Il Don Chisciotte di Salsomaggiore - Giornale balneare pupazzettato - Domenica 13 gennaio 1901 - Il rimedio per la vecchiaia - I giornali hanno sparso ai quattro venti una notizia: un dotto americano ha trovato il portento dei portenti, la maniera cioè di render vano lo scorrer dell’età, toglier gli stenti della vecchiaia pel genere umano.
I giornali hanno sparso ai quattro venti Una notizia: un dotto americano Ha trovalo il portento dei portenti, La maniera cioè di render vano Lo scorrer dell’età, toglier gli stenti Della vecchiaia pel genere umano, Così: prendendo ogni giorno Dose di bianco e raffinato sale. O bionda Musa, o mia soave amica, Tu che m’adorni di una sola lira Tu che sai ridestare in me l'antica Fiamma gentil che alla bellezza inspira, Fa che ognora m’assisti e vuoi ch'io dica In versi sol quel che la mente aggira Siedi vicino a me, non ti scostare Or che voglio intuonar un inno al mare. Ad alti onori ora chiamato un giorno Il bianco sale che del mare dote, Ai marmorei dei numi altari intorno Pregando lo spargeva il sacerdote. |
Sulle città distrutte per iscorno Lo gettava il guerriero, ed in remote Età era chiaro simbol d'alleanza, Di pace, di concordia e fratellanza. Ma poi che l'uomo della fantasia Volle scostar le immagini gentili. Poi che la scienza, l'invidiosa arpia Restrinse la natura nei più umili Confini con la sferza mandò via Dalle soglie del tempio, come vili Pubblicani i poeti, necessario Non fu più il sal che come culinario. Umile sal, modesto fra i cloruri, L'ora per te suono della riscossa: Uom non sarà che ormai di te non curi Se il corpo allontanar vuol dalla fossa; Passati sono del servaggio i duri Tempi e in auge ritorni. Or dunque possa Il valor per l'uom render la vita Un alfabeto senza A né Zita. |
Giunge così dalla lontana America Che sfidava Iddio coi parafulmini La luce al mondo. Di corone d’erica S’adorni il saggio che raggiunse i culmini Delta gloria mortal, sia dato me ricamare Concede all'uomo e giovinezza eterna. Nessun più invecchierà, tutti saranno In continua, soave adolescenza, Più non avrà soffrir nessun malanno Il corpo nostro, e neppur più la scienza Medica allungherà anno per anno L'angosciata e mortal nostra esistenza, Ma volgeranno tempi amari o tristi Per eredi, notai e farmacisti. |
Musa!... famo li giochi? O che funzioni Son queste! Dunque sul più bello taci! No... non farmi il solletico... via poni Giù le mani. Continua, io voglio audaci Rime . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . E' vero: tu hai mille ragioni Mancano al mio poetar forme veraci E invano fare ottave s'apparecchia La penna mia, chè la scoperta è vecchia. Perché già da gran tempo è conosciuto In tutto il mondo un rimedio sovrano: La Morte infatti ne ha già convenuto, Che con Salsomaggior lottare ò vano. Se perciò d'aver vinto s'è creduto Ogni mal, quel signore americano Sappia e lo tenga come cosa certa Ch’egli sfondò una porta che era aperta.
Eliodoro Rembi. |