5  giugno 1903 - Gazzetta di Parma -  II disastro di Salsomaggiore l'eroismo della signorina Luigia Gazza 5  giugno 1903 - Gazzetta di Parma -  II disastro di Salsomaggiore - L'eroismo della signorina Luigia Gazza - Responsabilità politiche ed amministrative. Salsomaggiore 4-6-1903 - Era destino che il vostro corrispondente non dovesse godere dell'accordata licenza: si deve occupare anche della tremenda ira di Dio, che questa notte si è scatenata sopra Salsomaggiore sotto forma di uno straordinario nubifragio. Trovasi Salsomaggiore all'imbocco di due valli, la valle del torrente Gerra, più lungo ed importante, sulla quale si svolge la strada provinciale che va a Pellegrino Parmense, e la valle del torrente Citronia, più breve, la quale finisce presso le alture di Marzano.

Sono due fiumi di rapina, che cingono da una parte e dall'altra lo splendido altipiano del Castellazzo, e si riuniscono a valle del paese. Ora il nubifragio di questa notte ha ingrossate l'uno e altro in modo che nessuno ricorda eguale. Le acque del Gerra hanno cominciato a spazzare il ponte Parolini, il quale trascinato dalla corrente ha battuto le altre passerelle in ferro; per cui il ponte principale sul Viale Romagnosi, fra le Terme Magnaghi e l’Hotel Milano, venne otturato sia dal materiale di detto ponte, sia dagli alberi svelti e portati dalla fiumana. Si fece quindi una sosta, e le acque si alzarono in modo da allagare pianterreno delle Terme, nonché il giardino e le cantine dell'Albergo Milano; e tracimarono sul viale Romagnosi, danneggiando anche il parapetto del ponte. Qui si tratta di vera forza maggiore, e i danni non sono molto considerevoli. Ma il disastro maggiore e i danni maggiori sono avvenuti nel centro dell’abitato, per effetto della copertura di quella disgraziata Citronia; di cui ci siamo occupati fino alla noia, vox clamantis in deserto! In presenza di così gravi danni, di tanto squallore, non abbiamo neppure il coraggio di dire che siamo stati profeti... profeti di sventura! Proprio ieri altro, con un egregio collega, mi recai a visitare l’imbocco del famoso tunnel, ed osservando lo spostamento non giustificato dell'asse e la sezione ridotta dell'imboccatura, facevamo insieme delle ben gravi considerazioni sulle responsabilità tecniche ed amministrative di questo disgraziato lavoro, e non credevamo certo che due giorni dopo sarebbe venuta una conferma cosi dolorosa ed eloquente! Ed il disastro fu grande, ed esteso, perché l’acqua non aveva soltanto da scavalcare un ponte, momentaneamente chiuso, ma una grande lunghezza, per cui allagamento si estese a tutto l’abitato, innondando tutti i sotterranei, ed anche i piani terreni fino ad un altezza media di uno o due metri. La imprudente galleria, coperta col famoso cemento armato, si mostrò quindi insufficiente a smaltire la quantità d' acqua, che in occasioni straordinarie, il torrente può dare; non solo, ma si sono verificate pericolose corrosioni, che hanno fatto cadere il muro di destra presso lo sbocco (anche il muro di spalla era rinforzato dalla copertura superiore) e il muro, cadendo, fece rovinare una fabbrica in costruzione del sig. Pietro Valentini. Più a vale ancora ebbe a rovinare un'altra casa, di proprietà Gazza, abitata dal sig. Barabino e famiglia, uno dei conduttori dell'albergo della Posta. La famiglia del Barabino era in letto, quando crollò il muro a vale, dove c’era la scala d'entrata. Alle grida, specialmente dei bambini, la signorina Luigia Gazza, abitante in una casa vicina, non esitò a lanciarsi nell'acqua per recarsi al soccorso della famiglia Barabino; attraversò coll'aiuto di una corda un tratto di ben 50 metri fra le due case, e colla sua opera coraggiosa riusci a portare in salvo i bambini della famiglia Barabino. Furono i vicini che mi raccontarono il fatto eroico, perché la gentile signorina, nella sua modestia, non voleva dir nulla. Ma io sono ben lieto di additarla alla pubblica benemerenza, augurandole che diventi presto una madre felice, come ha dimostrato di essere fanciulla di cuore e di coraggio. Ed ora che abbiamo accennato, sotto la grave impressione, alla grandezza del disastro, diciamo pure come si è pure cercato di provvedere e riparare alle conseguenze. Tutti i cittadini sono in moto, perché tutti sono danneggiati, ma la maggior preoccupazione era ed è ancora delle gravi conseguenze per i danni arrecati agli stabilimenti balneari, i quali oggi sono chiusi. Mi sono subito recato alle Terme Magnaghi, e mercè l’opera indefessa del Direttore, dell'ingegnere, e di tutti i sanitari, molto si è già fatto. Mentre scrivo sono attesi i pompieri di Milano, fatti venire espressamente, e siamo stati assicurati che domani stesso (vale a dire quando pubblicherete la presente corrispondenza) le terme Magnaghi saranno in condizione di funzionare regolarmente. Lo stesso dicasi degli stabilimenti, Nuovo e Vecchio, delle R. R. Saline. Anche in questi i danni sono considerevoli; ma per fortuna l'acqua di tracimazione ha potuto trovare uno sfogo più pronto, e i danni sono minori. Anche questi stabilimenti, quando pubblicherete la presente, saranno riaperti. Alle responsabilità, che sono gravissime, penseremo a mente più serena. Per ora, nel rallegrarci che in tanto disastro, la stagione balnearia non si arresti, e tornando il buon tempo riprenda tutto lo splendore, che da essa si aspetta, per compensare i danni patiti, non possiamo dimenticare che ci sono tanti piccoli danneggiati, che non potranno attendere, e che non possono sperare compensi. A costoro facciamo voti che provveda la pubblica beneficenza. Un'ultima osservazione. Il raddrizzamento del torrente Gerra, messo ora alla prova, ha funzionato benissimo; se l'acqua avesse seguito l’antico tortuoso corso, coi detriti e materiali che portava seco, colla inaudita quantità e violenza, chissà quale danno irreparabile avrebbe portato allo stabilimento della Terme Magnaghi, mentre non ne è venuto che un momentaneo allagamento. Ma il caso della Citronia è ben diverso: ne abbiamo parlato tanto: ed ancora riparleremo, specialmente nei suoi rapporti colla politica e coll'amministrazione. Chi rompe deve pagare.... almeno moralmente!

Ruy Blas (Ing. A. Ferretti)

 "Fonte archiviogazzettadiparma.medialibrary.it / Biblioteca Civica di Parma con Editrice Gazzetta di Parma"

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