Tempo libero  - Semestrale del gruppo scacchistico di Salsomaggiore30 ottobre 1990 - Tempo libero - Classe 1899: un salsese ricorda... - Alcune curiosità e considerazioni sulla nascita e sullo sviluppo della citta -  In tempi lontani, prima della scoperta delle acque curative, Salso era un piccolo borgo di brutte case, scarsamente popolato e caratterizzato dalle sue saline. In compenso era un comune con importanti frazioni sia per il loro rilevante numero di abitanti che per le antiche chiese e castelli di cui erano e sono ricche. Urbanisticamente povero, Salso raccoglieva le principali abitazioni dei benestanti lungo il viale Romagnosi ed intorno alla piazza del Comune, mentre i meno abbienti vivevano in piccole e malsane case arroccate sulla collina sovrastante (borgo Castellazzo).

La « Brugnola »La « Brugnola », staccata dal centro, era considerata alla stregua di una frazione (non esisteva via Milano) e dall’attuale Hotel Regina partiva una mulattiera che da Villa Ombrosa scendeva verso via Patrioti in direzione di Pellegrino. Nei pressi dell’attuale Hotel Excelsior si originava un canale scoperto che riceveva le acque dal torrente Ghiara e che arrivava all’incirca sino all’albergo Caprera; lì un mulino in attività riforniva gli abitanti della preziosa farina, indispensabile per la preparazione di cibi poveri, quali il pane e la polenta. Un piccolo cimitero, chiuso alla fine del secolo scorso, era situato nei pressi degli attuali alberghi Porro e Valentini e la scuola elementare di fronte alla chiesina di S. Bartolomeo. Di quest'ultima non ricordo la data d'inizio della sua attività ma io stesso vi frequentai la prima classe nel lontano 1905.

Funicolare - SalsomaggioreSalsomaggiore aveva anche una funicolare che dall’attuale albergo Moresca portava al « Piccolo Paradiso », un ritrovo abitualmente frequentato da personalità di spicco. Qui convenivano intellettuali, poeti (come il D’Annunzio) e noti artisti lirici.
Stava iniziando l’industria termale di cui uno dei pionieri fu il marchese Guido Dalla Rosa che insieme allo stabilimento omonimo costruì anche un piccolo chalet, tutto in legno per i curandi, mentre il lombardo Riccardo Ferrario diede impulso ad iniziative che sbocciarono in opere importanti quali la costruzione dell’albergo Milano e successivamente di negozi, del Grande Caffè e del Teatro Ferrario lungo tutto l’attuale viale Romagnosi. Un ponte sul torrente Ghiara, situato in Piazza del Popolo (Fontana), collegava Viale Romagnosi con lo stabilimento « Magnaghi », opera del l’ingegnere Giuseppe Magnaghi che affrontò concretamente il problema del ritrovamento dell'acqua salsojodica, nonostante grosse difficoltà che sfociarono talvolta in scontri rissosi con i proprietari terrieri.
Alla sua morte, la moglie costituì una Società con a capo un esperto, il Pavoni, che continuerà la sua opera dando vita in prossimità dello stabilimento ad un ufficio postale e telegrafico ed insieme ad una Banca, succursale della « Belinzaghi » di Milano che a Salso opererà per molti anni. Visto inoltre gli ottimi benefici delle cure termali, il Pavoni pensò di esportare l’acqua salsojodica a Milano presso un reparto di cura situato in Corso Monforte. L’iniziativa sollevò un pandemonio tra i salsesi, tanto che un bel giorno questi decisero di impedire in tutti i modi la partenza di un vagone di damigiane della preziosa acqua termale. L’intervento della forza pubblica diede ragione al Pavoni che riuscì nel suo intento, mentre i milanesi, sempre più favorevoli a questi tipi di trattamenti, decisero da allora in poi di trasferirsi direttamente sul posto a « passare le acque ».
Già a quei tempi si contava che ben l’80% dei curandi della ancor piccola stazione termale fossero milanesi ed in larga misura comunque lombardi. La Società Magnaghi contribuì enormemente anche alla costruzione ed all’apertura del Grand Hotel des Thermes, la Grande Casa che vide negli anni successivi moltissimi ospiti stranieri. Essa contava su « brigate » di personale proveniente direttamente dalla Costa Azzurra, in quanto Salsomaggiore era ancora impreparata di fronte alla richiesta di personale specializzato in questo settore. Nella Grande Casa, ospiti e personale parlavano in prevalenza lingue straniere, soprattutto francese, mentre non correva nessuna Parola di italiano. E dalla Costa Azzurra giungevano i curandi in lussuose carrozze con cavalli e vetturini che parcheggiavano lungo il Viale Romagnosi. Ben presto anche i salsesi raggiunsero livelli di professionalità tali da sostituirsi al personale straniero ed iniziarono di conseguenza ad occuparne i posti di lavoro. Visti gli incentivi e lo sviluppo che prendeva forma nella città termale, gli abitanti stessi diedero vita a nuove iniziative.


Albergo Ristorante Posta - SalsomaggioreCostruirono case e ville, ristrutturarono vecchi edifici del centro ricavandone dei « meublé », aprirono il ristorante «Posta» (nel luogo della Cassa di Risparmio odierna), il caffè « Colombo » e il caffè « Italia » dove si tenevano concerti e spettacoli di varietà. Un esperto amministratore comunale, il sindaco Paccetti, parmigiano, si adoperò moltissimo per ampliare la cittadina. Sotto la sua amministrazione sorse Via Milano, e quel grande parco, rifugio di noi ragazzi che in origine era solo un luogo di discarica di rifiuti. Promosse inoltre i lavori per la costruzione di un nuovo acquedotto che dalla montagna incanalava le sorgenti d’acqua verso il paese, dato che già allora l’acqua potabile costituiva un serio problema. Sia il costo, di ben un milione di lire, che il progetto suscitarono tra i consiglieri conservatori lunghe polemiche e proteste.
E la « guerra » a Salso continuò per anni. Nel 1925 l'appalto della gestione delle Terme venne affidato al romano Olinto Della Lucia che fu continuamente ostacolato nelle sue iniziative dalla stessa amministrazione comunale che a sua volta gli contendeva questo diritto. Il Della Lucia abbandonò più tardi il campo lasciando come testimonianza grandi opere, quali l'albergo « Porro » e « Valentini », l’istituto Chimico delle Terme, la Bertanella, il Poggio Diana, l’acquedotto e i nuovi impianti di perforazione dei pozzi per l’estrazione dell’acqua salsojodica. Centinaia di famiglie salsesi, grazie a lui, trovarono un posto di lavoro. E Salso onorò con vie gli industriali di un tempo come il marchese Dalla Rosa e il Magnaghi, mentre gli amministratori di ieri e di oggi debbono ancora pensare al riconoscimento che ricordi altri due personaggi: il Ferrario e il Della Lucia che tanto hanno dato allo sviluppo della nostra città.

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