11 giugno 1929 - Correre Emiliano - Una grande Aida al Poggio Diana11 giugno 1929 - Corriere Emiliano - Una grande Aida al Poggio Diana - Gli americani.. battuti -  Meraviglie dell'ingegno e dell'arte Italiana - L'Eden salsese - Sport e teatro - Uno spettacolo eccezionale - Quel che il Comm. Olinto dalla Lucia e il Comm. Arturo Fonio, hanno voluto e saputo concretare per offrire ai villeggianti salsesi e in genere al gran pubblico italiano un ritrovo degno di una stagione balneare di fama internazionale come Salso, ha davvero del meraviglioso. Mancava ancora a Salsomaggiore, situata in una conca scarsamente ventilata, la località di lusso ove il forestiero potesse trascorrere in letizia il pomeriggio e la serata all'aria aperta; dove non avesse che a scegliere tra i vari divertimenti o sport preferiti; dove l'occhio avesse a spaziare nella infinita vastità della pianura, giù, giù fino alle pendici alpine; e la giostra ridente dei colli verdeggianti e ombrosi fosse cornice risposante, a quell'angolo di letizia e di eleganza. Bisognava fabbricarlo…. rapidamente. L'esecuzione fu rapida quanto l’audace e moderna idea. Gli architetti Mario Bacciocchi e Renzo Beretta non ebbero bisogno di eccessive meditazioni per comprendere e tradurre in disegni, studiati nei più minuscoli particolari, la volontà e il pensiero loro manifestati.

Un luogo d'incanto

Esisteva, sul valico cosidetto della Guantara che congiunge Salso a Tabiano, un colle, distante da Salso poco più di un chilometro di strada agevole, la cui posizione si prestava ottimamente alla realizzazione del progetto. Detto fatto. La collinetta, debitamente rasata, venne mozzata del suo cono, e sull'ampio spianamento risultante, fu eretta una campagnola Palazzina, pregevole e originale concezione nella quale l'arch. Mario Baciocchi, seppe fondere il carattere semplice e rustico emiliano, con la nota festosa delle facciate affrescate e dei pioventi ricchi di comignoli, di pinnacoli, di abbaini, di torricciuole. In questo vasto e artistico edificio — dotato di ventilatori per l'estate e di termosifoni per l'autunno — hanno sede il Caffè ristorante, con il più moderno impianto di gelateria esistente, — il cui servizio viene disimpegnato da autentiche fanciulle ampezzane nei loro caratteristici costumi — la taverna dei cacciatori, il caffè friulano, ravvivati dal pennello magico di Galileo Chini, che trova sempre risorse e originali soluzioni; il tridinio pompejano; la saletta giapponese; la saletta del labirinto, ed altre “boites” separate senza sorprese, squisitamente decorate da Tito Peretti, autore degli indovinati affreschi sulle facciate. Dalla parte anteriore dell'edificio si protendono enormi balconate, a guisa di imponenti tribune, in triplo ordine e in dolce linea esedrata, arditamente concepite e armonicamente riuscite, che saranno trasformate in seguito in una gigantesca pergola di glicini e di edera. Dinanzi. al pittoresco palazzo e a queste originali tribune, si distende un'ampia platea, erbosa di ben 2000 m.q. debitamente indinata e tutta recintata da un robusto e artistico parapetto, adibita a stand per il tiro a volo (350.000 lire di premi è la dotazione del tiro inaugurale iniziatosi ieri con l'intervento del Duca degli Abruzzi) e per qualunque altro genere di spettacolo popolare.

Divertimenti e giochi sportivi

Di là si apre allo spettatore La visione di un incantevole panorama. Di fronte il castello di Bargone, accigliato entro la cerchia, severa dei suoi pini: a destra il merlato, turrito maniero di Tabiano; giù a sinistra la distesa bianca dei palazzi e delle ville salsesi; in fondo, a perdita,d’occhio, l'immensità della verde e rigogliosa pianura padana.
Dal mezzo della grande platea erbosa, si discende, attraverso una botola, e precisamente come in un moderno palcoscenico, negli ampi sotterranei, pure in cemento armato, contenenti comodi vani per servizi accessori, e, nella parte inferiore, una grande rimessa capace, di circa 100 automobili. Veramente importante e sorprendente è il complesso dei giochi sportivi che, unitamente alla disposizione dei giardini, è stato specialmente risolto dall'arch. Renzo Beretta, il quale, oltre a tutto questo, ha ideato anche il palco mobile per l'opera all'aperto di 700 mq., smontabile in quattro ore! L'architetto Beretta ha dato ad ogni campo sportivo quella perfezione che raramente si trova in tale genere di opere. Così la piscina natatoria lunga 35 metri, dalla profondità da m. 1,60 a m. 6, con trampolino per salti, è opera, squisitamente armonizzata nell’ambiente verde in cui è situata. I due campi di tennis sono muniti di tribune e pergole verdi per gli spettatori: i campi di bocce, di crochey, e di birilli, ben orientati e situati. A sinistra dell’edificio una grande fontana luminosa, che sarà unica del genere, e, conseguentemente, la più bella e interessante attrazione di Poggio Diana, suggestiva ne’ suoi vari colori ne’ variopinti riflessi innalzerà, un potente getto che, simile ad una torcia incandescente, apparirà la nate sin giù nell'immensa pianura. Tutto attorno, viali, stradicciuole, giardini, prati verdeggianti, aiuole sapientemente disegnate, rosai, vasi di fiori finissimi e un'ombra, una, frescura, veramente deliziosa. Tutta quest'opera, per cui l'aggettivo colossale e di… meravigliosa, e, una. volta tanto appropriata, anche per noi italiani, pensata, disegnata, concretata .ello spazio di pochi mesi! Un record veramente americano!

Un'Aida ineguagliabile

Perchè adunque non solennizzare la inaugurazione di quell'angolo di Paradiso terrestre con un grande spettacolo lirico all'aperto?
Quale altro dei numerosi a improvvisati teatri all'aperto, pullulanti come funghi in ogni villaggio d’Italia, si dimostrava parimente adatto, come Poggio Diana, con la sua platea erbosa, appositamente costruita, con il palazzo dalle capacissime balconate, con gli impilanti modernissimi di luce, con la comodità ed ampiezza dei servizi, all'esecuzione di una grande opera? Questo pensò e rapidamente concretò il Comm. Dalla Lucia, mentre, giorno per giorno, la rude collina si plasmava, si trasformava, in quell’incantevole ritrovo che la fantasia aveva pensato e veduto. Trovò naturalmente nella vicina Parma, le persona che, unendo alla passione per gli spettacoli teatrali, l’esperienza aquistata in vari anni di attività, organizzativa, non solo condivisero con entusiasmo l’audace e magnifica proposta, ma rapidamente concretarono l’eccezionale spettacolo in ogni minimo particolare. Il Maestro Comm. Giuseppe Podestà a capo un Comitato, composto di pochi, ma fattivi membri, prescelse naturalmente, quale prima opera, l’immortale e grandiosa Aida. E raccolse uno stuolo di interpreti che è quanto meglio possa offrire, per tale opera, l’odierno mercato lirico italiano: la valentissima Maria Reiter, trionfatrice indiscussa dell'ottima esecuzione di Aida data ultimamente al nostro Regio; il tenore Aroldo Lindi, che i parmigiani applaudirono pure magnifico interrprete di Radames; il baritono Gino Lulli, Amonasro da noi ben apprezzato; Albertina Del Monte, che Toscanini prescelse per eseguire l'istessa parte di Amneris a Berlino; Ramfis, il basso Righetti della Scala, Enrico Contini, Palmiro Domenichetti e, prima ballerina, Bianca Galizia! Nomi tutti di cartello che assicurano in un grande indiscusso esito artistico dell'esecuzione.
Per dare un'idea, della grandiosità dell'ambiente nel quale l'opera verrà eseguita, e dei mezzi che vi saranno impiegati, basta pensare che it boccascena avrà, la larghezza di m. 22, superiore cioè a quello, già vasto del nostro Regio; che il palcoscenico smontabile, appositamente costruito, abbiano detto, dall'arch. Beretta, sarà elevato di m. 1,60 dal piano della platea, onde tutti possano comodamente vedere d'oni parte. L'orchestra, diiretta dal Comm. Giuseppe Podestà, sarà, composta di 100 professori d'orchestra; i coristi, le comparse, le numerose ballerine ecc., raggiungeranno il rispettabile numero di 500; saranno naturalmente abbondantemente impiegati, nelle grandiose scene del trionfo di Radames, buoi e, possibilmente, elefanti. Le scene, nuovissime, sono espressamente disegnate dagli scenografi Bertini e Pressi; e i ricchi costumi della Ditta Chiappe di Milano. Quattro solamente saranno le eccezionali rappresentazioni, le quali, appena conosciute, hanno suscitato vivissimo interesse e aspettazione, nella Provincia nostra e, in genere, in quelle limitrofe: cioè nei giorni 27 – 29 - 30 Giugno e 2 Luglio. Sono in corso trattative per assicurare ribassi ferroviari, treni speciali, speciali corse automobilistiche, d’ogni parte d'Emilia; in modo che i ben 3500 posti a sedere, che la platea e le balconate possono comodamente contenere, accolgano, per tutte le quattro sere, il grande pubblico che converrà ad assistere e a gustare, in un luogo incantevole, e nella queta sera stellata, le divine, melodie espresse dal Genio immortale del nostro Verdi.

Fonte: archiviogazzettadiparma.medialibrary.it / Biblioteca Civica del Comune di Parma in collaborazione con Editrice Gazzetta di Parma

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