Tempo libero  - Semestrale del gruppo scacchistico di Salsomaggiore30 maggio 1987 - Tempo libero - Il fantasma del castello di Bargone -  Sembra quasi la conferma che ogni castello ne abbia uno. Avete letto l’articolo su Dylan Dog, il nuovo fumetto del mistero della Daini Press, la casa editrice di "Tex” e "Zagor”? Sì? Bene, allora seguiteci adesso in un viaggio del mistero vero, reale, fuori da ogni finzione. Seguiteci in un giro sulle colline circostanti Salsomaggiore, dove antichi castelli nascondono insospettati segreti...

Fantasmi a Salsomaggiore - Una cronaca del mistero a cura di Ade Capone; (immagini di Elio Bazzoni).

Castello di Bargone«Era una donna di aspetto etereo, bionda, con un abito bianco. Io e due miei amici - che vi potrebbero confermare la cosa - la distinguemmo chiaramente, dietro una finestra del cortile del castello. Convintici che non era un semplice gioco di luce del caldo sole di un mezzogiorno d’agosto - sì, proprio mezzogiorno, non mezzanotte - io e gli altri due la circondammo passando per i corridoi che si incrociavano nel punto in cui c’era lei. La donna non aveva gambe, ma il lungo abito sembrava fluttuare sul pavimento. Non appena ci avvicinammo svanì.
Ci guardammo in faccia, pensando che poteva essersi trattato di un’allucinazione collettiva. Se non fosse che altri strani fatti sono accaduti in questo castello...» Chi ci ha raccontato queste cose è il Dott. Silvio Farioli, proprietario del castello di Bargone (su un colle appena fuori Salsomaggiore), un uomo di grande cultura e affabilità, conosciuto e stimato in tutta la provincia. Non un impostore, dunque, ma il reale testimone di quegli "strani fatti” che comprendono maniglie che girano da sole (senza nessuno dall’altra parte) e suoni di campanella durante la notte in una certa stanza, nella quale la foto di una polaroid ha colto, in modo inequivocabile, una strana luminescenza, una sorta di "entità luminosa”. Di questa stanza parla sorprendentemente anche un ottocentesco libricino, scovato dal Dott. Farioli su una bancarella di vecchi libri, che riporta esattamente lo stesso fenomeno. Perchè suona la campanella sentita da diversi ospiti, oltre che dai castellani? A chi appartiene?
C’è un rapporto con la donna bionda ed eterea? Il Dott. Farioli non ha saputo darci una risposta, ma certo è che queste domande non sembrano assillarlo più di tanto. In fondo la sua famiglia convive da un centinaio di anni con questi fenomeni, e questo non le ha tolto l’allegria e la voglia di organizzare splendide feste in costume ad ogni carnevale. E non importa se in queste feste si potrebbe aggirare qualche misterioso ospite mascherato di troppo. Del resto, fantasmi a parte, il castello ha un fascino tutto suo, che gli deriva da secoli di storia in cui si riflette l’intera storia d’Italia.
Da una più che probabile origine longobarda (si parla dell’846 d.c.) si passa ad un periodo medioevale (testimoniato da segni di bassi merli tipici di quell’epoca) e infine ad una ristrutturazione voluta in periodo rinascimentale dagli Sforza-Pallavicino e compiuta dal famoso architetto Testa (lo stesso che ha edificato la bellissima Chiesa dei Servi, a Parma).
Quanto al basamento, è costituito da una durissima sabbia argillosa, che rende molto difficili gli scavi ma che non ha impedito al dott. Farioli di riportare alla luce testimonianze delle epoche passate. Scheletri, per lo più, scheletri di prigionieri lì sepolti o murati vivi in seguito alle innumerevoli faide che ebbero come protagonisti gli antichi possessori del castello. Non c’è da stupirsi, dunque, se con tanti scheletri (quasi quanti ne hanno i nostri uomini politici negli armadi) qualche fantasma ci salti anche fuori. Niente paura, comunque.
Nel castello non c’è nulla di macabro. Saloni, cortili, sotterranei, cunicoli in parte ancora inesplorati hanno anzi un innegabile fascino, una bellezza antica e misteriosa, un alone di leggenda. Non stiamo esagerando, e il dott. Farioli ce lo conferma, ricordandoci che una leggenda venne davvero alla luce, diversi anni fa, ed egli ne fu testimone.
Castello di Bargone  - La stanza dove appare il fantasmaSi trattava di un pezzo di strada sotterranea diretta, sembra, verso il castello di Tabiano. Una delle tante strade sotterranee, appunto, che la leggenda racconta congiungessero i tanti manieri della zona, una sorta di fitta ragnatela usata per ragioni di viabilità e di guerra tra i vari castellani. Silenziosi corridoi che furono testimoni di tranelli, imboscate, tradimenti (certo, i tempi sono cambiati.
Ora queste cose sono fatte alla luce del sole, in consiglio Comunale o in Parlamento). Ci vorrebbe troppo anche per parlare di questi altri castelli, e ci riproponiamo di farlo nei prossimi numeri della rivista. Sappiate, per ora, che ognuno di essi (Tabiano, Vigoleno, Pellegrino, Fontanellato, scipione) ha (o ha avuto) il buon (o cattivo) fantasma.
Di quello di Pellegrino potrete leggere in uno dei prossimi articoli. A Vigoleno (dove spicca sulla piazza una chiesa sconsacrata) pare invece che in certe notti si oda un misterioso ululato proveniente da chissà dove e generato da chissà chi. È comunque interessante rilevare che a tutti "questi fantasmi” (come li chiamerebbe De Filippo) è accoppiato in ogni castello (o nei suoi pressi) qualche ottimo ristorante i cui "visitatori” sono spinti da motivi molto poco "metafisici”. A Bargone, invece, niente ristorante ma, in compenso, una deliziosa produzione di vini che tutti possono acquistare e gustare. È lo stesso dott. Farioli a produrlo e imbottigliarlo, nelle cantine del castello. E se questo articolo, come speriamo vi è piaciuto e vi ha avvinto, chiedete pure al dottore qualcosa di più in merito. I brividi (e i brindisi) sono garantiti…

Ade Capone

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