Terme prof. Lorenzini e alla partenza il direttore del « Porro » rag. Corti. La Loren si è dimostrata fiduciosa degli effetti delle nostre acque. Come è noto ha effettuato le cure con grande scrupolosità sot­toponendosi per 15 giorni ad un ri­poso completo. Nella lussuosa villa di Marino ha continuato poi nel riposo che le è necessario per raggiungere quella maternità che tanto desidera. Si è quindi trasferita per qualche tem­po in Svizzera nel superbo « cha­let » di Burgenstock ». Da qualche mese Sophia si è l'ritirata in completo isolamento, sor­tendone solo per incontrarsi con Barnard durante la visita nella ca­pitale del famoso chirurgo di Città del Capo, e per la « prima » al « San Carlo di Napoli del film « C’era una volta ». Ha poi disdetto l’inizio di un film a Parigi con Jack Lemmon ed è stato rinviato all’autunno il primo « ciak » di un altro film: « Giovanna » con sceneggiatura di Zavattini, realizzato da De Sica e che dovrebbe essere interpretato dalla Loren e da Marcello Mastroianni. Negli ultimi giorni del suo sog­giorno fra noi la celebre attrice ha ricevuto nel suo appartamento al « Porro » il presidente della Socie­tà delle Terme dott. Vittorio de Jo­rio che le ha fatto dono di una bella riproduzione in oro del poz­zo per l’estrazione dell’acqua sal­soiodica esistente nel piazzale Lo­renzo Berzieri davanti allo stabili­mento termale che porta il nome del precursore. Sophia che anche in questa occasione indossava una elegante toilette verde, si è presentata con lo sguardo sorridente sul suo bel viso interessante ed ha brindato a quella felicità che at­tende, ringraziando con viva cor­dialità il dott. de Jorio del dono che le è riuscito assai caro. In precedenza aveva ringraziato il sindaco dott. Porcellini e il pre­sidente delle Terme, per gli omag­gi floreali ricevuti. Alla partenza da Salsomaggiore ha recato con se un mazzetto di viole che raccolte nel parco dell’Albergo termale che l’ebbe gradi­ta ospite, costituivano per lei un ricordo e una speranza. Quella spe­ranza che sta diventando realtà dopo la cura di Salsomaggiore.

 

EUGENIO BASSANINI

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