Salsomaggiore 1902Salsomaggiore - 1902 - Anno 4 - n. 23 - Sant’Agata, 25 luglio - Ieri, mantenendo una vecchia promessa, ho fatto una nuova corsa a Salsomaggiore. Ne mancavo da pochi mesi; ma montandovi, nella vampata della stagione nel suo rigoglio, non ho potuto sottrarmi ad un vero ed improvviso nirvana di ineffabili sensazioni. Otto ore soltanto: ma alate, vibranti, cinematografiche.

L'onore, anzitutto, di consiedere, per affettuoso invito, alla colazione offerta dalla Eccellenza di Zanardelli — nel suo elegante appartamento del Central Bains — ieri, ad alcuni vecchi ed immutabili amici: fra cui Ernesto Teodoro Moneta, antico direttore del Secolo, ed il modesto sottoscritto, che da oltre un trentennio non s'è mai dilungato dalla gloriosa bandiera stretta in pugno dal fortissimo Bresciano: il comm. Bertelli, la cui esistenza operosa è la conglorificazione della patria: il nob. Perratico di Brescia: l’on. Bonus, conte e deputato di Sinistra: il comm. Augusto Ciuffelli capo gabinetto alla Presidenza del Consiglio; la intellettuale contessa Lana, ed una gentile signorina.Central Bains Così volarono due ore indimenticabili. Giuseppe Zanardelli è entusiasta di Salsomaggiore, del suo soggiorno, e della cura termale che vi segue: e mentre lunedì, 28 corrente, egli si restituirà a Roma, si e già formalmente impegnato di ritornare quanto prima, sulle sponde del Citronia: ammirato — egli abituato alla magia prospettica della sua Maderno — dello sviluppo, dell'elaterio, dello slancio, ormai irrefrenabilmente preso, da questa magnifica Salso destinata fra pochi anni a raggiungere non mai più sognati fastigi... Poi  una corsa fantastica attraverso Salso bagnante. Anzi tutto, un'occhiata alla colonia del Centrale la cui ti passarella protegge le signore che dal simpatico Hotel accedono ai bagni Nuovi. Poi, difilato, d Monumentale Milano diretto, con impulso di modernità insuperabile, da Riccardo Ferrano, un artista dell'Hottellerie. Grand Hotel MilanoDa Riccardo Ferrario, che, al suo Milano ha aggiunto un magnifico teatro campo alle più elette rappresentazioni sceniche d'Italia. Ed ha aggiunto un Caffè-Birreria, dalle proporzioni d'un tempio. Ed aggiungerà fra breve un « Walting Rom » onde, per amenissimo transito, il Milano sarà unito alle grandi Terme Magnaghi; di guisa che le signore e le signorine del Milano potranno — nel loro candido saut de lit, e nella toro vestaglia, — dalla stanza cubicolare, passare nei camerini delle 'l'erme senza nemmeno attraversare un metro di terreno scoperto... Ed eccomi infine nel meraviglioso salone pompejano delle Grandi Terme Magnaghi. Folla varia al di fuori, sulle preouses, sui parterre, al rezzo delle amiche piante, o leggendo, o passeggiando, o flirtando, su quello spicchio di nuova Tempe. Folla sull'atrio e nell'ammirabile padiglione postale telegrafico — una creazione superba della Società Terme Magnaghi — la quale vi ha organizzato un servizio così vario e completo, cosi rapido e regolare da disgradarne qualsiasi più imputante centro di congenere ufficio internazionale. Folla nel salone, colla queue in permanenza al limitare della linea — oltre cui sfilano i camerini — ininterrottamente, da mattina a vespro, occupati. Folla ai piani superiori, protetta la innumera colonia dalla dolce e fresca ombra delle sale: elevata od abbassata dalla silenziosa e quasi magica manovra degli ascensori. Folla nei riparti rispettivi delle signore e degli uomini. Bagnini correttissimi, elegantssime bagnine che, gentili, premurosi, ordinati, salgono, scendono, vanno, vengono, pronti ad ogni richiesta, solleciti ad ogni chiamata: senza esitanze, senza confusione, senza rumori: altrettanti congegni coscienti di un grande, di un enorme cronometro, che procede isocrono, tranquillo e spezzando il minuto, nello svolgimento d'una specie di eterna armonia della salute. Folla nelle sale inalatorie, sia polverizzatrici, sia a getto, e nella cui discreta e taciturna penombra,

« in bianco avvolti »
« lenzuol cadente »

gli infermi sono pervasi dalla sanificatrice linfa tramutata co' più moderni congegni scientifici in impalpabile e penetrante pulviscolo redentore taumaturgo di ugole preziose e di polmoni delicati. E folla, ancora e dovunque. Nelle stupende aule, dove esulta la radiografia, condotta da specialisti di prim'ordine nostri e di fuorivia. E folla nella sfavillanie sala della luce elettri, adibita alla terapia luminosa — l’ultimissima ed energica trouvaille delle celebri stazioni tormologiche: altrettanti forni scintillanti, nei quali è comodamente introdotta la parte inferiore dei corpi, mentre la testa ed il busto del bagnante nello splendere — emerge al di fuori del cavo strumento, fortificatore potente delle fibre. E folla nel magnifico sotterrano, dove sbuffano le caldaie purificatrici e sterilizzatrici, al sublimato delle lingerie: e folla intorno all'incessante lavorio delle stiratrici, delle piegatrici, delle riscaldatrici di panni-lini — che risalgono, con macchine speciali laddove, in fondo, in luoghi appartati, discendono i capi della biancheria già usata e pronta all'immediato detersivo lavacro... E or sopra, or sotto, or qui, or là — la presenza del valoroso direttore, cav. Alberto Pavoni, elegante, corretto, si inesauribilmente prodigio per tutti — grandi e piccoli, illustri ed umili: con una parola ed un sorriso, un gesto ed un saluto per ciascuno. Il volto calmo e sereno — nella sua barba spagnuola, elegante la persona, la frase incoraggiante, prevedendo e provvedendo a tutti e a tutto: rapido, deciso, conciso, e coadiuvato dalla sorella Teresita, personificazione dell’ubiquità, da disgradarne la fama del modesto e simpatico santo di Padova...Grandi Terme Magnaghi

Tale il caleidoscopio d'un attimo, fugacemente trascorso nelle grandi Terme Magnaghi: dove palpita sempre, e più che mai, il grande cuore umano del loro fondatore: il compianto Giuseppe. Moltiplicate l'attimo per ore, per settimane, per mesi: ed a voi — eccovi una pallida e numerica constazione — di ciò che oggi sono le Grandi Terme Magnaghi: trionfale realtà della sapienza e dell'umanesimo contemporanei. Ed è facile prevedere, che cosa saranno domani — salendo, salendo, salendo...

f. GIARELLLI

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