8 giugno 1903 Gazzetta di Parma - Corriere Salsese La copertura della “Citronia” causa del disastro di Salsomaggiore

8 giugno 1903 -  Gazzetta di Parma - Corriere Salsese  - La copertura della “Citronia” causa del disastro di Salsomaggiore -  Col ritorno del buon tempo, ritorna la lieta festività di questa stazione balnearia. L’impressione del disastro, tacciuto od attenuato con calcolo vergognoso dai giornali avversari, l'Idea e la Democrazia, per inconfessabili ragioni di solidarietà politica, perdura ancora, colla constatazione dei danni sofferti, che ammontano indubbiamente ad alcune centinaia di migliaia di lire, per la grande estensione che ha preso il disastro (acquatico, pur troppo, come la Democrazia lo definisce con sfacciato cinismo, degno di una femmina da trivio) e per il numero degli allagati dalle acque limacciose di quella malaugurata Citronia.

Vi ricordate quando abbiamo festeggiato ironicamente il suo matrimonio coll'ex-Sindaco, in occasione del collaudo dei lavori, lamentando che portasse in dote... al Municipio tanti debiti: non pensavamo allora che dovesse anche portarvi tanta sventura! L'allagamento dal rigurgito del Gerra non ha danneggiato che le Terme Magnaghi e l'Albergo Milano, e fu allagamento casuale, dovuto all'ingombro per la caduta dei ponti superiori.
Certamente nel ricostruire i detti ponti, si dovrà tener conto dell'esperienza, e prescrivere i provvedimenti atti ad impedire che i fatti ora lamentati, si rinnovino in avvenire. Ed è a raccomandarsi sopratutto che il Genio Civile ordini al Ferrario, proprietario dell'Albergo Milano, di allargare e raddrizzare l'imbocco a monte del ponte sul viale Romagnosi.
Ora vi è uno sperone a sinistra, una specie di ripulsore naturale, che spinge la corrente a destra, e può facilmente determinare, in caso d'ingombro per materiali galleggianti, l'otturamento della luce del ponte. Forse è stata questa la causa principale dell'attuale allagamento; ma non sarà difficile rimediarvi. Ben più grave è invece il problema relativo al torrente Citronia che si è voluto imprigionare in una specie di condotto sotterraneo, non rettilineo, colla volta a rilievi dentati (disgraziatissimo cemento armato!) che pare costruito apposta per trattenere, e non per facilitare, il corso dell'acqua e relativo materiale galleggiante.
La gravità eccezionale del fatto consiste in ciò che qui non si tratta di ripristinare, adottando qualche inutile palliativo, ma di pensare seriamente a provvedere perché il disastro attuale non si rinnovi, colla permanenza di una continua minaccia per l’avvenire. Forse da informazioni che ho ragione di ritenere esatte la porzione d’acqua attuale non ha superato quello di altre piene precedenti, le quali quando il Citronia non era coperto, non portarono alcun danno al paese. Ed è anche a ringraziare la buona stella di Salso che l’intensità straordinaria della piena abbia determinato prontamente la tracimazione dell'acqua, abbattendo il parapetto a monte, opera provvidenzialmente meschina, (un regalo della Ditta Svizzera) che non oppose alcuna resistenza, per cui i lunghi tronchi galleggianti, gli alberi divelti e perfino una passerella in legno, ed altro materiale, invece di imboccare la galleria, passarono sopra. Se questo materiale si fosse introdotto nel tunnel, l’avrebbe certamente ostruito; e il disastro sarebbe stato senza confronto maggiore, irreparabile: il Citronia si sarebbe creato un nuovo letto!
Anche la strozzatura, lasciata permanere all'interno del canale coperto, e lo stesso spostamento a sinistra dell'asse della corrente, che tecnicamente apparisce a chiunque un grave errore, nel caso particolare riesce provvidenziale. Imperocchè il restringimento della sezione all'imbocco è stato evidentemente la causa che ha prodotto la tracimazione, e per l'istantaneo determinarsi della piena, deviando il materiale galleggiante, ha salvato la famosa copertura, ed ha risparmiato a Salsomaggiore una più grave jattura. Ma se la piena fosse stata meno subitanea, cosa sarebbe successo!
E questa specie di valvola di sicurezza della strozzatura, che si disse imposta dai proprietari superiori all'imbocco, mentre sembra che ciò non sia, si deve togliere o si deve lasciare. In questa occasione è stata utile, ma lo sarà sempre? Di fronte a questo grave pericolo, che altra volta ebbi ad additare, nella generale indifferenza; ora che evidenza dei fatti avvenuti ha persuaso tutti, è possibile lasciare le cose come sono, senza pensare a provvedimenti radicali, che rassicurino gli abitanti di Salso? Anche adesso si pensa già che non è prudente tenere, le cantine piene di vino, rassegnandosi ad un eventuale allagamento del solo piano di terra; e molti pensano di portare quel po' di vino, che hanno salvato, più al sicuro.
Ed è unanime la protesta contro imprevidenza, per non dir peggio, con cui si e voluto andare innanzi, rifiutando persino di discutere, deridendo i consigli di prudenza, e le critiche, e le osservazioni, che non mancarono durante i lavori. Rileggete le corrispondenze del sottoscritto, da un anno a questa parte, e poi giudicate! I lavori erano sorvegliati per conto del Municipio da un pittore e professore di disegno, che certo non se ne intendeva. Si può quindi ragionevolmente temere della stabilità dei piedritti, che sostengono la galleria coperta, specialmente dove essa trovasi in curva ed in controcurva, che non si vede; e non si sa quali corrosioni siano avvenute la sotto. E’ stato fatto un'esame di sicurezza, che lo stato attuale di fatto avrebbe dovuto consigliare di urgenza? Noi non lo sappiamo, e non avendo altro mezzo di far sentire la nostra voce, nostro modesto consiglio, trattandosi di sicurezza pubblica, ci permettiamo di chiederlo da queste colonne. Ho sentito dire da molti che quando vi sono danni, causati sia pure da imperizia, da negligenza od altro, ci dovrebbe essere un diritto alla riparazione.
E chi riparerà in questo caso? Se un costruttore sbaglia, sia pure in buona fede, o se sbaglia chi ordina la costruzione, o chi l'ha immaginata, quando si tratta di lavori che crollano, che arrechino danno ai terzi, che mettono a repentaglio perfino la vita dei cittadini non si cerca se vi e un responsabile? Io non so se sia questo il caso, perchè non sono ne avvocato, ne figlio di avvocato; le domande che mi furono rivolte da parecchi io le giro a quei volonterosi e competenti che vorranno studiarle. Se non vi sono responsabilità materiali, vi sono però di certo delle gravi responsabilità morali.
Queste almeno si dovrebbero discutere e forse si discuteranno.
Ma finirà per pagare, come sempre, Scarpagrossa! Però la responsabilità maggiore, e più urgente è quella che riguarda il “quid faciendum”. Lasciare le cose come sono, e curare semplicemente il ripristino, abbandonandosi alla fata novino simili ire di Dio, non mi pare partito saggio e prudente. Questa spada di Damocle non si può lasciare sospesa sul capo dell'industria e della prosperità di Salsomaggiore; bisogna assolutamente pensare all'avvenire! “Provideant consules”.

Ruy Blas (Ing. A. Ferretti)
Panoramiche e Copertura Torrente Citronia

Fonte archiviogazzettadiparma.medialibrary.it / Biblioteca Civica di Parma con Editrice Gazzetta di Parma

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