5 luglio 1927 - Gazzetta di Parma - Salsomaggiore ha accolto il Principe d'Italia in un onda di travolgente entusiasmoLa visita di S. A. R. il Principe Umberto, a Salsomaggiore, avvenimento eccezionale, gradito, desiderato ha costituito, per l’imponenza la calorosità delle dimostrazioni tributate al rappresentante magnifico della Casa Sabauda, una manifestazione indimenticabile. Il popolo ha gridato con tutto il suo entusiasmo, l'affetto alla casa reale e l’attaccamento alla dinastia dei Savoia.  La giornata è passata in un’onda travolgente di dimostrazioni grandiose, e di acclamazioni frenetiche. Salsomaggiore, la ridente e gioconda stazione climatica, chiusa in una conca stupenda di verdi colline, in uno scenario suggestivo ed attraente, aveva assunto l’aspetto più fresco e più bello.

5 luglio 1927 - Gazzetta di Parma - Salsomaggiore ha accolto il Principe d'Italia in un onda di travolgente entusiasmoLa città era tutta pavesata; drappi, bandiere, festoni, nastri tricolori, attraverso le vie, sulle case, nell'alto delle torri, alle finestre, in ogni punto della città. La giornata splendida, con un cielo purissimo, con il contributo della natura che partecipava anche essa alla festa, mostrandosi quanto mai sorridente sfavillante, ha fatto sì che la manifestazione potesse svolgersi in una cornice naturale e meravigliosa. Le bellezze già tanto grandi della città graziosa e artistica, rifulgevano ancor meglio sotto la carezza del sole che irradiava d’oro il quadro magnifico.
Sul percorso da Fidenza a Salsomaggiore, ad ogni casa, in ogni centro abitato, era un segno della partecipazione di tutti alla contentezza e alla soddisfazione, per la venuta del principe della giovinezza. Viale XX Settembre, che si stende per una lunghezza di circa due chilometri fuori di Salsomaggiore, era tutto pieno di bandiere che sventolavano gaiamente, e si frammischiavano al verde delle piante, costituendo una caratteristica nota policroma. La chiesa di S. Antonio, al principio del viale, il fabbricato dell’Opera Pia Catena quello del Sanatorio, tutte le ville vicine, erano tappezzate da drappi e di iscrizioni inneggianti al Principe Umberto.
Dalla stazione allo Stabilimento Berzieri, la folla assiepava dietro i cordoni delle truppe, in quantità grandissima. All’entrata in città, all’inizio di Via XX Settembre, era stato eretto un arco trionfale di stile classico, opera degli architetti Baciocchi e Beretta e offerto dall’impresa Fonio. L’arco era stato costruito in dieci giorni. Nella parte superiore era scolpita la seguente iscrizione dettata dal sen. Mariotti: 
«Ad felicissimum — Umberto Princips Juventutis - Magnis editi regibus — Dulcissimae populi spei — adventum — Popolus salutaris honoris arcum disaut — V nomas iulii — 1927».
In Via XX Settembre, fino al largo Cavallotti, dove è situato lo stabilimento Berzeri, si stendevano rappresentanze e associazioni. Davanti alla cancellata delle scuole, un gruppo di bellissime orifiamme rosa, garrenti al vento mattutino, componevano una visione piacevolissima. I cordoni delle truppe chiudevano tutto il largo Cavallotti; dietro di essi una folla elegantissima e cosmopolita attendeva l’arrivo del Principe. Alle finestre delle case circostanti, ai balconi, la gente era moltissima. Ogni davanzale di finestra era ricoperto dal tricolore. Davanti all’entata dello stabilimento Berzieri, fiori e stendardi. Il meraviglioso stabilimento, di marmi lucidissimi, dalle decorazioni rilucenti, rifulgeva in tutta la sua artistica bellezza. Nel cielo chiaro e sereno, gli aeroplani compievano eleganti evoluzioni. Tutto, natura e vita, cantava una canzone di lietezza, ampia e vivace. 

Durante l’attesa

Nell’attesa dell’arrivo del Principe, si dispongono nell’atrio del Berzieri, fino ai piedi dello scalone, i gonfaloni dei comuni della Provincia, con quello del Comune di Parma, retto dal valletto comunale, che ha di scorta altri due valletti, tutti in un bellissimo costume giallo. Fra quelli della Provincia notiamo i gonfaloni di: Fidenza, Fontevivo, Busseto, Polesine, Golese, Sorbolo Pellegrino, Neviano Arduduni, Cortile S. Martino, S. Lazzaro, Sissa, Trecasali, S. Secondo, Noceto, Traversatolo, Felino, Borgotaro, Soragna, Berceto, Varano Melegari. Lesignano Bagni, Langhirano, Tizzano, Bore di Metti, Collecchio, Sala Baganza, Palanzano, Monchio, Roccabianca, Corniglio, Varsi, Bardi, Zibello.
I differenti colori dei gonfaloni, costituiscono un contrasto vivace è pittoresco. Intanto nell’atrio superiore dello stabilimento, sotto la direzione del cerimoniere di Corte conte Guido Suardi, si dispongono tutti i podestà della provincia e diverse personalità. Fra i Podestà sono presenti: il dott. Oppici, il dott. Valdrè, il sig. Corradi, il cav. Verdi, il geometra Bergamaschi, il signori: verga, Usberti, Bolsi, il geom. Bonomini, l’avv. Cav. Lanati, il signor Bocchini, il col. Cav. Turrini, il col. Cav. Toschi, il sig. Bandini, l’avv. Mantovani, il sig. Baroni, il sig. Calzolari, il cav. Occhi, i signori: Cavalli, Orlandi, etc. Intanto che si dispongono i Podestà, fuori si danno gli ultimi comandi alle truppe e le ultime disposizioni per i servizi d’ordine. Lungo il percorso che compirà il corteo, sono schierati i RR. CC., la fanteria, i cavalleggeri, gli avieri, la milizia fascista.
Sul tratto da Fidenza a Salsomaggiore carabinieri e milizia fascista, sono scaglionati. Man mano che si avvicina l’ora dell’arrivo del Principe, l’attesa della folla si manifesta con improvvisi sussulti e ondeggiamenti della imponente marea di persone. Le campana suonano a festa, e il suono largo e pieno percorre lo spazio dove il sole fonde i suoi raggi con l’azzurro terso del cielo.

L’arrivo del Principe 

Dinnanzi all'arco trionfale attendono il Principe, per porgergli il benvenuto e l’augurale saluto della città, il Podestà di Salso cav. di gran croce Frigerio e le signorine Zina Zancarini, Pina Bussandri, Bice Baistrocchi, Giorgetta Ricotti, per le Dorine Salsesi. Accanto al Podestà, un valletto comunale con la scorta, regge il gonfalone del Comune. Un plotone di cavalleria con le drappelle, è schierato di fianco all’arco.
Alle 9.45 il Principe Sabaudo era sceso alla stazione di Fidenza, ossequiato dall’on. Ranieri e dal Podestà di Fidenza, che gli avevano dato il saluto della città, e dopo le prime presentazioni, aveva passato in rivista un plotone di cavalleria e un manipolo di Milizia schierati in stazione. Quindi era salito in automobile, che si dirigeva rapidamente a Salsomaggiore. 
L’apparire della sua svelta figura, nel piazzale della stazione di Fidenza aveva suscitato un delirio di applausi della immensa folla, che lo aveva accompagnato per tutta la traversata della città, imbandierata e festante. 
Il tratto da Fidenza a Salsomaggiore, era stato percorso dal corteo regale a grande andatura. Da gruppi di contadini, dalle case sparse sul percorso, erano lanciati al Principe, applausi entusiastici.
Poco prima delle dieci giungeva a Salso l’automobile staffetta, su cui si trovavano un funzionario di Casa Reale, e funzionari di P. S. Quando alle 10, spunta il corteo di automobili in fondo a Viale Venti Settembre, perfettamente sgombro, le drappelle di cavalleria suonano l’attenti reale. Le truppe si irrigidiscono sul presentat-arm, echeggiano le note della marcia reale, la folla si scopre. L'automobile con a bordo il Principe, si ferma davanti all’arco. 
Una grande, calorosa, entusiastica dimostrazione è tributata all’Ospite Augusto, che risponde sorridendo. Sulla macchina che ospita il Principe, sono al suo fianco il Podestà di Fidenza cav. Censi, l’aiutante in prima gen. Clerici, il comandante Bestini di Casa Reale, e un funzionario di Casa Reale. Nella seconda automobile: il nostro Prefetto comm. Eolo Rebua, il questore D’Agostino. In un’altra automobile: i senatori Indri e Quartieri, il deputato Gabbi. 
Sulle altre macchine: il generale Anzani del Presidio di Piacenza, il ten. colonnello dei RR. CC. cav. Cardini, il generale Radini Tedeschi, l’on. Ranieri, il console Borghi, aiutante in seconda del generale Radini, il console Forti, il Podestà di Parma dott. Mario Mantovani, il marchese Carrega, il marchese Pallavicino, il marchese Paveri Fontana, marchese Lupo Corradi, il Rettore Gallenga, il segretario politico di Salsomaggiore, Serventi, il ten. col. cav. Laghi; il ten. cav. Quarantelli dei RR. CC.

 

Il saluto del Podestà 

Il Podestà di Salsomaggiore, dà quindi il benvenuto al regale visitatore, leggendo il seguente vibrante discorso:

. . Altezza Reale

a me l’altissimo onore di porgere a V. A. il saluto della cittadinanza di Salsomaggiore. Nessuna mia parola però può riprodurre fedelmente il palpito della folla impaziente di acclamarvi, di farvi sentire quanta esultanza, quanto orgoglio quanta gratitudine abbia suscitato in essa il Vostro gesto augusto che realizza il sogno delle sue più care aspirazioni. Questa stazione di cura che aspira ad occupare il primo posto fra le Stazioni termali del mondo, trae dall'ambita visita di V. A. R. i più lieti auspici. Aleggia, propiziatore di fortune sul cielo di Salsomaggiore lo spirito eletto di Colei che vive e vivrà sempre nei nostri cuori, di Margherita di Savoia, la fata benefica che per lunga serie di anni fu amata e venerata ospite di questa Stazione; onde oggi, rievocando la Grande Ava, Salsomaggiore esulta della presenza dell’Augusto Nipote, del Principe Erede che aduna in sè tutte le virtù tradizionali di Casa Savoia, l’intelligenza e la cultura del nostro amato Sovrano, la grazia e la bontà della nostra amata Regina la bellezza e la giovinezza della nuova Italia. Mentre V. A. R. si accinge a varcare questo arco di trionfo e d'onore io posso ben dire ai cittadini di Salsomaggiore: è questa l'aurora della nuova vita italica». 

Il Principe ringrazia, stringendo la mano al Podestà. La signorina Zancarirni, a nome delle Donne Salsesi, offre a Umberto di Savoia un magnifico mazzo di fiori bianchi, con un nastro azzurro. Dall'automobile del Principe scende allora il Podestà di Fidenza, e vi sale quello di Salsomaggiore.Quindi il corteo si muove, entrando in città. La folla agita fazzoletti, cappelli, scatta in applausi caldissimi.
Il breve tratto che separa l’ingresso in città dallo stabilimento Berzieri, è percorso fra dimostrazioni frenetiche. Intanto al Berzieri si sono adunate altre autorità. Notiamo il cardinale Ragolesi, presidente dell’Opera Pia Catena, il Vescovo di Piacenza mons. Menzani, il vice Prefetto di Roma comm. Del Vecchio, una rappresentanza dell’Associazione Mutilati di Parma, con il grande invalido Giunio Galvani, il cav. Balestrazzi, rag. Priamo Brunazzi, avvocato Parella, il sig. Alfonsi, sig. Lombardelli, dott. Maspero, comm. Aimi, comm. Della Lucia, medaglia d’oro Onida, on. Biaggi, commendator Doupè, comm. Luigi Passerini per il Fascio di Parma, Bonfiglio Galvani, per l’associazione Combattenti di Parma, dott. Papeschi per la Feder. Agricoltori, comm. Marangori, comm. Griziotti, il Pretore di Fidenza cav. Gandolfi, ing. Bordi, colonnello Cornelli, Donna Federici Gabbi, V0E0M Migliori-Croci, A. E. Morselli dei Sindacati Fascisti di Salsomaggiore, cav. Robelli, etc.

 

Ricevimento delle autorità e visita al Berzieri 

L’automobile del Principe si ferma dinnanzi all’ingresso, l’augusto ospite scende ed entra nello stabilimento. Sale l’ampio scalone che porta al piano superiore del Berzieri, mentre dai Podestà della Provincia e dalle autorità già disposte nel salone superiore, partono applausi calorosissimi. Il Prefetto di Parma, presenta quindi al Principe le autorità, cominciando dal Cardinale Ragonesi, e dal Vescovo Menzani. Umberto di Savoia stringe la mano ad ogni personalità, rispondendo con un ampio sorriso, agli applausi che si susseguono. 
Attraverso le finestre e le balconate giunge la eco delle acclamazioni della folla, che gremisce il largo Cavallotti. Dopo la presentazione delle autorità, il sen. Quartieri, guida il Principe nella visita ai locali dello stabilimento. Sua Altezza esprime la sua ammirazione per la grande opera e per l'artistica sua costruzione. Quindi il Principe con le principali autorità, lascia lo stabilimento salendo in automobile, sempre con a fianco il Podestà di Salso, e negli altri posti il generale Clerici e il comandante Sestini. 
Al riapparire del Principe le musiche intonano la Marcia Reale, la popolazione prorompe in nuove, alte acclamazioni. Dalle finestre si agitano fazzoletti, e si applaude, lanciando grida di viva il Principe, viva Casa Savoia. Il corteo delle automobili si dirige, alle Tenne Porro e Valentini, sul viale dei Colli. Nelle strade per cui si passa i salesi, gridano a tutta forza il loro entusiasmo. Il Viale dei Colli è tutto un tricolore. 

Alle terme Porro e Valentini 

Le automobili salgono per le svolte che portano ai due stabilimenti, e si fermano davanti al Valentini. Qui sono in cura i mutilati alloggiati per conto dell’Opera Nazionale per l’assistenza agli invalidi di guerra. Il principe ricevuto dal sen. Quartieri e dal cav. Balestrazzi che subito riconosce, visita lo stabilimento elegantissimo, guidato dal senatore Indri e dell’on. Rossoni, e poi entra in una sala dove sono adunati gli ammalati in cura, con i dirigenti della Cassa Nazionale. L’on. Rossoni e il senatore Indri, dicono al Principe l’opera compiuta dalla istituzione. 
All’entrata di Umberto di Savoia nella signorile e grande sala dei mutilati di guerra, scoppia un sincero irrefrenabile applauso che si prolunga fino a che il Presidente dei mutilati di Salsomaggiore, sig. Parmigiani, a nome dei mutilati salsesi e di quelli in cura legge un nobilissimo discorso di saluto. Il cav. Balestrassi rappresentante dell’Opera Nazionale presenta quindi al Principe ad uno ad uno i mutilati provenienti da tutte le parti d’Italia, fra i quali sono dei ciechi di guerra come il capitano Turrini, il tenente Fiorenza, e altri in carrozzelle, come il grande invalido Tommasini di Roma e altri. 
Presenta pure al Principe il cav. Galvani, Presidente della Sezione di Parma, il rag. Brunazzi come fondatore della Associazione Mutilati, il signor Lombardelli, Presidente della Cassa Mutua dei Mutilati Parmensi, il sig. Alfonsi segretario della Sezione, e il Delegato regionale avv. Parrella. Per tutti il Principe ha parole di compiacimento e di elogio, e non a torto è stato detto che la visita compiuta ai Mutilati è stata una delle note più toccanti della grande giornata. 
Lasciando il Principe e le autorità lo stabilimento Valentini, si sono rinnovate le dimostrazioni e gli applausi. Dalle Terme Valentini, si passa alle Terme Porro sottostanti alle prime. Anche qui il Principe compie una visita alle sale, sempre guidato dal senatore Indri. Quindi si parte per Scipione, dove Sua Altezza presenzierà allo scoprimento del cippo marmoreo dedicato dagli orfani ai padri morti in guerra. 
Seguiamo la colonna automobilistica coll’automobile che ospita i dirigenti dei mutilati con Galvani, Balestrazzi, Brunazzi, Lombardelli, ecc., che il marchese Carrega Bartolini principe di Lucedio, ha voluto, con nobilissimo gesto, mettere a loro disposizione. All’uscita dalle Terme la folla che à atteso sotto il sole cocente, rinnova le acclamazioni al Principe, mentre i corpi musicali suonano la Marcia Reale. Si sale fra il verde, per il nastro bianco della strada tutta a curve, ohe ci conduce sul dosso dalle colline da cui si domina la vallata dello Stirone. Il panorama è magnifico. Le casette bianche riposano fra le conche ella valle ubertosa. Le ville sperse ai lati della strada portano grandi bandiere alle finestre. Gruppi di contadini applaudono a passaggio del corteo. Le ville sparse ai lati della strada portano grandi bandiere alle finestre. Gruppi di contadini applaudono al passaggio del corteo.

Al Castello di Scipione

Sulle mura del castello di Scipione, a traverso la stradetta che vi accede, sono le iscrizioni: «Viva il Principe Umberto — Viva il Principe della giovinezza». Nel cortile schierato un plotone di cavalleria, e quando il Principe scende dall’automobile, le drappelle suonano l’attenti reale. Riceve Sua Altezza il tenente generale Muzio Galli, presidente della Colonia Agricola degli orfani di guerra. Si raggiunge l’ampio terreno del castello, dove sono radunati gli orfani, madri e vedove dei caduti, il Circolo Cattolico e l'Associamone Patria e Re. Sono presenti anche alcuni dirigenti della Colonia Agricola, il comm. Garbarino, e il ten. Frattini, per il Patronato. 
E’ stata eretta una piccola tribuna ricoperta di drappi rossi. In essa prendono posto il Principe, il Vescovo di Piacenza, mons. Menzani, il gen. Clerici, il comandante Sestini, il Prefetto comm. Rebua, i senatori Indri e Quartieri, l’onor. Gabbi, il generale Radini Tedeschi. Il corpo musicale degli orfani di guerra istruito dal maestro Baracchi, che ha saputo essere anche un intelligente insegnante di cori, suona la Marcia Reale. Uno squillo di tromba, e si fa un religioso silenzio. Monsignor Menzami, benedice il cippo. 
Cala la tela bianca che lo ricopre. Su esso è deposta una corona l’alloro con un nastro azzurro con lo stemma Reale, offerta dal Principe. Sul cippo la seguente iscrizione: «Vogliamo morti dal vostro sangue renderci degni della vostra morte». Il generale Galli, pronuncia quindi, di un alato discorso, esaltando il sacrificio dei morti in guerra, e inneggiando alla Casa Sabauda e a Umberto di Savoia. Un grande applauso corona il discorso, e il Principe stringe la mano al generale, complimentandosi per l’erezione del cippo, e per la attiva opera di direzione della Colonia agricola. L’ospite regale e il seguito visitano quindi i locali della scuola della Colonia. Da una loggia del castello si ammira il vasto panorama, e lontano si delineano le città di Piacenza e Cremona da cui si scorge il grigio torrazzo. Prima di lasciare il castello il Principe posa per una fotografia in mezzo agli orfani che ha voluto attorno a sè. Quando si allontana il giovane Principe sabaudo, dalle donne e dagli orfani, si leva un dolce canto diretto dal maestro Baracchi che si spande serenamente per l’aria. Il momento è suggestivo e commovente. Si riparte per Salsomaggiore, fra gli applausi dei contadini che gremiscono lo spiazzo prospiciente il castello. 
Siamo alla città termale in breve tempo, la si attraversa rapidamente per una visita al Sanatorio, fra entusiastiche acclamazioni. Al Sanatorio Sua Altezza compie la visita dei locali terreni, e quindi assiste alla messa celebrata dal cav. don Ravazza, nella cappella dove si inginocchiò anche la Regina Margherita, in una delle sue visite a Salsomaggiore. Dal Sanatorio il corteo di automobili si dirige al Grand Hotel des Thermes, per la colazione. Alla finie dela colazione, il Principe si ritira, nell’appartamento messo a sua disposizione. Le cerimonie del pomeriggio hanno inizio con l’inaugurazione del congresso dei combattenti. In una sala superiore del Ristorante Schiavini, in viale Romagnosi. Molto prima delle 16, i salsesi hanno cominciato a gremire il viale Romagnosi da dove passerà l’automobile del Principe, che poi si recherà al Concorso Ippico. Dal viale Romagnosi, dove si fermerà l’automobile all'ingresso del del Ristorante Schiavini sono stesi tappeti rossi. La folla che è moltissima si agita a diversi « falsi allarmi» Nella sala superiore i combattenti si sono già radunati, con l’on. Biaggi che presiede il Congresso, il Presidente della Sezione di Parma il comm. Passerini, il rag. Michiara, avv. Ildebrando Cocconi, avv. Lanati, dott. Pareschi, cav. Guatelli, dall’Ara, Guerrino Comelli, etc. 
Alle 16 giunge il Principe ricevuto all'ingresso dall’on. Biaggi. Egli entra nella sala del Congresso, dove i combattenti adunati gli improvvisano una manifestazione d’affetto e di devozione, che dura parecchi minuti. Umberto di Savoia si siede in una poltrona, avendo alla sua sinistra l’on. Biaggi e alla sua destra il nostro Prefetto. Nuovi improvvisi applausi si scatenano, e il Principe si alza ringraziando. Allora un vecchio garibaldino, che ha ottantasette anni, Emilio Melli di Noceto, che sventolava il berretto garibaldino sulla punta del bastone, si avanza, fermandosi davanti al Principe gridandogli con la voce commossa, tutto il suo entusiasmo. Sua Altezza strinse la mano al vegliardo. L’episodio bellissimo, suscita un altro scoppio di applausi, che allacciano cori la eco di quelli della gente che attende sul viale Romagnosi. 
Stabilitosi il silenzio, Bonfiglio Galvani, legge l’alto, nobilissimo lirico saluto dei combattetti parmensi al Principe Ereditario. Cessati gli applausi dei combattenti, il Principe si alza e si affaccia al balcone che guarda nel viale Romagnosi. Al suo apparire la folla prorompe in frenetici applausi. Umberto di Savoia sosta, salutando sorridente, qualche minuto quindi abbandona la sala del congresso per recarsi al Concorso Ippico. Quando egli sale in automobile la folla che ha sprezzato i cordoni gli si stringe attorno e applaude lungamente. Il corteo automobilistico raggiunge ben presto l’ippodromo. Il Principe prende posto nella tribuna d’onore. Al suo fianco sono Donna Franca Florio e contessa Cicogna, dame di Casa Reale. Sua altezza assiste alle gare per la disputa del Premio Reale, che è vinto dalla squadra dei Cavalleggeri Firenze e ad altre gare. Dopo la vittoria della squadra Cavalleggeri Firenze, Egli scende nell’Ippodromo e si congratula con i vincitori. Si svolgono alcune altre prove, quindi il Principe lascia l’Ippodromo, salutato dalle entusiastiche dimostrazioni della folla cosmopolita elegantissima. Il corteo si muove, esce dai giardini, imboccando la strada per Fidenza. Si va verso Busseto, per la visita alla casa nativa di Giuseppe Verdi, a Villa S. Agata, dove abitò l’immortale cantore.

 "Fonte archiviogazzettadiparma.medialibrary.it / Biblioteca Civica di Parma con Editrice Gazzetta di Parma"

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