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2 - Dalla via Trento all'Andrea Doria - Dal diario del salsese Nino Saccani, classe 1932 - Ti con cla facia lì at pol ander in cap al mond - A scuola non è che andassi tanto bene. Terminato il secondo anno di avviamento professionale, eravamo nel 1951, non volevo più studiare. Iniziai come muratore, lavoro molto faticoso per quei tempi. Avrei voluto fare il meccanico, ma cercavano un ragazzo tutto fare all’albergo Bolognese.
Il lavoro d'albergo mi impegnava tutti i giorni per tutta la giornata. In otto mesi di stagione alberghiera solo due mezze giornate di festa per due funerali in famiglia. Mi occupavo del giardino e per il resto della giornata su e giù dalla cantina alla dispensa e dalla dispensa alla cucina. I miei genitori erano contenti del mio lavoro perchè guadagnavo 5 mila lire al mese e mangiavo gratis in albergo, una bocca in meno da sfamare. In dicembre, a stagione termale terminata, a Salso era stata istituita una scuola alberghiera. La scuola era ospitata in un albergo, l'Hotel Savoia, poi Astoria, di fianco all'istituto della Previdenza Sociale. Fra maschi e femmine eravamo circa duecento persone. La maggior parte frequentava la scuola perchè pagavano trecento lire al giorno, la stessa cifra che in quegli anni veniva elargita ai disoccupati. Al termine del corso, superato un esame, ricevemmo tre mila lire e come premio, tre ragazzi per corso, fra i quali il sottoscritto, una gita a Genova, S. Remo, Monte Carlo, Nizza e Cannes. Con noi c'erano anche cinquanta dipendenti dell'azienda autonoma di soggiorno di Salso organizzatrice della gita. Non conoscevo nessuno, ma furono quattro giorni indimenticabili. Quella fu la seconda volta che vidi il mare. In primavera entrai come apprendista cuoco all’hotel Regina. I soliti otto mesi di stagione e nessun giorno di festa. Venivamo pagati a punti, io valevo quattro punti. A stagione conclusa mi iscrissi al secondo anno di scuola alberghiera e in primavera, terminata la scuola, mi ripresentai all’hotel Regina perché l’anno precedente, a fine stagione, il capo mi aveva detto che mi avrebbe riassunto con sette punti di paga. Invece il direttore, con mia grande delusione, mi ripropose ancora un'assunzione come apprendista.
Fortunatamente un amico mi invitò a Cervinia per un posto da comì. Trenta mila lire al mese, non potevo rifiutare. Occorreva un certificato medico per l’alta montagna. Mi presentai dall’ufficiale sanitario, il Dott. Gherardi, che mi "visitò" guardandomi dall’alto al basso e mi disse in dialetto parmigiano: “ti con cla facia lì at pol ander in cap al mond. Da chi tarsent franc”, tu con quella faccia puoi andare in capo al mondo, dammi trecento lire, e mi consegnò il certificato d'idoneità. L’indomani, da Milano, in pulman, arrivai a Cervinia dove mi aspettava il mio amico che, dopo avermi offerto un grappino al bar, mi caricò sulla funivia che mi portò a Plan Meson, 2600 metri. Mi ritrovai in un attimo sperduto fra le montagne, c’era solo la stazione della funivia e l’albergo. Mi ricordai quello che il dott. Gherardi mi aveva certificato per la "modica" cifra di trecento lire. Sí, mi sembrava proprio di essere arrivato in capo al mondo.
Testimonianza raccolta da Gianluigi Saveri
1 - Dalla via Trento all'Andrea Doria - Dal diario di Nino Saccani, classe 1932 - Tal là, tal là al mer
2 - Dalla via Trento all'Andrea Doria - Dal diario di Nino Saccani, classe 1932 - Ti con cla facia lì at pol ander in cap al mond
3 - Dalla via Trento all'Andrea Doria - Dal diario di Nino Saccani, classe 1932 - 7 luglio 1955, per la prima volta mi imbarco a Genova sull'Andrea Doria
4 - Dalla via Trento all'Andrea Doria - Dal diario di Nino Saccani, classe 1932 - Andrea Doria, prima traversata Genova - New York e ritorno
5 - Dalla via Trento all'Andrea Doria - Dal diario di Nino Saccani, classe 1932 - 25 luglio 1956, Andrea Doria, il giorno del naufragio
6 - Dalla via Trento all'Andrea Doria - Dal diario di Nino Saccani, classe 1932 - 25 luglio 1956 - Il salvataggio
7 - Dalla via Trento all'Andrea Doria - Dal diario di Nino Saccani, classe 1932 - 25 luglio 1956 - 13, il mio numero fortunato
